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Dal Libro dei Giudici capitoli 19-20, traduzione di Egidio Papetti dal TM
Introduzione: Il racconto della guerra contro Beniamino, la tribù che occupava il territorio a nord di Gerusalemme, nella Bibbia è collocata in un tempo arcaico quasi mitologico, prima dell’avvento della monarchia. E il pretesto della guerra condotta dagli israeliti contro la tribù di Beniamino è uno stupro di gruppo ai danni della concubina di un levita, compiuto dai cittadini di Gabaa dove il levita si era fermato a dormire. La morte della concubina a causa delle violenze subite, scatena la ritorsione degli israeliti contro gli abitanti di Gabaa. In verità, secondo gli storici, attingendo a fonti extra bibliche e a vari indizi presenti nella Bibbia ebraica in particolare nel 1° libro di Samuele e nel Libro delle Cronache, sappiamo che la distruzione di Beniamino è certamente un fatto storico. Occorre ricordare che Gabaa era la città di Saul il primo re d’Israele e che a lui vanno attribuite le molte guerre contro i filistei, per tanto tempo padroni e dominatori degli israeliti; e che il territorio di Beniamino, situato a nord di Gerusalemme, faceva parte del regno di Israele fin dai tempi di Omri il fondatore della dinastia del regno d’Israele; Il prof. Giovanni Garbini sostiene che al tempo del re Ieu, diventato tale in seguito a una rivolta di palazzo, il governatore di Beniamino abbia colto l’occasione per proclamare l’indipendenza di Beniamino dal regno di Israele e che fosse lo stesso Saul l’autore di questo sollevamento. Ma, la repressione di Ieu non si fece attendere e la tribù fu distrutta. (Cfr. Giovanni Garbini: “Scrivere la Storia d’Israele” pag.87 edizioni Paideia).
CAP. 19
1 Accadde nei giorni nei quali non c’era re in Israele. Accadde che un levita, forestiero sulle zone interne della montagna di Efraim, prese una donna come concubina da Betlemme di Giuda. 2 La sua concubina gli fu infedele1 e andò via da lui per la casa di suo padre a Betlemme di Giuda e visse là circa i giorni di quattro mesi. 3 Il suo uomo si alzò e andò da lei per parlare al suo cuore e per farla tornare da lui; era con lui un suo garzone e una coppia di asini; lo fece entrare nella casa di suo padre; il padre della ragazza lo vide e fu felice di incontrarlo. 4 Suo suocero, padre della ragazza, insistette con lui e abitò con lui tre giorni, mangiavano e bevevano e passavano la notte lì. 5 Accadde il quarto giorno; si alzarono presto al mattino; si alzò per partire ma, disse il padre della ragazza a suo genero: sostieni il tuo cuore, un boccone di pane, dopo andrete. 6 Si fermò e mangiarono entrambi insieme e bevettero e disse il padre della giovane all’uomo: degnati per favore di passare la notte e starà bene il tuo cuore. 7 Si alzò l’uomo per partire; insistette con lui suo suocero e passò lì la notte. 8 La mattina del quinto giorno si alzarono presto per partire ma, disse il padre della ragazza; sostieni dunque il tuo cuore e indugiarono fino al finire del giorno; mangiarono entrambi insieme. 9 Si alzò l’uomo per partire, lui , la sua concubina e il suo garzone ma, gli disse il suocero, padre della fanciulla, ecco dunque, la fine del giorno è vicina, passate la notte per favore; ecco, il giorno declina, passa la notte qui e starà bene il tuo cuore, domani vi alzerete presto per il vostro viaggio e andrai alla tua tenda. 10 Ma l’uomo non volle passare la notte, si alzò e partì e giunse di fronte a Jebus, cioè Gerusalemme, e con lui la coppia di asini sellati, e la sua concubina con lui. 11 Essi erano vicini a Jebus e il giorno era molto calato, disse il garzone al suo padrone: andiamo dunque, avviciniamoci a questa città dei Ghebusei2 e passiamo la notte in essa. 12 Gli rispose il suo padrone, non ci avvicineremo a una città di stranieri che non sono tra i figli d’Israele, ecco proseguiamo fino a Ghibea (Gabaa). 13 Poi disse al suo garzone: va’ ci avvicineremo a uno di questi luoghi e passeremo la notte a Ghibea o a Rama. 14 Proseguirono e andarono a Ghibea che è di Beniamino e giunse per essi la fine del sole (tramonto). 15 Si avvicinarono per entrare e passare la notte a Ghibea; entrò e si fermò nella piazza della città; non c’era nessuno ad accoglierli nella propria casa per passare la notte. 16 Ecco, un uomo vecchio tornava alla sera dal suo lavoro dalla campagna; l’uomo era della montagna di Efraim, era forestiero a Ghibea, ma gli uomini di quel luogo era Beniaminiti3. 17 Alzò gli occhi e vide il viandante nella piazza della città e il vecchio domandò: dove vai e da dove vieni? 18 Gli rispose: noi passiamo da Betlemme di Giuda fino alle zone interne della montagna di Efraim, io sono di là. Sono andato fino a Betlemme di Giuda e andrò alla casa di Yhwh ma, non c’è nessuno che mi accoglie nella sua casa. 19 C’è paglia e anche biada per i nostri asini; c’è anche pane e vino per me e per la tua schiava e per il ragazzo con i tuoi servi, non c’è penuria di niente. 20 Disse l’uomo vecchio, pace a te, tutto quello che ti manca sia a mio carico, basta che tu non passi la notte in piazza. 21 E lo condusse nella sua casa, foraggiò gli asini, si lavarono i piedi, mangiarono e bevettero. 22 Essi, facevano star bene il loro cuore,4 ed ecco gli uomini della città, uomini figli di Belial5, circondarono la casa bussando forte alla porta e parlarono al padrone di casa, al vecchio, dicendo: fa’ uscire l’uomo che è entrato nella tua casa e noi lo conosceremo (lo abuseremo)6 23 Uscì da loro il padrone di casa e disse loro: no fratelli miei! Non lo abusate, per favore non fate questa follia dopo che quest’uomo è entrato nella mia casa! 24 Ecco mia figlia la vergine e la sua concubina, permettetemi che le faccia uscire per voi, stupratele e fate loro ciò che vi piace.7 Ma, a quest’uomo non fate una cosa di tale infamia. 25 Ma gli uomini non vollero ascoltarlo; allora l’uomo afferrò la sua concubina, uscì fuori da loro e la violentarono e abusarono di lei tutta la notte fino al mattino e la lasciarono andare al sorgere dell’aurora. 26 La donna giunse, al volgere del mattino, cadde sulla porta della casa dell’uomo, dove stava il suo padrone, fin che fu giorno. 27 Il suo padrone al mattino si alzò e aprì le porte della casa; uscì per riprendere il suo viaggio. Ed ecco, la donna concubina giaceva sulla porta di casa e le sue mani sulla soglia. 28 Le disse: alzati e andiamo; ma non ci fu risposta; la caricò sull’asino, l’uomo si alzò e partì per il suo luogo. 29 Giunto a casa sua, prese un coltello, afferrò la sua concubina e la smembrò in dodici pezzi e la mandò in tutto il territorio d’Israele. 30 Accadeva che chiunque la vedesse diceva: non c’è mai stata, non s’è mai vista cosa come questa, dal giorno che i figli d’Israele uscirono dal paese d’Egitto fino ad oggi; decidete voi per lei; deliberate e parlate.
CAP. 20
1 Uscirono tutti i figli d’Israele; l’assemblea si riunì, come un solo uomo, da Dan fino a Berseba, a Mizpa terra di Ghilad davanti a Yhwh. 2 Si mobilitarono tutti i capi del popolo, tutte le tribù d’Israele nell’assemblea del popolo di Elohim: quattrocento uomini di fanteria armati di spada. 3 I figli di Beniamino vennero a sapere che i figli d’Israele salivano a Mizpa. I figli d’Israele chiesero: com’è accaduta questa infamia? 4 Il levita, l’uomo della donna che era stata uccisa, rispose e disse: Giunsi a Ghibea di Beniamino, io e la mia concubina per passare la notte. 5 Ma, si levarono contro di me, i padroni di Ghibea, e circondarono la casa di notte, contro di me; pensavano di uccidere me, invece violentarono la mia concubina fino a farla morire. 6 Allora afferrai la mia concubina, la feci a pezzi e la mandai in tutto il territorio dell’eredità di Israele8, perché avevano compiuto un’infamia insensata in Israele. 7 Ecco, voi tutti figli d’Israele, presenti voi qui, cosa consigliate? 8/9 Il popolo si alzò, come un solo uomo, dicendo: nessuno andrà alla propria tenda; nessuno si avvicinerà alla propria casa; adesso la cosa che faremo a Ghibea è questa: contro di lei tireremo a sorte. 10 Presero dieci uomini fra cento di tutte le tribù d’Israele, cento di mille e mille di diecimila, per procurare selvaggina al popolo, per consentire di assalire Ghibea di Beniamino per l’infamia che aveva in Israele. 11 Tutti gli uomini d’Israele si unirono contro la città, come un solo uomo, alleati. 12 Le tribù d’Israele mandarono uomini a tutti i clan di Beniamino per chiedere: cos’è quest’infamia che è stata compiuta da voi? 13 Ora, dateci gli uomini di Ghibea, figli di Belial, così che noi uccideremo e bruceremo il male in Israele. Non vollero i Beniaminiti ascoltare la voce dei loro fratelli figli d’Israele. 14 I figli di Beniamino, dalle città si riunirono a Ghibea per uscire in battaglia contro i figlio d’Israele. 15 I figli di Beniamino dalle città arruolarono in quel giorno ventiseimila uomini, armati di spada; oltre gli abitanti di Ghibea, furono arruolati settecento uomini scelti. 16 Di tutto questo esercito, settecento uomini scelti avevano inabile la mano destra9. Ciascuno di questi lanciava pietre con la fionda contro un cappello e non sbagliava. 17 Gli uomini d’Israele, escludendo Beniamino, arruolarono quattrocentomila uomini armati di spada, tutti costoro erano uomini di guerra. 18 Levatisi, si recarono a Bet-El e interrogarono il loro Elohim dicendo: chi salirà di noi per primo in battaglia contro i figli di Beniamino? Rispose Yhwh: Giuda sarà il primo. 19 I figli d’Israele si alzarono al mattino e si accamparono contro Ghibea. 20 L’esercito d’Israele uscì per combattere contro Beniamino e si schierarono in battaglia contro di loro i figli d’Israele presso Ghibea. 21 I figli di Beniamino uscirono da Ghibea e quel giorno stesero a terra ventiduemila uomini di Israele. 22 Il popolo riprese vigore; l’esercito d’Israele si radunò per schierarsi in battaglia nello stesso luogo dove si era schierato il giorno prima. 23 I figli d’Israele salirono e piansero davanti a Yhwh fino a sera e chiesero a Yhwh dicendo: devo avvicinarmi di nuovo in battaglia contro i figli di Beniamino, miei fratelli? Rispose Yhwh: salite contro di lui! 24 I figli d’Israele si avvicinarono ai figli di Beniamino nel secondo giorno. 25 Beniamino uscì da Ghibea per incontrali il secondo giorno e stesero a terra dei figli d’Israele, ancora diciottomila uomini, tutti costoro armati di spada. 26 Salirono tutti i figli d’Israele e tutto il popolo e giunsero a Bet-El, piansero e stettero là davanti a Yhwh; quel giorno digiunarono fino a sera e fecero sacrifici di comunione davanti a Yhwh. 27/28 I figli d’Israele domandarono a Yhwh dicendo: – c’era in quei giorni l’arca dell’alleanza di Elohim, Pincas, figlio di Eleazaro, figlio di Aronne, stava davanti ad essa - devo avvicinarmi ancora per questa guerra con i figli di Beniamino, miei fratelli o devo cessare? Rispose Yhwh: salite, perché domani lo darò nella tua mano. 29 Israele approntò intorno a Ghibea degli agguati. 30 Salirono i figli d’Israele contro i figli di Beniamino nel terzo giorno e si schierarono contro Ghibea come le altre volte. 31 I figli di Beniamino uscirono per incontrare il popolo; si allontanarono dalla città; cominciarono a colpire fra il popolo ferendo gravemente sul campo circa trenta uomini d’Israele, come le altre volte, lungo il percorso che sale uno a Bet-El e uno a Ghibea. 32 Dissero i figli di Beniamino: essi sono sconfitti davanti a noi come la prima volta; ma i figli d’Israele dissero: fuggiamo, allontaniamoci dalla città lungo i percorsi. 33 Tutti gli uomini d’Israele si levano dal loro posto e si schierano a Baal-Teman; quelli d’Israele in agguato balzano con violenza dal loro posto, a occidente di Ghibea, 34 giungono così di fronte a Ghibea dieci mila uomini scelti di tutto Israele e la battaglia si fa pesante. Essi (i beniaminiti) non sapevano che incombeva su di loro la disfatta! 35 Yhwh, sconfisse Beniamino davanti a Israele; in quel giorno i figli d’Israele fecero strage in Beniamino di venticinquemilacento uomini, tutti costoro sguainavano la spada. 36 I figli di Beniamino si avvidero di essere stati sconfitti.10 37 Quelli che erano in agguato rapidamente assalirono Ghibea e passarono a fil di spada tutta la città. 38 Gli uomini di Israele avevano convenuto con quelli dell’agguato di spada che, per farli tornare avrebbero fatto innalzare una fumata dalla città. 39 Invertirono la direzione gli uomini d’Israele nella battaglia e Beniamino incominciò a colpire gravemente degli uomini d’Israele, circa trenta uomini, così dissero: certamente saranno sconfitti davanti a noi, come nella precedente battaglia. 40 Il segnale di fumo convenuto cominciò a salire dalla città, Beniamino si voltò dietro di sé ed ecco: l’intera città saliva (in fiamme) verso il cielo. 41 Gli uomini di Israele cambiarono direzione; fu terrorizzato l’esercito di Beniamino perché si avvide della grande disfatta su di sé. 42 Si voltarono davanti all’esercito d’Israele verso la strada del deserto, ma la battaglia li incalzava da vicino e quelli della città li distruggevano in mezzo a loro. 43 Accerchiarono Beniamino e lo inseguirono senza sosta, lo incalzarono fino davanti a Ghibea, a oriente del sole. 44 Caddero di Beniamino diciottomila uomini, tutti costoro erano uomini valorosi. 45 Si voltarono e fuggirono verso il deserto, verso la rupe di Rimmon; rastrellarono nelle strade cinquemila uomini e li incalzarono fino a Ghidom e colpirono di essi duemila uomini. 46 Fu così che tutti i caduti di Beniamino in quel giorno furono venticinquemila uomini, armati di spada e tutti costoro erano uomini valorosi. 47 Seicento uomini fecero dietrofront e fuggirono nel deserto verso la rupe di Rimmon e abitarono sulla rupe di Rimmon quattro mesi. 48 L’esercito d’Israele tornò verso i figli di Beniamino e passarono a fil di spada la popolazione illesa della città, fino al bestiame, fino a tutto ciò che incontrava, fino a tutte le città incontrate che venivano date alle fiamme.
FINE
1 Questo particolare è taciuto sia nella versione dei LXX sia nella Vulgata, anche la Cei lo nasconde traducendo con “si arrabbiò”.
2 I Ghebusei erano il popolo che abitava allora Gerusalemme.
3 Ben-iamin significa figli della destra.
4 Con questa frase, tradotta letteralmente, in ebraico indica sempre che si ubriacavano o almeno bevevano in abbondanza.
5 Belial è il nome di un demone, quindi gente iniqua.
6 Come noto, il verbo conoscere in ebraico è usato anche per indicare gli atti sessuali etero e omosessuali.
7 Letteralmente: “ciò che è meglio ai vostri occhi”
8 Con questa espressione: “eredità di Israele” si intende la terra promessa,conquistata con le guerre di Giosuè, intesa appunto come una eredità elargita da Yhwh.
9 Erano mancini.
10 La frase si interrompe così. Anche i versetti che seguono sono abbastanza confusi, forse si tratta di due versioni malamente accostate.