LA STORIA DI RIZPA' CONCUBINA DI SAUL
(2Samuele 21,1-14)
(Traduzione dal TM di Egidio Papetti)
Questo breve racconto che si trova nei capitoli
conclusivi del secondo libro di Samuele è la storia di una donna che, privata
dei suoi figli avuti da Saul, non potendo nulla contro l'ordine del re David,
che li consegna ai Gabaoniti suoi alleati per consumare una loro vendetta,
compie un gesto eroico per preservare da un ultimo insulto i loro cadaveri.
Dopo essere stati trucidati insieme ai cinque figli di Mical la figlia di Saul,
devono essere esposti alle intemperie fino a quando cesserà la carestia che
imperversa nel paese. Rizpà allora prende un telo, ricopre con esso i cadaveri
e li veglia giorno e notte affinché siano preservati dagli uccelli di giorno e
dalle bestie selvatiche di notte, fino al sopraggiungere delle piogge che
segneranno la fine della carestia. La sua veglia durerà dall'inizio della
primavera fino alle piogge autunnali.
I Gabaoniti pretendevano di essere vendicati uccidendo
sette membri della famiglia di Saul, perché lo accusavano di avere tentato e
programmato di sterminarli. In verità nella Bibbia non c' è traccia di questo
episodio fra le imprese attribuite a Saul, quasi tutte riferite alle guerre
contro i Filistei.
I commentatori della gesta attribuite al re David e un
poco malevoli circa le sue intenzioni, sottolineano che con questo gesto in
favore dei Gabaoniti, egli liquida del tutto i discendenti di Saul che
avrebbero potuto rivendicare il trono da lui occupato.
Molto interessante a parer mio è il paragone che fa
Jean Luis Ska tra Antigone e Rizpà. Entrambe egli le interpreta come
protagoniste del conflitto esistente tra il Diritto e la Legge. Le due eroine
interpretano il diritto primordiale che esse rivendicano di pietà e di rispetto
dei propri familiari esposti al ludibrio della legge interpretata nel caso di
Rizpà dall'ordine di David di assecondare la vendetta dei Gabaoniti. (Cfr. Una
goccia d'inchiostro. Pag.168 EDB 2008.
CAP. 21
1 Ci fu una carestia ai tempi di David, tre anni, un
anno dopo l'altro. David interrogò il volto di Yhwh[1].
Rispose Yhwh: su Saul e sulla sua casa c'è il sangue di colui che fece morire i
Gabaoniti. 2 Il re chiamò i Gabaoniti e parlò con loro; i Gabaoniti non erano
dei figli d'Israele poiché essi non erano se non dei superstiti degli Amorrei;
I figli d'Israele giurarono con loro[2]
ma, Saul nel suo zelo per i figli d'Israele e di Giuda, cercò di ucciderli. 3
Disse David ai Gabaoniti: che cosa voi chiedete che io faccia per voi? In cosa
posso risarcirvi affinché benediciate l'eredità di Yhwh? 4 Gli risposero i
Gabaoniti: non c'è contenzioso di argento e oro con Saul e la sua casa, né c'è
per noi nessuno da uccidere in Israele; disse ancora: ciò che voi chiedete io
lo farò per voi. 5 Dissero al re: l'uomo che ci voleva distruggere e che
progettava il nostro sterminio e di sussistere su tutto il territorio di Israele,
6 siano dati sette uomini dei suoi figli e li impiccheremo[3]
davanti a Yhwh in Gaaba di Saul, prescelto di Yhwh. 7 Il re risparmiò Mefiboset[4]
figlio di Gionata, figlio di Saul per il giuramento di Yhwh che tra loro, David
e Gionata avevano intrecciato. 8 Prese il re i due figli di Rizpà, figlia di
Aia, che aveva generato a Saul, Armonì e Mefiboset e i cinque figli di Mical[5],
figlia di Saul, che generò a Adriel figlio di Barzilai di Mecolà. 9 Li consegnò
in mano ai Gabaoniti e furono impalati sul monte davanti a Yhwh e i sette
caddero insieme. Essi furono uccisi nei giorni della prima mietitura,
all'inizio della mietitura dell'orzo. 10 Prese Rizpà figlia di Aia, un sacco e
lo distese sulla roccia dall'inizio della mietitura fino al rovesciarsi della
pioggia dal cielo su di essi[6]
e non consentì agli uccelli del cielo di posarsi su di essi di giorno, e alle
bestie selvatiche, di notte. 11 Fu riferito a David ciò che aveva fatto Rizpà,
figlia di Aia, concubina di Saul. 12 Allora David andò e prese le ossa di Saul
e le ossa di Gionata suo figlio, dai signori di Jabes di Ghilad, i quali le
avevano rubate dalla piazza di Bet-Sean dove i filistei li avevano appesi nel
giorno che i filistei uccisero Saul sul Ghilboe. 13 Levò da là le ossa di Saul
e di Gionata suo figlio, e riunirono le ossa degli impiccati. 14 E furono
sepolte le ossa di Saul e di Gionata suo figlio nella terra di Beniamino in
Zela nella tomba di Kis suo padre. Fecero tutto ciò che aveva ordinato il re,
dopo di che Elohim esaudì il paese[7].
NB: in questo breve testo le figlie di Saul, Mical e
Merav, sono confuse tra loro, di seguito si riassumono i testi in cui si parla
di loro.
In 1° Samuele 18,17 e ss. Saul promette a David di
dargli in sposa la sua primogenita Merav che invece la diede in sposa a Adriel
di Mecolà.
Nel cap. 18,29 e ss. Mical è innamorata di David e
Saul la promette a David in sposa per 100 prepuzi dei Filistei.
Nel cap. 19, 11 e ss. Mical salva David dal padre che
lo vuole uccidere e lo fa fuggire.
Nel cap. 25, 44 quando David sposa Abigail si viene a
sapere che Saul aveva dato Mical in
sposa a Palti figlio di Lais che abitava
in Gallim.
In 2° Samuele cap.3,13 e ss. David ormai vittorioso
intima a Is-Baal figlio di Saul di restituirgli Mical sua moglie che era andata
sposa a Paltiel figlio di Lais.
In Cap. 6,23 si dice che Mical non ebbe più figli.
[1]In testo non dice in che modo e dove interpellò Yhwh.
[2]Di questo giuramento si scrive nel Libro di Giosuè
cap. 9,3-27.
[3]E' difficile stabilire con quale supplizio siano stati
giustiziati e poi esposti.
[4]Il nome qui è alterato per disprezzo il vero nome è
Meriv-Baal.
[5]Mical è la figlia di Saul data in sposa a David che
secondo 2 Sam 6,23 non ebbe figli.
[6]Segno della fine della siccità e quindi della
carestia.
[7]Fece cessare la carestia.
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