Libertà e Giustizia ti esorta a votare.
Non sarà un articolo della costituzione sufficiente per convincerti,
e, probabilmente, nemmeno queste poche parole.
Non dovrai mai giustificarti con nessuno
nè sarai responsabile della tua assenza oggi.
Sei solamente tu, uomo del nostro tempo.
Eppure lo sai, oggi non si eleggono presidenti,
si decidono le regole che tu dovrai rispettare,
il modello di convivenza che dovrai subire.
Non nasconderti dietro al semplice disprezzo di chi comanda.
Lo so, questa società corrotta ti spaventa.
Si tratta, però, di decidere o di obbedire.
Potrai non crederci, ma tu vali il riscatto.
Non ingannarti, oggi dipende da te.
Libertà e Giustizia, di cui Gustavo Zagrebelsky è presidente onorario, invita soci e simpatizzanti a diffondere l'appello e a recarsi alle urne, domenica 28 e lunedì 29 marzo, con una copia della Costituzione in mano.
* Filippo Perlo e Marco Giraudo,
studenti del secondo anno di Giurisprudenza, università di Torino,
a nome dell'Ufficio di presidenza di LeG
PS - Io andrò a votare, mi porterò una copia della Costituzione e voterò per il PD.
Dall'agosto 2021 saranno pubblicati solo traduzioni della Bibbia ebraica. Per selezionare le altre storie cliccare nell'archivio blog oppure a fondo pagina su Blog più vecchi o più recenti
venerdì 26 marzo 2010
martedì 16 marzo 2010
Dall'Osservatore Romano
IN MERITO ALLE IMMINENTI ELEZIONI REGIONALI il quotidiano della Santa Sede ha pubblicato un comunicato del Cardinale vicario Agostino Vallini.
Certamente in questo manifesto politico della Chiesa che tutti i cattolici dovrebbero far proprio nella loro attività quotidiana, è difficile che la candidata Bonino si possa riconoscere. A parer mio anche per la Polverini il programma le dovrebbe andare po' stretto. Non restano che le liste dei consiglieri: il PdL non c'é, e quindi le critiche dovrebbero essere rivolte al governo.I cattolici del PD lo condividono tutto, ma, nel PD - come nel resto d'Italia - non ci sono solo loro.La Lega con la sua politica xenofoba, qui proprio non si può riconoscere, anche se brandiscono il crocifisso. E poi nel Lazio non conta per la Regione. A chi è rivolto allora questo monito? All'UDC forse? Sarebbe un invito per pochi.
Ma leggiamolo:
"In questi giorni di campagna elettorale, segnata da un clima tutt’altro che sereno, qualche organo di stampa e privati cittadini si sono domandati perché “la Chiesa ufficiale nel Lazio non parla”, trattandosi di una competizione “anomala” rispetto al confronto tra i tradizionali schieramenti. La risposta più semplice è che forse non ce n’è bisogno, tanto sono chiare le posizioni. Ma un paio di considerazioni mette conto farle, a prescindere dal problema delle liste.
Anzitutto il rispetto che si deve ai cittadini, che non sono dei fanciulli spensierati, a cui si devono dispensare buoni consigli e ricordare di continuo i valori in gioco. Nel contesto di una crisi economica così grave che toglie la serenità a tante famiglie e getta nello sconforto gran parte dei giovani, tutt’altro che speranzosi per il loro futuro, le promesse elettorali riscuotono poca attenzione, perché purtroppo molto bassa è la fiducia verso la classe politica in generale. I pastori della Chiesa, che nell’esercizio del loro ministero incontrano la gente ogni giorno, e la comunità ecclesiale restano convinti che le parole che si ascoltano volentieri sono quelle confermate dalla testimonianza della vita e dall’impegno concreto e coerente.
Secondo. La società a cui aspiriamo che, nel rispetto delle regole democratiche e di chi non la pensa come noi, è impegnativo costruire e per la quale ci battiamo, ha un “chiodo fisso” a cui appendere tutto, che è la dignità della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, e il suo sviluppo integrale, che – come insegna il papa – “riguarda unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione”. Dunque l’uomo considerato non solo nel suo essere terreno, ma nella prospettiva eterna, senza la quale “il progresso umano in questo mondo rimane privo di respiro”, perché “chiuso dentro la storia, esso è esposto al rischio di ridursi al solo incremento dell’avere” (Caritas in veritate, 11). Il progetto politico che sosteniamo considera diritti “irrinunciabili”, quanto al riconoscimento che all’esercizio effettivo, la libertà religiosa, la difesa della sacralità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, le libertà fondamentali della persona, la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, aperta alla maternità e paternità responsabile, la libertà educativa e di istruzione, il lavoro retribuito secondo giustizia, la cura della salute, l’apertura agli immigrati in un sistema di leggi che coniughi insieme accoglienza, legalità e sicurezza, la casa, la salvaguardia del creato. In una parola, il bene comune che è tale solo se assicura l’insieme delle condizioni di vita sociale grazie alle quali i cittadini possono conseguire il loro perfezionamento.
Questi diritti e valori umani e civili, i cittadini cristiani – per i quali la fede non è un sentimento elastico che si modella a piacimento e ad ogni circostanza ma la ragione di senso e il fine della vita – intendono sostenere anche con il proprio voto. Non è possibile dunque equiparare qualunquisticamente tutti i progetti politici, perché non tutti incarnano i valori in cui crediamo. Né si possono concedere deleghe di rappresentanza politica a chi persegue altro progetto politico, che ci è estraneo e che non condividiamo. E deploriamo ogni forma di propaganda elettorale, spacciata come sostenitrice della visione cattolica, ma che tale non è."
Certamente in questo manifesto politico della Chiesa che tutti i cattolici dovrebbero far proprio nella loro attività quotidiana, è difficile che la candidata Bonino si possa riconoscere. A parer mio anche per la Polverini il programma le dovrebbe andare po' stretto. Non restano che le liste dei consiglieri: il PdL non c'é, e quindi le critiche dovrebbero essere rivolte al governo.I cattolici del PD lo condividono tutto, ma, nel PD - come nel resto d'Italia - non ci sono solo loro.La Lega con la sua politica xenofoba, qui proprio non si può riconoscere, anche se brandiscono il crocifisso. E poi nel Lazio non conta per la Regione. A chi è rivolto allora questo monito? All'UDC forse? Sarebbe un invito per pochi.
Ma leggiamolo:
"In questi giorni di campagna elettorale, segnata da un clima tutt’altro che sereno, qualche organo di stampa e privati cittadini si sono domandati perché “la Chiesa ufficiale nel Lazio non parla”, trattandosi di una competizione “anomala” rispetto al confronto tra i tradizionali schieramenti. La risposta più semplice è che forse non ce n’è bisogno, tanto sono chiare le posizioni. Ma un paio di considerazioni mette conto farle, a prescindere dal problema delle liste.
Anzitutto il rispetto che si deve ai cittadini, che non sono dei fanciulli spensierati, a cui si devono dispensare buoni consigli e ricordare di continuo i valori in gioco. Nel contesto di una crisi economica così grave che toglie la serenità a tante famiglie e getta nello sconforto gran parte dei giovani, tutt’altro che speranzosi per il loro futuro, le promesse elettorali riscuotono poca attenzione, perché purtroppo molto bassa è la fiducia verso la classe politica in generale. I pastori della Chiesa, che nell’esercizio del loro ministero incontrano la gente ogni giorno, e la comunità ecclesiale restano convinti che le parole che si ascoltano volentieri sono quelle confermate dalla testimonianza della vita e dall’impegno concreto e coerente.
Secondo. La società a cui aspiriamo che, nel rispetto delle regole democratiche e di chi non la pensa come noi, è impegnativo costruire e per la quale ci battiamo, ha un “chiodo fisso” a cui appendere tutto, che è la dignità della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, e il suo sviluppo integrale, che – come insegna il papa – “riguarda unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione”. Dunque l’uomo considerato non solo nel suo essere terreno, ma nella prospettiva eterna, senza la quale “il progresso umano in questo mondo rimane privo di respiro”, perché “chiuso dentro la storia, esso è esposto al rischio di ridursi al solo incremento dell’avere” (Caritas in veritate, 11). Il progetto politico che sosteniamo considera diritti “irrinunciabili”, quanto al riconoscimento che all’esercizio effettivo, la libertà religiosa, la difesa della sacralità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, le libertà fondamentali della persona, la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, aperta alla maternità e paternità responsabile, la libertà educativa e di istruzione, il lavoro retribuito secondo giustizia, la cura della salute, l’apertura agli immigrati in un sistema di leggi che coniughi insieme accoglienza, legalità e sicurezza, la casa, la salvaguardia del creato. In una parola, il bene comune che è tale solo se assicura l’insieme delle condizioni di vita sociale grazie alle quali i cittadini possono conseguire il loro perfezionamento.
Questi diritti e valori umani e civili, i cittadini cristiani – per i quali la fede non è un sentimento elastico che si modella a piacimento e ad ogni circostanza ma la ragione di senso e il fine della vita – intendono sostenere anche con il proprio voto. Non è possibile dunque equiparare qualunquisticamente tutti i progetti politici, perché non tutti incarnano i valori in cui crediamo. Né si possono concedere deleghe di rappresentanza politica a chi persegue altro progetto politico, che ci è estraneo e che non condividiamo. E deploriamo ogni forma di propaganda elettorale, spacciata come sostenitrice della visione cattolica, ma che tale non è."
Ritratto del tiranno
Circola da qualche settimana in rete questo scritto di Elsa Morante; è veramente interessante per chi sa leggere! Lo inoltro per chi se lo fosse perso: "Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale.La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali,ma,preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto.Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente a causa del suo stile enfatico e impudico.In Italia è diventato il capo del governo.Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile,e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."
Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a Mussolini...
Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a Mussolini...
lunedì 8 marzo 2010
L'appetito vien mangiando
Il quotidiano "Bresciaoggi" di ieri domenica, dava notizia delle spese di rappresentanza della giunta Paroli nei 18 mesi da quando è al potere a Brescia, le cifre sono state fornite dal PD e ammontano complessivamente a circa 50.000 euro (arrotondati) la maggior parte dei quali spesi nei ristoranti bresciani.
Il primato nello spendere e spandere appartiene al pantagruelico assessore Maione, il quale, evidentemente, per fare onore al suo cognome, che non è cognome da diete ipocaloriche, ha speso lui solo quasi 9.000 euro (arrotondati) quasi tutti ai ristoranti. Avere un cliente di tal fatta, per i ristoratori bresciani, è una vera fortuna. Uno che ha scambiato il Comune per il paese di cuccagna,
e che passa il suo tempo tra un ristorante e l'altro, non poteva che dedicarsi alla "politica per la famiglia", questa in sintesi è la delega che gli ha dato il sindaco Paroli. Ma lo sa almeno l'assessore Maione quali sono i redditi delle famiglie bresciane? Si rende conto che sprecare in quel modo il denaro delle famiglie bresciane è da cialtroni?
Questa è solo una piccola notizia rispetto alle più grandi e più gravi che si scoprono ogni giorno a livello nazionale. Essere indignati e diventare faziosi oggi è un dovere.
Il primato nello spendere e spandere appartiene al pantagruelico assessore Maione, il quale, evidentemente, per fare onore al suo cognome, che non è cognome da diete ipocaloriche, ha speso lui solo quasi 9.000 euro (arrotondati) quasi tutti ai ristoranti. Avere un cliente di tal fatta, per i ristoratori bresciani, è una vera fortuna. Uno che ha scambiato il Comune per il paese di cuccagna,
e che passa il suo tempo tra un ristorante e l'altro, non poteva che dedicarsi alla "politica per la famiglia", questa in sintesi è la delega che gli ha dato il sindaco Paroli. Ma lo sa almeno l'assessore Maione quali sono i redditi delle famiglie bresciane? Si rende conto che sprecare in quel modo il denaro delle famiglie bresciane è da cialtroni?
Questa è solo una piccola notizia rispetto alle più grandi e più gravi che si scoprono ogni giorno a livello nazionale. Essere indignati e diventare faziosi oggi è un dovere.
Non disturbare il tiranno
Mons. Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e responsabile degli affari giuridici della CEI, a proposito del decreto salva-liste del PdL, alla Radio Vaticana aveva dichiarato essere: "altamente scorretto cambiare le regole del gioco mentre il gioco è già in atto". La Cei, con un comunicato ufficiale l'ha prontamente smentito. Ora mons. Mogavero non solo ha espresso un'opinione politica condivisa da molti cattolici, ma, soprattutto ha affermato il principio che in materia opinabile com'è la politica non ci sono dogmi di fede ed ognuno è libero di pensare e di fare come meglio crede.
La CEI ufficiale smentendolo, non ha dato un segnale di prudenza, che pure è dalla chiesa considerata una virtù, ma, soltanto un segno di sudditanza al tiranno che governa oggi l'Italia. Amen
La CEI ufficiale smentendolo, non ha dato un segnale di prudenza, che pure è dalla chiesa considerata una virtù, ma, soltanto un segno di sudditanza al tiranno che governa oggi l'Italia. Amen
venerdì 5 marzo 2010
Il rambo lombardo
Lo chiamano il Governatore, è semplicemente il presidente uscente della Regione Lombardia.Come ha saputo che il suo listino non è stato ammesso per difetto di firme e di autentiche, si è presentanto ai giornalisti rambando con spavalda arroganza che le sue firme c'erano tutte e che le elezioni le avrebbe vinte a man bassa. Poi la Corte d'Appello ha confermato che le firme non andavan bene. Altra manifestazione di muscolosa protervia, stavolta grida al complotto, tutti avrebbero tramato contro di lui per impedirgli di governare per altri cinque anni la Lombardia.Evidentemente nella sua megalomane considerazione di sé, si sente governatore a vita, sicché questo inutile formalismo delle firme, viene a interrompere quel che lui considera un suo diritto divino! Eppure l'hanno capito tutti che il "pasticcio" a Milano come a Roma l'hanno combinato i suoi amici di partito e i suoi alleati. Datti una calmata Formigoni, la legge e le regole, ancorché calpestate e disattese ogni giorno dal tuo partito e dal tuo capo del governo, sono ancora vigenti e vanno rispettate.
mercoledì 3 marzo 2010
Pensieri attuali di S.Agostino
"Tolta la giustizia, che altro sono i regni della terra se non bande di delinquenti? E una banda di delinquenti, cos'altro è se non un piccolo regno?
Non sono forse, queste bande, associazioni di uomini comandati da un capobanda, legati a un patto sociale e che si dividono il bottino secondo una legge stabilita tra di loro e accettata?"
(Città di Dio IV 4)
Non sono forse, queste bande, associazioni di uomini comandati da un capobanda, legati a un patto sociale e che si dividono il bottino secondo una legge stabilita tra di loro e accettata?"
(Città di Dio IV 4)
Iscriviti a:
Post (Atom)