martedì 2 dicembre 2025
domenica 23 novembre 2025
SAGGIO SUI PROTAGONISTI DE "I PROMESSI SPOSI"
DON RODRIGO INNAMORATO
Nei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni, fra i tanti personaggi che ci fa conoscere sceglie per primi don Abbondio e i Bravi. Di quest’ultimi ne fa un ampio resoconto della loro presenza nel Ducato di Milano fin dal 1500, ma illustra anche una serie di Gride, cioè leggi emanate dalle autorità spagnole per reprimere queste milizie private al servizio delle famiglie aristocratiche spagnole che dominavano a Milano. Ma tutto inutilmente, giacché alla data del 7 novembre 1628 don Abbondio incontra sulla via del ritorno della sua passeggiata quotidiana i bravi di don Rodrigo. Questi è il terzo personaggio di cui Manzoni ci fornisce il nome. Di famiglia aristocratica è il signorotto del luogo dove ha inizio la storia di Renzo e Lucia, i Promessi Sposi. Questi bravi intimano a don Abbondio di non celebrare il matrimonio tra Renzo e Lucia, previsto per l’indomani, pena la morte per don Abbondio.
Perché don Rodrigo non vuole che sia celebrato questo matrimonio? Lo verremo a sapere in seguito quando Lucia confesserà a Renzo e a sua madre Agnese che don Rodrigo per due volte aveva tentato di interloquire con lei. E dalle poche parole con le quali descrive questi due tentativi, Manzoni lascia intendere che furono approcci di un giovane, più o meno dell’età di Renzo, che ha vent’anni. Anche don Rodrigo sembra essere attratto dalla “modesta bellezza” di Lucia, giovinetta di spiccata personalità, nutrita da una grande religiosità, mascherata dalla riservatezza. Nel primo approccio don Rodrigo le rivolse “parole non punto belle” mentre l’amico che era con lui rideva, Don Rodrigo disse: “scommettiamo”. Noi sappiamo dal seguito del romanzo che don Rodrigo scommette con il cugino il conte Attilio, che avrebbe conquistato i favori di Lucia entro il giorno di S. Martino, cioè entro l’undici di novembre. Il che spiega l’intimazione fatta a don Abbondio il giorno prima della celebrazione delle nozze, quando mancano pochi giorni alla scadenza della scommessa. Don Rodrigo si rende conto di aver perso la scommessa, ma non ritiene ancora chiusa la partita con Lucia e il suo desiderio di conquistarla.
Continuando il suo racconto Lucia dice che nel secondo tentativo, il giorno dopo non riuscì a parlarle, il suo amico sghignazzava e don Rodrigo disse: “vedremo”. Evidentemente il conte Attilio lo canzonava per l’insuccesso del suo approccio con Lucia. Se come io penso e come appare dal seguito del romanzo, don Rodrigo fosse innamorato anch’egli di Lucia, il suo tentativo di impedire il matrimonio con Renzo dimostra una sua moralità, nel senso che una volta sposata, Lucia non sarebbe più potuta essere sua. Finché il matrimonio non viene celebrato può sempre sperare di far sua Lucia, anche contro la sua volontà.
Proseguendo nel racconto entra in scena fra Cristoforo, un frate cappuccino, anch’egli persona ancor giovane, il quale pensa di poter convincere don Rodrigo di lasciar perdere Lucia perché la sua passione per lei è un’ingiustizia, è mal posta e lo minaccia, dopo un’accesa discussione, di un castigo divino se insisterà in questa sua passione.
Questa concitata discussione avviene nel castello di don Rodrigo dove egli si trova a pranzare con il cugino Attilio, alcuni amici, fra i quali le autorità del posto, mentre discutono di un argomento caro agli studiosi delle pratiche cavalleresche, che né a don Rodrigo né a fra Cristoforo interessano in quel momento.
Nell’accesa discussione che avviene fra i due, quando si appartano da soli, nasce nel cuore di don Rodrigo il sospetto che anche il frate abbia per Lucia un qualche sentimento non proprio religioso. E da qui la gelosia. Intanto i suoi commensali se n’erano andati. Fu tale la stizza per le parole del frate e la gelosia alimentata dalla sua passione che decise di andare a Lecco con il seguito di sei bravi in una casa “riserbata agli uomini che si fanno molto amare o molto temere”, andò in una casa di tolleranza. Ma fu l’indomani mattina che progettò il primo vero crimine della sua vita, incaricò il suo fedele Griso di organizzare per la notte seguente il rapimento di Lucia. La sua passione e l’onore della sua casata, ricca di illustri personaggi, gli imponevano di reagire, non poteva lasciarsi intimorire da una fratucolo impertinente come fra Cristoforo.
La cura e la premura nell’organizzare il rapimento denotano ancor più la sua passione per Lucia; viene approntata una bussola dove nasconderla e trasportarla dopo il rapimento, viene raccomandato al Griso e agli altri sgherri di non dar nell’occhio ma, soprattutto, di trattare bene Lucia, tanto che il Griso con un po' d’ironia gli risponde “il minimo indispensabile”, non poteva certo invitarla a salire sulla bussola! Fatto sta che in quella notte anche Renzo, Lucia, Agnese e i due cugini di Renzo hanno organizzato, un’incursione nella casa di don Abbondio; col favore delle tenebre tentano di entrare furtivamente in canonica, sorprendere il curato e farsi sposare in modo non proprio canonico, a dir poco piuttosto avventuroso. Ma il piano fallisce, il curato respinge l’incursione chiama aiuto e il sacrestano Ambrogio si mette a suonare a stormo la campana della chiesa. Negli stessi momenti i bravi stanno entrando nella casa di Agnese e non trovano nessuno. E’ la notte degli inganni, succede un tale parapiglia che tutto il paese si sveglia, i bravi sono costretti a darsela a gambe, nel frattempo Menico arriva con il messaggio di fra Cristoforo, il quale ha saputo del rapimento, grazie ad un vecchio servitore di don Rodrigo che origliando sa delle intenzioni del suo padrone e le ha spiattellate al frate, e Menico invita tutti a rifugiarsi presso il monastero, da dove in tutta fretta fra Cristoforo ha organizzato la loro partenza, Lucia per un convento di suore a Monza e Renzo per un convento di cappuccini a Milano. Evidentemente il frate pensa che l’intento di don Rodrigo è di natura criminale, non certo dettato da una passione amorosa.
Nell’attesa del rientro dei bravi, don Rodrigo si preoccupa di ripassare se avesse preso tutte le precauzioni per non essere incolpato di nulla ma, innanzitutto, rimugina fra sé sul modo di trattare bene Lucia per farla sentire a suo agio, quali parole usare per conquistarla, in una parola la sua è soprattutto una preoccupazione da innamorato. Tornati i bravi a mani vuote, don Rodrigo si premura di sapere se sono stati riconosciuti e l’indomani manda il Griso in paese per sapere cosa si dice di quella notte, ma nessuno sa niente di preciso se non che i tre, Agnese, Renzo e Lucia sono fuggiti a Pescarenico. Ma a furia di chiedere e domandare trova anche la spiegazione della casa vuota di Agnese dovuta al fatto che erano in casa del curato. Tanto basta per tranquillizzare don Rodrigo che vuole dal Griso notizie di dove siano finiti. Del resoconto fornitogli dal Griso, don Rodrigo ne racconta al cugino Attilio, venuto a riscuotere il premio della scommessa vinta. Il conte Attilio intuisce al volo che in tutto l’accaduto c’è lo zampino di fra Cristoforo e la cosa non può essere lasciata cadere. La famiglia di don Rodrigo e del cugino Attilio è una famiglia importante, il loro “Conte Zio” è membro del consiglio segreto del governatore di Milano, è dunque una famiglia potente , con relazioni altolocate, lo zio è un politico navigato e scaltro, e Attilio si rivolge a lui per dare una dura lezione a fra Cristoforo. In una pagina memorabile assistiamo al colloquio tra il conte zio e il padre provinciale dei cappuccini, durante il quale con consumata diplomazia da parte di entrambi si decide l’allontanamento di fra Cristoforo da Pescarenico.
Manzoni quando descrive i rapporti di don Rodrigo con i contadini del suo feudo, ci fa sapere che non si discosta in nulla dai normali comportamenti per quei tempi; erano suoi sudditi lo riverivano, lo rispettavano, non dà notizie di angherie o soprusi nei loro confronti da parte sua.
Il Griso viene a sapere in maniera molto curiosa, descritta da Manzoni in un brano di grande ironia, che Lucia è a Monza e Renzo a Milano. Infatti, il barrocciaio che aveva portato i due promessi sposi a destinazione, al ritorno raccontò in gran segreto al suo amico barcaiolo che li aveva traghettati attraverso il lago, qual era stata la loro destinazione. E siccome il barcaiolo aveva anche lui un amico, in gran segreto gli raccontò dov’erano finiti. Così di segreto in segreto la notizia giunse anche al Griso e da lui a don Rodrigo, il quale si rallegrò molto della notizia, giacché essendo così separati non si sarebbero potuti sposare. La cosa che temeva di più. Don Rodrigo incarica il Griso di andare a Monza per sapere dove si trovasse Lucia. Il Griso era molto riluttante perché da Monza era fuggito dopo un omicidio e si era rifugiato da don Rodrigo e temeva di essere arrestato, ma alla fine dovette andare seppure a malincuore. A quei tempi le cose funzionavano così. “L’immunità era organizzata, e aveva radici che le gride non toccavano, o non potevano smovere. Tali erano gli asili, tali i privilegi di alcune classi”, non solo le famiglie aristocratiche proteggevano i delinquenti che prendevano al loro servizio come milizie private, lo stesso ordine dei Cappuccini aveva questo privilegio e lo difendeva con ostinazione e con “gelosia di puntiglio”. Ma il Griso tornò a mani vuote e don Rodrigo determinato a concludere questa avventura si rivolse al suo amico l’Innominato. Del quale non si conosce il nome, ma si conoscono le scelleratezze compiute e l’immunità che si era conquistata a suon di delitti. Era stato messo al bando, considerato nemico della forza pubblica, ma tollerato per la sua scelleratezza, ora viveva in un castello difficile da raggiungere, da dove continuava a svolgere azioni delittuose per conto d’altri.
Don Rodrigo era amico dell’Innominato, ma non ci teneva molto a farlo sapere, anzi la teneva il più possibile nascosta. Manzoni la descrive così: “Dal castellaccio di costui al palazzotto di don Rodrigo, non c’era più di sette miglia: e quest’ultimo, appena divenuto padrone e tiranno, aveva dovuto vedere che, a così poca distanza da un tal personaggio, non era possibile far quel mestiere senza venire alle prese, o andar d’accordo con lui. Gli s’era perciò offerto e gli era divenuto amico, al modo di tutti gli altri, s’intende; gli aveva reso più d’un servizio e ne aveva riportate ogni volta promesse di contraccambio e d’aiuto in qualunque occasione. Metteva però molta cura a nascondere una tale amicizia, o almeno a non lasciar scorgere quanto stretta e di che natura fosse.” Anche don Rodrigo amava la bella vita frequentava i suoi amici a Milano, un’aperta amicizia con un tale ribaldo non gli giovava, specialmente nei confronti del conte zio, “però quel tanto d’una tale amicizia che non era possibile di nascondere, poteva passare per una relazione indispensabile con un uomo la cui inimicizia era troppo pericolosa”. Sicché una mattina don Rodrigo a cavallo e sei bravi a piedi si recò al castello dell’Innominato.
Gli avvenimenti che si susseguono dopo l’incontro di don Rodrigo con l’Innominato, il quale prese su di sé l’impresa di rapire Lucia dal convento dov’era alloggiata, mettono in evidenza la spiccata personalità di Lucia, la sua cristallina intransigenza, la sua profonda fede religiosa e la benevolenza che ogni persona venuta in contatto con lei nutriva immediatamente per la sua innocenza e umiltà. Già con la madre e con Renzo quando architettarono la stramba idea di ricorrere al sotterfugio di sorprendere don Abbondio, proposto da Agnese , lei fu strenuamente contraria e si accordò malvolentieri all’idea solo per la minaccia che Renzo proferì, se non acconsentiva, di compiere uno sproposito.
Ma andiamo adesso al tempo trascorso nel convento presso La Signora, cioè con Geltrude che la prese con sé sotto la sua protezione. Al primo incontro con la signora Lucia si turbò non poco per le domande che le venivano fatte circa in suoi rapporti con Renzo dei quali Lucia non pensava fossero materia cara alle monache. Ovvero del perché tanta ostilità per don Rodrigo, giovane di nobile famiglia certamente non un mostro! Alla fine, la signora per “la compiacenza di proteggere e una certa inclinazione per Lucia, e anche un certo sollievo nel far del bene a una creatura innocente”, si prese cura assiduamente della fuggitiva.
L’ Innominato aveva tra suoi sodali lo sciagurato Egidio, che, come sappiamo, alloggiava in una casa attigua all’appartamento occupato dalla signora nel convento di Monza e con la quale lo sciagurato aveva una relazione che rese la monaca colpevole di vari delitti. L’Innominato mandò il Nibbio uno dei suoi bravi il più fidato a informare Egidio dell’impegno che si era assunto con don Rodrigo. Il ribaldo tornò più in fretta di quanto si aspettasse con la risposta che la cosa era fattibile e che avrebbe pensato tutto lui, bastava mandasse una carrozza e tre bravi naturalmente non riconoscibili come bravi. Egli contava sulla sottomissione di Geltrude, e sulla loro complicità nel delitto.
Manzoni descrive così la reazione della signora alla proposta di Egidio “La proposta riuscì spaventosa a Gertrude. Perder Lucia per un caso impreveduto, senza colpa, le sarebbe parsa una sventura, ma privarsene con una scellerata perfidia […]. La sventurata tentò tutte le strade per esimersi dall’orribile comando”. Ma non fu capace di sottrarsi alla passione che legava i due amanti. Il giorno convenuto dovette inventare una scusa per costringere Lucia a uscire dal convento. “Gertrude ritirata con Lucia nel suo parlatorio privato, le faceva più carezze dell’ordinario, e Lucia le riceveva e le contraccambiava con tenerezza crescente”. Il rapporto fra le due donne, dopo le prime iniziali difficoltà era diventato molto affettuoso proprio per la spiccata personalità di Lucia fatta di umiltà, di innocenza e di tenerezza. Naturalmente Lucia obiettò fermamente prima di accettare; in particolare i suoi timori per non essere del posto e la sua inadeguatezza a muoversi fuori del convento in una città che non conosceva affatto, ma la signora riuscì a convincerla, anche se all’ultimo istante ebbe una breve titubanza, ma la lasciò andare e il rapimento si concluse.
Il Nibbio e gli altri sgherri la caricarono a forza sulla carrozza che partì a gran carriera per il castello dell’Innominato, il quale, quando apparve in fondo alla valle la carrozza, ebbe un primo impulso di liberarsi subito della donna senza averla nemmeno vista. Pensava di ordinare al Nibbio di portarla direttamente da don Rodrigo, ma poi, giacché provava un certo turbamento per questa impresa che si era assunto con troppa fretta, decise di farlo l’indomani.
Del viaggio conviene ascoltare cosa disse il Nibbio all’Innominato: “dico il vero che avrei avuto più piacere che l’ordine fosse di darle una schioppettata nella schiena, senza sentirla parlare, senza vederla in viso” […] “Voglio dire tutto quel tempo, tutto quel tempo…m’ha fatto troppa compassione”. E continua raccontando i comportamenti di Lucia che lo avevano commosso fino alla compassione, le preghiere, il pianto e certi occhi, veramente il Nibbio è così colpito da Lucia che trasmette il suo turbamento anche all’Innominato il quale decide di rimandare tutto all’indomani e incarica una vecchia del castello di accudire Lucia. Dapprima aveva pensato di mandarla subito da don Rodrigo, ma poi decide di volerla vedere e conoscere; l’incontro con Lucia, le parole che lei gli rivolge , le suppliche che ella fa all’uomo potente, il suo richiamo alla misericordia divina che tutto perdona per una buona azione, convincono l’Innominato della ragione del Nibbio e le promette che l’indomani l’avrebbe lasciata libera. Le pagine che Manzoni dedica a questo colloquio mettono in luce una personalità di Lucia che lo stesso Innominato non s’aspettava e che, oltre ai suoi turbamenti riguardo il timore della morte, lo travolgono di una inaspettata novità da questa giovane che aveva promesso al suo sodale senza neanche pensarci troppo.
Ma ora torniamo a don Rodrigo. Liberata Lucia e ritrovata la madre, quest’ultima alle domande del cardinal Borromeo che voleva sapere come si fosse trovata in quella circostanza, spiattellò del matrimonio mancato a causa delle minacce di don Rodrigo e di tutto quanto successe in seguito. Lucia corresse la versione della madre che tendeva a nascondere la parte avuta nell’imbroglio della notte famosa. Il cardinale che avrebbe fatto visita anche al paese di Lucia assicurò le donne che avrebbe chiesto chiarimenti al curato. Intanto in paese si era sparsa la lieta notizia, della conversione dell’Innominato, la qual cosa ridimensionò di molto il timore delle angherie di don Rodrigo, tanto che non solo i suoi amici, ma lui stesso, sorpreso dalla inaspettata notizia, mentre stava aspettando l’esito del rapimento, pensò bene di stare rintanato in casa per due giorni in compagnia dei suoi bravi. Il terzo se ne partì per Milano, quasi da fuggitivo; avrebbe voluto rintuzzare qualcuno dei più temerari che mormoravano contro di lui e riaffermare la sua tirannia, come la definisce Manzoni; ma fu la certezza della venuta in paese del cardinal Borromeo, alla cui visita il conte zio avrebbe preteso la presenza di don Rodrigo, sia in rappresentanza della sua nobile famiglia sia per l’importanza politica che il conte zio rivestiva a Milano, che convinse don Rodrigo ad allontanarsi. Sicché “alzatosi una mattina, prima del sole, si mise in una carrozza, col Griso e con altri bravi, di fuori, davanti e di dietro; e lasciato l’ordine che il resto della servitù venisse poi in seguito, partì…giurando di tornare ben presto a far le sue vendette”. Ma don Rodrigo non tornò mai più nel suo Castello.
Ritroviamo don Rodrigo nel pieno dell’infuriar della peste, lo rivediamo mentre torna a casa in Milano con il Griso e con i pochi bravi che gli erano rimasti. Quel giorno aveva gozzovigliato con gli amici divertendo tutti con battute spiritose per il cugino Attilio morto di peste due giorni prima. Tornando a casa sentì i primi sintomi della malattia si mise a letto e mandò il Griso a chiamare un medico fidato. Si addormentò fece un sogno nel quale gli apparve fra Cristoforo che gli annunciava la maledizione divina e un dolore acuto che al risveglio si rivelò essere un bubbone pestifero. Rientrò il Griso, accompagnato, non dal medico fidato, ma dai monatti, chiamò invano aiuto, lo rapinarono di ogni cosa pregiata e lo portarono al Lazzaretto. Il racconto della malattia di don Rodrigo, di quest’uomo potente, giovane e ricco, sicuramente innamorato, le parole misurate e pietose usate dal Manzoni nel descriverla mi hanno sempre mosso a una certa compassione per don Rodrigo; il tradimento del Griso, un vero personaggio diabolico.
Se paragono le angherie di don Rodrigo a quel che fecero i giudici di Milano condannando gli untori, Il Mora e gli altri, per una diceria popolare condivisa dallo stesso cardinal Borromeo, che Manzoni denuncerà nella famosa opera “Storia della colonna infame” e per quanto tempo quella colonna eretta in memoria dell’esecuzione degli untori, fu lasciata nel centro della città di Milano, allora penso che – per quei tempi – un giovane innamorato come don Rodrigo può essere assolto.
Infatti, noi troviamo i quattro protagonisti di questa storia proprio nel Lazzaretto; Renzo, guarito della peste è in cerca di Lucia; incontra fra Cristoforo, anche lui con i segni della malattia, che presta il suo servizio ai malati, poi incontra don Rodrigo ormai morente; Renzo è preso da compassione per il suo rivale e d’angoscia pensando a Lucia che non sa se sia ancora viva. Infine, trova anche Lucia, guarita che accudisce una signora sua benefattrice non ancora del tutto rimessa. Di questi quattro giovani, veri protagonisti del romanzo, la scrittura del Manzoni i molti libri che riportano le incisioni o i disegni dei personaggi allontanano l’idea della loro giovinezza, ma noi sappiamo dal romanzo che il giorno che Renzo doveva sposarsi è l’ 8 novembre del 1628 e ha vent’anni e Lucia è più giovane, che la peste imperversò nel 1630, descritta dal Ripamonti e dai medici Settala e Tadino che non riuscirono a impedire la diffusione della diceria dell’untore. Questa è una storia di due giovani, di classi sociali assai lontane, innamorati della stessa donna, di spiccata personalità che affascina tutti coloro che l’hanno incontrata e che alla fine la Provvidenza e il Caso, dopo tante vicissitudini, farà si che i due Promessi Sposi convoleranno a giuste nozze.
Egidio Papetti 23 Novembre 2025
mercoledì 22 ottobre 2025
Il libro del profeta Isaia
ISAIA
(traduzione dal testo
masoretico di Egidio Papetti)
Il Libro di Isaia contiene i testi
di tre profeti vissuti in epoche diverse. Esso abbraccia un lungo periodo della
storia degli Israeliti, dal tempo del primo Isaia vissuto al tempo dei re:
Ozia, Acaz, Jotam, Ezechia. Il profeta in questo tempo rivestiva una funzione
istituzionale ed era consultato dai re prima di ogni decisione importante.
Nell’ottavo secolo il regno di Giuda fu più volte attaccato dagli Assiri e
Isaia svolse un ruolo decisivo nelle decisioni. A questo primo profeta sono
attribuiti i primi 39 capitoli. Egli assicura il suo popolo che rimarrà sempre
un “resto” sul quale Yhwh fonderà la sua rivincita. Il secondo profeta, detto
deutero Isaia svolse la sua opera durante l’esilio e comprende i capitoli
40-55. Il profeta incoraggia gli esuli a resistere perché il tempo della
liberazione è vicino. Il terzo profeta o trito Isaia opera dopo il ritorno
dall’esilio, i suoi capitoli sono ormai prossimi alla proclamazione del
monoteismo, la sua esperienza fra i persiani gli consente di pronunciare parole
che riflettono anche il modo di intendere la divinità come creatrice del cielo
e della terra. Il libro del profeta Isaia è stato per le prime comunità
cristiane e per i padri della Chiesa latina e greca un testo fondamentale che
essi leggevano nella versione greca dei settanta e interpretavano in modo analogico
leggendo in molti passi elementi messianici che prefiguravano la venuta del
messia figlio di David, quindi di Gesù Cristo.
CAP. 1
Visione di Isaia,
figlio di Amoz, che ebbe sopra Giuda e Gerusalemme nei giorni di Ozia, di Otam,
di Acaz e di Ezechia, re di Giuda.[1] 2)
Ascoltino i cieli e le orecchie della terra, perché Yhwh ha parlato: ho
cresciuto figli e li ho innalzati, essi si sono ribellati contro di me. 3)
conosce il bue il suo compratore (il suo padrone) e l’asino la mangiatoia del
suo padrone, Israele non conosce; il mio popolo non è intelligente! 4) Guai la Nazione
peccatrice, popolo carico di peccati, generazione di malvagi, figli corrotti,
hanno abbandonato Yhwh, disprezzato il Santo d’Israele, si sono dedicati al
passato. 5) Perché volete essere ancora colpiti, aggiungendo ribellione; tutta
la testa è come ammalata, tutto il cuore è infermo. 6) Dalla pianta del piede
fino alla testa, non c’è niente in lui di illeso: ferite e cicatrici, piaghe
recenti non curate, non medicate e non lenite con l’olio. 7) La vostra terra è
desolata, le vostre città bruciate col fuoco; la vostra campagna – davanti a
voi – gli stranieri la divorano; la devastazione è come una catastrofe opera di
stranieri.[2] 8) È
diventata, la figlia di Sion, come un capanno nella vigna, come una capanna
nella melonaia, come una città assediata. 9) Se grazie a lui – Yhwh degli
eserciti – non fosse rimasto un resto per noi, un piccolo gruppo di sopravvissuti,
come Sòdoma e Gomorra noi saremmo somigliati. 10) Ascoltate la parola di Yhwh!
Capi di Sòdoma, aprite le orecchie all’insegnamento del nostro Elhoim, popolo
di Gomorra. 11) Perché a me dell’abbondanza dei vostri sacrifici, dice Yhwh,
sono sazio. Gli olocausti di montoni e del grasso di animali ingrassati, del
sangue dei buoi e degli agnelli e degli arieti, non li gradisco! 12) Quando
venite a vedere la mia faccia[3], chi vi
chiede questo vostro metter le mani[4] nel mio
cortile, esaltandovi? 13) non continuate a far entrare offerte di nessun
valore; questo è abominio per me: l’incenso i noviluni, il sabato, convocare
assemblee; non mi cibo di delitti e di feste solenni! 14) I vostri noviluni, le
vostre assemblee, il mio animo li odia, sono per me come un peso, sono stanco
di sopportarle. 15) Quando voi stendete il palmo delle vostre mani, i miei
occhi si allontanano da voi; anche quando abbondate con la preghiera, le mie
orecchie non ascoltano; le vostre mani sono ricolme di sangue. 16) Lavatele,
purificatele, allontanate la malvagità delle vostre cattive azioni di fronte
agli occhi miei; desistete dal fare il male! 17) Imparate a fare il bene,
cercate il diritto, camminate con l’oppresso, rendete giustizia all’orfano,
difendete in giudizio la vedova. 18) Venite dunque, confrontiamoci – dice Yhwh –
se sono le vostre colpe come scarlatte, diventeranno bianche come la neve, se
rosseggianti come porpora, come lana diventeranno. 19) Se sarete disposti e
obbedirete, il meglio del paese mangerete. 20) Se rifiuterete e vi ribellerete,
di spada sarete mangiati, perché la bocca di Yhwh ha parlato. 21) Com’è che è
diventata una puttana la città fedele, esempio di diritto? La Giustizia
dimorava in essa, ora è dimora di assassini. 22) Come l’argento diventato
scoria, la birra è mescolata con l’acqua. 23) I tuoi principi[5] sono
ribelli e amici di ladri; tutti amano ricevere doni[6];
ambiscono a corrompere l’orfano, la causa della vedova non la difendono, a loro
non interessa. 24) Per questo – oracolo del Signore Yhwh degli eserciti principe
d’Israele – guai! Mi prenderò soddisfazione dei miei avversari e mi vendicherò
dei miei nemici. 25) E volgerò le mie mani contro di te e purificherò nel
crogiolo le tue scorie; imprigionerò tutto lo stagno che è in te. 26) Farò
tornare i tuoi giudici come in passato; i tuoi consiglieri com’erano una volta,
così gli altri ti chiameranno città della giustizia, capitale fedele. 27) Sion
nel diritto sarà riscattata e ritornerà alla giustizia. 28) Sarà la rovina dei
ribelli e dei peccatori tutti in una volta e insieme; quelli che abbandonarono
Yhwh saranno sterminati. 29) Poiché vi vergognerete delle querce che avete
agognato e arrossirete dei giardini che avete scelto. 30) poiché diventerete
come querce dalle foglie appassite e come giardini senz’acqua. 31) Sarà il
gagliardo come la stoppa e le sue azioni come scintille, bruceranno entrambi
senza spegnersi.
CAP. 2
La cosa che vide
Isaia, figlio di Amoz su Giuda e Gerusalemme. 2) Avverrà nei giorni futuri;
sarà saldo il monte della casa di Yhwh sulla collina dei monti, innalzata sulle
alture e affluiranno presso di lei tutte le nazioni. 3) giungeranno molti
popoli e diranno: andiamo salite sul monte di Yhwh alla casa dell’Elohim di
Giacobbe ed esultiamo nelle sue vie, perché da Sion uscirà la legge e da
Gerusalemme la parola di Yhwh. 4) Sarà giudice fra le nazioni, sarà
intermediario di molti popoli; forgeranno in pale le loro lance, in roncole le
loro spade, non si solleverà nazione contro nazione con la spada, non ci
saranno più guerre. 5) Casa di Giacobbe andiamo, camminiamo nella luce di Yhwh.
6) Poiché tu hai abbandonato il tuo popolo, la casa di Giacobbe; infatti, è
pieno di indovini più dell’oriente, di filistei e con i figli degli stranieri
si battono la mano.[7]
7) È pieno il suo paese d’argento e di oro puro e non c’è limite alla sua
accumulazione; è pieno il suo paese di cavalli e non c’è limite ai suoi carri.
8) È pieno il suo paese di idoli, di opere delle sue mani, si inchineranno ad
essi perché eseguiti dalle loro stesse dita. 9) L’uomo sarà sottomesso, sarà umiliato
l’uomo e tu non sollevarlo. 10) Entra nella roccia e nasconditi nella polvere
davanti al terrore di Yhwh e alla gloria della sua maestà. 11) Gli occhi
dell’uomo arrogante umiliati; la superbia degli uomini abbassata, in quel
giorno soltanto Yhwh sarà innalzato. 12) Perché è il giorno di Yhwh degli eserciti
ogni alterigia, ogni superbia sarà abbattuta. 13) Contro tutti i cedri del
Libano, eccelsi ed elevati, contro tutte le querce di Basan. 14) e contro tutte
le montagne alte e contro tutte le alture elevate. 15) E contro tutte le torri
alte e contro e tutte le mura fortificate. 16) E contro tutte le flotte di
Tarsis e contro tutti i vascelli di valore. 17) L’arroganza dell’uomo sarà
sottomessa e umiliata l’alterigia degli uomini; sarà eminente soltanto Yhwh in
quel giorno. 18) Gli idoli (gli dèi falsi) sterminati, spazzati via. 19)
Entreranno nelle grotte e nelle caverne di terra, davanti al terrore di Yhwh e al
prestigio della sua maestà, quando si ergerà per terrorizzare il paese. 20) In
quel giorno l’uomo getterà nelle fosse scavate dai pipistrelli e dalle talpe gli
dèi falsi, con il loro argento, gli dèi falsi con il loro oro, che si erano
fatti per prostrarsi ad essi. 21) Per entrare nelle grotte di roccia e nelle
fenditure delle rupi, davanti al terrore di Yhwh e al prestigio della sua
maestà, quando si alzerà per terrorizzare il paese. 22) Lasciate perdere questo
tipo d’uomo, nel suo naso non ha che un soffio, per cosa stimarlo?
CAP. 3
Poiché ecco: il
Signore Yhwh degli eserciti distoglie da Gerusalemme e da Giuda il sostegno e
l’appoggio; tutto il sostegno del pane e tutto il sostegno dell’acqua. 2) Il
gagliardo e il combattente, il giudice e il profeta, l’indovino e il vecchio 3)
il capo di pochi, il superbo, il consigliere, il sapiente, gli abili artigiani,
lo scaltro stregone. 4) Metterò dei giovani come loro principi (capi) gente
crudele, senza cuore, comanderanno su di loro. 5) Opprimerà il popolo, insorgeranno:
uomo contro uomo; ciascuno contro il suo amico; il giovane contro il vecchio,
l’infame contro il nobile. 6) Perché uno fra i suoi fratelli nella casa di suo
padre, prenderà un indumento[8] e Vai!
Tu sarai per noi il condottiero; prendi in mano questa rovina. 7) Quel giorno egli
si alzerà dicendo: non sono medico e nella mia casa non c’è pane, non c’è
indumento, non fatemi condottiero del popolo. 8) Perché crolla Gerusalemme e
Giuda? Cade perché la loro lingua e le loro opere sono contro Yhwh per ribellarsi
– sventurati – alla sua gloria. 9) Sono fatti così e le loro facce rispondono
per loro[9] e loro
peccano come Sòdoma: lo affermano non lo nascondono; guai per la loro vita
perché la rovina si procurano da sé stessi. 10) Si dica del giusto perché è il
meglio; perché i frutti delle sue opere mangerà. 11) Guai al malvagio; perché
la ricompensa per lui è il male fatto con le sue mani. 12) Popolo mio, un
bambino è il suo oppressore[10] e le
donne comandano su di lui; popolo mio i tuoi governanti ti traviano e il
sentiero del tuo cammino lo nascondono[11]. 13) Si
mette in piedi Yhwh per intentare causa e si erge in piedi per amministrare la
giustizia dei popoli. 14) Yhwh entrerà in giudizio con gli anziani del suo
popolo e con i suoi principi, voi! Che avete tagliato la vigna; la refurtiva
dei poveri è nelle vostre case. 15) Voi reggenti, calpestate il mio popolo e la
faccia dei poveri schiacciate – oracolo del Signore Yhwh degli eserciti. 16)
Dice Yhwh: poiché sono orgogliose le figlie di Sion, esse camminano dispiegando
il collo e ammiccando coi loro occhi mentre camminano; a piccoli passi
camminano e i loro piedi tintinnano[12]. 17)
Trasmetterà la tigna il Signore, al cranio delle figlie di Sion e Yhwh metterà
a nudo la loro fronte (pelate?). 18) In quel giorno il Signore toglierà
l’ornamento dei bracciali, dei diademi e delle lunette. 19) Gli orecchini con pendagli, i braccialetti ai
piedi. 20)I turbanti, le catenine, le cinture, le fiale di profumo gli amuleti
che hanno al collo. 21) Gli anelli pendenti al naso. 22) Gli abiti lussuosi, i
mantelli, gli scialli le borsette. 23) Gli abiti a pieghe, le vestaglie, i
turbanti, i mantelli. 24) E ci sarà invece del profumo, marciume; ci sarà
invece della cintura una corda; e invece dei capelli ricci, la calvizie. Invece
di indumenti di seta, la cintura del sacco,[13] questo
sarà, invece del fascino della bellezza. 25) Cadranno di spada i tuoi morti e i
tuoi prodi in battaglia. 26) Le sue porte (della città) porteranno il lutto e
impaurite si volgerà alla terra.
CAP. 4
Sette donne
afferreranno un uomo solo, in quel giorno dicendo: il nostro pane mangeremo e i
nostri abiti indosseremo, basta che il tuo nome sia dato a noi; sia tolto il
disonore nostro. 2) In quel giorno, il germoglio di Yhwh, sarà splendore e
gloria e i frutti della terra, onore e ornamento per i superstiti di
Gerusalemme. 3) E ci sarà chi è rimasto a Sion e chi è restato a Gerusalemme.
Santo si dirà di lui, tutti gli iscritti per la vita[14] in
Gerusalemme. 4) Se il mio Signore lava la sporcizia delle figlie di Sion e il
sangue di Gerusalemme, (versato) dalle tue mani, da dentro di te – nel senso
della giustizia e nel senso di bruciare tutto, 5) allora formerà Yhwh su tutti
i luoghi del monte di Sion e sulla tua assemblea, una nube di giorno e fumo e
bagliore di fuoco e fiamma di notte,[15] ma
sopra ogni cosa il baldacchino della gloria. 6) Una capanna farà riparo di
giorno dalla canicola, e rifugio e ricovero dalla piaggia e dalla grandine.
CAP. 5
Canterò dunque al
mio prediletto il cantico del mio amato per la sua vigna. Una vigna aveva il
mio prediletto, su di un colle fertile. 2) Lui la dissodò, lui la sgombrò dei
sassi lui piantò un vitigno di qualità e vi costruì una torre nel mezzo ed
anche un torchio scavo in essa e sperò di raccogliere uva buona, ma fece uva
selvatica. 3) E adesso, abitanti di Gerusalemme, uomo di Giuda, giudica dunque
fra me e la mia vigna. 4) Che cosa potevo fare ancora alla mia vigna che non ho
fatto per essa? Giacché speravo di raccogliere una buona, ma fece uva
selvatica. 5) Adesso, faccio sapere a voi cosa io faccio alla mia vigna:
rimuovo la sua cinta e diventerà pascolo aperto, e la sua recinzione sarà
calpestata. 6) La renderò incolta, non sarà potata, non sarà sarchiata e
cresceranno rovi e cardi, e sopra la boscaglia, darò ordini alla pioggia di non
piovere su di essa. 7) Perché la vigna di Yhwh degli eserciti è casa d’Israele,
uomo di Giuda! La piantò come sua delizia e si aspettava giustizia legge e
ordine ed ecco invece: omicidi, grida degli oppressi. 8) Guai a coloro che
aggiungono casa a casa, che avvicinano campo a campo fin quando il luogo sarà vuoto,
il paese sarà abitato solo da voi dentro. 9) Nei miei orecchi ho udito Yhwh
degli eserciti: qualora fosse, molti edifici saranno devastati, grandi e belli,
saranno senza abitanti. 10) Perché dieci iugeri di vigna faranno un bat solo, e
il seme di un comer farà un’efa[16]. 11)
Guai a quelli che si svegliano presto al mattino e vanno in cerca di bevande
alcoliche e dopo, verso il tramonto, il vino li fa infiammare. 12) Ci sarà la
cetra il flauto e vino nei loro banchetti, ma l’agire di Yhwh non guardano e
l’opera delle sue mani non vedono. 13) Per questo il mio popolo si scopre vuoto
di conoscenza e i suoi gloriosi,[17]morti di
fame e la moltitudine inaridita dalla sete. 14) Per questo allarga lo sheol la
sua gola e allarga le fauci a dismisura; scende per quelle strade la
moltitudine e gli spensierati scendono con essi facendo festa. 15) L’uomo sarà
sottomesso e umiliato e gli occhi degli alteri, abbassati. 16) Si innalzerà Yhwh degli eserciti nel diritto e
El[18], il
Santo si mostrerà nella giustizia. 17) Pascoleranno gli agnelli come nei loro
pascoli[19] e i
leoncelli le vittime sacrificate mangeranno. 18) Guai a coloro che trascinano
il crimine con il canapo dell’inganno, con la corda del toro, il peccato. 19)
Coloro che dicono: sia veloce, faccia in fretta l’opera sua che noi la si veda,
il progetto del Santo d’Israele si avvicini e sia compiuto sì che possiamo
conoscerlo. 20) Guai a coloro che dicono
buono al malvagio e al buono malvagio; coloro che chiamano tenebra la luce e
luce la tenebra; coloro che chiamano amaro il dolce e dolce l’amaro. 21) Guai a
coloro che si vedono sapienti, che alla vista della loro faccia, si sentono
intelligenti. 22) Guai ai forti bevitori di vino e agli uomini gagliardi nel
mescolare liquori. 23) Quelli che per ricompensa e regalo, giustificano il
malvagio, e il diritto dei giusti allontanano da sé. 24) Per questo, come una lingua di fuoco brucia
la paglia[20]
e la stoppia, così sradicherà le loro radici come marciume; sarà il loro
germoglio come polvere che svanisce in alto, perché hanno respinto
l’insegnamento di Yhwh degli eserciti, e le parole del Santo d’Israele hanno
oltraggiato. 25 Per questo s’infiammò d’ira[21] Yhwh
contro il suo popolo e distese la sua mano contro di esso e lo colpì; tremarono
i monti, i morti si inaridirono come spazzatura nel mezzo delle strade; con
tutto ciò la sua ira non è finita, la sua mano è ancora tesa. 26)[22] Isserà
la bandiera per le nazioni lontane e sarà un richiamo (fischio) per esse dalle
estremità della terra ed ecco: prontamente e leggero egli verrà. 27) Non c’è
nessuno stanco; di essi nessuno inciampa, né sonnecchia né si addormenta e non
si slaccia la cintura dai suoi fianchi né si slaccia le stringhe dei suoi
sandali, 28) le sue frecce sono acuminate e i suoi archi tesi; gli zoccoli dei
suoi cavalli ritenuti come pietre, (i suoi carri) le sue ruote come un turbine.
29) Il suo ruggito, ruggirà come una
leonessa, come leoncelli crudeli ruggirà e agguanterà la vittima e fuggirà;
nessuno le impedirà di succhiare (il sangue). 30) Egli, come il ruggito del
mare guarderà la terra ed ecco: tenebra, angoscia e la luce oscurarsi fra
nuvoloni oscuri.
CAP: 6
Nell’anno della
morte del re Ozia, io vidi il Signore[23] seduto
su un trono alto e sollevato, i suoi abiti[24]
riempivano il santuario. 2) I serafini[25] in
piedi sopra di lui; sei ali, sei ali per ognuno: con due copriva la sua faccia,
con due copriva i suoi piedi[26], e con
due volava. 3) Gridava l’uno all’altro e diceva: Santo, Santo, Santo, è Yhwh
degli eserciti, tutta la terra è piena della sua gloria. 4) Tremavano gli
stipiti delle porte alla voce di colui che gridava e il fumo riempì il palazzo.
5) E dissi: ahimè sono perduto perché io sono un uomo dalle labbra impure,
perché i miei occhi hanno visto Yhwh degli eserciti; in mezzo a un popolo dalle
labbra impure io abito. 6) Volò da me uno dei serafini, e nella sua mano un
carbone ardente preso dagli smoccolatoi da sopra l’altare. 7) Toccò la mia
bocca e disse: ecco, questo ha toccato le tue labbra, è scomparsa la tua colpa,
il tuo crimine è espiato. 8) Udii la voce del Signore che mi diceva: chi
manderò? Chi andrà per noi? Eccomi, manda me! 9) E disse: va’ e dirai a questo
popolo, per ascoltare, ascoltate, ma non comprenderete; per guardare, guardate,
ma non saprete; 10) Ottundi il cuore di questo popolo, i suoi orecchi falli
essere sordi e i suoi occhi falli ciechi, affinché non veda con gli occhi e con
gli orecchi non ascolti e il suo cuore non comprenda e non si converta per la
sua guarigione. 11) E dissi: fino a quando Signore? Rispose: fin quando non
saranno distrutte le città senza abitanti, e i palazzi senza persone e la
campagna devastata e desolata. 12) Allontanerà Yhwh la popolazione dall’interno
del paese e sarà grande l’abbandono. 13) La decima parte farà ancora ritorno,
ma per bruciare come una quercia e come la farnia[27], nel
cui ceppo è coltivato un seme, seme santo del ceppo è coltivato[28].
CAP: 7
Avvenne nei giorni
di Acaz, figlio di Iotam, figlio di Ozia, re di Giuda; salì Razin re di Aram e
Pecak figlio di Romelia, re d’Israele[29], per la
guerra contro Gerusalemme, ma non vinsero la guerra contro di essa. 2) Fu
riferito alla casa di David dicendo: si muove Aram contro Efraim; tremò il suo
cuore e il cuore del suo popolo, come il tremare degli alberi del bosco a causa
del vento. 3) Disse Yhwh a Isaia: esci veloce incontro ad Acaz, tu e
Seor-Iasub, tuo figlio[30] verso
l’estremità del canale della piscina, quella superiore, sulla strada del campo
del lavandaio. 4) E gli dirai: guardati e stai tranquillo, non tema il tuo
cuore, non sia debole per questi due pezzi di tizzoni: della collera di Rezin
di Aram e a causa del figlio di Romelia. 5) Per questo: perché hanno tramato
contro di te Aram insieme a Efraim e il figlio di Romelia dicendo: 6) saliamo
contro Giuda e distruggiamola, invadiamola e su di essa proclameremo re il
figlio di Tabal (buono a nulla). 7) Così dice il Signore Yhwh: non si alzerà e
non sarà. 8) Perché la capitale di Aram è Damasco e il capo di Damasco è Rezin
e nel trascorrere di sessanta cinque anni, Efraim sarà abbattuto come popolo[31]. 9)
Capitale di Efraim è Samaria e il capo di Samaria è il figlio di Romelia; perché
se non crederete, non sarete saldi.[32]10)
Rivolse ancora Yhwh la parola ad Acaz dicendo: 11) Chiedi per te un segno come
popolo di Yhwh tuo Elohim, dal profondo dello sheol o dal luogo più in alto.
12) Rispose Acaz: non chiederò e non metterò alla prova Yhwh. 13) Disse (Isaia)
ascoltatemi dunque casa di David: forse è poca cosa il faticare di voi uomini
perché vogliate affaticare anche il mio Elohim? 14) Per questo il Signore darà
lui a voi un segno: ecco, la giovinetta concepirà e partorirà un figlio e
chiamerà il suo nome Emmanuel, (El con noi).[33] 15)
Panna e miele mangerà per sapere in che consista il male e per scegliere il
bene. 16) Poiché prima che il fanciullo sappia in che consista il male e sappia
scegliere il bene, la terra di cui ti preoccupi, a causa di quei due re, sarà
abbandonata. 17) Farà arrivare Yhwh contro di te e contro il tuo popolo e
contro la casa di tuo padre, giorni tali che non giunsero all’epoca in cui
Efraim a tradimento si allontanò da Giuda, farà arrivare il re dell’Assiria.
18) In quel giorno, Yhwh fischierà alla mosca che è all’estremità del fiume
d’Egitto e all’ape che è nel paese dell’Assiria[34] 19) e
arriveranno e si poseranno in tutti i possedimenti, dentro le fessure delle
rocce, e in tutti i cespugli e in tutti gli abbeveratoi. 20) In quel giorno, il
Signore col rasoio noleggiato di là del fiume, con il re d’Assiria, raderà la
testa e il pelo dei genitali ed anche la barba strapperà. 21) Accadrà quel
giorno che ognuno andrà in cerca di una giovenca e di due pecore. 22) Sarà per
l’abbondanza di panna che faranno, mangeranno burro giacché burro e miele
mangeranno tutti i rimasti all’interno del paese. 23) Avverrà quel giorno: in
ogni luogo dove c’erano innumerevoli vigneti con grandi ricchezze, una quantità
di rovi e di boscaglia ci sarà. 24) Con lance e con frecce si entrerà in quel
luogo perché rovi e boscaglia ci sarà in tutto il paese. 25) E tutte le
montagne che con la vanga erano vangate, non si percorreranno per timore dei
rovi e della boscaglia; accadrà che di manderanno bovini e pecore per
calpestarle.
CAP. 8
Mi disse Yhwh:
prenditi una tavola grande e scrivi su di essa con lo stilo: l’umanità
repentina saccheggia e prende il bottino. 2) Io a mia testimonianza, ho testimoni
di fiducia: Uria il sacerdote e Zacaria figlio di Berechia. 3) Mi avvicinai
(feci l’amore) alla profetessa, concepì e partorì un figlio e mi disse: chiama
il suo nome “Maher-Salal- Ces-Baz”,[35] 4) perché
prima che il bambino sappia chiamare “il mio papà” e “la mia mamma”, l’esercito
di Damasco porterà il bottino di Samaria davanti al re dell’Assiria. 5) Mi
rivolse ancora la parola Yhwh dicendo: 6) Poiché questo popolo ha disprezzato
le acque di Siloe che scorrono lentamente, esulta[36] Rezin e
il figlio di Romelia. 7) Perciò ecco: il Signore solleverà sopra di voi le
acque del fiume, possenti e abbondanti, e il re dell’Assiria e tutto il suo
esercito strariperà in tutti i suoi canali, e strariperà in tutte le sue rive.
8) Inonderà Giuda e passandola il risultato sarà di sommergerla fino al collo;
l’apertura delle sue ali riempirà e si allargherà su tutta la tua terra o
Emanuele. 9) Alleatevi popolo, e sarete distrutti; ascoltate tutti (popoli)
lontani della terra: allacciate le armi, sarete distrutti, cingete le spade e
sarete distrutti. 10) Ideate un progetto, sarà disfatto; esponete un discorso,
non reggerà, perché El è con noi. 11) Perché così mi disse Yhwh mentre mi
afferrava la mano; mi allontanava dal camminare per la strada di questo popolo
dicendo: 12) non direte congiura di tutto ciò che questo popolo dice congiura e
ciò che temono, voi non temerete e non vi allarmate. 13) Yhwh degli eserciti,
lui sia il vostro Santo, egli vi intimorisce, egli vi atterrisce. 14) Sarà il
santuario e la pietra d’inciampo e la roccia dello scandalo per le due case
d’Israele, trappola e inciampo per gli abitanti di Gerusalemme. 15) Molti vi inciamperanno
e scenderanno e si spezzeranno, presi, e saranno catturati. 16) Rinchiudi la
testimonianza, sigilla l’insegnamento per i miei discepoli. 17) Io aspetto
Yhwh, che nasconde il suo volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui. 18) Ecco,
io e i figli che Yhwh mi ha dato, per i segni e per i prodigi in Israele, da
parte di Yhwh degli eserciti, insediato sul monte Sion. 19)[37] Quando
vi diranno: consultate gli antenati,[38] gli
indovini, i negromanti che bisbigliano; è forse impedito al popolo di
interpellare il suo Elohim? E ai viventi i loro morti? 20) Per l’insegnamento e
per la testimonianza, se non parleranno con queste parole, non ci sarà per loro
nient’altro che ubriacarsi. 21) Egli passerà in essa, soffrirà la fame, e
quando sarà affamato si irriterà e maledirà il suo re, e il suo Elohim e si
volgerà in alto. 22) E si affiderà alla terra, ma ecco la sventura, e la tenebra
che aleggia e opprime, la l’oscurità si allontanerà. 23) Poiché non c’è
sventura per quella dove c’era tenebra; come una volta umiliò Zabulon e il paese
di Neftali, in avvenire farà gloriosa la via del mare oltre il Giordano, territorio
delle genti.[39]
CAP. 9
Il popolo che
camminava nella tenebra vide una grande luce; agli abitanti sulla terra
nell’oscurità, una luce splendette su di essi. 2) Tu hai moltiplicato le
nazioni (ostili) a lui; hai accresciuto la gioia; gioiscono davanti a te come
gioiscono durante la mietitura; come quando si apprestano a dividere il bottino
(di guerra).[40]
3) Perché il giogo che lui portava, lo hai fatto cadere dalle sue spalle e il
bastone che l’opprimeva lo hai spezzato, come il giorno di Midiam.[41] 4) Perché
ogni scarpone marciante da far paura e ogni mantello intriso di sangue,
diventerà un rogo alimentato dal fuoco. 5) Perché un figlio è stato partorito
per noi; un figlio è stato dato a noi, avrà il Principato sulle sue spalle e il
suo nome sarà: Consigliere meraviglioso, dio valoroso, Padre per sempre,
Principe della pace.[42] 6) Sarà
potente il suo Principato e ci sarà pace senza fine sul trono di David e nel
suo regno; per stabilizzarlo e per sostenerlo, nel diritto e nella giustizia,
adesso e per lungo tempo; lo zelo di Yhwh degli eserciti questo farà. 7) Una
parola mandò il “Signore” contro Giacobbe e cadde su Israele. 8) Tutto il
popolo di Efraim e di Samaria la conosceranno; nella superbia e nella
presunzione del loro cuore dicevano: 9) le costruzioni sono cadute, con pietre
lavorate saranno ricostruite; i sicomori sradicati, con cedri saranno
sostituiti. 10) Sollevò Yhwh i nemici di Damasco (Rezin) contro di lui e i suoi
avversari incrementerà. 11) Gli Aramei da oriente e i Filistei da ponente
divorano Israele con grossi bocconi, con tutto questo non si solleva la sua
irritazione e la sua mano è ancora tesa. 12) Il popolo non si rivolge a colui
che lo colpisce e non ricercano Yhwh degli eserciti. 13) Ha tagliato Yhwh capo
e coda palma e giunco nello stesso giorno.[43] 14) Il
vecchio, tenuto in gran conto dall’aspetto, egli è il capo; il profeta, maestro
di menzogne, egli è la coda. 15 Le guide di questo popolo sono state in errore
e coloro che esse guidavano sono stati inghiottiti. 16 Per questo con i suoi
eletti non sarà clemente il Signore; con i suoi orfani con le sue vedove, non
userà misericordia, perché tutti loro sono empi e malvagi e ogni bocca dice
stoltezze; ma con tutto questo non si solleva la sua irritazione e la sua mano
è ancora tesa. 17) Giacché arde come il fuoco la malvagità; rovi e boscaglia
divora e brucia i cespugli del bosco che si contorcono innalzando fumo. 18) Per
l’ira di Yhwh degli eserciti si brucia la terra; il popolo è come un alimento
per il fuoco; tutti contro il proprio fratello, non c’è compassione per lui.[44] 19)
Divora a destra e patisce la fame, mangia a sinistra e non è sazio; tutti
mangiano la carne della propria prole. 20) Manasse con Efraim, Efraim con Manasse
e i due insieme contro Giuda, ma con tutto ciò non si solleva la sua
irritazione e la sua mano è ancora tesa.
CAP: 10
Guai ai legislatori
che decretano leggi inique, che scrivono a fatica le sentenze, 2) per il tot
che spetta di diritto ai mendicanti, per rubare il diritto dei poveri del mio popolo,
per essere le vedove spogliate e gli orfani saccheggiati. 3) E cosa farete il
giorno dell’adunata? La strage verrà da lontano. Da chi fuggirete per chiedere
aiuto? Accadrà che dovrete abbandonare le vostre ricchezze. 4) A meno di
incurvarsi sotto i prigionieri o cadere in mezzo ai morti; con tutto questo non
si solleva la sua irritazione la sua mano è ancora tesa. 5) Oh Assiria! Verga
della mia irritazione, bastone in mano loro della mia rabbia. 6) Io la manderò
contro una nazione infame e contro il popolo della mia collera e comanderò di
saccheggiare e depredare e fare razzia e di metterlo in luogo per essere
calpestato come fango delle strade. 7) Essa (l’Assiria) non così progetta e non
così giudica il suo cuore (pensa), Perché nel suo cuore (pensa) di distruggere
e annienterà non poche nazioni. 8) Perché diceva: forse i miei prìncipi non
sono anch’essi dei re? 9) Forse non è Calno come Carchemis? Forse Camat come
Carpad? Forse Samaria come Gerusalemme? 10) Come la mia mano ha raggiunto i
regni degli idoli e i loro idoli erano più di Gerusalemme e più di Samaria. 11)
Forse come ho fatto a Samaria e ai suoi idoli, così non farò a Gerusalemme e
alle sue statue? 12) Avverrà, quando terminerà il Signore tutta l’opera sua sul
monte Sion e su Gerusalemme, si accanirà contro i frutti cresciuti nel cuore
del re dell’Assiria e contro l’ostentazione e l’arroganza dei suoi occhi. 13) Poiché
ha detto: con la forza delle mie mani ho fatto e con la mia saggezza, perché
sono intelligente, quando ho restaurato e diviso grandi popoli e i loro tesori
depredato e fatto cadere, come un eroe, coloro che sedevano (in trono)[45]. 14) La
mia mano ha trovato come in un nido la ricchezza dei popoli, e come si
raccolgono le uova abbandonate, tutta la terra io ho raccolto, e non c’era
battito d’ala, né pigolio d’un becco a pigolare. 15) Forse può inorgoglirsi
l’ascia contro chi con quella taglia? Può inorgoglirsi la sega quando è usata
da chi la maneggia? Come se un bastone si ribellasse a chi sollevandolo lo
brandisce, quasi fosse una verga, non legno. 16) Perciò manderà il Signore Yhwh
degli eserciti, contro i suoi ben pasciuti, la magrezza e al posto del loro
onore accenderà un incendio, un incendio di fuoco. 17) Sarà, la luce d’Israele
un fuoco e il suo santuario una fiamma, e l’incendio divorerà i suoi rovi e i
suoi cardi, in quel giorno 18) E la bellezza della sua selva e del suo
giardino, dall’intimo respiro fino al corpo divorerà e sarà come lo scomparire
d’un malato. 19) Il resto degli alberi della sua selva saranno un numero tale
(pochi) che un bambino può scriverlo. 20) Accadrà in quel giorno, non
continuerà più il resto d’Israele e i superstiti della casa di Giacobbe a
confidare in colui che li colpisce e si affideranno a Yhwh, il Santo d’Israele,
con fermezza. 21) Un resto si volgerà, un resto di Giacobbe, a El (dio)
vigoroso. 22) Anche se fosse il tuo popolo Israele come sabbia del mare, un
resto si volgerà a lui; una distruzione è decisa, sommergerà la giustizia. 23)
Perché una distruzione ha deciso il Signore Yhwh degli eserciti all’interno di
tutto il paese. 24) Per questo dice il
Signore Yhwh degli eserciti: non abbia timore il mio popolo, abitante di Sion,
dell’Assiria, essa con bastone colpirà; la sua verga alzerà su di te, seguendo
l’Egitto. 25) ma ancora poco, pochissimo e si manifesterà la furia della mia
collera, e saranno distrutti. 26) Abbatterà contro di lui, Yhwh degli eserciti,
il flagello come quando colpì Midian alla roccia sull’Oreb; il suo bastone lo
solleverà come fece con l’Egitto[46]. Accadrà
in quel giorno: toglierà il suo peso da sopra la tua spalla e di lui, da sopra
il tuo collo sparirà il giogo gravoso perché pesante. 28) Arriva da Ait, passa
da Migron, a Micmas si accampa il suo esercito[47] . 29)
Passano per il guado, a Gheba bivaccano da noi, trema Rama, Gabaa di Saul
fugge. 30) Grida la tua voce casa di Galim! Fai attenzione Laisa! Rispondi
Anatot! 31) Si fugge da Micmena; gli abitanti di Ghebim abbandonano. 32) Ancora
un giorno per Nob di restare in piedi! Agiterà la sua mano il monte di Sion[48], la
collina di Gerusalemme. 33) Ecco, il Signore, Yhwh degli eserciti, schianta il
fogliame; con la scure i più alti sono sradicati; gli arroganti, abbattuti. 34)
La boscaglia e la foresta tagliati con ferro, e il Libano così potente cadrà.
CAP. 11
Uscirà un germoglio
dal ceppo di Iesse, un virgulto dalle sue radici e sarà fecondo. 2) Si dirigerà su di lui il soffio di Yhwh,
soffio di sapienza e di intelligenza, soffio di discernimento e di fortezza,
soffio di scienza e di timor di Yhwh. 3) Si profumerà del timore di Yhwh e
giudicherà senza guardare ciò che vedono i suoi occhi, e sentenzierà senza
ascoltare ciò che sentono le sue orecchie. 4) Giudicherà con giustizia i poveri,
farà sentenze con rettitudine per gli umili del paese. Colpirà il paese col bastone
della sua bocca, e la spranga delle sue labbra ucciderà il malvagio. 5) Sarà la
giustizia, fascia dei suoi lombi; la rettitudine sarà la cinta dei suoi
fianchi. 6) E il lupo sarà ospite dell’agnello, il leopardo del capretto;
pascolerà il vitello con il leoncino e insieme a lui mangerà; un piccolo
fanciullo li condurrà. 7) La mucca e l’orso pascoleranno insieme e (insieme) si
sdraieranno i loro nati; il leone come il bue, mangerà fieno. 8) E il poppante
giocherà sulla tana dell’aspide e nella cavità dei serpenti, il bimbo svezzato,
metterà la sua mano. 9) Non faranno il male né distruggeranno su tutto il mio
santo monte, perché è piena la terra della conoscenza di Yhwh, come le acque
del mare che la ricoprono. 10) Sarà in quel giorno che la radice di Isai
(Iesse) si ergerà come bandiera dei popoli e le nazioni andranno in cerca di
lui e sarà gloria nel luogo del mio riposo. 11) Avverrà in quel giorno che il
Signore stenderà la sua mano per comprare il resto del suo popolo che sarà
rimasto: dall’Assiria, dall’Egitto, da Patros, dall’Etiopia, dall’Elam, da
Sinar e da Camat e dalle isole del mare. 12) Innalzerà il vessillo delle
nazioni e riunirà i dispersi d’Israele. Gli sbandati di Giuda li radunerà dalle
quattro estremità della terra. 13) Sarà corretta l’invidia di Efraim e i nemici
di Giuda saranno distrutti; Efraim non invidierà Giuda e Giuda non sarà ostile
a Efraim. 14) Voleranno alle spalle dei Filistei a ponente; insieme
saccheggeranno i figli dell’oriente; su Edom e Moab stenderanno la loro mano e
i figli di Ammon saranno sottomessi. 15) Seccherà[49] Yhwh la
lingua del mare d’Egitto e agiterà la sua mano sul fiume e per la veemenza del
suo alito lo separerà in sette torrenti, in modo da attraversarlo coi sandali.
16) Sarà un percorso per il resto del suo popolo che è sopravvissuto
all’Assiria come è stato per Israele nel giorno che salirono dal paese
d’Egitto.
Fine capitolo
[1] Sono i
re di Giuda durante l’attività profetica del primo Isaia.
[2] Come
un’invasione di eserciti stranieri.
[3] Andare
al Tempio, forse c’era una statua.
[4] Nel
significato di rovinare, calpestare.
[5] I capi
del popolo, giudici, sacerdoti ecc.
[6] Sono
corrotti.
[7]
Patteggiano, fraternizzano, si danno il cinque con la mano.
[8] Una
sorta di imposizione.
[9] Nel loro
viso si vede quel che in effetti sono.
[10]
Riferimento a un re giovane, forse Acaz?
[11]
Letteralmente è: lo inghiottono.
[12] Per le
catenine che hanno ai piedi.
[13] Il
sacco come indumento.
[14] Per
continuare a vivere.
[15]
Allusione alla marcia nel deserto.
[16] Efa
unità di misura per granaglie e liquidi (olio); comer misura per granaglie, un
comer = 400 litri; bat misura per liquidi, circa 40 litri.
[17] Gli uomini
più prestigiosi, degni di gloria.
[18] Cioè
Dio.
[19]
Letteralmente: “come cosa loro”.
[20]
Letteralmente: “ mangia, divora”.
[21] Qui
viene usata la solita metafora: si irritò il naso.
[22] Da
questo versetto fino alla fine del capitolo è descritto un esercito invasore
chiamato da Yhwh per punire il suo popolo. Non è citato quale sia, si può
immaginare una delle invasioni assire durante la vita di Isaia
[23] Nel
testo: Adonai.
[24] La
parola ebraica indica: gonna, falda, lembi, sottana.
[25] Serafini
è participio presente del verbo bruciare, cioè brucianti
[26]
Eufemismo, i piedi indicano il sesso.
[27] Il
testo indica una particolare quercia.
[28]
Versetto un po’ difficile, si allude al resto che nascerà dopo la distruzione?
[29] Il
regno del Nord, mentre Giuda è il regno del Sud.
[30] Il nome
del figlio significa: Un resto ritornerà. (cfr. La Bibbia di Gerusalemme)
[31] Allusione
alla fine di Samaria nel 722 prima della nostra era.
[32]
Versetto di difficile traduzione.
[33] La
parola ebraica indica una ragazza giovane, una fanciulla. Nella traduzione
greca dei settanta la parola ebraica sarà tradotta con la parola vergine e
Matteo, nel suo vangelo attribuirà a questo versetto un significato profetico:
la promessa della nascita del Messia da una vergine.
[34]
Metafore per indicare l’esercito.
[35] E’ il
significato del primo versetto. La profetessa è la moglie di Isaia.
[36] Il
testo masoretico ha “esulta”. Le traduzioni italiane modificano il termine con
“trema per Resin” La Bibbia di Gerusalemme congettura che si allude a un
partito favorevole a Rezin.
[37] Dal
versetto 19 al 22 sono testi oscuri e di difficile traduzione; forse ci sono
allusioni e ironie per noi incomprensibili, io faccio del mio meglio. Il
versetto 19 mi ha occupato quattro ore di un pomeriggio di domenica.
[38] Antenati
nel significato dei morti, quindi evocare i morti mediante i negromanti.
[39] Con
questo termine “goim” l’ebraico intende le popolazioni non ebree, pagani, greci
ecc.
[40] Nella
prima parte della frase il TM reca la frase che ho tradotto. Anche S. Girolamo
traduce così. Le traduzioni italiane invece traducono così: “Hai moltiplicato
la gioia”. Non danno nessuna spiegazione. La Bibbia Stuttgartensia, a piè di
pagina invece di “goi” propone il termine “hnylh” anila che significa rallegrare,
così si spiegano le diverse traduzioni.
[41] Allusione
a qualche fatto d’arme accaduto a Madiam
[42] Il
bambino è di stirpe regale, i titoli sono quindi regali. La Bibbia di Gerusalemme
dice che sono titoli riferiti all’incoronazione del Faraone. La tradizione cristiana li attribuirà a
Cristo.
[43] La
metafora sta a indicare la cosa importante la “Chippà” parola ebraica, e la cosa
da niente: il giunco.
[44] Il
testo di questo versetto, forse corrotto, è incomprensibile.
[45] Altri
traduttori intendono: “fatto cadere i loro abitanti”.
[46] Letteralmente
il testo dice: “nel percorso dell’Egitto”.
[47] In
questo versetto e nei seguenti è descritta un’invasione assira, secondo il
prof. Garbini è l’invasione guidata dal
re Sargon.
[48] Il
monte della dimora di Yhwh, cioè il monte Sion.
[49] Il
versetto sembra un po’ corrotto, mi avvalgo della traduzione della LXX.