Questa notte è morto Sandro Fontana. I giornali di domani sia bresciani che quelli nazionali, sicuramente parleranno di lui e della sua carriera politica che è stata notevole per impegno e importanza. Egli infatti è stato un leader politico democristiano di prim'ordine.
Ma non scriverò di questo, né scriverò delle sue scelte politiche che non condivisi, ma scriverò di quelle scelte che percorremmo insieme quando eravamo entrambi giovani, lui già affermato, io giovane operaio alle prime armi. Confesso che allora fu per me un esempio da seguire e da imitare, per molte ragioni; egli era un giovane molto brillante, di facile eloquio e genialmente affascinante; i suoi interessi culturali e le sue ricerche storiche sulle classi popolari contadine e operaie erano di grande attualità. Discepolo del professor Passerin D'Entreves, ci fece conoscere, nel sodalizio che anche lui ebbe con Michele Capra e con il gruppo dei sindacalisti dell'OM, l'antifascismo militante di Gobetti, di Salvemini, dei cattolici democratici organizzatori delle leghe bianche e del sindacalismo cattolico contadino. Aveva allora una grande sensibilità politica e sociale verso le classi sfruttate, specie quelle cattoliche, rimaste estranee al moto risorgimentale, e quindi più di altre bisognose di un riscatto politico, non paternalistico, che lui perseguiva con gli studi e con l'azione politica nella DC. Si formò con lui e con Michele Capra quel sodalizio politico legato a Donat-Cattin, sindacalista torinese e leader nazionale della corrente DC di Forze Nuove, che avviò alla politica attiva giovani delle classi popolari provenienti dal mondo operaio e contadino.
Voglio ricordare di Sandro quel sodalizio e quell'amicizia giovanile perché penso che da parte sua non venne mai meno, anche se la lotta politica all'interno della Dc ci portò su strade diverse e ad un certo punto molto divergenti. Perché quell'amicizia fu parte importante della mia formazione culturale e politica, e che rimane oggi, in questi tempi così sgangherati, una cosa molto bella da ricordare, perché infine, per me, è questo il Sandro Fontana che ci ha lasciato.
Gli ultimi anni della sua vita furono molto travagliati a causa di una malattia grave e assai penosa, l'ho rivisto alcune rare volte molto sofferente e molto cambiato. Quanta amarezza gli ha riservato la vita. Ai familiari e ai fratelli le mie condoglianze.