Cinquant'anni fa moriva Fausto Coppi, il Campionissimo.
Quel giorno due gennaio del '60 era una fredda giornata d'inverno, andai con un amico a sciare sul monte Guglielmo, ci recammo a Pezzaze con la Vespa, con due paia di sci e le pelli di foca. Non ricordo se arrivammo in cima, credo di no. Mi ricordo una grande fatica, un gran freddo e tanti ruzzoloni sulla neve ghiacciata. Arrivammo a casa che ormai era quasi buio, accesi la radio e appresi la notizia della morte di Coppi. La notizia così sorprendente mi colse così profondamente che, commosso, piansi senza ritegno. Coppi è stata la prima persona per la quale piansi la sua morte. Ero stato tifoso di Coppi fin da giovanissimo, possedevo alcune pubblicazioni che raccontavano le sue gesta, seguivo alla radio le sue imprese sportive, quando correva sulle strade bresciane lo andavo ad applaudire. Ricordo ancora oggi quel giorno con profonda tristezza.
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