Le Storie della Bibbia

LE STORIE DELLA BIBBIA

martedì 16 maggio 2023

 

LA STORIA DI RIZPA' CONCUBINA DI SAUL

(2Samuele 21,1-14)

(Traduzione dal TM di Egidio Papetti)

 

Questo breve racconto che si trova nei capitoli conclusivi del secondo libro di Samuele è la storia di una donna che, privata dei suoi figli avuti da Saul, non potendo nulla contro l'ordine del re David, che li consegna ai Gabaoniti suoi alleati per consumare una loro vendetta, compie un gesto eroico per preservare da un ultimo insulto i loro cadaveri. Dopo essere stati trucidati insieme ai cinque figli di Mical la figlia di Saul, devono essere esposti alle intemperie fino a quando cesserà la carestia che imperversa nel paese. Rizpà allora prende un telo, ricopre con esso i cadaveri e li veglia giorno e notte affinché siano preservati dagli uccelli di giorno e dalle bestie selvatiche di notte, fino al sopraggiungere delle piogge che segneranno la fine della carestia. La sua veglia durerà dall'inizio della primavera fino alle piogge autunnali.

I Gabaoniti pretendevano di essere vendicati uccidendo sette membri della famiglia di Saul, perché lo accusavano di avere tentato e programmato di sterminarli. In verità nella Bibbia non c' è traccia di questo episodio fra le imprese attribuite a Saul, quasi tutte riferite alle guerre contro i Filistei.

I commentatori della gesta attribuite al re David e un poco malevoli circa le sue intenzioni, sottolineano che con questo gesto in favore dei Gabaoniti, egli liquida del tutto i discendenti di Saul che avrebbero potuto rivendicare il trono da lui occupato.

Molto interessante a parer mio è il paragone che fa Jean Luis Ska tra Antigone e Rizpà. Entrambe egli le interpreta come protagoniste del conflitto esistente tra il Diritto e la Legge. Le due eroine interpretano il diritto primordiale che esse rivendicano di pietà e di rispetto dei propri familiari esposti al ludibrio della legge interpretata nel caso di Rizpà dall'ordine di David di assecondare la vendetta dei Gabaoniti. (Cfr. Una goccia d'inchiostro. Pag.168 EDB 2008.

 

CAP. 21

1 Ci fu una carestia ai tempi di David, tre anni, un anno dopo l'altro. David interrogò il volto di Yhwh[1]. Rispose Yhwh: su Saul e sulla sua casa c'è il sangue di colui che fece morire i Gabaoniti. 2 Il re chiamò i Gabaoniti e parlò con loro; i Gabaoniti non erano dei figli d'Israele poiché essi non erano se non dei superstiti degli Amorrei; I figli d'Israele giurarono con loro[2] ma, Saul nel suo zelo per i figli d'Israele e di Giuda, cercò di ucciderli. 3 Disse David ai Gabaoniti: che cosa voi chiedete che io faccia per voi? In cosa posso risarcirvi affinché benediciate l'eredità di Yhwh? 4 Gli risposero i Gabaoniti: non c'è contenzioso di argento e oro con Saul e la sua casa, né c'è per noi nessuno da uccidere in Israele; disse ancora: ciò che voi chiedete io lo farò per voi. 5 Dissero al re: l'uomo che ci voleva distruggere e che progettava il nostro sterminio e di sussistere su tutto il territorio di Israele, 6 siano dati sette uomini dei suoi figli e li impiccheremo[3] davanti a Yhwh in Gaaba di Saul, prescelto di Yhwh. 7 Il re risparmiò Mefiboset[4] figlio di Gionata, figlio di Saul per il giuramento di Yhwh che tra loro, David e Gionata avevano intrecciato. 8 Prese il re i due figli di Rizpà, figlia di Aia, che aveva generato a Saul, Armonì e Mefiboset e i cinque figli di Mical[5], figlia di Saul, che generò a Adriel figlio di Barzilai di Mecolà. 9 Li consegnò in mano ai Gabaoniti e furono impalati sul monte davanti a Yhwh e i sette caddero insieme. Essi furono uccisi nei giorni della prima mietitura, all'inizio della mietitura dell'orzo. 10 Prese Rizpà figlia di Aia, un sacco e lo distese sulla roccia dall'inizio della mietitura fino al rovesciarsi della pioggia dal cielo su di essi[6] e non consentì agli uccelli del cielo di posarsi su di essi di giorno, e alle bestie selvatiche, di notte. 11 Fu riferito a David ciò che aveva fatto Rizpà, figlia di Aia, concubina di Saul. 12 Allora David andò e prese le ossa di Saul e le ossa di Gionata suo figlio, dai signori di Jabes di Ghilad, i quali le avevano rubate dalla piazza di Bet-Sean dove i filistei li avevano appesi nel giorno che i filistei uccisero Saul sul Ghilboe. 13 Levò da là le ossa di Saul e di Gionata suo figlio, e riunirono le ossa degli impiccati. 14 E furono sepolte le ossa di Saul e di Gionata suo figlio nella terra di Beniamino in Zela nella tomba di Kis suo padre. Fecero tutto ciò che aveva ordinato il re, dopo di che Elohim esaudì il paese[7].

 

NB: in questo breve testo le figlie di Saul, Mical e Merav, sono confuse tra loro, di seguito si riassumono i testi in cui si parla di loro.

 

In 1° Samuele 18,17 e ss. Saul promette a David di dargli in sposa la sua primogenita Merav che invece la diede in sposa a Adriel di Mecolà.

Nel cap. 18,29 e ss. Mical è innamorata di David e Saul la promette a David in sposa per 100 prepuzi dei Filistei.

Nel cap. 19, 11 e ss. Mical salva David dal padre che lo vuole uccidere e lo fa fuggire.

Nel cap. 25, 44 quando David sposa Abigail si viene a sapere che Saul aveva dato Mical  in sposa a Palti figlio di Lais  che abitava in Gallim.

In 2° Samuele cap.3,13 e ss. David ormai vittorioso intima a Is-Baal figlio di Saul di restituirgli Mical sua moglie che era andata sposa a Paltiel figlio di Lais.

In Cap. 6,23 si dice che Mical non ebbe più figli.



[1]In testo non dice in che modo e dove interpellò Yhwh.

[2]Di questo giuramento si scrive nel Libro di Giosuè cap. 9,3-27.

[3]E' difficile stabilire con quale supplizio siano stati giustiziati e poi esposti.

[4]Il nome qui è alterato per disprezzo il vero nome è Meriv-Baal.

[5]Mical è la figlia di Saul data in sposa a David che secondo 2 Sam 6,23 non ebbe figli.

[6]Segno della fine della siccità e quindi della carestia.

[7]Fece cessare la carestia.

 

STORIA DEL SANTUARIO DI MICA

Libro dei Giudici cap. 17-18 traduzione dal TM di Egidio Papetti

CAP 17

1 C’era un uomo della montagna di Efraim, il suo nome Mica, 2 disse a sua madre: i millecento sicli d’argento che ti hanno preso, anche una maledizione pronunciasti su di essi alle mie orecchie, ecco te li ho presi io; rispose sua madre: benedetto mio figlio per Yhwh. 3 Restituì i millecento sicli a sua madre; disse sua madre voglio consacrare il denaro di mia mano a Yhwh, a mio figlio affinché si faccia un idolo, una statua di metallo fuso, adesso io lo restituirò a te. 4 Gli restituì il denaro a sua madre; sua madre prese duecento sicli e li diede al fonditore per farne un idolo, una statua di metallo fuso, per collocarla nella casa di Mica. 5 L’uomo Mica possedeva una casa di Elohim (santuario), fece un efod e i terafim e riempì di potere uno dei suoi figli e divenne il suo sacerdote. 6 In quei tempi non c’era un re in Israele, per ognuno era giusto ai suoi occhi ciò che faceva. 7 Ci fu un giovane di Betlemme di Giuda, della tribù di Giuda egli era levita e là era forestiero. 8 L’uomo camminò dalla città di Betlemme di Giuda per sistemarsi dove avrebbe trovato, così arrivò sulle montagne di Efraim fino alla casa di Mica dove concluse il suo viaggio. 9 Gli chiese Mica di dove venisse, gli rispose il levita: io sono di Betlemme di Giuda, ho camminato per sistemarmi dove troverò. 10 Gli disse Mica: fermati da me, sarai per me padre e sacerdote, io ti darò dieci sicli al giorno e disporrai di abiti e di sostentamento. Entrò il levita. 11 Il levita decise di abitare da quell’uomo e il giovane fu per lui come suo figlio. 12 Riempì Mica la mano del levita e il giovane fu per lui il sacerdote e fu nella casa di Mica. 13 Disse Mica: adesso so che Yhwh mi farà del bene perché il levita sacerdote è mio.

CAP: 18

1 In quegli anni non c’era un re in Israele e in quegli anni la tribù di Dan, cercava per sé un’eredità (territorio) per abitarvi, perché non era caduta su di essa, fino a quel giorno, nessuna eredità fra le tribù d’Israele. 2 I figli di Dan inviarono cinque uomini della loro tribù dai loro confini, uomini di valore, da Zara e da Estol per esplorare il paese e indagarlo e dissero loro: andate e esplorate il paese. Essi arrivarono sulle montagne di Efraim fino alla casa di Mica e passarono la notte lì. 3 Essi erano vicini alla casa di Mica e riconobbero la voce del giovane levita e avvicinandosi gli dissero: chi ti ha fatto arrivare qui e che cosa fai in questo luogo e cosa è tuo qui? 4 Rispose loro: questo e quello mi ha fatto Mica, mi ha dato un salario e sono per lui sacerdote. 5 Interpella per favore Elohim, vogliamo sapere se il nostro viaggio riuscirà se dove andiamo avrà successo. 6 Il sacerdote rispose loro: andate in pace, il vostro viaggio che state facendo è presente a Yhwh. 7 Partirono i cinque uomini e giunsero a Lais e videro che il popolo che vi risiedeva abitava in sicurezza, secondo le leggi dei Sidoni ed erano tranquilli e sicuri; non c’era nel paese chi li sfruttasse; di ricchezza erano ben forniti; lontano dai Sidoni e non erano in relazioni con altra gente. 8 Tornarono dai loro fratelli a Zara e a Estol e i loro fratelli chiesero loro: che notizie avete? 9 Risposero: alziamoci e saliamo da loro perché abbiamo visto il paese ed ecco, è molto buono. E voi pigroni non siate indolenti andate a conquistare il paese. 10 Quando arriverete, troverete un popolo fiducioso e un grande paese, sappiate che Elohim lo darà nelle vostre mani; un posto dove non c’è penuria di tutto ciò che c’è sulla terra. 11 Da lì si misero in marcia da Zara e da Estol seicento uomini della famiglia dei daniti, armati per combattere. 12 Partirono e si accamparono a Kiriat-Jearim, per questo chiamarono quel posto Campo di Dan fino ad oggi; esso è alle spalle di Kiriat-Jearim. 13 Da lì passarono la montagna di Efraim e giunsero fino alla casa di Mica. 14 Nel rispondere, i cinque uomini che erano andati a esplorare il paese di Lais, dissero anche ai loro fratelli: sapete che in quelle case c’è un efod, i terafim e una statua di metallo fuso? Adesso sapete cosa fare! 15 Essi si separarono e giunsero alla casa del giovane levita, alla casa di Mica e gli augurarono benessere. 16 I seicento uomini armati per combattere, figli di Dan, stavano all’ingresso della porta. 17 I cinque uomini che erano andati a esplorare il paese, s’incamminarono ed entrarono, presero la statua di metallo fuso, l’efod, i terafim e il sacerdote stava all’ingresso della porta, così anche i seicento uomini armati per combattere. 18 Quelli entrati nella casa di Mica presero la statua di metallo fuso, l’efod, i terafim e il sacerdote chiese loro: cosa state facendo? 19 Gli risposero: taci! Metti la tua mano sulla bocca e vieni con noi, sarai per noi padre e sacerdote; è meglio che tu sia sacerdote per la casa di uno solo oppure che tu sia sacerdote per una tribù e un clan d’Israele? 20 Si colmò di gioia il cuore del sacerdote; prese l’efod, i terafim, la statua ed entrò in mezzo a quella gente. 21 Si allontanarono, e partirono mettendo i piccoli, il bestiame e i loro beni dinnanzi a loro. 22 Essi si erano allontanati dalla casa di Mica e alcuni uomini, che stavano nelle case vicine a quella di Mica, si mobilitarono e attaccarono i figli di Dan. 23 Essi chiamarono i figli di Dan che volsero la loro faccia e chiesero a Mica: cosa vuoi perché gridi? 24 Rispose: avete preso il mio dio che ho fatto io e il sacerdote e ve ne andate! Che cosa mi resta ancora? E mi chiedete che cosa vuoi? 25 Gli risposero i figli di Dan: non si senta la tua voce vicino a noi, perché non si scaglino contro di voi per colpire, uomini incattiviti, la vita e la tua accozzaglia, la tua stessa vita e la vita della tua casa. 26 Proseguirono i figli di Dan il loro viaggio, Mica vide che erano più forti di lui, voltò la faccia e tornò a casa. 27 Essi presero ciò che aveva fatto Mica, il sacerdote che era suo e giunsero a Lais. Presso quel popolo tranquillo e fiducioso, passarono tutti a fil di spada e incendiarono la città col fuoco. 28 Non c’era chi l’aiutasse perché lontana da Sidone e nessuno di essi aveva relazioni con altri; essa era nella valle di Bet-Recob; ricostruirono la città e la abitarono. 29 Chiamarono il nome della città Dan dal nome Dan loro padre che era stato generato da Israele. Una volta Lais era il suo primo nome. 30 I figli di Dan innalzarono per loro una statua e Gionata figlio di Ghersom figlio di Mosè e i suoi figli furono sacerdoti della tribù dei figli di Dan fino alla deportazione del paese. 31 Innalzarono per loro la statua che Mica aveva fatto, tutti i giorni dell’esistenza della casa di Elohim (santuario) in Silo.

 

STORIA DEL PROFETA ELISEO

(Dal 2° Libro dei Re capitoli 1-8 traduzione dal TM di Egidio Papetti)

CAP 1

 1 Moab si ribellò a Israele dopo la morte di Acab. 2 Acazia cadde dalla veranda della sua abitazione superiore in Samaria e restò infermo. Mandò messaggeri dicendo loro: andate a consultare Baal –Zebub dio di Echeron, se guarirò da questa infermità. 3 L’angelo di Yhwh parlò a Elia il tisbita, alzati, sali a incontrare i messaggeri del re di Samaria per dire loro: forse non c’è un Elohim in Israele che voi andate a consultare Baal-Zebub dio di Echeron? 4 Per questo così dice Yhwh: il letto sul quale sei salito da lì non scenderai perché certamente morirai. 5 Tornarono i messaggeri dal re che chiese loro: cos’è questo vostro ritorno? 6 Risposero: un uomo salì per incontrarci e ci disse: andate, tornate dal re che vi ha mandato e ditegli, così dice Yhwh: non c’è forse un Elohim in Israele? Tu mandi a consultare Baal-Zebub dio di Echeron? 7 Il re parlò loro dicendo: che costume aveva l’uomo che è salito per incontrarvi dicendo a voi codeste parole? 8 Gli risposero: un uomo con su una pelle; una cintura di cuoio cingeva i suoi fianchi; disse: è Elia il tisbita! 9 Inviò contro di lui un comandante di cinquanta e i suoi cinquanta. Egli salì da lui ed ecco, stava sulla cima del monte e gli disse: uomo di Elohim il re ordina scendi! 10 Elia rispose e disse al comandante dei cinquanta: se io sono uomo di Elohim, scenda un fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta. Discese un fuoco dal cielo e divorò lui e i suoi cinquanta. 11 Di nuovo gli mandò ancora un comandante di cinquanta e i suoi cinquanta. Rispose e gli parlò: uomo di Elohim così dice il re scendi dalla montagna! 12 Rispose Elia dicendogli: se io sono uomo di Elohim scenda un fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta. Scese un fuoco dal cielo e divorò lui e i suoi cinquanta. 13 Di nuovo inviò un comandante di cinquanta, la terza volta, e i suoi cinquanta. Salì e giunse il comandante di cinquanta, il terzo; si inchinò sulle sue ginocchia fino a toccare Elia al fine di impietosirlo e gli disse: uomo di Elohim ti sia preziosa per favore la mia vita e la vita dei tuoi schiavi, questi cinquanta davanti a te. 14 Ecco, scese un fuoco dal cielo e divorò entrambi i comandanti di cinquanta, i comandanti e i loro cinquanta. Ora ti sia preziosa la mia vita ai tuoi occhi. 15 Disse l’angelo di Yhwh a Elia: scendi con lui, non aver timore della sua faccia. Si alzò e scese con lui dal re. 16 Parlò dicendogli, così dice Yhwh: poiché hai mandato messaggeri a consultare Baal-Zebub dio di Echeron, non c’era forse un Elohim da consultare la sua parola? Per questo dal letto sul quale sei salito di lì non scenderai, perché certamente morirai. 17 Morì secondo la parola di Yhwh come aveva detto Elia. Al suo posto divenne re Joram, nell’anno secondo di Joram figli di Giosafat re di Giuda, perché non aveva un figlio. 18 Il resto delle gesta di Acazia non sono forse scritte nel libro delle gesta dei tempi dei re d’Israele?

 CAP: 2

 1 Accadde quando Yhwh stava facendo salire Elia nel turbine del cielo. Partirono Elia e Eliseo da Gàlgala. 2 Disse Elia a Eliseo: resta qui per favore perché Yhwh mi manda fino a Betel. Rispose Eliseo, per la vita di Yhwh, per la vita tua, non ti abbandono. Scesero a Betel. 3 I figli dei profeti che erano a Betel, uscirono incontro a Eliseo e gli chiesero: tu sai che oggi Yhwh prenderà il tuo signore da sopra la tua testa? Anch’io l’ho saputo, tacete! 4 Gli disse Elia, Eliseo resta qui per favore, perché Yhwh mi manda a Gerico. Rispose, per la vita di Yhwh e per la tua vita, non ti abbandono e arrivarono a Gerico. 5 I figli dei profeti che erano a Gerico si avvicinarono a Eliseo e gli dissero: lo sai che oggi Yhwh prenderà il tuo signore da sopra la tua testa? Rispose anch’io l’ho saputo, tacete! 6 Gli disse Elia, resta qui per favore perché Yhwh mi manda al Giordano, rispose: per la vita di Yhwh, per la tua stessa vita io non ti abbandonerò e insieme partirono. 7 Cinquanta uomini dei figli dei profeti si incamminarono e si fermarono prima da lontano, mentre i due si fermarono al Giordano. 8 Elia prese il suo mantello, lo arrotolò e colpì le acque; si divisero di qua e di là e attraversarono entrambi all’asciutto. 9 Accadde mentre passavano, Elia disse a Eliseo: chiedi cosa io possa fare per te prima che me ne vada da te. 10 Rispose Eliseo: siano dunque due parti del tuo essere su di me.[1] 11 Disse: sei incorreggibile, chiedi una cosa difficile. Se riuscirai a vedermi portato via da te, accada così per te, altrimenti non accadrà. 11 Accadde, mentre essi camminavano e camminando parlavano, ecco, un carro di fuoco e cavalli di fuoco si intromisero fra loro due, Elia salì nel turbine verso il cielo. 12 Eliseo lo guardò gridando: padre mio, padre mio, carro d’Israele e suoi destrieri! E non lo vide più. 13 Eliseo sollevò il mantello che era caduto a Elia e tornò a Gerico verso il Giordano. 14 Prese il mantello di Elia che gli era caduto e colpì le acque dicendo: dov’è Yhwh Elohim di Elia, si quello! Colpì le acque ed ecco che esse si divisero di qua e di là, Eliseo attraversò. 15 I figli dei profeti che erano in Gerico se lo videro davanti e dissero: lo spirito di Elia si è indirizzato su Eliseo, gli andarono incontro e gli si prostrarono a terra. 16 Gli dissero, ecco dunque ci sono cinquanta uomini tuoi servi, uomini forti, partiranno e cercheranno il tuo signore, se il vento di Yhwh l’ha sollevato e deposto su uno dei monti oppure in una delle valli, rispose: non mandateli. 17 Insistettero con lui fino a convincerlo e disse: mandali! Mandarono cinquanta uomini e lo cercarono per tre giorni e non lo trovarono. 18 Tornarono da lui, egli stava a Gerico e disse loro: non vi avevo forse detto di non andare? 19 Dissero gli uomini della città a Eliseo: ecco dunque una bella dimora come vedi mio signore ma, le acque sono perniciose e la terra fa abortire. 20 Disse: prendetemi una scodella nuova, mettete dentro del sale, la presero per lui. 21 Uscì presso il luogo dove sgorgavano le acque, vi gettò il sale e disse, così dice Yhwh: guarisco le acque, queste non saranno più causa di morte e di aborti. 22 Furono guarite le acque fino ad oggi, secondo le parole che Eliseo pronunciò. 23 Da lì salì verso Betel; egli camminava per la strada e dei giovani ragazzi uscirono dalla città; si facevano beffe di lui dicendo: sali pelato, sali pelato. 24 Si volse indietro, li guardò  e li maledì  nel nome di Yhwh, allora due orse uscirono dal bosco e di essi sbranarono quarantadue fanciulli. 25 Da lì partì verso il monte Carmelo e da là a Samaria.

 CAP. 3

 1 Joram figlio di Acab fu re d’Israele in Samaria nell’anno diciottesimo di Giosafat re di Giuda, e regnò dodici anni. 2 Fece il male agli occhi di Yhwh, sebbene non come suo padre e come sua madre; rimosse la stele di Baal che aveva fatto suo padre. 3 Eccetto questo fatto, nel peccare non si allontanò da Geroboamo figlio di Nebat, che fece peccare Israele. 4 Mesa, re di Moab era un allevatore e portava al re d’Israele centomila agnelli e centomila arieti lanosi. 5 Quando Acab morì, il re di Moab si ribellò contro il re d’Israele. 6 Uscì il re Joram quel giorno da Samaria e passò in rassegna tutto Israele. 7 Partì e mandò a dire a Giosafat re di Giuda, il re Moab si è ribellato contro di me, vieni con me contro Moab a combattere? Io salirò! Io sono come te, il mio popolo come il tuo popolo, i miei cavalli come i tuoi cavalli. 8 Chiese: dov’è la strada che saliremo? Rispose: la via del deserto di Edom. 9 Partì il re di Israele, il re di Giuda e il re di Edom; girarono intorno per sette giorni; non c’era acqua né per i soldati né per gli animali che li seguivano. 10 Disse il re d’Israele: ahimè, così Yhwh ha chiamato questi tre re per darli nelle mani di Moab. 11 Chiese Giosafat non c’è qui un profeta di Yhwh, per interpellare Yhwh per mezzo di lui? Rispose uno dei servi del re d’Israele e disse: qui c’è Eliseo figlio di Safat, che spargeva acqua sulle mani di Elia. 12 Disse Giosafat: c’è in lui la parola di Yhwh. Scesero da lui il re d’Israele, Giosafat e il re di Edom. 13 Disse Eliseo al re d’Israele: che c’entro io? Va per te dai profeti di tuo padre e dai profeti di tua madre. Gli rispose il re d’Israele: no! Perché Yhwh ha chiamato questi tre re per darli nelle mani di Moab. 14 Disse Eliseo: per la vita di Yhwh degli eserciti, del quale io sto alla sua presenza, se non fosse per la faccia di Giosafat re di Giuda, che io rispetto, io non ti guarderei e nemmeno ti vedrei. 15 Adesso portatemi un suonatore; accadde che mentre il suonatore suonava, cadde su Eliseo la mano di Yhwh. 16 Così dice Yhwh: scavate in questo torrente molte fosse. 17 Poiché così dice Yhwh: non vedrete vento e non vedrete pioggia, ma quel torrente di riempirà di acqua e berrete voi, le vostre greggi e il vostro bestiame. 18 Questo è poco agli occhi di Yhwh, egli darà Moab nelle vostre mani. 19 Colpirete tutte le città fortificate e tutte le principali città; abbatterete tutti gli alberi buoni; e tutte le sorgenti di acqua ostruirete; tutte le pianure coltivate, rovinerete con le pietre. 20 Accadde al mattino; nel salire l’offerta (nel tempio) ecco, acqua arrivò dalla strada di Edom e la terra si riempì di acqua. 21 Tutto Moab, saputo che i re salivano per far guerra contro di loro, radunarono tutti quelli che portavano un’arma sopra la cintola, e si schierarono ai confini. 22 Si alzarono presto al mattino; il sole splendeva sopra le acque e Moab vide dinnanzi a sé, le acque rosse come sangue. 23 Dissero: quello è sangue! Certamente i re si sono uccisi, ciascuno ha ucciso il suo vicino, adesso al saccheggio Moab! 24 Giunsero all’accampamento d’Israele. Si levò Israele e colpì Moab. Fuggirono davanti a loro; li inseguirono e colpirono Moab. 25 Distrussero le città. In ogni pianura coltivata ciascuno gettò la sua pietra fino a riempirla. Ostruirono tutte le sorgenti e abbatterono tutti gli alberi buoni, lasciando a Kir-Coreset solo le sue pietre. I lanciatori di pietre l’aggirarono e la conquistarono. 26 Il re di Moab vide che la battaglia era più forte di lui. Prese con sé settecento uomini, abili di spada,  per aprirsi un varco verso Edom ma, non poté. 27 Allora prese suo figlio primogenito, che sarebbe diventato re al suo posto, e lo sacrificò in olocausto sulle mura. Ci fu una grande indignazione contro Israele, fuggirono da lui e tornarono al loro paese. [2]

 CAP. 4

 1 Una donna, una delle donne dei figli dei profeti gridò a Eliseo dicendo: il tuo servo, il mio uomo è morto e tu sai che il tuo servo aveva timor di Yhwh ma, il creditore verrà a prendere i due bambini (suoi) come schiavi. 2 Le rispose Eliseo: che cosa posso fare per te? Raccontami cosa c’è da portar via nella casa. Rispose: non c’è in tutto nella casa della tua schiava, nient’altro che un’ampolla di olio. 3 Vai, chiedi per te vasi da fuori, da tutti i tuoi vicini, vasi vuoti e non piccoli. 4 Poi entrerai e chiuderai la porta dietro di te e dietro i tuoi figli e verserai in tutti quei vasi e quelli pieni li separerai. 5 Partì da lui, chiuse la porta dietro di sé e dietro i suoi figli, loro glieli porgevano e lei versava. 6 Quando i vasi furono pieni disse a suo figlio: porgimi ancora un vaso; ma, le rispose: non c’è più un vaso e l’olio cessò. 7 Andò e informò l’uomo di Elohim che le disse: Vai, vendi l’olio, paga il creditore e col restante tu vivrai con i figli.

 

8 Un giorno Eliseo passò da Sunem e là una donna importante lo trattenne da lei a mangiare; Avvenne che ogni volta che passava di là si fermava a mangiare. 9 Disse al suo uomo, ecco io so che è un uomo di Elohim, un santo, quello che passa sempre da noi. 10 Facciamogli dunque una piccola stanza in muratura e poniamo là per lui un letto, un tavolo, una sedia e un candelabro e quando verrà da noi egli si potrà appartare là. 11 Accadde che un giorno, passò di là e si appartò nella stanza superiore e lì si coricò. 12 Disse a Ghezi, il suo garzone, chiama questa Sunamita; la chiamò e lei si presentò davanti a lui. 13 Disse al suo garzone, parla per favore a lei, ecco ti sei preoccupata per noi; per tutta questa preoccupazione, cosa possiamo fare per te? C’è forse da parlare per te al re? O al capo dell’esercito? Rispose: io abito in mezzo al mio popolo. 14 Disse Eliseo: che cosa possiamo fare per lei? Rispose Ghezi: soltanto che lei non ha un figlio e il suo uomo è vecchio. 15 Disse: chiamala! La chiamò e si fermò sulla porta. 16 Disse: di questo tempo come stabilito, accadrà qui che abbraccerai un figlio; Rispose: no mio signore! Uomo di Elohim, non mentire con la tua schiava.[3] 17 La donna concepì e partorì un figlio al tempo stabilito. Accadde nel tempo che le aveva detto Eliseo. 18 Il bambino crebbe e un giorno uscì da suo padre presso i mietitori. 19 Disse a suo padre: la mia testa! La mia resta! Allora disse al garzone portalo da sua madre. 20 Lo prese e lo condusse da sua madre e si coricò sopra le sue ginocchia fino a mezzogiorno e morì. 21 Salì e lo coricò sul letto dell’uomo di Elohim chiuse la porta dietro di sé e uscì. 22 Chiamò il suo uomo e disse: mandami per favore uno dei tuoi garzoni e una delle asine, voglio correre dall’uomo di Elohim, poi tornerò. 23 Perché vuoi incamminarti per andare da lui oggi? Non è il novilunio e nemmeno sabato. Rispose: Stai bene![4] 24 Sellò l’asina e disse al suo garzone: guida, cammina, non trattenermi dal cavalcare se non quando lo dico io, va! 25 Camminò e la donna giunse dall’uomo di Elohim sul monte Carmelo; nel vederla da lontana l’uomo di Elohim disse a Ghezi, il suo garzone, ecco, quella è la sunamita. 26 Ora, di corsa per favore, avvicinala e chiedile come sta lei, come sta il suo uomo e come sta il figlio suo. Rispose: bene! 27 Arrivò dall’uomo di Elohim sul monte e si aggrappò ai suoi piedi; Ghezi si avvicinò per spingerla via; disse l’uomo di Elohim, lasciala perché l’animo suo è amareggiato e Yhwh l’ha nascosto anche a me, non me lo ha riferito. 28 Disse: ho forse chiesto io un figlio dal mio signore? Non ho forse detto di non ingannarmi? 29 Disse a Ghezi: cingiti i fianchi subito, prendi il mio bastone nelle tue mani e va’, quando incontrerai qualcuno, non salutarlo; quando ti saluta qualcuno non rispondergli; poggerai il mio bastone sulla faccia del ragazzo. 30 Disse la madre del ragazzo: per la vita di Yhwh, e per la tua vita, non ti abbandonerò; egli si alzò (Eliseo) e si incamminò dietro a lei. 31 Ghezi era passato davanti a loro, posò il bastone sulla faccia del ragazzo, ma non c’era voce, non si sentiva niente. Allora ritornò per andargli incontro e gli riferì dicendo: non si sveglia il ragazzo. 32 Eliseo entrò nella casa ed ecco, il ragazzo morto giaceva sopra il suo letto. 33 Entrò e chiuse la porta dietro a loro due e pregò Yhwh. 34 Salì e si coricò sopra il ragazzo e mise la sua bocca sulla bocca di lui, i suoi occhi sugli occhi di lui, il palmo delle sue mani sul palmo delle mani di lui e si scaldò il corpo del ragazzo. 35 Si volse e camminò nella stanza di qua e di là, salì e si stese su di lui e il ragazzo starnutì sette volte, poi il ragazzo aprì gli occhi. 36 Allora chiamò Ghezi dicendo chiama quella sunamita, la chiamò lei entrò da lui e le disse: prendi tuo figlio. 37 Entrò, cadde ai suoi piedi, si prostrò a terra, prese il figlio e uscì.

 

38 Eliseo tornò a Gàlgala, c’era carestia nel paese; i figli dei profeti sedevano davanti a lui; disse al suo garzone: metti una grossa pentola e cuoci una minestra per i figli dei profeti. 39 Uno uscì nel campo per raccogliere malva e trovò una vite selvatica e raccolse da essa un cocomero amaro; riempì il suo mantello, rientrò e gettò dei pezzi nella pentola, perché non conosceva il frutto. 40 Versarono agli uomini perché ne mangiassero; accadde che nel mangiare la minestra essi gridarono dicendo: uomo di Elohim c’è la morte nella minestra, e non potevano mangiarla. 41 Disse: prendete della farina e gettatela nella pentola, poi disse versa al popolo che mangi; non c’era più niente di cattivo nella pentola. 42 Un uomo venne da Baal-Salisà e portò all’uomo di Elohim pane dei primi frutti, venti pani di orzo e di grano tenero, nella bisaccia. Tieni per il popolo che mangi! 43 Disse il suo servitore: come darò questo davanti a cento uomini? Rispose: sia dato al popolo che mangi perché così dice Yhwh, ne mangerà e ne avanzerà. 44 Lo distribuì davanti a loro, mangiarono e ne avanzarono come aveva detto Yhwh.

 CAP. 5

 1 Naaman capo dell’esercito del re di Aram, era un uomo importante presso il suo signore e tenuto in gran conto perché a lui Yhwh aveva dato la salvezza ad Aram. Ora quest’uomo valoroso e forte aveva una malattia della pelle.[5] 2 Bande di Aramei uscirono a compiere rapine e portarono dal paese d’Israele una giovane ragazza e fu al servizio della moglie di Naaman. 3 Disse alla sua padrona ah! Se potesse il mio signore stare davanti al profeta che è in Samaria, questi guarirebbe la sua malattia. 4 La donna andò e riferì al suo signore: la ragazza che viene dalla terra d’Israele ha detto così e così. 5 Disse il re di Aram: va’, io manderò una lettera al re d’Israele; parti e prendi nelle tue mani dieci talenti d’argento, seimila pezzi d’oro e dieci cambi d’abito. 6 Giunse la lettera al re d’Israele e diceva: ora ti è arrivata questa mia lettera, ecco ti ho mandato Naaman, mio servitore, che lo guarirai della sua malattia della pelle. 7 Avvenne che, letta da re d’Israele la lettera egli si strappò le vesti dicendo: sono forse Elohim io da far morire o di dare la vita, perché costui mi chieda di liberare l’uomo della sua malattia della pelle? Poiché capite bene e vedete, egli ha dei pretesti contro di me. 8 Quando Eliseo, l’uomo di Elohim, seppe che il re d’Israele si era stracciato le vesti, mandò a chiedere al re perché ti sei stracciato le vesti? Venga dunque da me, egli sa che c’è un profeta in Israele. 9 Venne Naaman sul suo cavallo e sul suo carro e si fermò sulla porta della casa di Eliseo. 10 Eliseo gli mandò un messaggio dicendo: avviati e bagnati sette volte nel Giordano e tornerà a te la tua carne e sarai puro. 11 Naaman si adirò e se ne andò dicendo: ecco, io ho pensato di lui, certamente uscirà fuori e in piedi invocherà il nome di Yhwh suo Elohim, agiterà la sua mano sulla macchia e libererà la mia pelle malata. 12 Forse non sono buoni Abanà e Parpar, i fiumi di Damasco, più di tutte le acque d’Israele? Non posso forse bagnarmi in essi e purificarmi? Si voltò e partì incollerito. 13 Si avvicinarono i suoi servi, parlarono a lui e dissero: padre mio, se una cosa grande il profeta ti avesse chiesto, forse non l’avreste fatta? Invece al contrario ti ha detto bagnati e sarai puro. 14 Scese e si bagnò nel Giordano sette volte, come aveva detto l’uomo di Elohim e la sua pelle tornò come la pelle di un ragazzino e fu purificato. 15 Tornò dall’uomo di Elohim, lui e tutto il suo seguito, giunse e restò in piedi davanti a lui e disse: ecco dunque, adesso so che non c’è un Elohim su tutta la terra se non in Israele. Adesso prendi per favore un regalo dal tuo servo. 16 Rispose: per la vita di Yhwh, del quale io sto alla sua presenza, io non lo prenderò; insisteva con lui di prenderlo ma, rifiutò. 17 Disse Naaman: allora sia concesso al tuo servo di trasportare un paio di buoi di terra[6], perché il tuo servo non farà più olocausto o sacrificio ad altri Elohim se non a Yhwh.18 Per questa cosa Yhwh perdoni il tuo servo. Quando entra il mio signore nella casa di Rimmon[7] per inchinarsi profondamente, egli si appoggia al mio braccio e anch’io m’inchino nella casa di Rimmon. Quando m’inchino nella casa di Rimmon, Yhwh perdoni per favore il tuo servo di questa cosa. 19 Gli disse va’ in pace; s’incamminò una bella distanza dal paese. 20 Disse Ghezi il garzone di Eliseo, uomo di Elohim, ecco il mio signore ha evitato di prendere da Naaman, un arameo, dalle sue mani ciò che aveva portato. Per la vita di Yhwh se non mi affretto dietro a lui e non prenderò da lui qualcosa. 21 Ghezi inseguì Naaman. Naaman lo vide arrivare veloce dietro di sé, scese dal carro per avvicinarsi a lui e disse: Pace a te. 22 Rispose: pace! Il mio signore mi manda a dire questo: ecco, sono giunti ora due giovani della montagna di Efraim, dei figli dei profeti; dona per favore ad essi un talento d’argento e due cambi d’abito. 23 Disse Naaman: prendi per loro un dono maggiore e insisteva con lui; custodì i due talenti d’argento in due sacchi e due cambi d’abito e li diede a due suoi servi che li portarono davanti a Ghezi. 24 Giunsero presso una collina, li prese dalle loro mani, si prese cura dei sacchi in casa sua e rimandò gli uomini che partirono. 25 Egli arrivò davanti al suo signore e Eliseo gli chiese: da dove vieni Ghezi? Rispose: il tuo servo non è andato né di qua né di là. 26 Poi disse: non era il mio cuore con te quando si voltò l’uomo scendendo dal suo carro per venirti incontro? E’ tempo di prendere l’argento e di prendere gli abiti, e gli oliveti e i vigneti, le greggi e gli armenti, schiavi e schiave. 27 La malattia di Naaman si attaccherà a te e alla tua discendenza per sempre. Uscì dalla sua presenza con la pelle bianca come la neve.

 CAP. 6

 1 Dissero i figli dei profeti a Eliseo: ecco, il posto dove noi abitiamo davanti a te è angusto per noi. 2 Noi andiamo quindi al Giordano e prenderemo ciascuno da là una trave e faremo per noi un posto per abitare. Andate, disse. 3 Ma uno disse: unisciti dunque e vieni con i tuoi servi, rispose: verrò. 4 Andò con loro e giunsero al Giordano e tagliarono gli alberi. 5 Accadde che uno, mentre abbatteva la trave, il ferro[8] cadde nell’acqua e gridò dicendo: ohimè, mio signore quello era in prestito. 6 Chiese l’uomo di Elohim: dov’è caduto, gli indicarono il posto; egli tagliò un ramo e lo gettò là e il ferro riaffiorò. 7 Disse: prendi l’attrezzo, distese la mano e lo prese.

 

8 Il re di Aram era in guerra contro Israele e deliberò con i suoi ufficiali stabilendo il luogo tal dei tali dove si sarebbe accampato. 9 Mandò a dire l’uomo di Elohim al re d’Israele, guardati dal passare in quel posto perché là sono accampati gli Aramei. 10 Mandò il re d’Israele presso il luogo che gli aveva indicato l’uomo di Elohim e fu prudente; si tenne lontano da lì, non una e nemmeno due volte[9]. 11 Si agitò il cuore del re di Aram per questo fatto e chiamò i suoi ufficiali e disse loro: forse qualcuno mi riferisce chi è al servizio del re d’Israele? 12 Rispose uno dei suoi ufficiali: nessuno mio signore e re, perché Eliseo il profeta che è in Israele, riferisce al re d’Israele le parole che tu pronunci nella camera dove dormi. 13 Andate, disse, cercate dove sia costui e io manderò e lo prenderò; gli fu riferito ecco è in Dotan. 14 Mandò là cavalli e carri e una truppa numerosa; giunsero di notte e accerchiarono la città. 15 si svegliò presto il servitore dell’uomo di Elohim; si alzò ed uscì ed ecco: un esercito circondava la città; disse l’uomo a Eliseo ahimè mio signore, che facciamo? 16 Rispose: non temere perché molti sono con noi più che con loro. 17 Eliseo invocò Yhwh dicendo: apri per favore i suoi occhi e che veda! Yhwh aprì gli occhi dell’uomo ed ecco vide il monte pieno di cavalli e carri di fuoco circondare Eliseo. 18 Scesero presso di lui e Eliseo invocò Yhwh dicendo: ora colpisci questo popolo di cecità; li colpì di cecità come chiesto da Eliseo. 19 Disse ad essi Eliseo: non è questa la strada, non è questa la città, camminate dietro a me e io andrò dall’uomo che cercate, e li portò a Samaria. 20 Quando giunsero a Samaria Eliseo disse: Yhwh apri loro gli occhi e videro ecco, erano in mezzo a Samaria. 21 Come li vide il re d’Israele chiese a Eliseo: li devo colpire padre mio? 22 Rispose: non colpire! Tu colpisci un uomo fatto prigioniero con la tua spada e con il tuo arco? Metti pane e acqua davanti a loro e mangino e bevano e ritornino dal loro signore. 23 Offrì loro un grande banchetto, mangiarono e bevettero, poi li rimandò e andarono dal loro signore. Le bande di Aram non tentarono più di entrare nella terra d’Israele.

 

24 Dopo questi avvenimenti, Ben-Adad re di Aram, radunò tutto il suo esercito, salì e assediò Samaria. 25 Ci fu una grande carestia in Samaria; ecco la assediarono fino ad essere una testa d’asino del costo di ottanta pezzi d’argento; e un quarto di gab[10] di sterco di colomba, cinque pezzi d’argento.[11] 26 Accadde che il re d’Israele mentre passava sulle mura, una donna gli gridò: salvami o re mio signore! 27 Se non ti salva Yhwh, da cosa ti salverò io? Dall’aia o dal torchio? 28 Poi le disse il re che cos’hai? Rispose: questa donna mi ha proposto dammi tuo figlio e lo mangiamo oggi; mio figlio lo mangeremo domani. 29 Abbiamo cucinato mio figlio e lo abbiamo mangiato e dissi a lei il giorno dopo, dammi tuo figlio e mangiamolo, ma nascose suo figlio.[12] 30 Quando il re udì le parole della donna accadde che si stracciò le vesti; egli passando sulle mura ecco, vide che il popolo di casa aveva il sacco sulla sua carne.[13] 31 Disse così: Elohim mi faccia qualsiasi cosa e altro ancora se la testa di Eliseo figlio di Safat gli resterà attaccata oggi[14]. 32 Eliseo sedeva nella sua casa e con lui sedevano gli anziani; il re mandò un uomo davanti a sé; prima che giungesse il messaggero egli disse agli anziani: vedete che quel figlio di assassino manda per tagliarmi la testa. Badate, quando arriva il messaggero, chiudete i battenti e trattenetelo sulla porta; non c’è forse il suono dei piedi del suo signore dietro di lui? 33 Parlava ancora con loro ed ecco il re scese da lui e disse: ecco questa è la rovina mandata da Yhwh, che cosa posso io sperare ancora da Yhwh?

 CAP: 7

 1 Disse Eliseo ascoltate le parole di Yhwh. Così dice Yhwh: come adesso, domani, una sea[15] di grano sarà svenduta per un siclo e due sea di orzo pure con un siclo presso le porte di Samaria. 2 Intervenne l’ufficiale, al quale il re appoggiava il suo braccio, e disse all’uomo di Elohim, certo Yhwh scatena le cateratte dal cielo, accadrà mai questo fatto! Rispose: ecco vedrai con i tuoi occhi ma, di quella roba, non ne mangerai. 3 C’erano quattro uomini malati di pelle (lebbrosi?) sulla soglia della porta e dicevano l’un l’altro, perché stiamo qui seduti fino alla nostra morte? 4 Se diciamo: andiamo in città, c’è la carestia in città e là moriremo; se stiamo qui, pure qui moriremo; ora partiamo, buttiamoci nell’accampamento degli Aramei; se resteremo vivi, vivremo; se ci faranno morire, moriremo. 5 Si alzarono al crepuscolo per andare nell’accampamento degli Aramei; giunsero fino al limite dell’accampamento ma, ecco: non c’era nessuno. 6 Il Signore[16] aveva sentire nell’accampamento il rumore di carri, il rumore di cavalli e le voci di un grande esercito, e ognuno disse al suo fratello[17] ecco: il re d’Israele ha reclutato contro di noi il re degli Ittiti e il re dell’Egitto e vengono contro di noi. 7 Fuggirono al tramonto e abbandonarono le loro tende, i loro cavalli, i loro asini e l’accampamento così com’era. Erano fuggiti per salvare la pelle[18]. 8 Giunsero quei lebbrosi fino al limite dell’accampamento, entrarono in una tenda, mangiarono e bevettero, presero oro e argento e degli abiti; andarono a nasconderli. Tornarono, entrarono in un’altra tenda, presero di tutto e andarono a nasconderlo. 9 Dissero l’un l’altro: non è onesto quello che stiamo facendo oggi. Oggi è giorno di una buona notizia e noi stiamo qui in silenzio. Aspettando fino alla luce del mattino potremmo incorrere in un crimine, andiamo adesso, entreremo e riferiremo al re. 10 Entrarono e chiamarono i guardiani della città e riferirono loro dicendo: siamo andati nell’accampamento degli Aramei, ecco: là non c’era nessuno, né voce di uomo se non cavalli legati e asini legati e le tende com’erano state piantate. 11 I guardiani gridarono e riferirono la notizia dentro la casa del re. 12 Si alzò il re nella notte e disse ai suoi ufficiali: vi spiego dunque che hanno fatto a noi gli Aramei. Sanno che noi siamo affamati; sono usciti dall’accampamento per nascondersi in campagna pensando: poiché usciranno dalla città, noi li acciufferemo vivi e entreremo in città. 13 Intervenne uno dei suoi ufficiali e disse: partano dunque cinque dei cavalli che sono rimasti, che sono rimasti qui in città; che sono rimasti qui in città come tutta la moltitudine d’Israele che è rimasta qui in città; come tutta la moltitudine di Israele che è morta e mandiamo a vedere. 14 Presero due carri e i cavalli e il re mandò a seguire l’accampamento degli Aramei dicendo: andate e osservate! 15 Andarono e li seguirono fino al Giordano. Ecco: tutto il percorso era pieno di abiti e di oggetti che gli Aramei avevano gettato nella loro fuga precipitosa. Ritornarono gli esploratori e riferirono al re. 16 Il popolo uscì e saccheggiarono l’accampamento degli Aramei e fu così che una sea di grano valeva un siclo e due sea di orzo pure un siclo, come aveva detto Yhwh. 17 Il re aveva incaricato a guardia della porta l’ufficiale al cui braccio appoggiava la sua mano, lo calpestarono il popolo sulla porta e morì, come aveva detto l’uomo di Elohim che parlò quando il re era sceso da lui. 18 Accadde come aveva detto al re l’uomo di Elohim quando disse: due sea di orzo per un siclo e una sea di grano per un siclo ci sarà domani a quest’ora alla porta di Samaria. 19 Aveva interloquito l’ufficiale dicendo: certo Yhwh scatenerà cateratte dal cielo, accadrà mai una tal cosa! Aveva risposto ecco tu vedrai coi tuoi occhi ma, di quella roba, non ne mangerai. 20 Gli accadde infatti così, il popolo lo calpestò sulla porta e morì.

 CAP. 8

 1 Eliseo aveva detto alla donna, al cui figlio ridiede la vita, dicendo: alzati e va’, tu e la tua casa, emigra dove alloggerai da straniera, perché Yhwh ha chiamato la carestia - e già viene - sulla terra per sette anni. 2 La donna si alzò e fece come aveva detto l’uomo di Elohim e partì, lei e la sua casa e dimorò straniera nella terra dei Filistei per sette anni. 3 Accadde alla fine dei sette anni; la donna tornò dalla terra dei Filistei; uscì per chiedere al re la sua casa e il suo campo. 4 Il re stava parlando con Ghezi, garzone dell’uomo di Elohim, dicendo: raccontami per favore tutte le grandi cose che ha fatto Eliseo. Accadde mentre raccontava al re che aveva dato la vita al morto, ecco: la donna al cui figlio aveva dato la vita, che si lamentava presso il re per la sua casa e il suo campo. Disse Ghezi, mio signore e re questa è la donna e questo è suo figlio al quale Eliseo diede la vita. 6 Il re interrogò la donna e lei gli raccontò. Il re affidò a lei un cortigiano dicendo: sia restituito tutto ciò che è suo e tutta la rendita del campo, dal giorno che lasciò il paese fino ad oggi.

 

7 Eliseo arrivò a Damasco e Ben-Adad, re di Aram era ammalato. Gli fu riferito dicendo: è arrivato l’uomo di Elohim fino qui. 8 Disse il re a Cazael: prendi nella tua mano un regalo e va a incontrare l’uomo di Elohim affinché interroghi per mezzo suo Yhwh, chiedendo se guarirà questa malattia. 9 Andò Cazael per incontralo; prese in dono nella sua mano tutto il meglio di Damasco, un carico di quaranta cammelli. Arrivò, si presentò davanti a lui e disse: tuo figlio Ben-Adad re di Aram mi manda da te per chiedere: guarirò da questa malattia? 10 Gli rispose Eliseo: va’, gli dirai di certo guarirai. Ma, Yhwh mi ha fatto vedere che certamente morirà. 11 Stette fermo il suo viso, fissò fino a vergognarsi e pianse l’uomo di Elohim[19]. 12 Chiese Cazael: perché piangi mio signore? Rispose: perché ho saputo ciò che farai ai figli d’Israele; rovina delle loro fortezze, tu le manderai a fuoco; i loro figli migliori ucciderai di spada; sfracellerai i loro bambini, le loro donne incinte sventrerai[20]. 13 Disse Cazael: che cos’è il tuo servo, un cane che farà questa orrenda cosa? Eliseo rispose: Yhwh mi ha fatto vedere te re di Aram. 14 Partì da Eliseo e giunse dal suo signore che gli chiese: cosa di ha detto Eliseo? Mi Ha detto, di certo guarirai. 15 Accadde il giorno dopo. Cazael prese una trapunta la impregnò di acqua, la stese sulla faccia del re che morì. Divenne re Cazael al posto suo.

 

La storia di Eliseo continua nel capitolo 10 nei primi versetti dove si racconta la sua partecipazione alla rivolta di Jeu per rovesciare la dinastia di Acab.

 CAP. 9

  •  1 Eliseo il profeta chiamò uno dei figli dei profeti e gli disse: cingiti i tuoi lombi, prendi una boccetta di quest’olio nella tua mano e va a Ramot-Ghilad. 2 Arriverai là e là vedrai Jeu, figlio di Giosafat, figlio di Nimsi; arriverai e lo farai alzare da mezzo ai suoi parenti e lo farai entrare nella stanza più appartata. 3 Prenderai la boccetta di olio e la verserai sulla sua testa e dirai così dice Yhwh: io ti ungo re d’Israele; aprirai la porta e fuggirai, non devi aspettare. 4/5 Il ragazzo partì, il ragazzo del profeta, per Ramot-Ghilad; arrivò ed ecco i capi dell’esercito erano riuniti; disse: ho una parola per te, capo; rispose Jeu: per chi fra noi? Disse: per te o capo! 6 Si alzò, entrò nella sua casa e versò l’olio sulla sua testa e gli disse: così dice Yhwh Elohim d’Israele, io ti ungo re sul popolo di Yhwh, su Israele. 7 Tu distruggerai la casa di Acab tuo signore e io farò vendetta del sangue dei miei servi, i profeti e del sangue di tutti i servi di Yhwh (uccisi) per ordine di Jzebel. 8 Scomparirà tutta la casa di Acab e di Acab estirperò ogni maschio che piscia contro il muro, libero o schiavo in Israele. 9 Renderò la casa di Acab come la casa di Geroboamo, figlio di Nebat, come la casa di Baasa, figlio di Achia. 10 I cani mangeranno Jzebel nella piana di Izreel e non ci sarà sepoltura. Aprirai la porta e fuggirai. 11 Jeu si presentò ai servi del suo signore che gli dissero: tutto bene? Perché è venuto da te quel pazzo? Rispose loro: voi conoscete l’uomo e le sue chiacchiere. 12 Dissero: racconta anche a noi la frottola! Ha detto di questo e di quello, mi ha parlato dicendo, così dice Yhwh: io ti ungo re d’Israele. 13 Allora presero ciascuno il proprio mantello e lo stesero sotto di lui sopra gli scalini, suonarono il sofar e dissero: Jeu regna! 14 Jeu figlio di Giosafat, figlio di Nimsi congiurò contro Joram. (Joram aveva fatto la guardia a Ramot-Ghilad, lui e tutto Israele, davanti a Cazael re di Aram.

FINE

Nota finale: Il narratore deuteronomista ha dato grande importanza sia alla storia del profeta Elia rivale del re Acab e di sua moglie sia al discepolo di Elia, vale a dire Eliseo del quale si raccontano in questi capitoli avvenimenti ritenuti da molti storici piuttosto leggendari, soprattutto per opporre i due profeti ai re del nord cioè ai re del regno d’Israele Omri e Acab storicamente molto più importanti del regno di Giuda al quale appartiene il redattore e che scredita il regno del nord considerato alla stregua di un regno infedele e scismatico.



[1]  Si potrebbe tradurre anche così: “il doppio del tuo essere”.

[2] Da questa battaglia gli Israeliti uscirono sconfitti, ma qui viene ricordata con poche parole dell’ultimo versetto del capitolo. La famosa stele di Mesah racconta proprio questa battaglia.

[3] Tutto il versetto è di difficile traduzione.

[4] Il marito sembrerebbe un po’ stizzito per questa premura della donna.

[5] Quasi tutte le traduzioni italiane scrivono lebbra; il mio dizionario indica genericamente una malattia della pelle. Alcuni commentano che a quel tempo non ci fosse lebbra in Palestina.

[6] Una quantità di terra trasportabile con un paio di buoi.

[7] Rimmon divinità aramaica.

[8] Si intende una scure o un’accetta.

[9] La cosa si ripeteva

[10] Unità di misura di circa due litri.

[11] Qui si intende un cibo di nessun valore se non addirittura cattivo.

[12] Evidentemente la carestia rendeva le madri crudeli anche con i loro figli. Questa circostanza essendo ricordata doveva accadere senz’altro.

[13] Questo versetto mi è parso un po’ difficile da tradurre: Il re dall’alto delle mura vede il suo popolo ridotto all’osso per la carestia.

[14] Evidentemente il re considera Eliseo in qualche modo causa della carestia o dell’assedio prolungato.

[15] Unità di misura del grano

[16] Qui è usata la parola Adonai per indicare Yhwh

[17] Parlando tra loro

[18] Letteralmente: Fuggiti per la loro vita.

[19] La visione irrigidì il suo viso, sguardo atterrito e pianse.

[20] Invero era proprio il caso di inorridire.