Leggo sul Giornale di Brescia di oggi che nella torre Cimabue di S. Polo è scoppiato un incendio dando fuoco a rifiuti accumulati su uno dei piani abitati della torre. Ovviamente con tutti i disagi del caso supportati dagli inquilini. Ma l'articolo dice altre cose: che non è la prima volta che succede, che molti appartamenti sono privi di riscaldamento, che gli ultimi due piani sono disabitati, è sorto addirittura un comitato per tutelare gli inquilini da questo stato di cose che crea loro gravi disagi. Ora questa torre è di proprietà del Comune, ma è gestita dall'Aler , ente che gestisce anche altre case popolari, in altre parti della città dove - come le cronache cittadine riportano - accadono assai frequentemente episodi analoghi a quello di S. Polo. E' evidente che questo Aler, i suoi amministratori, i suoi tecnici, non eseguono le ovvie manutenzioni che impianti come la torre Cimabue hanno assoluta necessità. L'abbandono di queste strutture complesse, forse anche per qualche pregiudizio nei confronti degli inquilini, non vorerei che fosse il prodromo di decisioni che l'Aler ha già preso a S. Polo, cioè abbattere la torre come ha fatto con la Tintoretto, giudicando le torri strutturalmente inadeguate alla manutenzione. Il risultato della Tintoretto è sotto gli occhi di tutti, duecento alloggi andati in fumo. Io non conosco nessuno dell'Aler, né so chi li ha nominati, né qual è il loro orientamento politico, non mi interessa, ma quando leggo sul giornale che l'attuale presidente sporgerà denuncia contro ignoti per punire l'incendiario, allora capisco perché le case popolari a Brescia sono così mal ridotte.
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