Ammettiamo che vinca il No, in questo caso cosa succede? Matteo Renzi sale al Quirinale e rassegna nelle mani presidente le dimissioni del suo governo, la cosa mi sembra ovvia e credo che sarà così.
Cosa farà a questo punto il presidente Mattarella? E cosa diranno tutti i soloni costituzionali che hanno difeso la intangibilità della nostra costituzione?
Vediamo cosa dice la Costituzione. L'articolo 94 che tratta del governo dice testualmente: " ... ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale." Poi dice ancora: "Il voto contrario di una o d'entrambe le camere su una proposta del governo non importa obbligo di dimissioni del governo". Ancora: " la mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera...".
Niente viene detto nella Costituzione nel caso di un referendum confermativo di una riforma costituzionale approvata da entrambe le camere, fortemente voluta dal Governo e bocciata dall'elettorato. L'articolo 138 al riguardo dice soltanto che se il risultato del referendum boccia la legge costituzionale, la legge non viene promulgata. E tutto dovrebbe finire lì.
A rigore quindi il governo Renzi seppur sconfitto al referendum potrebbe non dimettersi senza violare nessun articolo della Costituzione. Ma i sostenitori del No con D'alema in testa le pretenderanno e accuseranno Renzi, se non le desse, almeno di " colpo di stato". E Renzi salirà le scale del quirinale con le dimissioni in tasca.
Cosa farà il presidente Mattarella. Costituzione alla mano ha due soluzioni. La prima la più corretta è quella di rimandare Renzi alle Camere e chiedere al Parlamento di sfiduciarlo secondo l'art. 94 della Costituzione. Sfiduciato che fosse, il presidente avrebbe mano libera per incaricare un altro PD di formare un governo dandogli sostanzialmente il tempo necessario per una nuova legge elettorale. Renzi, se sfiduciato dalle camere non potrebbe, da segretario , rifiutarsi a questa ipotesi. La seconda soluzione, molto pericolosa, è quella di accogliere le dimissioni del Governo Renzi e incaricare qualcun altro del Pd o qualche personalità estranea al Parlamento di formare un nuovo governo. Questa soluzione sanzionerebbe una incomprensibile rottura tra Quirinale e Renzi e provocherà sicuramente la spaccatura nel PD e con essa l'impossibilità di formare qualsiasi maggioranza, essendo il PD l'unico partito attorno al quale può costituirsi una decente maggioranza. Si andrebbe così diritti filati alle elezioni con un paese brutalmente diviso. Speriamo che Mattarella sia saggio.