Le Storie della Bibbia

LE STORIE DELLA BIBBIA

mercoledì 1 dicembre 2021

IL LIBRO DI QOHELET

 

L'introduzione a tutte le storie della bibbia si può leggere cliccando su "Le Storie della Bibbia" in alto a sinistra, traduzione dal TM di Egidio Papetti.

Qohelet è un sostantivo che deriva da un verbo ebraico che significa “ convocare l’Assemblea”, il nome quindi indica colui che presiede l’assemblea. Inoltre la parola che ricorre sovente in questo testo è “hevel”, la radice (hvl) di questa parola ebraica merita qualche commento, essa indica anche il nome di Abele, il primo uomo assassinato della storia umana narrata dalla Bibbia. Il dizionario di L. Alonso Schokel per questa radice indica i seguenti verbi: svanire, svuotarsi, restare vuoto, illudersi, essere vano. Come sostantivo indica: soffio, vento, sospiro, vuoto, nulla, stoltezza, vanità, illusione e altri simili. Come viene tradotta? Il grande Girolamo la tradusse in latino con “vanitas” e da lui molti traduttori italiani traducono: vanità, così le edizioni Cei, F. Nardoni, La Bible de Jerusalem in francese ed anche la medesima tradotta in spagnolo, Paolo Sacchi con vanità immensa, L. Mazzinghi con soffio, Erri de Luca traduce con “spreco” con riferimento alla morte di Abele considerata come uno spreco di vita umana. Io mi atterrò alla prevalenza dei traduttori italiani e tradurrò con vanità.

Mi piace ricordare qui il giudizio di Paolo Sacchi su questa operetta pervenuta fino a noi e scritta da un saggio ebreo vissuto alla fine del III sec. a.C. “Si tratta del libro più sconcertante della Bibbia, per la negazione di ogni valore per cui valga la pena di vivere e affaticarsi”. L’autore di questa operetta era, a parer mio, una persona vecchia che lo terrorizzava un “senso acutissimo della morte, percepita come l’assurdità assoluta dell’esistenza. La morte per Qohelet – anche quando non è ingiusta e prematura - diventa un problema per se stessa: che senso ha questo andare tutti alla stessa fine che annulla ogni realizzazione dell’uomo, oltreché ogni disparità e diversità, giusta o ingiusta che sia?”

CAP. 1

1 Parole di Qohelet, figlio di David, re in Gerusalemme. 2 Vanità delle vanità, ha detto Qohelet, vanità delle vanità, il tutto è vanità. 3 Quale vantaggio verrà all’uomo in tutta la sua fatica con la quale si affannerà sotto il sole? 4 Una generazione va, una generazione viene e la terra è sempre in piedi. 5 Sorge il sole e tramonta, il sole anela di tornar a splendere al suo posto. 6 Va verso mezzogiorno e gira verso settentrione, gira e rigira e va il vento e sui suoi giri ritorna il vento. 7 Tutti i torrenti vanno verso il mare e il mare non è mai pieno; verso il luogo, dove i torrenti scorrono, là essi tornano ad andare. 8 Tutte le parole stancano, non potrà l’uomo parlare a fondo, non si sazierà l’occhio di guardare, non si riempirà l’orecchio di ascoltare. 9 Quel che è stato, è quel che sarà e quel che si è fatto è quel che si farà, non c’è niente di nuovo sotto il sole. 10 C’è qualcosa di cui si dirà: guarda questa è nuova? Era già stata nei tempi prima di noi. 11 Non c’è ricordo per i primi, anche per gli ultimi che saranno dopo, non ci sarà per loro ricordo, anche per coloro i quali, saranno dopo di loro ancora. 12 Io Qohelet, sono stato re di Israele in Gerusalemme. 13 Ho dedicato il mio cuore a indagare e a esplorare con saggezza su tutto ciò che è stato fatto sotto il sole; un impegno faticoso quello che ha dato Elohim ai figli dell’uomo per affliggersi in esso. 14 Ho visto tutte le opere che sono state fatte sotto il sole, ed ecco: tutto è vanità, un rincorrere il vento. 15 Una cosa storta non si può raddrizzare, una cosa perduta non si può contare. 16 Io ho parlato col mio cuore1 dicendo: io sono cresciuto e ho aggiunto saggezza più di tutto ciò che era prima di me in Gerusalemme e il mio cuore ha visto molta saggezza e conoscenza. 17 Ho dato al mio cuore di conoscere saggezza e conoscenza, stoltezza e follia; ho conosciuto che anche questo è rincorrere il vento. 18 Perché molta saggezza, molto affanno; chi accresce la conoscenza, aggiunge dolore.

CAP. 2

1 Io ho detto al mio cuore: va’ dunque, ti metterò alla prova con gioia, e vedrai la felicità, ed ecco: anche questa è vanità. 2 Il divertimento ho detto che fa impazzire, e il piacere, questo cosa farà? 3 Ho indicato al mio cuore di perdersi nel vino con la mia carne e al mio cuore, che guida alla saggezza, di essere forte nella stoltezza, fino a che vedrò dove sia il bene per i figli dell’uomo, che trafficano sotto il sole nei giorni della loro vita. 4 Ho fatto grandi le mie opere, ho costruito per me case, ho piantato per me vigneti, 5 ho fatto per me giardini e parchi, ho piantato in essi alberi di ogni frutto. 6 Ho scavato per me pozzi d’acqua per irrigare con essi un bosco che germoglia alberi. 7 Ho comprato schiavi e schiave e figli della casa2, ho avuto anche bestiame: tori, pecore ho avuto numerosi, più di tutti quelli che c’erano prima di me in Gerusalemme. 8 Ho accumulato per me anche argento e oro, possesso di regni e di province, ho avuto per me cantori e cantatrici e – delizie dei figli dell’uomo - una preferita e concubine. 9 Mi sono ingrandito e ho accumulato più di tutti quelli che sono stati prima di me in Gerusalemme, inoltre la mia sapienza è restata con me. 10 Ciò che i miei occhi hanno desiderato, niente da essi ho allontanato, non ho rifiutato al mio cuore nessun piacere, perché il mio cuore gioiva di ogni sua fatica e questo è stato quanto mi è toccato di tutto il mio affanno. 11 Io ho considerato tutte le mie opere che le mie mani hanno realizzato e alla fatica che ho sofferto per farle, ed ecco: tutto è vanità e un rincorrere il vento. Non c’è nessun guadagno sotto il sole. 12 Io mi sono volto a considerare la saggezza, la follia, la stoltezza, perché cosa potrà fare l’uomo che verrà dopo il re, che già non sia stato fatto? (testo un po’ corrotto). 13 Io ho visto che c’è un guadagno per la sapienza più della stoltezza, come il guadagno della luce più della tenebra. 14 Gli occhi del saggio sono nella sua testa, e lo stolto cammina nella tenebra; ho conosciuto anch’io che un unico destino accadrà a tutti loro. 15 Io ho detto al mio cuore come accade allo stolto, accadrà anche a me; perché sono stato saggio io più dello stolto? Ho detto al mio cuore: anche questa è vanità. 16 Perché non c’è ricordo del saggio come dello stolto, per sempre. Nel passare dei giorni che verranno, tutto sarà dimenticato: della morte del saggio come dello stolto. 17 Ho odiato la vita perché cattiva per me è l’opera che ho realizzato sotto il sole, perché tutto è vanità e un rincorrere il vento. 18 Ho odiato tutta la fatica che io ho sofferto sotto il sole, che io ho messo in piedi per l’uomo che verrà dopo di me. 19 E chi conosce: sarà il saggio o lo stolto che prenderà possesso di tutta la mia fatica che ho faticato, per la quale sono stato saggio sotto il sole? Anche questa è vanità. 20 Io sono arrivato a scoraggiare il mio cuore a disperare per tutta l’opera che avevo fatto sotto il sole. 21 Perché c’è quello che, con il suo affanno in sapienza, conoscenza e abilità e quello che, per esse, non ha mai faticato, eppure sarà dato a lui la sua parte. Anche questa è vanità e male assai. 22 Perché quale giustizia per l’uomo in tutto il suo affanno e nel suo impegno per il suo cuore, che egli affatica sotto il sole? 23 Poiché tutti i suoi giorni recano dolore e pena nella sua attività; anche di notte il suo cuore non dorme, anche questa è vanità. 24 Non c’è niente di meglio per l’uomo che mangiare e bere e far vedere alla sua vita il meglio della sua fatica, godersela! anche questo io ho visto, perché dalla mano di Elohim esso viene. 25 Perché chi mangerà e chi potrà godere senza di me?3. 26 Perché all’uomo che è buono davanti a lui, ha concesso sapienza e conoscenza e gioia e al peccatore ha concesso l’occupazione di raccogliere e accumulare per dare al buono, davanti a Elohim. Anche questa è vanità e un rincorrere il vento.

CAP. 3

1 Per tutto c’è una data, un tempo per ogni attività sotto il sole.

2 Un tempo per nascere e un tempo per morire.

3 Un tempo per uccidere e un tempo per curare. Un tempo per distruggere e un tempo per costruire.

4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere; un tempo per fare lutto e un tempo per ballare.

5 Un tempo per lanciare pietre e un tempo per raccoglierle; un tempo per abbracciarsi e un tempo per allontanarsi.

6 Un tempo per cercarsi e un tempo per perdersi. Un tempo per custodire e un tempo per gettare.

7 Un tempo per strappare e un tempo per cucire; un tempo per tacere e un tempo per parlare.

8 Un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo di guerra e un tempo di pace.

9 Che cosa guadagna, quello che agisce in ciò per cui egli si affanna?

10 Ho visto l’occupazione che Elohim ha dato ai figli dell’uomo per affaticarsi in essa. 11 E tutto ha fatto bello nel suo tempo, anche la durata del tempo ha messo nei loro cuori, senza che l’uomo riesca a capire l’opera che Elohim ha compiuto dall’inizio alla fine. 12 Ho capito che non c’è niente di meglio in loro se non che gioire e procurarsi piacere nella propria vita. 13 E anche che ogni uomo mangi e beva e vedrà il meglio della sua fatica, esso è dono di Elohim. 14 Ho capito che tutto ciò che farà Elohim, sarà per sempre; a lui non c’è niente da aggiungere e da noi, non c’è niente da togliere. Elohim ha fatto (in modo) che temessimo la sua presenza. 15 Ciò che è, era già stato. Ciò che ha da essere, già era e Elohim cercherà ciò che è stato perseguito. 16 Ho visto anche sotto il sole il luogo del diritto, lì è iniquità; e il luogo della giustizia, lì è iniquità. 17 Io ho detto in cuor mio: il giusto e il malvagio giudicherà Elohim, perché c’è un tempo per ogni opera e un tempo per ogni azione. 18 Io ho detto in cuor mio, riguardo ai figli dell’uomo, Elohim li ha creati per dimostrare che essi come bestie sono per se stessi. 19 Perché la sorte dei figli dell’uomo e la sorte delle bestie è una sorte unica per tutti: come è la morte di queste, così è la morte di quelli, e il fiato è unico per tutti. E non c’è nessun vantaggio per l’uomo più dell’animale, tutto è vanità. 20 Tutto cammina verso un unico luogo: tutto è venuto dalla polvere e tutto ritorna nella polvere. 21 Chi è a conoscenza che il fiato dei figli dell’uomo sale in alto e il fiato degli animali scende in basso a terra? 22 Ho visto che non c’è niente di meglio di ciò che rende felice l’uomo che le sue opere, perché è la parte che gli spetta, infatti chi lo farà tornare a vedere cosa ci sarà dopo di lui?

CAP. 4

1 Io sono tornato a considerare e ho visto tutti gli sfruttati che si affaticano sotto il sole, ed ecco: il pianto degli sfruttati, non c’è nessuno per loro che li compatisca dalla mano forte dei loro oppressori e non c’è per loro nessuno che li consoli. 2 E io rendo omaggio ai morti che già sono morti più che ai vivi che la loro vita dura ancora 3 ma, meglio di loro due è colui che ancora non è vissuto che non ha visto l’opera malvagia che è stata fatta sotto il sole. 4 Io ho visto che tutta la fatica, tutta la destrezza dell’attività dell’uomo è gelosia per il suo prossimo; anche questa è vanità, un rincorrere il vento. 5 Lo stolto stringe la sua mano e mangia la sua propria carne. 6 Meglio un palmo di mano, riempito con calma, che due palmi di mano riempiti con fatica, rincorrendo il vento. 7 Io sono tornato a considerare e ho visto vanità sotto il sole. 8 C’è uno che è solo, non c’è un secondo, neanche figlio o fratello, non c’è nessuno oltre a lui, eppure non c’è fine a tutta la sua fatica; anche il suo occhio non sarà soddisfatto della ricchezza: io per chi lavoro e perché faccio mancare alla mia vita i suoi beni? Anche questa è vanità e un’occupazione malvagia. 9 Meglio in due, più di uno solo; c’è per loro un salario buono per la loro fatica. 10 Perché se cadranno, uno solleverà il suo compagno. Guai a lui! Chi è solo, se cadrà non ci sarà il secondo a sollevarlo. 11 Anche se dormiranno in due avranno caldo tra loro ma, per uno solo non ci sarà caldo. 12 E se uno solo sarà sopraffatto, in due starà fermo davanti a lui (l’aggressore), la corda di tre fili non si strappa tanto in fretta. 13 Meglio un giovane povero ma, saggio, che un re vecchio e stolto che non sa più essere all’altezza. 14 Perché dalla casa dei prigionieri è uscito per regnare, anche se durante il regno (del re stolto) fu generato misero4 . 15 Ho visto tutti i vivi - che camminano sotto il sole - con il giovane e il secondo che stava al suo servizio. 16 Non c’è fine per tutto il popolo, per tutto ciò che era prima di lui, anche quelli che seguiranno non gioiranno per lui; perché questa è vanità e un rincorrere il vento. 17 Attento al tuo passo, quando andrai alla casa di Elohim; avvicinarsi per ascoltare è più del sacrificio degli stolti, perché loro non sanno di fare il male.

CAP. 5

1 Non ci sia spavento sulla tua bocca e il tuo cuore non si affretti a far uscire parola davanti a Elohim, perché Elohim è in cielo e tu sulla terra, perciò siano poche le tue parole. 2 Perché il sogno viene per troppe preoccupazioni, e la voce dello stolto per troppe parole. 3 Quando avrai promesso un voto a Elohim, non dovrai trattenerti dal compierlo, perché non c’è intenzione nello stolto, compi ciò che hai promesso. 4 Meglio non fare un voto, più che promettere e non compiere il voto. 5 Non metterai la tua bocca nell’essere colpevole con la tua carne, non dirai davanti all’angelo che è una sbadataggine, perché Elohim si infurierà con la tua parola e agirà contro l’opera delle tue mani. 6 Perché in molti sogni e illusioni, parole ci sono moltissime, perciò tu temerai Elohim. 7 Se lo sfruttamento del povero e il furto del diritto e la giustizia tu non vedrai nella provincia, non stupirti di questa faccenda, perché sopra un’autorità, più in alto c’è un’altra autorità e sorveglierà, un’autorità ancora più in alto di esse. 8 E il profitto della terra è per tutti, egli è re, si servirà del campo5. Chi ama l’argento, l’argento non lo sazierà; chi ama l’abbondanza non avrà raccolto. Anche questa è vanità. 10 Nel crescere i beni, aumentano i mangiatori gli approfittatori e ai padroni cosa resta, se non guardarli con gli occhi? 11 Dolcezza nel sonno del servo, se poco o se molto avrà mangiato; la soddisfazione del ricco è che non c’è per lui un posto per riposare. 12 C’è un male che fa soffrire, ho visto sotto il sole, la ricchezza custodita dai suoi padroni a loro danno. 13 Va in malora quella ricchezza per un cattivo impiego e il figlio che gli fu generato, non avrà niente nelle sue mani. 14 Come è uscito dal ventre di sua madre nudo, egli tornerà per andare come era venuto, e dalle sue fatiche non raccoglierà nulla che possa stringere nella sua mano. 15 E anche questo è male che affligge tutti: così com’era venuto, così andrà; e quale vantaggio avrà lui che si sarà affannato per il vento? 16 Mangerà anche tutti i suoi giorni all’oscuro, con rabbia e malattie e collera. 17 Ecco cosa ho visto io: è bene è bello mangiare e bere e scegliere il piacere di tutte le sue fatiche che affaticano sotto il sole, più che contare i giorni della sua vita che gli ha dato Elohim, perché è la sua parte. 18 Ogni uomo al quale Elohim gli ha dato ricchezza e fortuna, gli concede di goderne lui stesso, di prendere la sua parte, infatti questo è un dono di Elohim. 19 Così non si ricorderà troppo dei giorni della sua vita, perché Elohim risponde con gioia nel suo cuore.

CAP. 6

1 C’è un male che io ho visto sotto il sole e molto è contro l’uomo. 2 L’uomo al quale Elohim ha dato ricchezza, benessere e gloria, non c’è per lui mancanza di niente alla sua vita; di tutto ciò che gli ha dato, Elohim non gli concederà di goderne lui stesso, perché uomini forestieri li godranno, questa è vanità e malanno malvagio. 3 Se uno avesse generato cento volte e vivesse molti anni e fossero assai i giorni dei suoi anni, la sua vita non si sazierà dei suoi beni e non ci sarà per lui neanche un sepolcro; io dico: meglio di lui un aborto. 4 Poiché nel soffio è venuto e nella tenebra andrà e dalla tenebra il suo nome sarà coperto. 5 Non ha visto e conosciuto neanche il sole; la quiete per costui più di quell’altro. 6 Se pure avesse vissuto mille anni due volte , senza aver goduto i suoi beni, forse che il tutto non va verso lo stesso luogo? 7 Tutta la fatica dell’uomo è per la sua bocca, ma neanche la sua fame sazierà. 8 Cosa resterà al saggio più dello stolto, che cosa al povero che sa camminare nella vita in mezzo ai vivi? 9 Meglio la visione dei loro occhi che andare con affanno. Anche questa è vanità e un rincorrere il vento. 10 Cosa che è già stata, il suo nome è stato chiamato; si conosce l’uomo: non potrà far causa a chi è più forte di lui. 11 Ci sono parole numerose che moltiplicano il nulla, che cosa resterà all’uomo? 12 Infatti, chi conosce cosa è meglio per l’uomo nella sua vita più che contare i giorni di vita della sua vanità, i quali passeranno come un’ombra? Chi riferirà all’uomo cosa ci sarà sotto il sole dopo di lui?

CAP. 7

1 Un buon nome è più del buon olio e il giorno della morte, più del giorno della nascita. 2 Meglio andare in una casa di lutto più che andare in una casa in festa; poiché quella è la fine di ogni uomo e il vivo rifletterà nel suo cuore . 3 Meglio la collera più del riso; perché in un viso corrucciato ci sarà un cuore buono. 4 Cuore di saggi nella casa in lutto; cuore di stolti nella casa allegra. 5 Meglio ascoltare una minaccia del saggio, più che ascoltare il canto degli stolti. 6 Perché, come il rumore dei rovi sotto la pentola, così è il riso degli stolti, anche questa è vanità. 7 Perché il sopruso fa impazzire il saggio, un dono corrompe il cuore . 8 Meglio la fine di qualcosa, che il suo inizio. Meglio una lunghezza di vento che un’altezza di vento6 . 9 Non affaticarti dentro di te per non irritarti, perché la rabbia dimora nel seno degli stolti. 10 Non dire: poiché è accaduto, che i giorni passati erano migliori di questi? Perché non alla sapienza tu chiedi questo. 11 Buona è la saggezza unita all’eredità; è un vantaggio per chi vede il sole (i viventi). 12 Perché all’ombra della saggezza e all’ombra del denaro si vive; è un guadagno di più conoscere la saggezza, essa farà vivere i suoi possessori. 13 Guarda l’opera di Elohim, perché chi potrà raddrizzare ciò che è storto?7 . 14 Nel giorno buono, sii buono; nel giorno cattivo considera che questo come quello, è opera di Elohim; riguardo al fatto, l’uomo non scoprirà alcunché dopo di lui. 15 E tutto ho visto nei giorni della mia fatica: c’è un giusto che perisce nella sua giustizia; c’è un malvagio che vive a lungo nella sua malvagità. 16 Non sarai giusto di troppo, non diventerai saggio in eccesso: perché vuoi rovinarti? 17 Non sarai cattivo di troppo e non sarai stolto: perché morire quando non è la tua ora? 18 E’ bene che tua sia fermo in questo e anche in quello: non allentare la tua mano; chi avrà timore di Elohim riuscirà in tutto. 19 La sapienza renderà forte il saggio più di dieci potenti che furono nella città. 20 Perché, non c’è nessun giusto sulla terra che farà solo il bene e non peccherà. 21 Ancora, a tutte le chiacchiere che si dicono, non metterle nel tuo cuore, così non sentirai il tuo servo che t’ingiuria. 22 Poiché, molte volte, il tuo cuore lo sa, anche tu hai ingiuriato gli altri. 23 Tutto questo ho esaminato con sapienza, ho detto: diventerò saggio, ma lei (la sapienza) è lontana da me. 24 Lontano quel che è stato, e profondo, chi lo incontrerà? 25 Mi sono volto in giro io, il mio cuore, per conoscere, per investigare e cercare la sapienza; valutare e conoscere la malvagità, la stoltezza e la stupidità della follia. 26 Io trovo, amara più della morte, la donna; la quale è reti e trappole nel suo cuore, lacci nelle sue mani; uno buono davanti a Elohim, fugge da lei; colui che pecca è catturato da lei.8 27 Vedi, queste cose ho incontrato, ha detto Qohelet, una per una, per trovare la conclusione. 28 Ciò che ancora ho cercato nella mia vita e non ho trovato: un uomo su mille, ho trovato, ma, una donna fra tutte loro, non ho trovato. 29 Solo ho visto questo: ho incontrato che Elohim ha fatto gli uomini retti, ma essi cercano moltissime occupazioni.

CAP. 8

1 Chi è come il saggio? Chi conoscerà la spiegazione delle cose? La sapienza dell’uomo illuminerà il suo volto; la durezza del suo volto si trasforma. 2 Io bocca di re, (dico) : osserva gli ordini del re sulla parola giurata a Elohim. 3 Non ti turberai davanti a lui, camminerai; non ti fermerai in faccende cattive, perché tutto ciò che gli piacerà fare, lo farà! 4 In questo, la parola di re è sovrana, chi gli dirà: cosa stai facendo? 5 Chi osserva gli ordini non conosce cosa cattiva; tempo e giudizio conosce il cuore del saggio. 6 Perché in ogni piacere c’è un tempo e un giudizio, giacché la malvagità dell’uomo è molta su di lui.7 Perché non c’è nessuno che conosce cosa gli accadrà; perché nessuno gli riferirà come avverrà. 8 Non c’è uomo, padrone del suo respiro, da impedire il respiro, e non c’è governo nel giorno della morte, e non c’è missione nella battaglia, e non fuggirà la malvagità dal suo padrone. 9 Ho visto questo, da riflettere nel mio cuore, su ogni opera che si compie sotto il sole, al tempo in cui domina l’uomo contro l’uomo per il suo danno. 10 Così ho visto malvagi condotti al sepolcro; torneranno dal luogo santo e cammineranno e dimenticheranno, in città, ciò che (i malvagi sepolti) avevano fatto; anche questa è vanità. 11 Perché non c’è per un fatto, un decreto immediato per un’opera cattiva, per questo il cuore dei figli dell’uomo è pieno in loro di fare il male. 12 Perché, colui che sbaglia, che compie il male, cento volte si allunga per lui la vita; ma so anche che sarà un bene temere Elohim, per coloro che temeranno la sua presenza. 13 E bene non sarà per il malvagio e non si allungheranno i suoi giorni come l’ombra, perché non c’è in lui timore della presenza di Elohim. 14 C’è una vanità che si compie sulla terra, per la quale ci sono giusti ai quali tocca loro la sorte dei malvagi; e ci sono malvagi ai quali tocca loro la sorte dei giusti; ho detto che anche questa è vanità. 15 Io loderò la gioia, il piacere, perché non c’è niente di meglio per l’uomo, sotto il sole, se non mangiare e bere e divertirsi; questo lo accompagnerà nella sua fatica nei giorni della sua vita che Elohim gli darà sotto il sole. 16 Quando ho dato al mio cuore di conoscere la sapienza e di considerare le occupazioni che si compiono sulla terra – poiché né di giorno né di notte c’è sonno ai suoi occhi, non c’è per lui riposo – 17 ho visto che tutto è di Elohim; giacché l’uomo non potrà incontrare (conoscere) l’opera (di Elohim) che si compie sotto il sole, nella quale l’uomo si affatica di cercare, ma non troverà; anche se un sapiente dirà di sapere, non la potrà trovare.

CAP. 9 Tremendo capitolo!

1 Poiché tutto questo ho esaminato nel mio cuore per concludere tutto questo: i giusti e i saggi e le loro faccende sono nella mano di Elohim; anche l’amore, anche l’odio; non c’è conoscenza nell’uomo; il tutto è prima di loro. 2 Il tutto come per tutti una sorte unica: per il giusto e per il malvagio; per il buono, per il puro e per l’impuro; per chi offre sacrifici e per chi non fa sacrifici; come il buono così il cattivo; chi giura come per chi temerà di giurare. 3 Questo è un male in tutto ciò che si compie sotto il sole, perché la sorte è una per tutti. Il cuore dei figli dell’uomo è anche pieno di cattiveria e la stoltezza è nei loro cuori durante la loro vita, e dopo vanno verso i morti. 4 Chi è colui che è stato scelto? Fra tutti i viventi c’è speranza, perché un cane vivo è meglio di un leone morto (vs controverso). 5 Perché i viventi sanno che moriranno, ma i morti, loro non sanno niente; per loro non c’è più salario, perché si è dimenticato il loro ricordo. 6 Anche il loro amore, anche il loro odio anche la loro gelosia è già finita; non c’è per loro nessuna eredità per sempre, in tutto ciò che avviene sotto il sole. 7 Va’ mangia con gioia il tuo pane; e bevi con cuore allegro il tuo vino, perché Elohim ha già apprezzato le tue opere. 8 In ogni tempo siano i tuoi abiti bianchi e non sia mancante l’olio sulla tua testa. 9 Gusta la vita con la donna che ami, tutti i giorni di vita del tuo soffio che ti è dato sotto il sole; tutti i giorni del tuo soffio, perché questa è la tua “ricompensa” nella vita per la fatica con la quale ti affanni sotto il sole. 10 Tutto ciò che la tua mano, con la tua forza, riuscirà a compiere, fallo. Perché non c’è nessuna opera, nessun progetto né conoscenza, né sapienza nello Sceol dove tu stai andando. 11 Sono tornato a considerare sotto il sole che non s'addice ai leggeri la corsa; non ai forti la guerra e neanche ai sapienti il pane; neanche agli intelligenti la ricchezza, neanche agli scienziati la grazia, perché il tempo, un incidente accadrà a tutti. 12 Perché l’uomo non saprà neanche il suo tempo; come i pesci che restano impigliati nella rete cattiva, come gli uccelli catturati nel laccio, così saranno abbattuti i figli dell’uomo, in un momento fatale che cadrà su di loro all’improvviso. 13 Anche questo ho visto, un esempio di grande saggezza sotto il sole, grande a mio parere. 14 Una città piccola e uomini in essa pochi. Arrivò da lei un grande re, l’assediò e costruì intorno a lei grandi fortezze. 15 Si trovava in essa un uomo indigente e saggio, egli salvò la città con la sua sapienza, ma nessuno uomo ricordò quell’uomo indigente. 16 Ho detto io: meglio la saggezza che la forza; la sapienza dell’indigente è disprezzata, le sue parole non hanno chi le ascolta. 17 Le parole dei sapienti, nella calma, sono ascoltate più del grido di un capo di pazzi. 18 Meglio la saggezza che strumenti di guerra ma, uno sbaglio farà perire un bene grande.

CAP. 10

1 Mosche morte faranno puzzare l’olio del profumiere; un poco di follia, vale più della saggezza e della gloria. 2 Un cuore saggio, alla sua destra, un cuore stolto alla sua sinistra. 3 Anche nella strada lo stolto, quando camminerà, il suo cuore è senza carattere e dirà a tutti, quello è pazzo. 4 Se un vento di comando9 salirà contro di te, dal tuo posto non scendere, perché la calma darà riposo a molti peccati. 5 C’è un male che ho visto sotto il sole, una sbadataggine che è stata compiuta dal sovrano. 6 Sarà messa la stoltezza in luoghi molto elevati; i ricchi siederanno in basso. 7 Ho visto schiavi sopra cavalli e principi camminare come schiavi a terra. 8 Chi scava una fossa in essa può cadere; chi apre una breccia nel muro, un serpente potrebbe insidiarlo. 9 Chi spacca le pietre si potrebbe far male con esse; chi taglia legna può ferirsi con essa. 10 Se il ferro è smussato e le lame non vengono affilate, gli forzi saranno maggiori; il vantaggio è la saggezza. 11 Se il serpente morderà prima dell’incantesimo, non c’è guadagno per il padrone della lingua ( l’incantatore). 12 Le parole della bocca del saggio, sono grazie, ma le labbra dello stolto le inghiottiranno. 13 L’inizio delle parole della sua bocca stoltezza, la conclusione della sua bocca pazzia cattiva. 14 Lo stolto accrescerà le parole; non sa l’uomo cosa accadrà e che sarà del suo futuro, chi glielo dirà? 15 La fatica degli stolti lo colpirà, come quello che non sa andare in città. 16 Ahi! Per te paese, che il tuo re è un ragazzo e i tuoi principi al mattino banchettano. 17 Complimenti a te paese, che il tuo re è figlio di nobili e i tuoi principi mangiano a tempo opportuno e per nutrirsi, non per ubriacarsi. 18 Per le mani indolenti crollerà il tetto; per l’inerzia delle mani sgocciolerà la casa. 19 Per ridere fanno pane (banchettano); il vino rallegrerà la vita e il denaro risponderà per il tutto. 20 Anche in cuor tuo, del re non dire maledizioni; nelle stanze del tuo riposo, del ricco potente, non dire maledizioni, perché un uccello del cielo farà giungere la voce e un signore con le ali potrebbe riferire la cosa.

CAP. 11

1 Getta il tuo pane sulla superficie delle acque, perché in grande quantità di giorni lo ritroverai. 2 Fa’ sette o anche otto parti, perché tu non puoi sapere quale disgrazia accadrà sulla terra. 3 Se si riempiranno le nubi, rovesceranno pioggia sulla terra; se cadrà un albero, verso meridione, se cadrà verso settentrione, nella direzione dove cadrà l’albero, là saranno. 4 Chi è attento al vento non seminerà, chi guarda le nuvole non miete. 5 Come tu non conosci qual è la via del vento, come sono le ossa nel ventre della gravida, così non conosci l’opera di Elohim che farà tutto. 6 Al mattino semina il tuo seme e alla sera la tua mano non riposi, perché tu non conosci quale lavoro sarà azzeccato: questo o quello e se tutti e due; e se uno quale dei due sarà buono? 7 Dolce è la luce e bello per gli occhi vedere il sole. 8 Perché se l’uomo vivrà molti anni, tutti interi se li godrà e ricorderà i giorni della tenebra che saranno molti. Tutto ciò che avviene è vanità. 9 Rallegrati giovane nella tua fanciullezza e sia contento il tuo cuore nei giorni della tua giovinezza; segui le strade del cuore e le visioni dei tuoi occhi, ma sappi che su tutto questo, Elohim ti porterà in giudizio. 10 Metti a tacere il risentimento del tuo cuore e fa allontanare il dolore dal tuo corpo, perché la fanciullezza e la giovinezza sono un soffio.

CAP. 12

1 Ricorda i tuoi creatori nei giorni della tua fanciullezza, fin quando non giungeranno i giorni del male e ti toccheranno anni dei quali dirai: non c’è niente per me in essi di gradevole. 2 Fin quando non si oscuri il sole, la luce, la luna e le stelle e tornino le nubi dopo la pioggia. 3 Nel giorno in cui si curveranno i guardiani della casa, e si piegheranno gli uomini di valore e cesseranno le macine perché poche e buie quelle che vedono dalle finestre. 4 Si chiuderanno i battenti sulla strada, quando si abbasserà il rumore della macina, si alzerà la voce del passero e si abbasseranno tutte le figlie del canto. 5 Anche dall’altezza si temeranno gli spaventi della strada, sarà disprezzato il mandorlo, e sarà un peso la locusta, e senza effetto il cappero. Perché l’uomo cammina verso la casa del suo “per sempre” e si aggireranno nel mercato quelli dei funerali. 6 Fin quando non si rompa il filo d’argento e si infranga la lucerna d’oro. E si rompa l’anfora alla fonte e la carrucola cada nel pozzo. 7 E tornerà la polvere sulla terra come era e il fiato tornerà verso Elohim che l’aveva dato. 8 Vanità delle vanità ha detto Qohelet, tutto è vanità.

L’epilogo è opera forse di un suo discepolo, certo del redattore che trasmise l’operetta di Qohelet.

9 Oltre che saggio, Qohelet insegnò anche conoscenza al popolo e ascoltò, esaminò e raddrizzò molti proverbi. 10 Cercò Qohelet di trovare parole corrette e scrisse con rettitudine parole di verità. 11 Parole dei saggi come pungoli e come chiodi piantati, dalle persone colte dell'assemblea, raccolti da un solo pastore. 12 E oltre di essi, figlio mio, stai attento: fare libri molti non c’è mai fine, e molto studio affatica la carne. 13 In fine una parola, il tutto è stato ascoltato, temi Elohim, i suoi precetti osserva, perché questo è tutto l’uomo. 14 Perché tutto ciò che è stato fatto, Elohim porterà in giudizio su tutto ciò che è nascosto, sia buono sia malvagio.

FINE

1 Il cuore è l’organo di tutti i pensieri, dei sentimenti, dei desideri etc. “parlare col cuore” significa riflettere , pensare fra sé e sé etc.

2 Schiavi nati in casa.

3 Versetto non chiaro, il riferimento forse è sempre Elohim.

4Forse allude a un fatto storico.

5 Versetto un po' oscuro.

6Meglio lenti che svelti

7 Se si traduce torto invece di storto, anche il verbo va cambiato.

8Questa misoginia di Qohelet è un po' inaspettata.

9Desiderio di potere

sabato 27 novembre 2021

STORIA DI ESTER

 

L'introduzione a tutte le storie della Bibbia si può leggere cliccando su "Le Storie della Bibbia" in alto a sinistra.

Traduzione dal TM di Egidio Papetti.

Introduzione

Il testo qui tradotto è quello del testo masoretico, cioè il testo ufficiale della Bibbia ebraica che noi cristiani chiamiamo: Antico Testamento. Nel racconto non si fa mai riferimento né a Yhwh né a Elohim, è un testo completamente laico a differenza della versione dei settanta tramandata in lingua greca dove il racconto è molto amplificato e raccontato tutto in chiave religiosa. La Bibbia della chiesa cattolica sulla scorta della Vulgata riporta sia il testo masoretico sia i versetti aggiunti nella versione greca. A questo riguardo occorre precisare che gli ebrei quando fissarono il loro canone, nel secondo secolo d.C. non accolsero alcun scritto della letteratura ebraica in lingua greca. Questo per differenziarsi dalla comunità cristiana che, parlando il greco, leggeva l’antico testamento nella versione dei settanta. Cosicché parecchi testi della letteratura ebraica scritti prima dell’era cristiana, furono tramandati solo nelle versioni delle bibbie cristiane. A titolo d’esempio si veda: il Siracide, i due libri dei Maccabei, il libro di Giuditta, di Tobia, il libro della Sapienza e altri meno noti.

CAP. 1

1 Avvenne ai giorni di Assuero. Quell’Assuero che regnava dall’India fino all’Etiopia, centoventisette provincie. 2 In quei giorni, quando il re Assuero sedeva sul trono del suo impero in Susa, nella fortezza. 3 Nel terzo anno del suo regno fece un banchetto per tutti i suoi principi e i suoi cortigiani, per i capi militari persiani e della Media, per i dignitari e i capi delle provincie, presso di lui. 4 Per mostrare l’opulenza e lo splendore del suo regno, la preziosità e la magnificenza della sua grandezza; per molti giorni, centottanta giorni. 5 Alla conclusione di quei giorni il re fece, per tutto il popolo che si trovava nella fortezza di Susa, dal più grande al più piccolo, un banchetto di sette giorni, nel giardino dell’orto del palazzo del re. 6 Lino bianco e porpora violacea pendeva dalle corde di bisso e di porpora con anelli d’argento e colonne di marmo; letti d’oro e d’argento sul pavimento di smeraldo e di materiale prezioso a mosaico. 7 Le bevande in vasi d’oro; vasi e ancora altri vasi; il vino del regno abbondante come la mano del re. 8 E di bere, come di norma, nessuno era obbligato, perché così aveva stabilito il re per il suo grande palazzo, di lasciar fare come ciascuno preferiva. 9 Anche la regina Vasti fece un banchetto di donne nel palazzo regale di Assuero. 10 il settimo giorno, quando era di buon umore il cuore del re per il vino, disse a Neuman a Bizzeta a Carbona a Bigta ad Abagta a Zetar a Carcas, sette eunuchi che servivano davanti al re Assuero, 11 di far venire Vasti, la regina, presso il re, con la corona regale, per mostrare a tutti i popoli e a tutti i principi la sua bellezza; perché era bella da vedere. 12 La regina Vasti si rifiutò di seguire l’ordine del re dato per mano degli eunuchi; il re si sdegnò molto e la sua ira divampò in lui. 13 Disse il re ai sapienti di quei tempi, giacché il re così parlava alla presenza di tutti quelli che sapevano di legge e di giustizia. 14 Erano vicini a lui Carsena, Setar, Admata, Tarsis, Meres, Marsena e Memucan, sette principi di Persia e della Media, i quali vedevano la faccia del re e sedevano ai primi posti del regno. 15 Secondo la legge, cosa fare contro la regina Vasti che non ha eseguito l’ordine del re Assuero per mano degli eunuchi? 16 Rispose Memucan davanti al re e ai principi: la regina Vasti ha recato offesa non soltanto al re ma anche a tutti i principi e contro tutti i popoli che sono in tutte le provincie del re Assuero 17 Perché la faccenda verrà saputa (uscirà) da tutte le donne così da disprezzare ai loro occhi i loro signori (mariti) e diranno loro: il re Assuero ordinò di far venire la regina Vasti davanti a lui, e non venne. 18 Oggi, le principesse di Persia e della Media – che hanno udito la storia della regina – lo diranno a tutti i principi del re, e da qui disprezzo e sdegno. 19 Se per il re è bene, che esca un decreto del regno, qui davanti a te, e sia scritto nelle leggi di Persia e della Media e che non sia trasgredito, per il quale Vasti non verrà più alla presenza del re Assuero e il titolo di regina, il re lo darà ad un’altra che sia migliore di lei. 20 Il decreto del re sarà ascoltato, poiché giungerà in tutto il suo impero così grande, e tutte le donne daranno onore ai loro signori (mariti e padroni), dalla grande alla piccola. 21 Piacque la proposta agli occhi del re e dei principi e il re fece come aveva proposto Memucan. 22 Mandò lettere a tutte le province del regno; provincia per provincia secondo la loro scrittura; popolo per popolo secondo la loro lingua; per essere ogni uomo padrone in casa sua e parlare secondo la lingua del suo popolo.

CAP. 2

Dopo questi avvenimenti, quando si placò la collera, il re Assuero si ricordò di Vasti e di ciò che aveva fatto, che era stata allontanata da lui. 2- Dissero, i ragazzi del re, suoi servitori: si cerchino al re ragazze vergini di bell’aspetto. 3 Il re nomini ispettori in tutte le provincie del suo impero; essi riuniranno tutte le ragazze vergini di bell’aspetto presso la fortezza di Susa, nella casa delle donne nelle mani di Egai, eunuco del re, guardiano delle donne. 4 La ragazza che piacerà agli occhi del re sarà regina al posto di Vasti; la proposta piacque agli occhi del re e così fece. 5 C’era nella fortezza di Susa un giudeo, il suo nome Mardocheo, figlio di Jair, figlio di Simei, figlio di Kis, della tribù di Beniamino. 6 Era stato deportato da Gerusalemme con gli esiliati che furono deportati con Iaconia, re di Giuda, che Nabucodonosor, re di Babel, aveva deportato. 7 Era tutore di Adassa1, cioè Ester, figlia sua prediletta, perché non aveva né padre né madre e la ragazza era di bella presenza e di avvenente aspetto. E nel morire suo padre e sua madre, Mardocheo la prese con sé come una figlia. 8 Quando fu conosciuta la decisione del re e il suo decreto e quando furono radunate molte ragazze nella fortezza di Susa nelle mani di Egai, Ester fu portata nella casa del re, nelle mani di Egai, custode delle donne. 9 La ragazza piacque ai suoi occhi e acquistò benevolenza presso di lui che si preoccupò di dare a lei la sua razione di cibo e le diede sette ragazze pratiche della casa del re; trasferì le ragazze al meglio nella casa del re. 10 Ester non riferì né il suo popolo né la sua parentela perché Mardocheo le aveva ordinato di non riferire niente. 11 Giorno dopo giorno Mardocheo passeggiava davanti al cortile della casa delle donne per sapere come stava Ester e cosa faceva lei. 12 Il turno, ragazza dopo ragazza, di andare dal re quando fosse il suo, sarebbe giunto, secondo la regola delle donne, dopo dodici mesi; perché così si compivano i giorni dei loro preparativi; sei mesi per l’essenza di mirra e sei mesi per i balsami e le creme delle donne. 13 Dopo di che, la ragazza andava dal re e le era consentito di portare con sé tutto ciò che chiedeva per sé, dalla casa delle donne alla casa del re. 14 Ella andava verso sera e al mattino tornava alla casa delle donne, la seconda, al comando si Saasgaz, eunuco del re, guardiano delle concubine regali e non tornava più presso il re; se non che il re avesse desiderio di lei e fosse chiamata per nome. 15 Quando giunse il turno di Ester, figlia di Abihail, parente di Mardocheo, che aveva preso per sé come figlia, di andare dal re, niente aveva chiesto se non ciò che Egai, eunuco del re, guardiano delle donne, le disse di portare; Ester recava grazia agli occhi di tutti che la vedevano. 16 Fu portata dal re Assuero nella sua casa regale nel decimo mese, il mese di Tebet, l’anno settimo del suo regno. 17 Il re amò Ester più di tutte le donne; recò grazia e benevolenza ai suoi occhi più di tutte le vergini e pose la corona regale sul suo capo e fu regina al posto di Vasti. 18 Il re fece un grande banchetto, il banchetto di Ester, con tutti i suoi ministri e i suoi servi, riposo concesse alle province e diede un dono come regalo del re. 19 Quando fece radunare le vergini una seconda volta, Mardocheo abitava presso la porta2 del re. 20 Ester, niente aveva detto della sua parentela e del suo popolo, come le aveva ordinato Mardocheo; Ester eseguiva il consiglio di Mardocheo come quand’era nella sua tutela. 21 In quei giorni Mardocheo abitava alla porta del re; si adirò Bigtan e Teres, eunuchi del re, custodi della porta, cercando di allungare la mano3 contro il re Assuero. 22 Mardocheo, saputa la cosa la riferì a Ester la regina e Ester la raccontò al re a nome di Mardocheo. 23 La vicenda fu indagata e accertata; loro due furono impiccati ad un albero e scritta nel libro degli avvenimenti del tempo (annali) alla presenza del re.

CAP. 3

1 Dopo questi fatti, il re Assuero promosse Aman, figlio di Ammedata della stirpe di Agag e lo innalzò. Pose il suo seggio al di sopra di tutti i principi che erano con lui. 2 Tutti i servi del re che servivano alla porta4 del re s’inchinavano e si prostravano ad Aman perché così aveva ordinato il re. Mardocheo non s’inchinava né si prostrava. 3 I servi del re, che erano alla porta del re, dissero a Mardocheo: perché tu trasgredisci il comando del re? 4 Poiché glielo dicevano ogni giorno, ma lui non li ascoltava, riferirono la cosa ad Aman; per vedere se Mardocheo avesse persistito nei suoi comportamenti, perché aveva detto loro che egli era giudeo5. 5 Aman vide che Mardocheo non si inchinava né si prostrava e lui si riempì di rabbia. 6 Ai suoi occhi si sentiva disonorato di levare la mano contro Mardocheo soltanto. Poiché gli era stato riferito qual’era il popolo di Mardocheo, Aman cercò di distruggere tutti i giudei che nel regno di Assuero erano del popolo di Mardocheo. 7 Nel primo mese, il mese di Nisan, nel dodicesimo anno del re di Assuero, fu gettata la sorte, il sorteggio, alla presenza di Aman, del giorno e del mese, il mese fu per il dodicesimo, il mese di Adar. 8 Aman disse al re Assuero: abbiamo un popolo disperso e separato fra i popoli di tutte le province del tuo impero. Le loro leggi sono differenti da ogni altro popolo e le leggi del re non eseguono; al re non conviene lasciarli tranquilli. 9 Se al re piace scriva di distruggerli. Mi prendo io cura dell’azione di far pervenire nelle casse del re, diecimila talenti, li peserò con le mie mani. 10 Il re si tolse l’anello dalla sua mano e lo diede ad Aman, figlio di Ammedata della stirpe di Agag, nemico dei giudei. 11 Disse il re ad Aman: l’argento raccolto è tuo. Per il popolo fa come piace ai tuoi occhi. 12 Allora, nel primo mese nel tredicesimo giorno, si chiamarono gli scribi del re e fu scritto tutto ciò che aveva ordinato Aman ai satrapi del re, ai governatori, provincia per provincia e ai capi di ciascun popolo. Provincia per provincia secondo la sua scrittura e popolo per popolo, secondo la sua lingua, in nome del re Assuero, scritto e sigillato dall’anello del re. 13- Furono spediti documenti per mano di corrieri in tutte le province del re per distruggere, per uccidere, per disperdere tutti i giudei. Dal giovane fino al vecchio, bambini e donne, in un solo giorno. Il giorno tredicesimo del mese dodicesimo, il mese di Adar. Per il bottino, saccheggiateli. 14 Copie furono fatte della legge scritta per essere distribuita in tutte le province e divulgata in tutti i popoli, per essere preparati per quel giorno. 15 I corrieri uscirono veloci per ordine del re e la legge fu divulgata nella fortezza di Susa. Il re e Aman banchettavano e la città di Susa era disorientata.

CAP. 4

1 Mardocheo venne a sapere tutto di quello che era stato fatto. Mardocheo si strappò i suoi vestiti, si vestì di sacco e di cenere; uscì nel centro della città e gridava; gridava forte e si ribellava. 2 Arrivò fin davanti alla porta del re, perché non si entrava nella porta del re con abiti di sacco. 3 Intanto in ogni provincia, in ogni luogo dove la parola del re e la sua legge era giunta, grande cordoglio dei giudei; digiuno e pianto di tutti; sacco e ceneri giaciglio di molti. 4 Vennero le ancelle di Ester e i suoi eunuchi e le riferirono. La regina ebbe un turbamento forte e mandò degli abiti a Mardocheo per vestirsi e per separarsi del suo sacco che indossava. Ma non li accolse. 5- Ester chiamò Atach, eunuco del re che era al suo servizio, e lo fece uscire da Mardocheo per sapere cos’era sta cosa e per quale motivo. 6 Atach uscì da Mardocheo presso la piazza della città che era davanti alla porta del re. 7 Mardocheo gli riferì tutto ciò che gli era accaduto e la somma d’argento che Aman aveva promesso di far arrivare nelle casse del re per lo sterminio dei giudei. 8 Diede a lui una copia della legge scritta divulgata a Susa, per farla vedere a Ester e per ordinarle di andare dal re per supplicarlo e di intercedere davanti a lui per il suo popolo. 9 Atach, ritornò e riferì a Ester le parole di Mardocheo. 10 Ester parlò ad Atach e lo comandò di uscire da Mardocheo. 11 Tutti i servi del re e il popolo delle provincie del re, tutti sanno che un uomo e una donna che entrerà dal re, nel cortile interno senza essere chiamato, c’è una sua disposizione di metterlo a morte. Soltanto quando il re stendesse lo scettro d’oro verso di lui, vivrà. Ma io non sono stata chiamata di entrare dal re questo trentesimo giorno6. 12 Riferirono a Mardocheo le parole di Ester. 13 Rispose Mardocheo di rimando a Ester. 14 Poiché di certo, se starai in silenzio in questo tempo, un vento che salva si alzerà per i giudei da un altro posto; ma tu e la casa di tuo padre sparirete e chi saprà mai se non sei stata nominata regina proprio per un tempo come questo? 15 Disse Ester di rimando a Mardocheo. 16 Va, raduna tutti i giudei che s’incontrano in Susa; digiunate per me, non mangiate e non bevete per tre giorni, notte e giorno. Anch’io e le mie ancelle digiuneremo così, dopo di che, entrerò dal re che non è secondo la legge. Quando dovessi perire, perirò. 17 Mardocheo si allontanò e fece tutto ciò che aveva ordinato Ester.

CAP. 5

1 Accadde nel giorno terzo; Ester si vestì da regina e si fermò nel giardino della casa del re, all’interno davanti alla casa del re; il re era seduto sul trono del suo regno nella sala regale vicino all’ingresso della stanza. 2 Accadde che, nel vedere il re, la regina Ester, in piedi nel giardino, ella recò grazia ai suoi occhi; stese il re verso la regina lo scettro d’oro che aveva in mano; Ester si avvicinò e toccò con la testa lo scettro. 3 Le chiese il re: che cos’ha la regina Ester? Qual è la tua richiesta? Fino a metà dell’impero ti sarà dato. 4 Ester rispose: se al re piace, venga il re e Aman al banchetto che io ho preparato per lui. 5 Disse il re di riferire subito ad Aman la proposta di Ester. Il re andò con Aman al banchetto che aveva preparato Ester. 6 Disse il re a Ester, nel banchetto del vino7, quel che tu sceglierai ti sarà dato. Quale sia la tua richiesta, fino a metà del regno ti sarà fatto. 7 Ester rispose e disse ecco la mia supplica e la mia richiesta: 8 se ho trovato grazia agli occhi del re e se piace al re di concedere alla mia supplica e di eseguire la mia richiesta, venga il re e Aman al banchetto che io preparerò per loro domani, e io farò come ha detto il re. 9 Aman, quel giorno uscì allegro e lieto di cuore ma, quando Aman vide Mardocheo presso la porta del re, che non si alzò e non ebbe timore di lui, Aman si riempì di rabbia verso Mardocheo. 10 Aman si dominò e entrò nella sua casa, mandò a chiamare e vennero i suoi fedeli e sua moglie Zeres. 11 Aman raccontò a essi la ricchezza sua e i numerosi figli e tutto ciò che il re gli aveva elargito; che il re lo aveva innalzato sopra i principi e i ministri del re. 12 Disse Aman: anche la regina Ester non ha invitato altri se non me, con il re al banchetto che farà. E anche domani io sarò vicino a lei con il re. 13 Ma tutto questo, non è paragonabile per me, a ogni volta che io vedo Mardocheo, il giudeo, seduto presso la porta del re.14 Gli disse Zeres sua moglie e tutti i suoi fedeli: si faccia una trave alta cinquanta cubiti (un patibolo) e al mattino chiederai al re di impiccare Mardocheo su di essa, e va allegro al banchetto del re. Piacque la proposta e subito Aman costruì la trave.

CAP. 6

1 In quella notte fuggì il sonno al re e ordinò di far portare il Libro dei Memoriali. Avvenimenti degli anni passati furono portati alla presenza del re. 2 Trovò scritto quanto aveva riferito Mardocheo circa Bigtan e Teres, entrambi eunuchi del re, guardiani della porta che avevano cercato di stendere la mano contro il re Assuero. 3 Chiese il re: che cosa si è fatto di eccellente e grande a Mardocheo per questo? I ragazzi del re che si prendevano cura di lui, risposero: non si fece niente per lui. 4 Chiese il re: chi c’è nel giardino? Aman era entrato all’interno del giardino della casa del re per chiedere al re di impiccare Mardocheo alla trave che aveva fatto collocare per lui. 5 I ragazzi del re gli risposero: ecco Aman ritto nel giardino. Disse il re: entri. 6 Aman entrò e il re gli disse: che cosa fare a un uomo che il re apprezza per il suo valore? Aman pensò nel suo cuore: a chi il re apprezzerà di fare onore oltre a me? 7 Rispose Aman al re: 8 si porteranno abiti regali che ha indossato lo stesso re; e un cavallo che su di esso ha cavalcato il re e che abbia la corona regale sulla sua testa. 9 L’abito e il cavallo saranno dati per mano di uno dei principi del re; i dignitari vestiranno l’uomo che il re apprezza per il suo onore e lo faranno cavalcare nella piazza della città e lo acclameranno davanti a lui; così farà all’uomo che il re apprezza per il suo valore. 10 Disse il re ad Aman: prendi subito l’abito e il cavallo, come tu hai detto, e farai questo a Mardocheo, il giudeo che abita presso la porta del re; non tralascia niente di tutto quello che hai detto. 11 Aman prese l’abito e il cavallo, vestì Mardocheo e lo fece cavalcare nella piazza della città e davanti a lui proclamava: così farà il re all’uomo che apprezza per il suo valore. 12 Mardocheo tornò presso la porta del re e Aman si affrettò nella sua casa, afflitto e con la testa coperta. 13 Aman raccontò a Zeres sua moglie e a tutti i suoi fedeli ciò che gli era accaduto; gli dissero i sapienti suoi e Zeres sua moglie: se Mardocheo è della stirpe dei giudei, davanti al quale hai cominciato a cadere, non potrai (resistere) a lui, perché certamente davanti a lui cadrai. 14 Stavano ancora parlando con lui e giunsero gli eunuchi del re e si affrettarono a condurre Aman al banchetto che Ester aveva preparato.

CAP. 7

1 Entrò il re e Aman per bere con Ester la regina. 2 Anche nel secondo giorno del banchetto del vino, il re disse a Ester: qual è la tua supplica regina Ester? Ti sarà data; quale sia la tua richiesta, fino a metà del regno ti sarà fatto. 3 Rispondendo Ester la regina disse: se ho trovato grazia ai tuoi occhi o re, e se piace al re, dia a me la vita, per la mia supplica e al mio popolo, per la mia richiesta. 4 Poiché siamo venduti, io il mio popolo per essere distrutti, uccisi, sterminati. Se quelli, ci avessero venduti come schiavi e come schiave, avrei taciuto, poiché non c’è sofferenza paragonabile al danno per il re8. 5 Rispose il re Assuero e disse a Ester la regina: chi è costui e dov’è colui che ha il cuore gonfio di fare queste cose? 6 Rispose Ester: un uomo ostile e nemico, Aman è costui il malvagio; Aman inorridì davanti al re e alla regina. 7 Il re si alzò dal suo letto9 dal banchetto del vino verso il giardino del palazzo; Aman si alzò in piedi a supplicare la regina Ester per la sua vita, poiché aveva capito che era stato deciso per lui, dal re, il peggio. 8 Il re tornò dal giardino del palazzo alla stanza del banchetto del vino e Aman era sdraiato sul letto sul quale c’era Ester; disse il re: violentare anche la regina con me in casa! La parola uscì dalla bocca del re e coprirono la faccia di Aman10. 9 Disse inoltre Carbana, uno degli eunuchi che stava alla presenza del re11, ecco, la trave che Aman aveva fatto per Mardocheo, il quale aveva parlato bene del re, si trova nella casa di Aman, è alta cinquanta cubiti; disse il re: impicchiamolo su quella. 10 Allora, impiccarono Aman sulla trave che aveva collocato per Mardocheo e la rabbia del re si placò.

CAP. 8

1 Quel giorno, il re Assuero diede a Ester la casa di Aman, nemico dei giudei, e Mardocheo fu ammesso alla presenza del re, giacché Ester gli aveva comunicato chi era per lei. 2 Il re si tolse il suo anello, che aveva ripreso da Aman, e lo diede a Mardocheo e Ester pose Mardocheo sulla casa di Aman. 3 Inoltre Ester parlò alla presenza del re, cadde davanti ai suoi piedi e pianse e rivolse a lui una supplica per rimuovere la malvagità di Aman, della stirpe di Agag, e il suo progetto che riguardava i giudei. 4 Il re stese verso Ester lo scettro d’oro; Ester si alzò e stette ritta davanti al re. 5 Disse: se piace al re, se ho trovato grazia ai suoi occhi, se la parola ha colpito nel segno davanti al re, se ai suoi occhi io sono meritevole, scriva di revocare le lettere del progetto di Aman, figlio di Ammedata della stirpe di Agag, il quale aveva scritto di sterminare i giudei che sono in tutte le provincie del re. 6 Perché, come potrò io guardare il male che incontrerà il mio popolo? Come potrò guardare io lo sterminio dei figli della mia stirpe? 7 Rispose il re Assuero a Ester la regina e a Mardocheo il giudeo: ecco, io ho dato a Ester la casa di Aman e l’ho impiccato alla trave, per il motivo che aveva steso la sua mano contro i giudei. 8 Voi dunque scrivete per i giudei quanto è meglio ai vostri occhi, in nome del re e sigillate con l’anello del re; giacché uno scritto, che è scritto in nome del re e sigillato con l’anello del re, non è più revocabile. 9 Chiamarono gli scribi del re in quel tempo; fu nel terzo mese, il mese di Sivan, nel ventitreesimo giorno di esso e fu scritto tutto ciò che Mardocheo ordinava: ai giudei, ai satrapi governatori e ai principi delle province, che erano, dalla Media all’Etiopia, centoventisette. Provincia per provincia secondo la loro scrittura; popolo per popolo secondo la sua lingua e ai giudei secondo la loro scrittura e secondo la loro lingua. 10 Fu scritto, in nome del re Assuero e sigillato con l’anello del re e le lettere inviate per mano di corrieri su cavalli; cavalcando destrieri imperiali, figli di purosangue. 11 Che il re aveva concesso ai giudei di ogni città di tenere un’assemblea e di sostenere la propria vita, di abbattere, uccidere e sterminare tutte le forze del popolo e della provincia a loro ostili, donne e bambini e saccheggiarli e depredarli. 12 In un unico giorno , in tutte le province del re Assuero, il giorno tredici del dodicesimo mese, il mese di Adar. 13 Una copia della lettera fu scritta da distribuire in ogni provincia, ai deportati, a tutti i popoli, per essere i giudei preparati per quel giorno a vendicarsi dei loro nemici. 14 I corrieri cavalcando destrieri imperiali uscirono in fretta e di corsa, con l’ordine del re; la legge fu promulgata a Susa, la fortezza. 15 Mardocheo uscì dalla presenza del re con abito regale di porpora e di lino, una grande corona d’oro, un mantello di bisso color porpora; la città di Susa esultava e gioiva. 16 Per i giudei era uno splendore, gioia onore e ricompensa. 17 E in tutte le province e in tutte le città, in ogni luogo dove l’ordine del re e la sua legge era giunta, era un buon giorno per i giudei, banchetto, gioia e onore; molti fra i popoli del paese si unirono ai giudei, perché il timore dei giudei cadde su di loro.

CAP. 912

1 E il dodicesimo mese, quel mese detto Adar, nel tredicesimo mese di esso, quando era giunto l’ordine del re e il suo decreto di compiere, in quel giorno, quel che aspettavano i nemici dei giudei, cioè di dominare su di loro, diventarono, i giudei stessi quelli che domineranno sui loro nemici. 2 Si riunirono i giudei nelle loro città in tutte le province del re Assuero per stendere la mano contro quelli che cercavano la loro rovina; nessuno restò in piedi davanti a loro, lo spavento di essi era caduto su tutti i popoli. 3 E tutti i capi delle province, i satrapi e i governatori e tutti gli artefici al servizio del re, tenevano in conto i giudei perché era caduta su di loro la paura di Mardocheo. 4 Perché Mardocheo era potente nella casa del re e tutte le province sapevano che andava13, perché l’uomo Mardocheo andava alla grande. 5 I giudei colpirono tutti i loro nemici, uccisi di spada; uccisero e sterminarono e fecero contro i loro persecutori come piaceva loro. 6 E in Susa, la fortezza, i giudei uccisero e sterminarono cinquecento uomini. 7-9 E Parsandata, Dalfon, Aspata, Parota, Adalia, Aridata, Parmasta, Arisai e Vaisata. 10 Dieci figli di Aman, figlio di Ammedata, nemico dei giudei. 11 In quel giorno fu riferito a re il numero degli assassinati in Susa, la fortezza. 12 Disse il re a Ester la regina: in Susa, la fortezza, hanno ucciso e sterminato cinquecento uomini e dieci figli di Aman, nel resto delle province del re cosa hanno fatto? E tu cosa chiedi? Te lo darò e quel che ancora cerchi, lo farai. 13 Rispose Ester: se piace al re conceda anche domani ai giudei che sono in Susa, di fare come il decreto di oggi e i dieci figli di Aman saranno appesi alla trave. 14 Disse il re di fare così: sia concesso il decreto in Susa e i figli di Aman appesi alla trave. 15 I giudei che erano in Susa si riunirono anche il giorno quattordici del mese di Adar e uccisero trecento uomini ma sulle spoglie non allungarono la loro mano. 16 Il resto dei giudei, che erano nelle province del re, si riunirono decisi a difendere la loro vita e il riposo, dai loro nemici; e uccisero settantacinquemila dei loro persecutori ma, sulle spoglie non allungarono la loro mano. 17 Nel giorno tredici del mese di Adar; nel quattordicesimo, riposarono e lo fecero giorno di banchetto e di gioia. 18 I giudei che erano in Susa si riunirono il tredici e il quattordici, il quindici riposarono e lo fecero giorno di banchetto e di gioia. 19 Per questo i giudei dei villaggi14 che abitano nelle città di campagna, fanno il giorno quattordici del mese di Adar, gioia e banchetto e giorno buono per mandare ciascuno regali al suo vicino. 20 Mardocheo scrisse di questi avvenimenti e mandò lettere a tutti i giudei che erano in tutte le province del re Assuero, vicine e lontane. 21 Per imporre ad essi di celebrare, anno dopo anno, il giorno quattordici del mese di Adar, e il giorno quindici dello stesso mese. 22 Come giorni nei quali fu per i giudei riposo dai loro persecutori e il mese nel quale diventò per loro, da sofferenza in gioia, e dal lutto come giorno buono per loro; giorni di banchetto e di gioia, e giorno per mandare doni, ognuno al suo vicino e regali ai poveri. 23 I giudei accettarono ciò che già avevano incominciato a fare, ciò che Mardocheo aveva scritto loro. 24 Perché Aman, figlio di Ammedata della stirpe di Agag, nemico di tutti i giudei progettò contro i giudei di sterminarli; fece gettare il “pur”, le sorti, per sconvolgerli e distruggerli. 25 E quando lei (Ester) venne alla presenza del re, decretò con una lettera così: il suo progetto malvagio che aveva progettato contro i giudei, si ritorca sulla sua testa, e lo impiccarono con i suoi figli sulla trave. 26 Per questo chiamarono quei giorni Purim, dal nome di “pur”; per questo e per tutte le parole di quelle lettere; e per cosa avevano visto in quel modo e cosa era accaduto a loro. 27 Stabilirono e accolsero su di sé e sulla loro discendenza e su tutti quelli che si univano a loro, di non mancare di essere celebrati quei due giorni, anno dopo anno, come avevano scritto e come avevano stabilito. 28 E quei giorni sono ricordati e festeggiati da generazione in generazione; famiglia per famiglia; provincia per provincia, città per città; questi giorni di Purim non devono passare da in mezzo ai giudei e il loro ricordo non dovrà mai allontanarsi dalla loro discendenza. 29 Scrisse Ester la regina, figlia di Abihalia e Mardocheo il giudeo, con tutta l’autorità, per confermare queste seconde lettere di Purim. 30 Mandò gli scritti a tutti i giudei delle centoventisette province dell’impero di Assuero, parole di pace e verità. 31 Confermando questi giorni di Purim nei tempi loro, come avevano stabilito per essi, Mardocheo il giudeo e la regina Ester e come avevano stabilito per la durata della loro vita e della loro discendenza, nella circostanza dei digiuni e della loro invocazione. 32 E il decreto di Ester confermò quegli avvenimenti di Purim e sono scritti nel libro.

CAP. 10

1 Il re Assuero impose lavoro forzato al paese e alle isole del mare. 2 E tutta l’opera, il suo potere, la sua grandezza, il resoconto dettagliato della dignità di Mardocheo che il re fece diventare grande, non sono forse scritti nel libro degli avvenimenti (annali) dei tempi degli imperi di Media e di Persia? 3 Così era Mardocheo il giudeo, secondo del re, grande per i giudei, apprezzato dai numerosi suoi fratelli, prendendosi cura del suo popolo e parlando di pace a tutta la sua discendenza.

FINE

    1 Adassa è un nome ebraico che significa mirto, mentre Ester e Mardocheo sono nomi babilonesi.

2 Con questa espressione si intende la cancelleria del regno.

3 Cercavano di ucciderlo.

4 Con questa espressione si intende la cancelleria del re. E’ una formula presente in tutta la letteratura dell’antico vicino oriente.

5 Sembrerebbe un gesto di rivendicazione orgogliosa del suo essere un deportato non un servo.

6 Non era stata chiamata da trenta giorni.

7 Al momento delle bevande alcoliche.

8 Sarebbe la sofferenza sopportabile ma non il danno per il re che perderebbe molti sudditi.

9 Usanza di stare sdraiati durante il convito.

10 Il gesto di coprire il viso con un velo equivale alla sua condanna a morte.

11 Un ministro collaboratore del re.

12 Questo capitolo racconta la vendetta dei giudei contro i loro nemici secondo l’ottica della legge del taglione.

13 Andava, nel senso che cresceva d’importanza.

14 La parola ebraica indica cittadine di campagna senza le mura di difesa.

mercoledì 24 novembre 2021

STORIA DI RUH LA MOABITA

 

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(Dal Libro di Ruth, traduzione dal testo masoretico di Egidio Papetti, argomento del corso accademico dell'università Cattolica di Brescia 2010-2011)

La traduzione è resa il più possibile come il testo ebraico, fatte salve le necessarie interpretazioni per renderlo comprensibile in italiano. Questo testo racconta la vicenda di una donna straniera, una moabita che essendo rimasta vedova torna in Israele con la suocera Noemi, la quale si preoccupa di trovarle un marito e la scelta cade su un parente di Noemi, un certo Boaz, uomo ricco e importante nella sua comunità, che sedotto dalle grazie della stessa Ruth, la riscatta e la sposa. Dal figlio Obed generato da Ruth nascerà Iesse padre di David. Molti commentatori ritengono che la vicenda sia stata scritta certamente in epoca post-esilio in particolare in polemica con il nazionalismo che si andava affermando soprattutto contro i matrimoni con donne non israelite. Appartiene a quella letteratura, come la Storia di Jona che si rifà all’universalismo affermato nei testi del deutero Isaia.

CAP. 1

1 Accadde nei giorni del giudicare dei giudici (al tempo dei Giudici); ci fu una carestia nel paese; un uomo andò da Betlemme di Giuda nelle campagne di Moab, per abitare come straniero, lui, sua moglie e due suoi figli. 2 Il nome dell’uomo era Elimelech e il nome di sua moglie Naomi, il nome dei due suoi figli, Macalon e Chilion, di Efrata di Betlemme, arrivarono nelle campagne di Moab e stettero là. 3 Morì Elimelech, marito di Noemi, restò lei e i due suoi figli. 4 Essi presero per sé donne moabite, una di nome Orpa, il nome della seconda Ruth e abitarono là circa dieci anni. 5 Morirono anche loro due: Macalon e Chilion,1 la donna restò priva dei due suoi figli e di suo marito. 6 Si alzò lei, le sue nuore e fece ritorno dalle terre di Moab, perché aveva udito nei campi di Moab, che Yhwh si era occupato del suo popolo per dare ad essi del pane. 7 Uscì da quel luogo dove aveva abitato e con lei le due nuore e presero la strada per tornare nella terra di Giuda. 8 Noemi disse alle due sue nuore: andate, tornate ciascuna alla casa della madre vostra, Yhwh usi con voi benevolenza, come voi avete fatto con i morti e con me. 9 Yhwh dia a voi riposo e a ciascuna che troviate la casa dell’uomo vostro (un marito), le baciò ma, loro alzarono la voce e piansero. 10 Le dissero che sarebbero tornate con lei dal suo popolo. 11 Tornate figlie mie, perché venire ancora con me? Ho forse ancora figli nella mia pancia che saranno per voi dei mariti? 12 Tornate figlie mie, andate perché io sono vecchia per essere di un uomo; anche se avessi detto: c’è speranza per me; anche se fossi stata di un uomo questa notte; anche se avessi generato dei figli, 13 forse che voi aspettereste fino a che essi crescano? Forse che voi per non essere di un uomo, restereste sole? No figlie mie, perché c’è più amarezza per me, che per voi, perché la mano di Yhwh è uscita contro di me. 14- Alzarono la voce e piansero ancora, Orpa baciò sua suocera e Ruth si unì a lei. 15 Disse: ecco, tua cognata è tornata dal suo popolo e dal suo Elohim, alzati e segui tua cognata. 16 Rispose Ruth, non insistere con me affinché ti abbandoni e non torni dietro a te, perché verso dove tu andrai, io andrò e nel luogo dove passerai la notte, io passerò la notte, il tuo popolo è il mio popolo, il tuo Elohim è il mio Elohim. 17 Nel luogo dove tu morirai, io morirò e là io sarò sepolta. Così faccia Yhwh per me, e aggiunga anche altro, così che sia solo la morte a separare te da me. 18 Vista la sua ferma determinazione di andare con lei, smise di parlarle. 19 Camminarono loro due finché arrivarono a Betlemme. Come arrivarono a Betlemme tutta la città fu turbata a causa loro e le donne domandavano: è Noemi costei? 20 Rispose ad esse: non chiamatemi Noemi, chiamatemi Mara, perché molta amarezza ho avuto per me da El Saddai. 21 Io sono partita piena e Yhwh mi ha fatto tornare vuota, perché mi chiamate Noemi?2 Mentre Yhwh ha testimoniato contro di me e El Saddai il male (ha mandato) per me? 22 Noemi tornò e Ruth, la moabita sua nuora, tornò con lei, dai campi di Moab e arrivarono a Betlemme, all’inizio della mietitura dell’orzo.

CAP. 2

1 A Noemi era parente di suo marito un uomo potente e ricco della famiglia di Elimelech, e il suo nome era Boaz. 2 Disse Ruth la moabita a Noemi: potrei, di grazia, andare in campagna a raccogliere spighe, dopo che avrò trovato grazia ai suoi occhi? Le rispose: va figlia mia. 3 Andò, arrivò e raccolse nel campo dietro ai mietitori e capitò per caso nell’appezzamento del campo di Boaz, che era della famiglia di Elimelech. 4 Ecco, Boaz che era arrivato da Betlemme disse ai mietitori: Yhwh sia con voi; gli risposero: Yhwh ti benedica. 5 Boaz chiese al suo servo capo dei mietitori: di chi è questa ragazza? 6- Il servo, capo dei mietitori, rispose dicendo: ella è una ragazza moabita, tornata con Noemi dai campi di Moab. 7- Ha detto: per favore, posso raccogliere le spighe? Spigolerò fra i covoni, dietro ai mietitori. E’ arrivata ed è stata in piedi dal mattino fino ad ora. Ora si sta riposando un poco3. 8 Disse Boaz a Ruth: forse non hai sentito figlia mia? Non andare in un altro campo, non passare neanche da questo ad un altro, così starai insieme alle mie serve. 9 I tuoi occhi siano sul campo che mieteranno, andrai dietro ad esse. Non ho forse ordinato ai miei servi affinché non ti tocchino? Se avrai sete, andrai ai secchi e berrai da dove attingeranno i servi. 10 Cadde sulla sua faccia si prostrò a terra dicendo a lui: ho dunque trovato grazia ai tuoi occhi, da trattarmi così, io che sono straniera? 11 Rispose Boaz dicendo a lei: mi è stato riferito tutto ciò che hai fatto a tua suocera dopo la morte di suo marito; hai abbandonato tuo padre e tua madre e il tuo paese d’origine e sei venuta presso un popolo che non conoscevi prima. 12 Yhwh ricompensi il tuo lavoro e la tua ricompensa sia piena da parte di Yhwh, Elohim d’Israele, poiché sei venuta a rifugiarti sotto le sue ali. 13 Ella rispose: desidero trovar grazia ai tuoi occhi, mio signore, perché hai avuto compassione di me e hai parlato al cuore della tua serva, io che non sono una delle tue serve. 14 Disse a lei Boaz: nell’ora di pranzo4 avvicinati qui, mangia del pane, intingilo nell’aceto; egli sedette a lato dei mietitori e prese per lei grano tostato. Essa ne mangiò, si saziò e ne avanzò. 15 Si alzò per spigolare, Boaz ordinò ai suoi garzoni dicendo: potrà spigolare anche tra i covoni e non la disturberete. 16 Anzi, estrarrete dai covoni (delle spighe) e le lascerete a lei da spigolare e non la disturberete. 17 Spigolò nel campo fino a sera, trebbiò ciò che aveva spigolato ed era quasi un efa di orzo. 18 Lo sollevò e tornò in città. Sua suocera vide ciò che aveva spigolato. Estrasse e dette a lei ciò che aveva avanzato dopo il suo pranzo. 19 Sua suocera le chiese: dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Sia benedetto chi ti ha prestato attenzione. E raccontò a sua suocera ciò che aveva fatto con lui e disse il nome dell’uomo, col quale aveva lavorato quel giorno, Boaz. 20 Noemi disse alla sua nuora, egli sia benedetto da Yhwh, che non ha abbandonato la sua benevolenza per i viventi e per i morti. Le disse Noemi: quell’uomo è vicino a noi (nostro parente) egli è fra i nostri riscattatori.5 21 Disse Ruth la moabita, mi disse anche: starai vicina ai miei servi, finché avranno finito la mia mietitura. 22 Disse Noemi a Ruth sua nuora: è bene figlia mia che tu esca con le sue serve, affinché non t’importunino in un altro campo. 23 Ella stette con le serve di Boaz a spigolare, fino alla fine della mietitura dell’orzo e della mietitura del grano e abitò con la suocera.

CAP. 3

1 Le disse ancora Noemi sua suocera: figlia mia, forse che io non cercherò per te un luogo tranquillo che sia bene per te?6 2 Ora forse che Boaz, nostro parente, del quale con le sue serve tu sei stata, egli non trebbia l’orzo questa notte sull’aia? 3 Ti laverai, ti profumerai, metterai i tuoi vestiti su di te e scenderai verso l’aia; non farti riconoscere dall’uomo, fino a quando non abbia finito di mangiare e di bere. 4 Quando egli giacerà – tu dovrai conoscere il luogo, dove si coricherà – tu andrai e scoprirai i suoi piedi7 e giacerai. Egli ti dirà ciò che devi fare. 5 Le rispose: io farò tutto quello che tu hai detto. 6 Discese verso l’aia e fece tutto ciò che aveva ordinato sua suocera. 7 Boaz, mangiò e bevette e il suo cuore si rallegrò. Andò per coricarsi al limite del mucchio di orzo; (Ruth) arrivò furtiva, scoprì i piedi di lui e si coricò vicino . 8 Nel mezzo della notte, l’uomo si svegliò, palpò ed ecco, una donna giaceva ai suoi piedi. 9 Disse: chi sei tu? Rispose: io sono Ruth la tua serva; tu stenderai la tua ala sulla tua serva perché sei un “riscattatore”. 10 Disse: tu sei benedetta da Yhwh figlia mia, hai fatto la tua ultima bontà, migliore della prima, non andando dietro ai giovani, sia ricchi sia poveri. 11 Ora figlia mia non aver paura; tutto ciò che mi chiederai io lo farò per te, perché tutta la porta del mio popolo8 conosce che tu sei una donna di valore. 12 Ora è vero che sono un riscattatore ma, c’è un riscattatore più vicino di me. 13 Passa la notte, quando sarà mattina, se ti riscatterà bene, riscatterà, se non vorrà riscattarti, io ti riscatterò, per la vita di Yhwh, giaci fino al mattino. 14 Giacque ai suoi piedi fino al mattino; essa si alzò prima che si potesse sapere l’uno dell’altra; disse non si sappia che è venuta una donna sull’aia. 15 Porgi il mantello che porti addosso e tienilo stretto; lo tenne stretto, egli misurò sei misure d’orzo e le caricò su di lei che ritornò in città. 16 Venne da sua suocera; le chiese: sei tu figlia mia? E le raccontò tutto ciò che aveva fatto quell’uomo. 17 Mi ha dato queste sei misure d’orzo dicendo: non devi tornare a mani vuote da tua suocera. 18 Disse: siediti figlia mia finché non saprai cosa accadrà, poiché quell’uomo non starà fermo, se non concluderà la faccenda oggi stesso.

CAP. 4

1 Boaz salì alla porta e sedette là ed ecco, passare il riscattatore di cui aveva parlato Boaz. Disse: vieni, siediti qui, tal dei tali, egli venne avanti e sedette. 2 Prese una decina di uomini fra gli anziani della città e disse: sedete qui, essi sedettero. 3 Disse al riscattatore: vuoi forse prendere il campo del nostro parente Elimelech che Noemi, tornata dai campi di Moab, ora vende? 4 Ho pensato di aprire il tuo orecchio9 dicendo: compralo, davanti a quelli che siedono, di fronte agli anziani del popolo; se tu vuoi riscattare, riscatta! se non riscatterai, io ne sia informato, che io lo sappia, perché non ce n’è un altro fuori di te, per riscattare; ed io sono dopo di te. Rispose: io riscatterò. 5 Disse Boaz: nel giorno che tu compri il campo dalla mano di Noemi e da Ruth la moabita, tu compri per suscitare il nome del morto sulla sua eredità.10 6 Disse il riscattatore: non posso riscattare per me, per non rovinare la mia eredità, riscatta tu, è per te il mio riscatto, perché io non posso riscattare. 7 Una volta in Israele, era questo il compenso per confermare ogni cosa circa il riscatto: uno toglieva il suo sandalo e lo dava all’altro. Questa era la testimonianza in Israele. 8 Disse il riscattatore a Boaz: compralo per te e gli dette il suo sandalo. 9 Disse Boaz agli anziani e a tutto il popolo: voi siete testimoni che oggi ho comprato tutto ciò che era di Elimech e tutto ciò che era di Chilion e Macalon dalla mano di Noemi. 10 Anche Ruth la moabita, moglie di Macalon, ho comprato, per suscitare il nome del morto sulla sua eredità e son sarà cancellato il nome del morto dai suoi fratelli e “dalla porta del suo posto”11, voi oggi siete testimoni. 11 Tutto il popolo presso la porta e gli anziani risposero: siamo testimoni. Conceda Yhwh alla donna che entra nella tua casa, di essere come Rachele e come Lea, che costruirono, loro due, la casa di Israele; fatti forte in Efrata e fatti un nome in Betlemme. 12 Sia la tua casa come la casa di Perez, che Tamar generò a Giuda, dal seme che Yhwh darà a te da questa giovane. 13 Boaz prese Ruth e fu per lui come moglie, penetrò in essa e Yhwh dette a lei una gravidanza e generò un figlio. 14 Le donne dissero a Noemi: benedetto sia Yhwh che oggi non ti ha negato il “Goel”12 il cui nome rimarrà in Israele. 15 Ed egli sia il tuo conforto e il sostegno della tua canizie, poiché l’ha partorito tua nuora che ti vuole tanto bene ed è migliore di sette figlioli. 16 Noemi prese il bambino e se lo recò in seno facendogli quasi da nutrice. 17 Le vicine chiamarono il suo nome dicendo: a Noemi è nato un figlio e lo chiamarono Obed che fu padre di Isai (Iesse), padre di David. 18 Questa è la discendenza di Perez: Perez generò Chesron, 19 Chesron generò Ram, Ram generò Amminadab, 20 Amminadab generò Nacson, Nacson generò Salmon, 21 Salmon generò Booz, Booz generò Obed, 22 Obed generò Iesse, Iesse generò David.

1 I due nomi significano rispettivamente: malattia e consunzione!

2 Il nome Noemi significa “mia dolcezza”.

3 Letteralmente: Questo è il suo star seduta nella casa un poco.

4 Al tempo del cibo.

5 I “riscattatori” erano i parenti più prossimi alle vedove, con diritto di sposarle , prima di altri pretendenti.

6 Noemi le vuole cercare un marito. E mettere a frutto l’opera di seduzione intrapresa da Ruth.

7 Scoprire i piedi di un uomo, è sempre un eufemismo per indicare i genitali. La dolce Ruth saprà essere anche intraprendente.

8 Tutta l’assemblea, la comunità.

9 Metafora che dice: ho pensato di informarti.

10 Per conservare il nome del morto.

11 Dalla sua città.

12 Il riscattatore.

domenica 21 novembre 2021

STORIA DEL PROFETA GIONA

 

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Una delle prime esperienze di traduzione dal Testo Masoretico fatta da E.Papetti dal “Libro di Giona” argomento trattato dal Prof. G.Toloni dell’Università cattolica di Brescia nell’anno accademico 2009-2010

Cap. 11

Fu la parola di Yhwh a Giona, figlio di Amittai, per dire: alzati, va a Ninive, la grande città e annuncia ad essa che la loro malvagità è salita davanti a me. Giona si alzò per fuggire a Tarsis dalla presenza di Yhwh e scese a Giaffa. Trovò una nave che andava a Tarsis, pagò il prezzo convenuto e scese in essa, per partire con loro per Tarsis, lontano dalla presenza di Yhwh. Ma, Yhwh sollevò un forte vento sul mare e ci fu una grande tempesta sul mare e la nave fu sul punto di essere distrutta. I marinai ebbero paura e supplicarono ciascuno il proprio elohim; lanciarono in mare i recipienti che erano sulla nave per alleggerirla degli stessi; ma, Giona scese presso il fondo nascosto e si coricò e si addormentò. Si avvicinò a lui il capo dei marinai e gli disse: che fai dormi? Alzati, invoca il tuo elohim, forse elohim si occuperà di noi e non saremo perduti. Intanto diceva ciascuno al suo compagno: venite e gettiamo le sorti e si saprà la causa di questa disgrazia per noi. Gettarono le sorti e la sorte cadde su Giona. Allora gli dissero: spiegaci dunque per causa di chi è questa disgrazia su di noi? Tu che cosa fai di mestiere? Qual è il tuo paese? Dov’è il tuo popolo? Rispose loro: io sono ebreo e Yhwh, Elohim dei cieli, io venero, che ha fatto il mare e la terraferma deserta. Gli uomini si spaventarono di un grande spavento e gli chiesero: che cosa hai fatto? Così gli uomini vennero a sapere che egli fuggiva dalla presenza di Yhwh, poiché lo aveva riferito loro. Allora gli dissero. Che cosa facciamo di te? Si calmerà il mare sopra di noi? Perché il mare è ondoso e burrascoso? Rispose loro: sollevatemi e gettatemi in mare e il mare si calmerà sopra di voi; perché io so che questa grande tormenta su di voi è mandata per me. Allora gli uomini remarono per tornare sulla terraferma, ma non poterono, perché il mare, ondoso e burrascoso, era contro di loro. Allora invocarono Yhwh e dissero: basta! Non farci perire per la vita di quest’uomo e non dare a noi la colpa del sangue innocente, perché tu Yhwh, ciò che ti aggrada lo fai. E alzarono Giona e lo gettarono in mare e arrestò il mare la sua furia. Gli uomini si erano spaventati di un grande spavento con Yhwh, così fecero un sacrificio e fecero voti.

CAP. 2

Yhwh diresse un grosso pesce a inghiottire Giona; e Giona fu nella pancia del pesce tre giorni e tre notti. Giona supplicò Yhwh, suo Elohim, dalla pancia del grosso pesce; e disse: ho invocato dalla mia angoscia, Yhwh ed egli mi ha risposto. Ho gridato dalle viscere dello sceol e tu hai ascoltato la mia voce. Mi ha gettato nel profondo dell’abisso, nel cuore del mare, un fiume mi circondava; tutte le tue mareggiate, i tuoi frangenti passavano sopra di me. Io allora mi dissi: sono stato gettato via dal davanti dei tuoi occhi, ma continuerò a guardare il tuo santo palazzo. Le acque mi avvolgevano fino al respiro, l’abisso mi circondava, un’alga avvolgeva il mio capo. Sono sceso alla radice dei monti; la terra e le sue spranghe chiuse dietro di me per sempre; ma tu hai innalzato dalla tomba la mia vita, Yhwh mio Elohim! Nel venir meno in me la vita, ricordai Yhwh e la mia preghiera giunse a te, nel tuo santo palazzo. Quelli che custodiscono “il vuoto del nulla”2, la loro fedeltà avrebbero abbandonata. Ma, io con voce di lode sacrificherò a te, cui feci un voto, e farò un sacrificio. La salvezza è di Yhwh. Parlò Yhwh al pesce e gettò Giona sull’asciutto.

CAP. 3

Fu la parola di Yhwh a Giona una seconda volta per dire: alzati! Va’ a Ninive, la grande città e grida ad essa la notizia che io dirò a te. Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola di Yhwh; Ninive era una città eccezionalmente grande3, di tre giorni di cammino. Attese Giona di entrare in città per il cammino di un giorno, poi gridò e disse: ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta. I cittadini di Ninive credettero a Elohim e proclamarono un digiuno e si vestirono di sacchi, dai grandi fino ai piccoli. La cosa fu riferita al re di Ninive; egli si alzò dal suo trono, si tolse il mantello su di sé, si coprì di sacchi e sedette sulla polvere. Emanò un proclama dicendo: a Ninive, per decisione del re e dei suoi grandi, l’uomo e gli animali, gli armenti e le greggi4, non mangeranno alcunché, non pascoleranno e non berranno acqua. Si copriranno di sacchi, l’uomo e il bestiame, e s’invocherà Elohim con forza, e ognuno si convertirà dal suo cammino di malvagità e di ingiustizia che è nelle sue . Chissà, volgerà e si pentirà Elohim e abbandonerà la sua collera e non periremo? Elohim vide le loro opere; poiché tornarono dai loro comportamenti di malvagità, si pentì Elohim, del male che voleva fare contro di loro e non lo fece. La cosa provocò a Giona grande dolore e si adirò. Pregò Yhwh e disse: suvvia Yhwh non erano forse queste le mie parole, fin da quando ero nel mio paese? Per questo ho cercato di fuggire verso Tarsis. Perché io so che tu sei un dio pietoso e compassionevole, lento alle arrabbiature, molto misericordioso, che si pente del male5. Ora Yhwh, prendi dunque la mia vita, perché è meglio la mia morte della mia vita. Rispose Yhwh: è forse un bene la tua collera? Allora Giona uscì dalla città e sedette a oriente della città; fece per sé una capanna, vi si coricò sotto all’ombra affinché vedesse cosa sarebbe successo in città.6 Scherzando Yhwh fece crescere un ricino di sopra a Giona per essere ombra alla sua testa e per liberarlo della sua tristezza; si rallegrò Giona per il ricino, di una grande gioia. Scherzò ancora Elohim e un bruco nelle foglie si alzò presto il giorno dopo, colpì il ricino che si seccò. Quando il sole si fece splendente, si divertì Elohim a sollevare un vento di levante afoso, il sole colpì sulla testa di Giona che venne meno e chiese la sua vita di morire; disse: meglio la mia morte della mia vita. Disse Elohim a Giona: è forse un bene la tua collera contro il ricino? Rispose: la mia collera sarà un bene fino a morirne. Disse ancora Yhwh: tu hai compassione per quel ricino che non hai faticato per lui, che non l’hai fatto crescere; che una notte c’era e una notte perì. Io non dovrei aver compassione di Ninive, la grande città, dove c’è in essa più di centomila persone che non conoscono la loro destra dalla loro sinistra e molti animali?

FINE

1 Il numero dei versetti non è indicato, soltanto un punto e virgola o un punto separano i versetti. Perché questo breve racconto non contiene né oracoli né profezie o visioni, è solo una storiella il cui protagonista è un profeta un po’ negligente.


2 Quelli che confidano negli idoli.

3 Il TM usa la parola elohim per significare qualcosa di smisurato.

4 Le due parole indicano animali di grossa taglia e di piccola taglia.

5 Quello minacciato di compiere.

6 Adesso seguono tre versetti introdotti da un verbo che indica tirare colpi a destra e a manca. Il senso dei versetti sembra essere un ironico scherzo fatto da Yhwh ai danni di Giona, le traduzione di questo verbo sono scelte a piacere.