Oggi mi sono dimesso dal consiglio di amministrazione della Fondazione Bresciana Iniziative Sociali. La Fondazione gestisce quattro RSA per anziani ammalati per un totale di 450 posti letto, e con 350 dipendenti, è la più importante della mia città: Brescia.
Ho riassunto nel seguente promemoria le ragioni delle mie dimissioni:
La mia decisione di lasciare l’incarico di consigliere di amministrazione della Fondazione, presa con rammarico, è frutto delle seguenti considerazioni,meditate e ponderate. Mi dispiace soprattutto perché lascio un’azienda di prim’ordine per i servizi alle persone anziane e ammalate, la fascia più debole dei nostri concittadini, in balia di un gruppo di amministratori, nominati dal sindaco, che io giudico incapaci e incompetenti ad amministrare questa Fondazione.
Qualsiasi amministratore non prevenuto e sufficientemente attento alle difficoltà di organizzare questi servizi, avrebbe considerato la Fondazione un fiore all’occhiello per la città. Certo, nemmeno qui c’è la perfezione, come in qualunque impresa umana, trattandosi poi di servizi alla persona, ci sono sempre margini di miglioramento e sono sempre necessarie quotidiane verifiche circa l’idoneità delle scelte che si compiono.
Purtroppo l’atteggiamento prevalente nell’attuale consiglio di amministrazione è ben lungi dal considerare positivamente la Fondazione, ed in essa i suoi dirigenti, i suoi dipendenti tutti. In questi pochi mesi della nuova amministrazione, ho assistito ad una persistente metodica denigrazione di quanto, con fatica e dedizione, si era realizzato nei cinque anni appena trascorsi, specie nell’adeguare i luoghi di degenza a standard assolutamente ottimali, sia migliorando l’organizzazione dei servizi forniti agli ospiti.
In occasione di pubblici incontri con i parenti si sono perfino diffuse anche notizie false circa un buco di bilancio 2008, totalmente inesistente. Infatti, la relazione del consuntivo 2008, firmata dall’attuale presidente attesta un avanzo di amministrazione di 1.660.000 euro.
Ignorando statuto e regolamenti, anzi calpestandoli, taluni dei nuovi consiglieri si sono insediati nella Fondazione come se questa secolare istituzione, vanto della storia bresciana, fosse stata creata da loro.
Oggetto di una particolare “cura” inquisitoria sono stati i dipendenti, dai vertici fino alla base, con atteggiamenti d’intimidazione, di svalutazione professionale, d’ irrisione, di lusinghe, di larvate minacce ecc. ed ora anche proponendo la decapitazione della dirigenza e una drastica riduzione degli altri dipendenti.
Il tutto per obiettivi per me ancora non chiari. Mi è chiaro però che cosi facendo si sta demolendo una importante azienda della città, ed una secolare testimonianza di civile solidarietà e di cristiana sollecitudine e attenzione ai più deboli, ed io non voglio assistere impotente a questo inevitabile esito. Non voglio essere loro complice.
Brescia, 28 settembre 2009