Le Storie della Bibbia

LE STORIE DELLA BIBBIA

giovedì 28 gennaio 2010

I nuovi persecutori

Ieri abbiamo celebrato la Giornata della Memoria per ricordare la tragedia della Shoah,vale dire lo sterminio del popolo ebraico perpretato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Come si sa la persecuzione in Germania era incominciata proprio assaltando e bruciando i luoghi di culto degli ebrei: le sinagoghe. Poi è seguito tutto il resto, la cacciata dalla Germania e dagli altri territori del Reich e infine lo sterminio.
Su un giornale locale proprio ieri, insieme alla notizia delle celebrazioni organizzate a Brescia per la Giornata della Memoria, c'era anche un'altra curiosa notizia di questo tenore: il Movimento della Lega raccoglierà firme tra i cittadini per
«dire no alla costruzione di moschee e minareti sul nostro territorio». La raccolta avverrà passando porta a porta iniziando da un quartiere sud della città.Mi si dirà che accostare le due cose è una forzatura, eppure che la Lega trovi tutte le occasioni per diffondere la sua linea politica xenofoba e antimussulmana non è una forzatura, è la semplice constatazione di una verità che non fa onore all'Italia e ai bresciani e che i cittadini che hanno a cuore la civile convivenza voluta dalla nostra Costituzione, devono contrastare. Alcune forze politiche stanno discutendo se sia o no legale fare propaganda porta a porta, non è questo il punto.
"Ricordiamo il passato, confidiamo nel futuro" è un motto trovato fra gli oggetti ricordo del museo Yad Vashem a Gerusalemme. Confidiamo sicuramente nel futuro, ma teniamo gli occhi aperti sul presente che non è affatto sereno per la convivenza tra religioni e culture diverse, anzi è minacciato dalla protervia degli uni e dalla indifferenza di molti.

giovedì 14 gennaio 2010

La fine dell'idea socialista in Italia

Ieri sera ho ascoltato l'invettiva di Di Pietro contro Minzolini,
durante la trasmissione della Gruber, e nonostante la mia antipatia per
Di Pietro ero d'accordo su tutto quanto diceva di Craxi. Oggi su
Repubblica c'è un commento di Curzio Maltese a proposito del comizio di
Minzolini e lo accusa di essere diventato da forcaiolo di estrema
sinistra qual'era da giovane, a forcaiolo della destra più becera,
allora per lui ammazzare un fascista non era reato, ora con la stessa
logica, sostiene che rubare non è reato. Per nostra fortuna, commenta il
giornalista, il codice penale non è così elastico. Credo che difendere
Craxi oggi serva solo a coprire le malefatte di Berlusconi. Infatti
quando si indaga il passato lo si fa per capire e per interpretare il
presente. Il presente politico della nostra Italia, è un presente di
ladri e quindi si riabilita Bettino Craxi che fu condannato per
corruzione e si intascò personalmente e per i suoi familiari miliardi di
lire di tangenti. La maggioranza che ci governa se gli consacrerà
qualche via o qualche piazza è solo perché come Craxi si comporta con
eguale disprezzo della legge e ne è la legittima erede.

sabato 9 gennaio 2010

La rivolta degli schiavi

E così è accaduto. Dopo anni di brutale sfruttamento, lavorando tutto il giorno come schiavi, mal pagati, trattati peggio delle bestie ( i luoghi dove vivono li abbiamo visti tutti nelle immagini dei TG) disprezzati, derisi e fatti oggetto anche di sparatorie, gli schiavi africani si sono ribellati, e come ogni ribellione è stata violenta. Non poteva che essere così. Ora è in corso la "caccia al negro" come nelle migliori tradizioni razziste e schiaviste dell'America degli anni passati.
E il nostro ministro degli interni, non trova di meglio che recitare la solita litania leghista xenofoba che, essendo immigrati clandestini, sono quindi violenti. Si provi caro ministro a far fare alla sua smisurata intelligenza padana, un piccolo sforzo di comprensione, forse capirà che chi viene in italia a lavorare, ha diritto di essere pagato il giusto e trattato come una persona , invece quei poveri disgraziati di Rosarno sono sfruttati brutalmente dalle mafie calabresi e trattati peggio delle bestie. Questo è il problema signor ministro. E la clandestinità è solo una piccola parte del problema.E come avviene in Calabria, dove c'è il peggio, così accade in molte altre parti d'Italia, compresa la Lombardia.
Questa è l'Italia di oggi. Ma gli italiani non sono razzisti! Vero?
E Mario Balottelli, dopo gli insulti, gli hanno dato anche la multa.

mercoledì 6 gennaio 2010

L'Italia razzista

E la storia si ripete. Anche oggi, durante la partita Chievo - Inter, Mario Balottelli è stato fatto oggetto dei soliti ululati razzisti dei tifosi veronesi. E' già successo a Torino, i tifosi iuventini l'hanno insultato perfino a Bordeaux dove lui non c'era. E' successo in molti altri stadi. I giornalisti sportivi quando commentano la notizia nel dopopartita si ostinano a minimizzare l'accaduto dicendo che alla fine l'Italia non è razzista. Sbagliano, e se sono in buona fede sono ciechi e sordi. L'Italia è razzista, altrimenti non si spiegherebbe come mai un partito razzista come la Lega nord sia al potere in tutto il lombardo-veneto e sia larga parte del governo di Roma. Balottelli ha dichiarato che il pubblico veronese gli fa schifo. Che altro avrebbe dovuto dire? Chiedere scusa per il colore della sua pelle? Balottelli ha il solo torto di essere di pelle nera, invece per il sindaco leghista di Verona è colpa del suo carattere di ragazzo immaturo se viene insultato. Neanche una parola di condanna per l'accaduto. Questa è l'Italia di oggi, cioè razzista.

sabato 2 gennaio 2010

Anniversario della morte di Fausto Coppi



Cinquant'anni fa moriva Fausto Coppi, il Campionissimo.

Quel giorno due gennaio del '60 era una fredda giornata d'inverno, andai con un amico a sciare sul monte Guglielmo, ci recammo a Pezzaze con la Vespa, con due paia di sci e le pelli di foca. Non ricordo se arrivammo in cima, credo di no. Mi ricordo una grande fatica, un gran freddo e tanti ruzzoloni sulla neve ghiacciata. Arrivammo a casa che ormai era quasi buio, accesi la radio e appresi la notizia della morte di Coppi. La notizia così sorprendente mi colse così profondamente che, commosso, piansi senza ritegno. Coppi è stata la prima persona per la quale piansi la sua morte. Ero stato tifoso di Coppi fin da giovanissimo, possedevo alcune pubblicazioni che raccontavano le sue gesta, seguivo alla radio le sue imprese sportive, quando correva sulle strade bresciane lo andavo ad applaudire. Ricordo ancora oggi quel giorno con profonda tristezza.

Il saluto del Presidente Napolitano

Nel suo discorso di saluto a fine anno 2009, il Presidente ha esordito
parlando della crisi economica che ha contrassegnato l'anno che stava
per finire. Mi piace ricordare il brano che segue e le parole con le
quali conclude il periodo: "solidarietà umana, coesione sociale, unità
nazionale." Parole che il rancoroso Bossi ha definito : "melassa buonista".
Grazie Presidente per averci ricordato quali sono i compiti della
politica nell'Italia di oggi.

"Non posso tuttavia fare a meno di parlare del prezzo che da noi, in
Italia, si è pagato alla crisi e di quello che ancora si rischia di
pagare, specialmente in termini sociali e umani.

C'è stata una pesante caduta della produzione e dei consumi; ce ne
stiamo sollevando; si è confermata la vocazione e intraprendenza
industriale dell'Italia; ma ci sono state aziende, soprattutto piccole e
medie imprese, che hanno subìto colpi non lievi; e a rischio, nel 2010,
è soprattutto l'occupazione. Si è fatto non poco per salvaguardare il
capitale umano, per mantenere al lavoro forze preziose anche nelle
aziende in difficoltà, e si è allargata la rete delle misure di
protezione e di sostegno; ma hanno pagato, in centinaia di migliaia, i
lavoratori a tempo determinato i cui contratti non sono stati rinnovati
e le cui tutele sono rimaste deboli o inesistenti; e indubbia è oggi la
tendenza a un aumento della disoccupazione, soprattutto di quella
giovanile.

Vengono così in primo piano antiche contraddizioni, caratteristiche
dell'economia e della società italiana. Dissi da questi schermi un anno
fa: affrontiamo la crisi come grande prova e occasione per aprire al
Paese nuove prospettive di sviluppo, facendo i conti con le
insufficienze e i problemi che ci portiamo dietro da troppo tempo -
dalla crisi deve e può uscire un'Italia più giusta. Ebbene, questo è il
discorso che resta ancora interamente aperto, questo è l'impegno di
fondo che dobbiamo assumere insieme noi italiani.

Ma come riuscirvi? Guardando con coraggio alla realtà nei suoi aspetti
più critici, ponendo mano a quelle riforme e a quelle scelte che non
possono più essere rinviate, e facendoci guidare da grandi valori:
solidarietà umana, coesione sociale, unità nazionale."