Le Storie della Bibbia

LE STORIE DELLA BIBBIA

lunedì 31 dicembre 2012

Riflessioni di fine anno

Nel chiudere il 2012 desidero porgere ai miei lettori l'augurio per l'anno nuovo e fare alcune riflessioni su quel che ci attende fra due mesi, vale a dire: il rinnovo del parlamento nazionale.
Sarà la terza volta che gli italiani sono chiamati ad eleggere il parlamento italiano con il sistema elettorale detto "porcellum" . Un sistema che, non solo nega agli elettori il diritto di scegliere i propri candidati ma, soprattutto, attribuisce un premio di maggioranza alla coalizione vincente qualunque sia il risultato della coalizione. Quest'ultimo aspetto è il vero pericolo per la democrazia parlamentare. Analizzando i risultati delle due precedenti elezioni del 2006 e 2008 sarà più chiaro il concetto di pericolo per la democrazia.

Nel 2006 si presentarono alla Camera due coalizioni: Una guidata da Prodi formata da 13 partiti e una guidata da Berlusconi formata da 12 Partiti. In pratica tutto il panorama politico italiano era rappresentato da queste due coalizioni. Vinse Prodi con un vantaggio di 23.000 voti su Berlusconi raggiungendo  il 49,81% dei votanti, mentre Berlusconi raggiunse il 49,74%. L'Ulivo raccolse il 31,27% dei voti. Gli elettori furono l'83,62% degli aventi diritto. Prodi ebbe la maggioranza alla Camera ma non al Senato. In pratica si trattò di un pareggio.

Nel 2008 si presentarono ancora due coalizioni: quella guidata da Veltroni con 2 partiti e quella di Berlusconi con 3. Rimasero fuori dalle due coalizioni: a sinistra Rifondazione comunista e altre piccole formazioni, non raggiunsero il quorum del 4% e rimasero fuori del Parlamento; al centro l'UDC che raggiunse il 5,62% dei voti ed entrò in Parlamento. Berlusconi vinse con il 46,81% dei voti e Veltroni perse con il 37,55 %. il PD ottenne il 33,18% dei voti. I votanti furono l'80,51% degli aventi diritto. Berlusconi ebbe un'ampia maggioranza sia alla Camera che al Senato. 
 In entrambe queste due elezioni la maggioranza alla Camera rappresentava sostanzialmente anche una maggioranza nel Paese. Prodi cadde perché la coalizione era troppo eterogenea. Berlusconi ebbe alcune defezioni (Fini) e arricchimenti dovuti alla compravendita di parlamentari, alla fine avendo portato l'Italia quasi al fallimento dovette lasciare.

Come andranno le cose nel 2013? 
Intanto occorre dire che il panorama non è più riconducibile a due coalizioni principali essendo almeno quattro le possibili coalizioni. Proviamo ad esaminarle.
La principale dovrebbe essere quella guidata dal PD col suo segretario Bersani. Alla sua sinistra sembra stia per coagularsi la coalizione dei magistrati Ingroia e De Magistris alleati con quel che resta dell'IDV e di altre formazioni di sinistra. Al centro la coalizione che fa riferimento all'Agenda Monti. A destra Berlusconi probabilmente alleato con Storace e forse con la Lega. Una novità assoluta sarà il Movimento 5 Stelle che correrà da solo contro tutti. Per le sue idee e per come le propaganda Grillo, io lo definirei un movimento di destra anche se le persone che vi fanno parte, prese singolarmente, forse non lo sono.
Questo dunque è il quadro ad oggi. Secondo i sondaggi la coalizione di Bersani dovrebbe vincere le elezioni e quindi le verrà attribuito il premio di maggioranza. Con quale percentuale vincerà Bersani?

Se Bersani vincesse con una maggioranza superiore al 45% dei votanti lasciando il resto alle coalizioni alla sua sinistra e alla sua destra, di fatto potrebbe governare da solo avendo sia la maggioranza assoluta alla Camera che una maggioranza relativa nel Paese. Così furono i risultati del 2006 e del 2008.

Se invece, tenendo conto del trend delle due precedenti elezioni, nelle quali l'Ulivo raggiunse il 31,27% nel 2006  e nel 2008 il PD il 33,18% , la coalizione raggiungesse, poniamo il 35/36 % come gli viene attribuito dai sondaggi, in questo caso Bersani avrebbe la maggioranza della Camera, ma non quella del Paese e si aprirebbe per la coalizione il problema di stipulare alleanze, giacché l'esperienza politica della storia repubblicana insegna che senza maggioranza di consensi nel Paese i Governi non reggono. E se reggono mettono in pericolo la democrazia. La fine del governo Berlusconi ne è l'ultimo esempio, infatti le prossime elezioni sanciranno la fine della maggioranza dei consensi nel Paese alla coalizione di Berlusconi che pure mantiene ancora la maggioranza alla Camera.

Ora essendo il panorama politico italiano così variegato e così in movimento la seconda ipotesi non sarebbe da scartare e quindi sarebbe prudente condurre una campagna elettorale che non precludesse i rapporti con i sostenitori dell'Agenda Monti perché di quell'Agenda nessun governo  ne potrà prescindere. Va da sé che sarebbe preferibile una grande vittoria elettorale della coalizione di Bersani e il notevole rinnovamento avvenuto con le primarie per i candidati, fa bene sperare in un clamoroso risultato. Che sarebbe ancor più straordinario dal momento che una coalizione dichiaratamente di sinistra- sia pure aperta ad altre collaborazioni - come quella guidata da Bersani in Italia non ha mai vinto le elezioni.

NB: I dati riportati riguardano i voti della Camera dei Deputati e solo per l'Italia e sono forniti dal sito del Ministero dell'Interno.