Le Storie della Bibbia

LE STORIE DELLA BIBBIA

mercoledì 1 dicembre 2021

IL LIBRO DI QOHELET

 

L'introduzione a tutte le storie della bibbia si può leggere cliccando su "Le Storie della Bibbia" in alto a sinistra, traduzione dal TM di Egidio Papetti.

Qohelet è un sostantivo che deriva da un verbo ebraico che significa “ convocare l’Assemblea”, il nome quindi indica colui che presiede l’assemblea. Inoltre la parola che ricorre sovente in questo testo è “hevel”, la radice (hvl) di questa parola ebraica merita qualche commento, essa indica anche il nome di Abele, il primo uomo assassinato della storia umana narrata dalla Bibbia. Il dizionario di L. Alonso Schokel per questa radice indica i seguenti verbi: svanire, svuotarsi, restare vuoto, illudersi, essere vano. Come sostantivo indica: soffio, vento, sospiro, vuoto, nulla, stoltezza, vanità, illusione e altri simili. Come viene tradotta? Il grande Girolamo la tradusse in latino con “vanitas” e da lui molti traduttori italiani traducono: vanità, così le edizioni Cei, F. Nardoni, La Bible de Jerusalem in francese ed anche la medesima tradotta in spagnolo, Paolo Sacchi con vanità immensa, L. Mazzinghi con soffio, Erri de Luca traduce con “spreco” con riferimento alla morte di Abele considerata come uno spreco di vita umana. Io mi atterrò alla prevalenza dei traduttori italiani e tradurrò con vanità.

Mi piace ricordare qui il giudizio di Paolo Sacchi su questa operetta pervenuta fino a noi e scritta da un saggio ebreo vissuto alla fine del III sec. a.C. “Si tratta del libro più sconcertante della Bibbia, per la negazione di ogni valore per cui valga la pena di vivere e affaticarsi”. L’autore di questa operetta era, a parer mio, una persona vecchia che lo terrorizzava un “senso acutissimo della morte, percepita come l’assurdità assoluta dell’esistenza. La morte per Qohelet – anche quando non è ingiusta e prematura - diventa un problema per se stessa: che senso ha questo andare tutti alla stessa fine che annulla ogni realizzazione dell’uomo, oltreché ogni disparità e diversità, giusta o ingiusta che sia?”

CAP. 1

1 Parole di Qohelet, figlio di David, re in Gerusalemme. 2 Vanità delle vanità, ha detto Qohelet, vanità delle vanità, il tutto è vanità. 3 Quale vantaggio verrà all’uomo in tutta la sua fatica con la quale si affannerà sotto il sole? 4 Una generazione va, una generazione viene e la terra è sempre in piedi. 5 Sorge il sole e tramonta, il sole anela di tornar a splendere al suo posto. 6 Va verso mezzogiorno e gira verso settentrione, gira e rigira e va il vento e sui suoi giri ritorna il vento. 7 Tutti i torrenti vanno verso il mare e il mare non è mai pieno; verso il luogo, dove i torrenti scorrono, là essi tornano ad andare. 8 Tutte le parole stancano, non potrà l’uomo parlare a fondo, non si sazierà l’occhio di guardare, non si riempirà l’orecchio di ascoltare. 9 Quel che è stato, è quel che sarà e quel che si è fatto è quel che si farà, non c’è niente di nuovo sotto il sole. 10 C’è qualcosa di cui si dirà: guarda questa è nuova? Era già stata nei tempi prima di noi. 11 Non c’è ricordo per i primi, anche per gli ultimi che saranno dopo, non ci sarà per loro ricordo, anche per coloro i quali, saranno dopo di loro ancora. 12 Io Qohelet, sono stato re di Israele in Gerusalemme. 13 Ho dedicato il mio cuore a indagare e a esplorare con saggezza su tutto ciò che è stato fatto sotto il sole; un impegno faticoso quello che ha dato Elohim ai figli dell’uomo per affliggersi in esso. 14 Ho visto tutte le opere che sono state fatte sotto il sole, ed ecco: tutto è vanità, un rincorrere il vento. 15 Una cosa storta non si può raddrizzare, una cosa perduta non si può contare. 16 Io ho parlato col mio cuore1 dicendo: io sono cresciuto e ho aggiunto saggezza più di tutto ciò che era prima di me in Gerusalemme e il mio cuore ha visto molta saggezza e conoscenza. 17 Ho dato al mio cuore di conoscere saggezza e conoscenza, stoltezza e follia; ho conosciuto che anche questo è rincorrere il vento. 18 Perché molta saggezza, molto affanno; chi accresce la conoscenza, aggiunge dolore.

CAP. 2

1 Io ho detto al mio cuore: va’ dunque, ti metterò alla prova con gioia, e vedrai la felicità, ed ecco: anche questa è vanità. 2 Il divertimento ho detto che fa impazzire, e il piacere, questo cosa farà? 3 Ho indicato al mio cuore di perdersi nel vino con la mia carne e al mio cuore, che guida alla saggezza, di essere forte nella stoltezza, fino a che vedrò dove sia il bene per i figli dell’uomo, che trafficano sotto il sole nei giorni della loro vita. 4 Ho fatto grandi le mie opere, ho costruito per me case, ho piantato per me vigneti, 5 ho fatto per me giardini e parchi, ho piantato in essi alberi di ogni frutto. 6 Ho scavato per me pozzi d’acqua per irrigare con essi un bosco che germoglia alberi. 7 Ho comprato schiavi e schiave e figli della casa2, ho avuto anche bestiame: tori, pecore ho avuto numerosi, più di tutti quelli che c’erano prima di me in Gerusalemme. 8 Ho accumulato per me anche argento e oro, possesso di regni e di province, ho avuto per me cantori e cantatrici e – delizie dei figli dell’uomo - una preferita e concubine. 9 Mi sono ingrandito e ho accumulato più di tutti quelli che sono stati prima di me in Gerusalemme, inoltre la mia sapienza è restata con me. 10 Ciò che i miei occhi hanno desiderato, niente da essi ho allontanato, non ho rifiutato al mio cuore nessun piacere, perché il mio cuore gioiva di ogni sua fatica e questo è stato quanto mi è toccato di tutto il mio affanno. 11 Io ho considerato tutte le mie opere che le mie mani hanno realizzato e alla fatica che ho sofferto per farle, ed ecco: tutto è vanità e un rincorrere il vento. Non c’è nessun guadagno sotto il sole. 12 Io mi sono volto a considerare la saggezza, la follia, la stoltezza, perché cosa potrà fare l’uomo che verrà dopo il re, che già non sia stato fatto? (testo un po’ corrotto). 13 Io ho visto che c’è un guadagno per la sapienza più della stoltezza, come il guadagno della luce più della tenebra. 14 Gli occhi del saggio sono nella sua testa, e lo stolto cammina nella tenebra; ho conosciuto anch’io che un unico destino accadrà a tutti loro. 15 Io ho detto al mio cuore come accade allo stolto, accadrà anche a me; perché sono stato saggio io più dello stolto? Ho detto al mio cuore: anche questa è vanità. 16 Perché non c’è ricordo del saggio come dello stolto, per sempre. Nel passare dei giorni che verranno, tutto sarà dimenticato: della morte del saggio come dello stolto. 17 Ho odiato la vita perché cattiva per me è l’opera che ho realizzato sotto il sole, perché tutto è vanità e un rincorrere il vento. 18 Ho odiato tutta la fatica che io ho sofferto sotto il sole, che io ho messo in piedi per l’uomo che verrà dopo di me. 19 E chi conosce: sarà il saggio o lo stolto che prenderà possesso di tutta la mia fatica che ho faticato, per la quale sono stato saggio sotto il sole? Anche questa è vanità. 20 Io sono arrivato a scoraggiare il mio cuore a disperare per tutta l’opera che avevo fatto sotto il sole. 21 Perché c’è quello che, con il suo affanno in sapienza, conoscenza e abilità e quello che, per esse, non ha mai faticato, eppure sarà dato a lui la sua parte. Anche questa è vanità e male assai. 22 Perché quale giustizia per l’uomo in tutto il suo affanno e nel suo impegno per il suo cuore, che egli affatica sotto il sole? 23 Poiché tutti i suoi giorni recano dolore e pena nella sua attività; anche di notte il suo cuore non dorme, anche questa è vanità. 24 Non c’è niente di meglio per l’uomo che mangiare e bere e far vedere alla sua vita il meglio della sua fatica, godersela! anche questo io ho visto, perché dalla mano di Elohim esso viene. 25 Perché chi mangerà e chi potrà godere senza di me?3. 26 Perché all’uomo che è buono davanti a lui, ha concesso sapienza e conoscenza e gioia e al peccatore ha concesso l’occupazione di raccogliere e accumulare per dare al buono, davanti a Elohim. Anche questa è vanità e un rincorrere il vento.

CAP. 3

1 Per tutto c’è una data, un tempo per ogni attività sotto il sole.

2 Un tempo per nascere e un tempo per morire.

3 Un tempo per uccidere e un tempo per curare. Un tempo per distruggere e un tempo per costruire.

4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere; un tempo per fare lutto e un tempo per ballare.

5 Un tempo per lanciare pietre e un tempo per raccoglierle; un tempo per abbracciarsi e un tempo per allontanarsi.

6 Un tempo per cercarsi e un tempo per perdersi. Un tempo per custodire e un tempo per gettare.

7 Un tempo per strappare e un tempo per cucire; un tempo per tacere e un tempo per parlare.

8 Un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo di guerra e un tempo di pace.

9 Che cosa guadagna, quello che agisce in ciò per cui egli si affanna?

10 Ho visto l’occupazione che Elohim ha dato ai figli dell’uomo per affaticarsi in essa. 11 E tutto ha fatto bello nel suo tempo, anche la durata del tempo ha messo nei loro cuori, senza che l’uomo riesca a capire l’opera che Elohim ha compiuto dall’inizio alla fine. 12 Ho capito che non c’è niente di meglio in loro se non che gioire e procurarsi piacere nella propria vita. 13 E anche che ogni uomo mangi e beva e vedrà il meglio della sua fatica, esso è dono di Elohim. 14 Ho capito che tutto ciò che farà Elohim, sarà per sempre; a lui non c’è niente da aggiungere e da noi, non c’è niente da togliere. Elohim ha fatto (in modo) che temessimo la sua presenza. 15 Ciò che è, era già stato. Ciò che ha da essere, già era e Elohim cercherà ciò che è stato perseguito. 16 Ho visto anche sotto il sole il luogo del diritto, lì è iniquità; e il luogo della giustizia, lì è iniquità. 17 Io ho detto in cuor mio: il giusto e il malvagio giudicherà Elohim, perché c’è un tempo per ogni opera e un tempo per ogni azione. 18 Io ho detto in cuor mio, riguardo ai figli dell’uomo, Elohim li ha creati per dimostrare che essi come bestie sono per se stessi. 19 Perché la sorte dei figli dell’uomo e la sorte delle bestie è una sorte unica per tutti: come è la morte di queste, così è la morte di quelli, e il fiato è unico per tutti. E non c’è nessun vantaggio per l’uomo più dell’animale, tutto è vanità. 20 Tutto cammina verso un unico luogo: tutto è venuto dalla polvere e tutto ritorna nella polvere. 21 Chi è a conoscenza che il fiato dei figli dell’uomo sale in alto e il fiato degli animali scende in basso a terra? 22 Ho visto che non c’è niente di meglio di ciò che rende felice l’uomo che le sue opere, perché è la parte che gli spetta, infatti chi lo farà tornare a vedere cosa ci sarà dopo di lui?

CAP. 4

1 Io sono tornato a considerare e ho visto tutti gli sfruttati che si affaticano sotto il sole, ed ecco: il pianto degli sfruttati, non c’è nessuno per loro che li compatisca dalla mano forte dei loro oppressori e non c’è per loro nessuno che li consoli. 2 E io rendo omaggio ai morti che già sono morti più che ai vivi che la loro vita dura ancora 3 ma, meglio di loro due è colui che ancora non è vissuto che non ha visto l’opera malvagia che è stata fatta sotto il sole. 4 Io ho visto che tutta la fatica, tutta la destrezza dell’attività dell’uomo è gelosia per il suo prossimo; anche questa è vanità, un rincorrere il vento. 5 Lo stolto stringe la sua mano e mangia la sua propria carne. 6 Meglio un palmo di mano, riempito con calma, che due palmi di mano riempiti con fatica, rincorrendo il vento. 7 Io sono tornato a considerare e ho visto vanità sotto il sole. 8 C’è uno che è solo, non c’è un secondo, neanche figlio o fratello, non c’è nessuno oltre a lui, eppure non c’è fine a tutta la sua fatica; anche il suo occhio non sarà soddisfatto della ricchezza: io per chi lavoro e perché faccio mancare alla mia vita i suoi beni? Anche questa è vanità e un’occupazione malvagia. 9 Meglio in due, più di uno solo; c’è per loro un salario buono per la loro fatica. 10 Perché se cadranno, uno solleverà il suo compagno. Guai a lui! Chi è solo, se cadrà non ci sarà il secondo a sollevarlo. 11 Anche se dormiranno in due avranno caldo tra loro ma, per uno solo non ci sarà caldo. 12 E se uno solo sarà sopraffatto, in due starà fermo davanti a lui (l’aggressore), la corda di tre fili non si strappa tanto in fretta. 13 Meglio un giovane povero ma, saggio, che un re vecchio e stolto che non sa più essere all’altezza. 14 Perché dalla casa dei prigionieri è uscito per regnare, anche se durante il regno (del re stolto) fu generato misero4 . 15 Ho visto tutti i vivi - che camminano sotto il sole - con il giovane e il secondo che stava al suo servizio. 16 Non c’è fine per tutto il popolo, per tutto ciò che era prima di lui, anche quelli che seguiranno non gioiranno per lui; perché questa è vanità e un rincorrere il vento. 17 Attento al tuo passo, quando andrai alla casa di Elohim; avvicinarsi per ascoltare è più del sacrificio degli stolti, perché loro non sanno di fare il male.

CAP. 5

1 Non ci sia spavento sulla tua bocca e il tuo cuore non si affretti a far uscire parola davanti a Elohim, perché Elohim è in cielo e tu sulla terra, perciò siano poche le tue parole. 2 Perché il sogno viene per troppe preoccupazioni, e la voce dello stolto per troppe parole. 3 Quando avrai promesso un voto a Elohim, non dovrai trattenerti dal compierlo, perché non c’è intenzione nello stolto, compi ciò che hai promesso. 4 Meglio non fare un voto, più che promettere e non compiere il voto. 5 Non metterai la tua bocca nell’essere colpevole con la tua carne, non dirai davanti all’angelo che è una sbadataggine, perché Elohim si infurierà con la tua parola e agirà contro l’opera delle tue mani. 6 Perché in molti sogni e illusioni, parole ci sono moltissime, perciò tu temerai Elohim. 7 Se lo sfruttamento del povero e il furto del diritto e la giustizia tu non vedrai nella provincia, non stupirti di questa faccenda, perché sopra un’autorità, più in alto c’è un’altra autorità e sorveglierà, un’autorità ancora più in alto di esse. 8 E il profitto della terra è per tutti, egli è re, si servirà del campo5. Chi ama l’argento, l’argento non lo sazierà; chi ama l’abbondanza non avrà raccolto. Anche questa è vanità. 10 Nel crescere i beni, aumentano i mangiatori gli approfittatori e ai padroni cosa resta, se non guardarli con gli occhi? 11 Dolcezza nel sonno del servo, se poco o se molto avrà mangiato; la soddisfazione del ricco è che non c’è per lui un posto per riposare. 12 C’è un male che fa soffrire, ho visto sotto il sole, la ricchezza custodita dai suoi padroni a loro danno. 13 Va in malora quella ricchezza per un cattivo impiego e il figlio che gli fu generato, non avrà niente nelle sue mani. 14 Come è uscito dal ventre di sua madre nudo, egli tornerà per andare come era venuto, e dalle sue fatiche non raccoglierà nulla che possa stringere nella sua mano. 15 E anche questo è male che affligge tutti: così com’era venuto, così andrà; e quale vantaggio avrà lui che si sarà affannato per il vento? 16 Mangerà anche tutti i suoi giorni all’oscuro, con rabbia e malattie e collera. 17 Ecco cosa ho visto io: è bene è bello mangiare e bere e scegliere il piacere di tutte le sue fatiche che affaticano sotto il sole, più che contare i giorni della sua vita che gli ha dato Elohim, perché è la sua parte. 18 Ogni uomo al quale Elohim gli ha dato ricchezza e fortuna, gli concede di goderne lui stesso, di prendere la sua parte, infatti questo è un dono di Elohim. 19 Così non si ricorderà troppo dei giorni della sua vita, perché Elohim risponde con gioia nel suo cuore.

CAP. 6

1 C’è un male che io ho visto sotto il sole e molto è contro l’uomo. 2 L’uomo al quale Elohim ha dato ricchezza, benessere e gloria, non c’è per lui mancanza di niente alla sua vita; di tutto ciò che gli ha dato, Elohim non gli concederà di goderne lui stesso, perché uomini forestieri li godranno, questa è vanità e malanno malvagio. 3 Se uno avesse generato cento volte e vivesse molti anni e fossero assai i giorni dei suoi anni, la sua vita non si sazierà dei suoi beni e non ci sarà per lui neanche un sepolcro; io dico: meglio di lui un aborto. 4 Poiché nel soffio è venuto e nella tenebra andrà e dalla tenebra il suo nome sarà coperto. 5 Non ha visto e conosciuto neanche il sole; la quiete per costui più di quell’altro. 6 Se pure avesse vissuto mille anni due volte , senza aver goduto i suoi beni, forse che il tutto non va verso lo stesso luogo? 7 Tutta la fatica dell’uomo è per la sua bocca, ma neanche la sua fame sazierà. 8 Cosa resterà al saggio più dello stolto, che cosa al povero che sa camminare nella vita in mezzo ai vivi? 9 Meglio la visione dei loro occhi che andare con affanno. Anche questa è vanità e un rincorrere il vento. 10 Cosa che è già stata, il suo nome è stato chiamato; si conosce l’uomo: non potrà far causa a chi è più forte di lui. 11 Ci sono parole numerose che moltiplicano il nulla, che cosa resterà all’uomo? 12 Infatti, chi conosce cosa è meglio per l’uomo nella sua vita più che contare i giorni di vita della sua vanità, i quali passeranno come un’ombra? Chi riferirà all’uomo cosa ci sarà sotto il sole dopo di lui?

CAP. 7

1 Un buon nome è più del buon olio e il giorno della morte, più del giorno della nascita. 2 Meglio andare in una casa di lutto più che andare in una casa in festa; poiché quella è la fine di ogni uomo e il vivo rifletterà nel suo cuore . 3 Meglio la collera più del riso; perché in un viso corrucciato ci sarà un cuore buono. 4 Cuore di saggi nella casa in lutto; cuore di stolti nella casa allegra. 5 Meglio ascoltare una minaccia del saggio, più che ascoltare il canto degli stolti. 6 Perché, come il rumore dei rovi sotto la pentola, così è il riso degli stolti, anche questa è vanità. 7 Perché il sopruso fa impazzire il saggio, un dono corrompe il cuore . 8 Meglio la fine di qualcosa, che il suo inizio. Meglio una lunghezza di vento che un’altezza di vento6 . 9 Non affaticarti dentro di te per non irritarti, perché la rabbia dimora nel seno degli stolti. 10 Non dire: poiché è accaduto, che i giorni passati erano migliori di questi? Perché non alla sapienza tu chiedi questo. 11 Buona è la saggezza unita all’eredità; è un vantaggio per chi vede il sole (i viventi). 12 Perché all’ombra della saggezza e all’ombra del denaro si vive; è un guadagno di più conoscere la saggezza, essa farà vivere i suoi possessori. 13 Guarda l’opera di Elohim, perché chi potrà raddrizzare ciò che è storto?7 . 14 Nel giorno buono, sii buono; nel giorno cattivo considera che questo come quello, è opera di Elohim; riguardo al fatto, l’uomo non scoprirà alcunché dopo di lui. 15 E tutto ho visto nei giorni della mia fatica: c’è un giusto che perisce nella sua giustizia; c’è un malvagio che vive a lungo nella sua malvagità. 16 Non sarai giusto di troppo, non diventerai saggio in eccesso: perché vuoi rovinarti? 17 Non sarai cattivo di troppo e non sarai stolto: perché morire quando non è la tua ora? 18 E’ bene che tua sia fermo in questo e anche in quello: non allentare la tua mano; chi avrà timore di Elohim riuscirà in tutto. 19 La sapienza renderà forte il saggio più di dieci potenti che furono nella città. 20 Perché, non c’è nessun giusto sulla terra che farà solo il bene e non peccherà. 21 Ancora, a tutte le chiacchiere che si dicono, non metterle nel tuo cuore, così non sentirai il tuo servo che t’ingiuria. 22 Poiché, molte volte, il tuo cuore lo sa, anche tu hai ingiuriato gli altri. 23 Tutto questo ho esaminato con sapienza, ho detto: diventerò saggio, ma lei (la sapienza) è lontana da me. 24 Lontano quel che è stato, e profondo, chi lo incontrerà? 25 Mi sono volto in giro io, il mio cuore, per conoscere, per investigare e cercare la sapienza; valutare e conoscere la malvagità, la stoltezza e la stupidità della follia. 26 Io trovo, amara più della morte, la donna; la quale è reti e trappole nel suo cuore, lacci nelle sue mani; uno buono davanti a Elohim, fugge da lei; colui che pecca è catturato da lei.8 27 Vedi, queste cose ho incontrato, ha detto Qohelet, una per una, per trovare la conclusione. 28 Ciò che ancora ho cercato nella mia vita e non ho trovato: un uomo su mille, ho trovato, ma, una donna fra tutte loro, non ho trovato. 29 Solo ho visto questo: ho incontrato che Elohim ha fatto gli uomini retti, ma essi cercano moltissime occupazioni.

CAP. 8

1 Chi è come il saggio? Chi conoscerà la spiegazione delle cose? La sapienza dell’uomo illuminerà il suo volto; la durezza del suo volto si trasforma. 2 Io bocca di re, (dico) : osserva gli ordini del re sulla parola giurata a Elohim. 3 Non ti turberai davanti a lui, camminerai; non ti fermerai in faccende cattive, perché tutto ciò che gli piacerà fare, lo farà! 4 In questo, la parola di re è sovrana, chi gli dirà: cosa stai facendo? 5 Chi osserva gli ordini non conosce cosa cattiva; tempo e giudizio conosce il cuore del saggio. 6 Perché in ogni piacere c’è un tempo e un giudizio, giacché la malvagità dell’uomo è molta su di lui.7 Perché non c’è nessuno che conosce cosa gli accadrà; perché nessuno gli riferirà come avverrà. 8 Non c’è uomo, padrone del suo respiro, da impedire il respiro, e non c’è governo nel giorno della morte, e non c’è missione nella battaglia, e non fuggirà la malvagità dal suo padrone. 9 Ho visto questo, da riflettere nel mio cuore, su ogni opera che si compie sotto il sole, al tempo in cui domina l’uomo contro l’uomo per il suo danno. 10 Così ho visto malvagi condotti al sepolcro; torneranno dal luogo santo e cammineranno e dimenticheranno, in città, ciò che (i malvagi sepolti) avevano fatto; anche questa è vanità. 11 Perché non c’è per un fatto, un decreto immediato per un’opera cattiva, per questo il cuore dei figli dell’uomo è pieno in loro di fare il male. 12 Perché, colui che sbaglia, che compie il male, cento volte si allunga per lui la vita; ma so anche che sarà un bene temere Elohim, per coloro che temeranno la sua presenza. 13 E bene non sarà per il malvagio e non si allungheranno i suoi giorni come l’ombra, perché non c’è in lui timore della presenza di Elohim. 14 C’è una vanità che si compie sulla terra, per la quale ci sono giusti ai quali tocca loro la sorte dei malvagi; e ci sono malvagi ai quali tocca loro la sorte dei giusti; ho detto che anche questa è vanità. 15 Io loderò la gioia, il piacere, perché non c’è niente di meglio per l’uomo, sotto il sole, se non mangiare e bere e divertirsi; questo lo accompagnerà nella sua fatica nei giorni della sua vita che Elohim gli darà sotto il sole. 16 Quando ho dato al mio cuore di conoscere la sapienza e di considerare le occupazioni che si compiono sulla terra – poiché né di giorno né di notte c’è sonno ai suoi occhi, non c’è per lui riposo – 17 ho visto che tutto è di Elohim; giacché l’uomo non potrà incontrare (conoscere) l’opera (di Elohim) che si compie sotto il sole, nella quale l’uomo si affatica di cercare, ma non troverà; anche se un sapiente dirà di sapere, non la potrà trovare.

CAP. 9 Tremendo capitolo!

1 Poiché tutto questo ho esaminato nel mio cuore per concludere tutto questo: i giusti e i saggi e le loro faccende sono nella mano di Elohim; anche l’amore, anche l’odio; non c’è conoscenza nell’uomo; il tutto è prima di loro. 2 Il tutto come per tutti una sorte unica: per il giusto e per il malvagio; per il buono, per il puro e per l’impuro; per chi offre sacrifici e per chi non fa sacrifici; come il buono così il cattivo; chi giura come per chi temerà di giurare. 3 Questo è un male in tutto ciò che si compie sotto il sole, perché la sorte è una per tutti. Il cuore dei figli dell’uomo è anche pieno di cattiveria e la stoltezza è nei loro cuori durante la loro vita, e dopo vanno verso i morti. 4 Chi è colui che è stato scelto? Fra tutti i viventi c’è speranza, perché un cane vivo è meglio di un leone morto (vs controverso). 5 Perché i viventi sanno che moriranno, ma i morti, loro non sanno niente; per loro non c’è più salario, perché si è dimenticato il loro ricordo. 6 Anche il loro amore, anche il loro odio anche la loro gelosia è già finita; non c’è per loro nessuna eredità per sempre, in tutto ciò che avviene sotto il sole. 7 Va’ mangia con gioia il tuo pane; e bevi con cuore allegro il tuo vino, perché Elohim ha già apprezzato le tue opere. 8 In ogni tempo siano i tuoi abiti bianchi e non sia mancante l’olio sulla tua testa. 9 Gusta la vita con la donna che ami, tutti i giorni di vita del tuo soffio che ti è dato sotto il sole; tutti i giorni del tuo soffio, perché questa è la tua “ricompensa” nella vita per la fatica con la quale ti affanni sotto il sole. 10 Tutto ciò che la tua mano, con la tua forza, riuscirà a compiere, fallo. Perché non c’è nessuna opera, nessun progetto né conoscenza, né sapienza nello Sceol dove tu stai andando. 11 Sono tornato a considerare sotto il sole che non s'addice ai leggeri la corsa; non ai forti la guerra e neanche ai sapienti il pane; neanche agli intelligenti la ricchezza, neanche agli scienziati la grazia, perché il tempo, un incidente accadrà a tutti. 12 Perché l’uomo non saprà neanche il suo tempo; come i pesci che restano impigliati nella rete cattiva, come gli uccelli catturati nel laccio, così saranno abbattuti i figli dell’uomo, in un momento fatale che cadrà su di loro all’improvviso. 13 Anche questo ho visto, un esempio di grande saggezza sotto il sole, grande a mio parere. 14 Una città piccola e uomini in essa pochi. Arrivò da lei un grande re, l’assediò e costruì intorno a lei grandi fortezze. 15 Si trovava in essa un uomo indigente e saggio, egli salvò la città con la sua sapienza, ma nessuno uomo ricordò quell’uomo indigente. 16 Ho detto io: meglio la saggezza che la forza; la sapienza dell’indigente è disprezzata, le sue parole non hanno chi le ascolta. 17 Le parole dei sapienti, nella calma, sono ascoltate più del grido di un capo di pazzi. 18 Meglio la saggezza che strumenti di guerra ma, uno sbaglio farà perire un bene grande.

CAP. 10

1 Mosche morte faranno puzzare l’olio del profumiere; un poco di follia, vale più della saggezza e della gloria. 2 Un cuore saggio, alla sua destra, un cuore stolto alla sua sinistra. 3 Anche nella strada lo stolto, quando camminerà, il suo cuore è senza carattere e dirà a tutti, quello è pazzo. 4 Se un vento di comando9 salirà contro di te, dal tuo posto non scendere, perché la calma darà riposo a molti peccati. 5 C’è un male che ho visto sotto il sole, una sbadataggine che è stata compiuta dal sovrano. 6 Sarà messa la stoltezza in luoghi molto elevati; i ricchi siederanno in basso. 7 Ho visto schiavi sopra cavalli e principi camminare come schiavi a terra. 8 Chi scava una fossa in essa può cadere; chi apre una breccia nel muro, un serpente potrebbe insidiarlo. 9 Chi spacca le pietre si potrebbe far male con esse; chi taglia legna può ferirsi con essa. 10 Se il ferro è smussato e le lame non vengono affilate, gli forzi saranno maggiori; il vantaggio è la saggezza. 11 Se il serpente morderà prima dell’incantesimo, non c’è guadagno per il padrone della lingua ( l’incantatore). 12 Le parole della bocca del saggio, sono grazie, ma le labbra dello stolto le inghiottiranno. 13 L’inizio delle parole della sua bocca stoltezza, la conclusione della sua bocca pazzia cattiva. 14 Lo stolto accrescerà le parole; non sa l’uomo cosa accadrà e che sarà del suo futuro, chi glielo dirà? 15 La fatica degli stolti lo colpirà, come quello che non sa andare in città. 16 Ahi! Per te paese, che il tuo re è un ragazzo e i tuoi principi al mattino banchettano. 17 Complimenti a te paese, che il tuo re è figlio di nobili e i tuoi principi mangiano a tempo opportuno e per nutrirsi, non per ubriacarsi. 18 Per le mani indolenti crollerà il tetto; per l’inerzia delle mani sgocciolerà la casa. 19 Per ridere fanno pane (banchettano); il vino rallegrerà la vita e il denaro risponderà per il tutto. 20 Anche in cuor tuo, del re non dire maledizioni; nelle stanze del tuo riposo, del ricco potente, non dire maledizioni, perché un uccello del cielo farà giungere la voce e un signore con le ali potrebbe riferire la cosa.

CAP. 11

1 Getta il tuo pane sulla superficie delle acque, perché in grande quantità di giorni lo ritroverai. 2 Fa’ sette o anche otto parti, perché tu non puoi sapere quale disgrazia accadrà sulla terra. 3 Se si riempiranno le nubi, rovesceranno pioggia sulla terra; se cadrà un albero, verso meridione, se cadrà verso settentrione, nella direzione dove cadrà l’albero, là saranno. 4 Chi è attento al vento non seminerà, chi guarda le nuvole non miete. 5 Come tu non conosci qual è la via del vento, come sono le ossa nel ventre della gravida, così non conosci l’opera di Elohim che farà tutto. 6 Al mattino semina il tuo seme e alla sera la tua mano non riposi, perché tu non conosci quale lavoro sarà azzeccato: questo o quello e se tutti e due; e se uno quale dei due sarà buono? 7 Dolce è la luce e bello per gli occhi vedere il sole. 8 Perché se l’uomo vivrà molti anni, tutti interi se li godrà e ricorderà i giorni della tenebra che saranno molti. Tutto ciò che avviene è vanità. 9 Rallegrati giovane nella tua fanciullezza e sia contento il tuo cuore nei giorni della tua giovinezza; segui le strade del cuore e le visioni dei tuoi occhi, ma sappi che su tutto questo, Elohim ti porterà in giudizio. 10 Metti a tacere il risentimento del tuo cuore e fa allontanare il dolore dal tuo corpo, perché la fanciullezza e la giovinezza sono un soffio.

CAP. 12

1 Ricorda i tuoi creatori nei giorni della tua fanciullezza, fin quando non giungeranno i giorni del male e ti toccheranno anni dei quali dirai: non c’è niente per me in essi di gradevole. 2 Fin quando non si oscuri il sole, la luce, la luna e le stelle e tornino le nubi dopo la pioggia. 3 Nel giorno in cui si curveranno i guardiani della casa, e si piegheranno gli uomini di valore e cesseranno le macine perché poche e buie quelle che vedono dalle finestre. 4 Si chiuderanno i battenti sulla strada, quando si abbasserà il rumore della macina, si alzerà la voce del passero e si abbasseranno tutte le figlie del canto. 5 Anche dall’altezza si temeranno gli spaventi della strada, sarà disprezzato il mandorlo, e sarà un peso la locusta, e senza effetto il cappero. Perché l’uomo cammina verso la casa del suo “per sempre” e si aggireranno nel mercato quelli dei funerali. 6 Fin quando non si rompa il filo d’argento e si infranga la lucerna d’oro. E si rompa l’anfora alla fonte e la carrucola cada nel pozzo. 7 E tornerà la polvere sulla terra come era e il fiato tornerà verso Elohim che l’aveva dato. 8 Vanità delle vanità ha detto Qohelet, tutto è vanità.

L’epilogo è opera forse di un suo discepolo, certo del redattore che trasmise l’operetta di Qohelet.

9 Oltre che saggio, Qohelet insegnò anche conoscenza al popolo e ascoltò, esaminò e raddrizzò molti proverbi. 10 Cercò Qohelet di trovare parole corrette e scrisse con rettitudine parole di verità. 11 Parole dei saggi come pungoli e come chiodi piantati, dalle persone colte dell'assemblea, raccolti da un solo pastore. 12 E oltre di essi, figlio mio, stai attento: fare libri molti non c’è mai fine, e molto studio affatica la carne. 13 In fine una parola, il tutto è stato ascoltato, temi Elohim, i suoi precetti osserva, perché questo è tutto l’uomo. 14 Perché tutto ciò che è stato fatto, Elohim porterà in giudizio su tutto ciò che è nascosto, sia buono sia malvagio.

FINE

1 Il cuore è l’organo di tutti i pensieri, dei sentimenti, dei desideri etc. “parlare col cuore” significa riflettere , pensare fra sé e sé etc.

2 Schiavi nati in casa.

3 Versetto non chiaro, il riferimento forse è sempre Elohim.

4Forse allude a un fatto storico.

5 Versetto un po' oscuro.

6Meglio lenti che svelti

7 Se si traduce torto invece di storto, anche il verbo va cambiato.

8Questa misoginia di Qohelet è un po' inaspettata.

9Desiderio di potere