domenica 28 dicembre 2025

IL PROGETTO DEI RIFORMISTI DEL PD

 Il senatore Alfredo Bazoli pubblica sul G.d.B. del 19 dicembre un intervento che esordisce così: "L'assemblea di domenica scorsa (18 dicembre) ha mostrato la compattezza del partito democratico, impegnato a costruire una solida alternativa alla destra". A questa assemblea le cronache dei giornali hanno riferito che avevano diritto a partecipare 750 iscritti, tutti i dirigenti locali del partito. Hanno partecipato poco meno di 200 e di questi solo una parte ha votato il documento che confermerebbe la "compattezza" del PD. Alfredo Bazoli dopo il rituale ossequio alla segretaria Schlein, si prende la libertà di formulare alcune critiche in ordine all'attuale modo di essere del PD, decisamente poco adatto a diventare il perno di una coalizione di centro sinistra. Tutto vero. Purtroppo l'immagine del PD  che il senatore trasmette ai suoi lettori, è - non solo frutto dei suoi desideri ma, soprattutto, un'immagine non solo sfocata, ma inesistente. Ciò che Alfredo Bazoli non dice, ma che io credo sappia riconoscere benissimo, è il fatto che le due coalizioni che si fronteggiano in Italia non sono alternative l'una all'altra, ma sono politicamente uguali, vale a dire che insieme rappresentano il populismo italiano che si esprime nella totalità (50 per cento degli elettori) di chi va a votare. Nel frangente storico che stiamo vivendo, in presenza di una guerra in Europa, con l'aggressione della Russia all'Ucraina, la scelta dirimente è la politica estera, tra chi sostiene la Russia e chi l'Ucraina. E in entrambe le coalizioni c'è un partito, la Lega a destra e i 5Stelle a sinistra che sostengono apertamente Putin e diffondono la sua propaganda, negano gli aiuti all'Ucraina, criticano la vendita di armi per difendersi e chiedono semplicemente agli ucraini di sottomettersi a Putin. Si aggiunga a questo l'abbandono e l'ostilità  degli Stati uniti verso l'Europa e il quadro è completo per definire le due coalizioni identiche. Anche nella politica economica sanno tutti che il nostro mostruoso debito pubblico e i vincoli europei impediscono a qualsiasi governo di proporre delle politiche espansive. Questa è la situazione e l'invito di Alfredo Bazoli ai riformisti del PD se ancora ce ne sono, di rinforzare il partito è semplicemente utopico. L'unica cosa che dovrebbero fare i riformisti del Pd , se ne hanno il coraggio, costi quel che costi, è una riforma elettorale, il ritorno al sistema proporzionale, con sbarramento, preferenze e senza premio di maggioranza. Le coalizioni di governo si fanno dopo il voto, non prima. Come la legge elettorale del parlamento europeo.

Mi rincresce un poco queste critiche ad Alfredo Bazoli che io ho sempre votato fin dalla sua prima candidatura. Io sono stato amico e collaboratore di suo padre, anzi negli anni ottanta sono succeduto a lui nella realizzazione dell'impianto urbanistico di S.  Polo. Conosco bene la tragedia famigliare che ha colpito la sua famiglia. La mia generazione e quella di suo papà, noi abbiamo militato nella DC in tempi duri, perigliosi, non c'erano guerre in Europa, ma in Italia c'erano guerriglie urbane e ammazzamenti quasi ogni giorno. L'attacco allo stato democratico è stato molto duro.  La fine di Aldo Moro ci ha molto segnato. 

Io ho anche conosciuto il nonno di Alfredo, negli anni sessanta organizzò alcuni incontri culturali con personaggi e intellettuali famosi in quegli anni, come Pier Paolo Pasolini, il filosofo Ugo Spirito e altri, si tenevano nel salone Da Cemmo dietro al cinema Aquiletta, io ero poco più che ventenne. Il nonno di Alfredo era uno spirito libero, anticlericale, e i bigotti di Brescia gliel'hanno fatta pagare.

Nei miei studi universitari ho conosciuto altri suoi familiari, ma la scoperta più simpatica che ho fatto è stata la mia ricerca storica per la tesi di Laurea. In quella ricerca ho conosciuto il bisnonno Luigi, Fondatore con Don Sturzo del Partito Popolare. Egli partecipò alla prima riunione nel 1919 all'albergo S. Chiara a Roma presso il Pantheon quando venne lanciato il famoso appello ai "Liberi e Forti" donde nacque il Partito Popolare. 

La storia della famiglia Bazoli a partire dal suo bisnonno è stata parte del mio percorso culturale e politico e nutro per questa storica famiglia simpatia e stima. Alla fine mi permetto di ricordare ad Alfredo che i suoi antenati oltre ad aver occupato seggi del parlamento nazionale, hanno anche dedicato molto delle loro energie e capacità anche alla propria città, che è pur sempre un onore dedicarsi ad essa. E quindi mi chiedo se anche Alfredo non fosse tentato di non preoccuparsi troppo di qualche seggio parlamentare e magari immaginare, più realisticamente di quanto immagina di fare per il PD, di dedicare qualche sua energia, essendo giovane e preparato, alla sua città che in questi giorni non mi sembra brillare molto di luce propria.

Sono forse illusioni di un vecchio bresciano nato povero e proletario, ma che ha avuto la fortuna di incontrare una classe dirigente politica , di tutti i partiti, molto, ma molto migliore dell'attuale. Auguri Alfredo

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