Le Storie della Bibbia

LE STORIE DELLA BIBBIA

martedì 5 ottobre 2021

STORIA DI GIUSEPPE

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Avvertenza: come sempre la traduzione è condotta con la maggiore aderenza possibile al T.M. , fatta salva la necessaria interpretazione per rendere il testo comprensibile in italiano. Alcune frasi scritte in corsivo sono testuali. In questo testo Giacobbe è sovente chiamato col nome Israele.

Giuseppe, con Giacobbe e Abramo è un patriarca molto importante nella storia del popolo ebraico, le Tribù che da lui hanno origine, Efraim, Manasse e Beniamino, sono fra le prime che si insediarono sulle montagne a ovest della valle del Giordano e dettero vita al Regno di Israele; La Bibbia ebraica a noi pervenuta, essendo stata scritta secondo il punto di vista dei gruppi dirigenti dell’ex Regno di Giuda dopo l’esilio babilonese, tende a sottovalutare l’importanza del Regno d’Israele accusando oltretutto i suoi re e i suoi abitanti di idolatria e di infedeltà , secondo la teologia della scuola deuteronomica che influenza tutta la storia ebraica narrata nella Bibbia. Il patriarca Giuseppe di conseguenza non ha la stessa rilevanza degli altri due, tuttavia leggendo la Bibbia con attenzione, non possono sfuggire i molti riferimenti al ruolo importante avuto dal patriarca Giuseppe. Il testo qui tradotto è un tutto unitario dal punto di vista letterario e serve a introdurre il lettore biblico alle vicende fondative del giudaismo narrate nel libro dell’Esodo e quindi alla Storia di Mosè.

GENESI CAP. 37

1 Giacobbe abitò nella terra che suo padre aveva abitato da straniero, nella terra di Canaan. 2 Questa è la genealogia di Giacobbe: Giuseppe all’età di diciassette anni pascolava il gregge con i suoi fratelli, egli era garzone con i figli di Billa e con i figli di Zilpa, entrambe di suo padre. Giuseppe riportò le cattive cose di essi1 al loro padre. 3 Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché figlio della vecchiaia, egli fece per lui una tunica con le maniche lunghe2. 4 I suoi fratelli videro che il loro padre lo amava più di tutti i suoi fratelli e lo odiarono e non poterono parlare con lui con amicizia. 5 Giuseppe sognò un sogno3 e lo riferì ai suoi fratelli che aumentarono ancor di più l’odio per lui. 6 Disse loro: ascoltate per favore questo sogno che io ho fatto. 7 Ecco, noi stavamo legando dei covoni in mezzo al campo; ed ecco, il grano del mio covone si rizzò pure, ed ecco, i vostri covoni intorno, si prostravano al mio covone. 8 Gli dissero i suoi fratelli: forse che tu vuoi regnare su di noi e certamente dominarci? E aumentarono ancora l’odio per lui a causa dei suoi sogni e delle sue parole. 9 Sognò ancora un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli e disse: ecco, ho sognato ancora un sogno ed ecco il sole e la luna e undici stelle si prostravano a me. 10 Egli raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; suo padre lo rimproverò e gli disse: cos’è questo sogno che hai sognato? Forse che dovremo venire io tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci a terra davanti a te? 11 I suoi fratelli furono gelosi di lui e suo padre conservò la cosa. 12 I suoi fratelli andarono a pascolare il gregge del loro padre presso Sichem. 13 Disse Israele a Giuseppe: i tuoi fratelli non sono forse a pascolare presso Sichem? Vieni, ti manderò da loro. Rispose: eccomi. 14 Va dunque a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il gregge e riporta a me la notizia; egli lo mandò dalla valle di Ebron e arrivò a Sichem. 15 Un uomo lo incontrò, ecco, egli si era smarrito nella campagna, l’uomo lo interpellò dicendo: che cosa cerchi? 16 Rispose: i miei fratelli, io stesso li sto cercando, dimmi dunque, essi sono pastori. 17- Rispose l’uomo: hanno tolto l’accampamento da questo luogo, infatti ho sentito che dicevano: andiamo verso Dotan. Giuseppe partì dietro i suoi fratelli e li incontrò presso Dotan. 18 Essi lo videro da lontano, prima che si avvicinasse ad essi e complottarono contro di lui per la sua morte. 19 Dissero l’un l’altro: ecco il signore dei sogni, costui è arrivato. 20 Adesso andiamo, lo uccideremo e lo getteremo in uno dei pozzi e diremo che una bestia feroce lo ha divorato; vedremo cosa accadrà ai suoi sogni. 21 Ruben udì e volle toglierlo dalle loro mani e disse: non uccidiamolo! 22 Ruben disse a essi: non versate sangue, gettiamolo in questa cisterna che è nel deserto. Non alziamo la mano contro di lui! Egli voleva salvarlo dalle loro mani per farlo tornare da suo padre.4 23 Avvenne che, quando Giuseppe arrivò presso i suoi fratelli, tolsero a Giuseppe la sua tunica, la tunica variopinta, che era sua. 24 Lo presero e lo gettarono nella cisterna, una cisterna vuota, non c’era acqua in essa. 25 Si sedettero a mangiare, alzarono i loro occhi ed ecco, videro una carovana di ismaeliti che veniva da Galaad con i loro cammelli che portavano tesori, spezie, laudano e che andavano scendendo verso l’Egitto. 26 Giuda disse ai suoi fratelli: qual è il guadagno, perché uccidere nostro fratello e nascondere il suo sangue? 27 Andiamo, vendiamolo agli ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché egli è nostro fratello, nostra carne. I suoi fratelli lo ascoltarono. 28 Passarono dei mercanti, uomini madianiti, tirarono fuori dal pozzo Giuseppe e vendettero Giuseppe agli ismaeliti per venti denari d’argento. E portarono Giuseppe in Egitto.5 29 Ruben tornò al pozzo ed ecco, Giuseppe non era più nel pozzo, allora si strappò le vesti. 30 Tornò dai suoi fratelli e disse: il ragazzo non c’è più per noi, ed io che faccio? Che accadrà a me? 31 Presero la tunica di Giuseppe, macellarono un capretto e immersero la tunica nel sangue. 32 Mandarono la tunica “colorata”, la portarono al loro padre e dissero: abbiamo trovato questa, è forse la tunica di tuo figlio? O non è quella? 33 La riconobbe e disse: è la tunica di mio figlio; un animale feroce lo ha divorato, di certo Giuseppe è stato sbranato. 34 Giacobbe si strappò i suoi abiti, si mise un sacco ai fianchi e portò il lutto per suo figlio, molti giorni. 35 Tutti i suoi figli e tutte le sue figlie si alzarono per consolarlo, ma egli rifiutò di essere consolato e disse: perché io scenderò nello Sceol, da mio figlio, in lutto. Suo padre lo pianse. 36 I madianiti lo vendettero in Egitto a Potifarre, eunuco del faraone, capo dispensiere.

CAP. 38 (Questo capitolo interrompe la narrazione di Giuseppe per illustrare la storia di Giuda e di sua nuora, sposa dei suoi tre figli.)

1 In quel tempo Giuda si allontanò dai suoi fratelli e “giunse” (si accampò) fino a un uomo di Madullam,6 il suo nome era Hira. 2 Giuda vide la figlia di un uomo cananeo, il suo nome era Sua,7 la prese e entrò in essa.8 3 Ella concepì e generò un figlio ed egli chiamò il suo nome Er. 4 Concepì ancora e generò un figlio e lei chiamò il suo nome Onan. 5 Continuò ancora e generò un figlio, ella chiamò il suo nome Sela; era in Chezib quando lo generò. 6 Giuda prese una donna per Er, suo primogenito, il suo nome Tamar. 7 Accadde che Er, primogenito di Giuda, fu cattivo agli occhi di Yhwh; Yhwh lo fece morire. 8 Giuda disse a Onan: entra nella moglie di tuo fratello e come cognato di lei sia garantita una discendenza a tuo fratello. 9 Onan sapeva che la discendenza non sarebbe stata sua, quando si univa alla moglie di suo fratello, gettava per terra per distruggere, senza dare una discendenza a suo fratello. 10 E fu male agli occhi di Yhwh che fece morire anche lui. 11 Giuda disse a Tamar: termina la tua vedovanza, torna nella casa di tuo padre, fin quando Sela mio figlio sia cresciuto; perché – pensava – non muoia anche lui come i suoi fratelli. Tamar partì e abitò nella casa di suo padre. 12 Passarono molti giorni e morì la figlia di Sua, moglie di Giuda. Giuda si consolò e salì dai tosatori del suo gregge; lui e Hira suo amico di Adullam, a Timna.9 13 Fu riferito a Tamar dicendo: ecco, tuo suocero sta salendo a Timna per la tosatura del suo gregge. 14 Tamar mise da parte gli abiti della vedovanza, si coprì con un velo, si rese irriconoscibile e si appostò alla porta di Enaim, sulla strada verso Timna. Poiché aveva visto che Sela era cresciuto ma, lei non gli era stata data in moglie. 15 Giuda la vide e la ritenne una prostituta, perché si era coperta il volto. 16 Si volse verso di lei e disse: acconsenti che io entri in te? Non sapeva che lei era sua nuora. Rispose: cosa mi dai per entrare in me? Disse: manderò un capretto dal gregge. Rispose: se mi dai un pegno fino al tuo invio del capretto. 18 Disse: qual è il pegno che ti darò? Rispose: il tuo sigillo, il tuo cordone e il tuo bastone che hai in mano. Egli diede a lei e entrò in lei che restò incinta di lui. 19 Tamar si levò e partì. Smise il suo velo da sopra di sé e rivestì gli abiti della sua vedovanza. 20 Giuda le mandò il capretto per mano del suo amico di Adullam, per riprendere il suo pegno dalle mani della donna, ma, non la trovò. 21 Chiese di lei agli uomini di quel posto dicendo: dov’è quella consacrata (prostituta sacra) quella in Enaim sulla strada? Risposero: non c’è mai stata questa prostituta sacra. 22 Ritornò da Giuda e disse: non l’ho trovata e anche gli uomini del posto mi hanno detto: qui non c’è mai stata una prostituta sacra. 23 Disse Giuda: tenga per sé, per questo non saremo disprezzati, io ho mandato il mio capretto ma, tu, non l’hai trovata. 24 Avvenne che dopo tre mesi, fu riferito a Giuda dicendo: Tamar tua nuora si è prostituita, ecco, è anche incinta per la prostituzione. Disse Giuda: sia fatta uscire dal villaggio e bruciata. 25 Mentre è costretta a uscire, lei manda a suo suocero dicendo: queste sono le cose dell’uomo dal quale io ho concepito. Disse: identifica dunque di chi sono questo cordone, sigillo e bastone. 26 Giuda li riconobbe e disse: è più giusta di me, infatti è perché non ho dato a lei mio figlio Sela; e non si unì più con lei. 27 Avvenne che, al tempo del suo parto ecco, nel suo ventre portava due gemelli. 28 Durante il parto, uno sporse una mano, la levatrice la prese e legò alla mano un filo rosso dicendo: questo è uscito per primo! 29 Ma, accadde che ritirò la sua mano ed ecco, uscì suo fratello e ella disse: come hai fatto ad aprire una breccia? E chiamò il suo nome Perez (breccia). 30 Dopo uscì suo fratello che aveva sulla sua mano il filo rosso, e chiamò il suo nome Zarah.

CAP. 39 (Riprende la Storia di Giuseppe)

1 Giuseppe fu condotto in Egitto e Potifar, eunuco del faraone, capo dei cuochi, uomo egiziano, lo comperò dalla mano degli Ismaeliti che lo avevano condotto là. 2 Yhwh fu con Giuseppe; un uomo che riusciva bene in tutto; e fu nella casa del suo signore l’egiziano. 3 Il suo padrone vide che Yhwh era con lui e tutto ciò che egli faceva, Yhwh glielo faceva riuscire nelle sue mani. 4 Giuseppe trovò grazia ai suoi occhi e fu al suo servizio; egli gli affidò la sua casa e tutti i suoi beni li affidò nelle sue mani. 5 Accadde che, avendo affidato a lui, nella sua casa, tutto ciò che era suo, Yhwh benedisse la casa dell’egiziano grazie a Giuseppe. Accadde che Yhwh lo benedisse in tutto ciò che era suo, in casa e in campagna. 6 Lasciò tutti i suoi beni nelle mani di Giuseppe e non chiedeva di lui nulla, se non il cibo che mangiava. Giuseppe era bello d’aspetto e bello da vedersi. 7 Dopo questi fatti, la moglie del suo padrone alzò gli occhi suoi verso Giuseppe e disse: giaci con me. 8 Rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: ecco, il mio signore non mi chiede cosa alcuna della casa e tutti i suoi beni ha messo nelle mie mani. 9 Non è egli più grande di me in questa casa? Eppure non mi ha mai rifiutato nulla, se non te, sua moglie. Come potrei fare questo grande male e peccare contro Elohim? 10 Così lei chiedeva ogni giorno a Giuseppe di inebriarsi vicino a lei, di stare con lei ma, lui non la esaudiva. 11 Avvenne che un giorno, entrò in casa per fare il suo lavoro e non c’era nessun servo nella casa, 12 lei lo prese per il suo vestito dicendo: giaci con me! Ma, egli abbandonò il suo vestito nelle sue mani e uscì fuori e fuggì. 13 Quando lei vide che aveva lasciato il suo vestito nelle sue mani, ed era fuggito fuori, 14 chiamò gli uomini della casa e parlò a loro dicendo: è stato portato da noi un ebreo per divertirsi con noi, è entrato da me per giacere con me. Ma, io ho gridato a gran voce. 15 Quando lui ha udito che alzavo la voce e gridavo, ha abbandonato la sua veste vicino a me, uscì fuori e fuggì. 16 Appoggiò i suoi abiti accanto a sé fino a quando il suo signore tornò a casa. 17 Gli raccontò gli avvenimenti dicendo: è entrato da me il tuo servo ebreo - che tu hai portato da noi – per divertirsi con me. 18 Quando alzai la mia voce e gridai, egli abbandonò i suoi abiti accanto a me e fuggì fuori. 19 Quando suo marito ebbe udito le parole di sua moglie che gli aveva raccontato dicendo: queste cose ha fatto a me il tuo servo! Egli si arrabbiò molto (soffiò dal suo naso). 20 Il padrone di Giuseppe lo prese e venne posto nella “casa della prigione”. 21 Yhwh fu con Giuseppe e volse a lui benevolenza e ottenne grazia agli occhi del capo della prigione. 22 Il capo della prigione affidò nelle mani di Giuseppe tutti i prigionieri che erano nella prigione e tutto ciò che là avveniva, era lui che dirigeva. 23 Il capo della prigione non controllava nulla, tutto era nelle sue mani, perché Yhwh era con lui e tutto ciò che faceva, Yhwh glielo faceva riuscire.

CAP. 40

1 Dopo quegli avvenimenti, il coppiere del re d’Egitto e il fornaio recarono offesa al loro signore, al re d’Egitto. 2 Il faraone s’indignò con i suoi due eunuchi, con il capo dei coppieri e con il capo dei panettieri. 3 E li mise in carcere nella casa del capo delle guardie, dove Giuseppe era detenuto. 4 Il capo delle guardie li consegnò a Giuseppe perché avesse cura di loro e restarono in carcere molti giorni. 5 Loro due sognarono un sogno; ciascuno il suo sogno nella stessa notte; ciascuno con un significato del proprio sogno, il coppiere e il panettiere del re d’Egitto, prigionieri nella casa della prigione. 6 Al mattino Giuseppe venne da loro ed ecco, li vide preoccupati. 7 Chiese agli eunuchi del faraone, che erano con lui nel carcere della casa del suo padrone, dicendo: perché le vostre facce sono tristi oggi? 8 Gli risposero: abbiamo sognato un sogno e non conosciamo la sua interpretazione. Disse loro Giuseppe: non è forse l’Elohim l’interprete? Raccontate dunque a me. 9 Il capo dei coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: ecco, nel mio sogno c’era una vite davanti a me. 10 sulla vite c’erano tre tralci, essa nel cominciare a crescere fece spuntare un fiore e le uve maturarono i loro grappoli. 11 Allora io presi nelle mie mani la coppa del faraone e misi la coppa nelle mani del faraone. 12 Gli disse Giuseppe: questo è il suo significato, i tre tralci sono tre giorni. 13 Fra tre giorni il faraone alzerà la tua testa10 e ti farà tornare al tuo incarico. Tu metterai la coppa del faraone nella sua mano, come era di norma prima, quando eri coppiere. 14 Che se ti ricorderai di me, che sono stato con te, quando a te andrà bene, fammi il favore della tua benevolenza, ricordami al faraone e fammi uscire da questa prigione.15 Perché invero sono stato rapito dalla terra degli ebrei e anche qui, non ho fatto niente per essere messo nel pozzo. 16 Il capo dei panettieri vide che era una buona interpretazione e disse a Giuseppe: io invece, nel mio sogno ecco, tre ceste di vimini avevo sulla mia testa. 17 Nel cesto superiore c’era di tutto di quel che mangia il faraone preparato dal panettiere, e un uccello lo mangiava dal canestro sopra la mia testa. 18 Giuseppe rispose e disse: questa è la sua interpretazione, i tre canestri sono tre giorni. 19 Fra tre giorni il faraone alzerà la tua testa sopra di te e l’appenderà ad un albero e l’ uccello mangerà la tua carne addosso a te. 20 Nel terzo giorno, era il compleanno del faraone, fece un banchetto per tutti i suoi servi e in mezzo ai suoi servi, sollevò la testa del capo dei coppieri e la testa del capo dei panettieri. 21 Il capo dei coppieri tornò al suo compito di dare la coppa nella mano del faraone. 22 Mentre il capo dei panettieri lo impiccò, come aveva interpretato Giuseppe. 23 Ma, il capo dei coppieri, non si ricordò di Giuseppe, se ne dimenticò.

CAP. 41

1 Avvenne che al termine di due anni, ecco, il faraone sognò di essere in piedi presso il Nilo. 2 Ed ecco, dal fiume salivano sette vacche, belle a vedersi e ben pasciute di carne e pascolavano nel canneto. 3 Ed ecco, altre sette vacche uscivano dietro a esse dal fiume, brutte a vedersi e magre di carne; stavano in piedi accanto alle vacche sulla riva del fiume. 4 Le vacche brutte a vedersi e magre di carne, mangiarono le sette vacche belle d’aspetto e ben pasciute. Il faraone terminò (il sogno). 5 Ma, si riaddormentò e sognò una seconda volta. Ed ecco, sette spighe che crescevano, con un solo stelo, ricche e belle. 6 Ed ecco, sette spighe sottili, arse dal vento di levante, germogliavano dietro ad esse. 7 Le spighe arse, divoravano le sette spighe floride e piene. Il faraone terminò ed ecco, era un sogno. 8 Al mattino il suo animo era agitato e mandò a chiamare tutti gli indovini d’Egitto e tutti i suoi saggi e il faraone raccontò loro il suo sogno. Ma, nessuno lo spiegò al faraone. 9 Il capo dei coppieri parlò al faraone dicendo: oggi mi viene in mente. 10 Il faraone si era infuriato con il suo servo e mi mandò in prigione nella casa del capo delle guardie, con me c’era il capo dei panettieri. 11 Nella notte, io e lui facemmo un sogno; sognammo con un significato (diverso) del sogno di ognuno.12 Là con noi c’era un ragazzo ebreo, servo del capo delle guardie, noi raccontammo a lui ed egli interpretò per noi i nostri sogni, per ciascuno il significato del proprio sogno. 13 Accadde che, come ci aveva spiegato, così avvenne; io tornai al mio servizio e lui fu impiccato. 14 IL faraone mandò a chiamare Giuseppe e lo fece uscire dal carcere; egli si rasò, si cambiò d’abiti e andò dal faraone. 15 Raccontò il faraone a Giuseppe del sogno che aveva fatto e che non c’era nessuno che lo interpretasse. Io ho udito dire di te che ascoltando un sogno tu lo sai interpretare. 16 Giuseppe rispose al faraone dicendo: soltanto Elohim11 risponderà del benessere del faraone. 17 Parlò il faraone a Giuseppe circa i sogni. Ecco, io stavo sulla sponda del fiume, 18 ed ecco, dal fiume uscire sette vacche bene in carne e belle a vedersi e pascolarono nel canneto, 19 ed ecco, altre sette vacche uscire dietro ad esse, molto brutte a vedersi e magre di carne, come io non ho mai visto a pascolare in tutto il paese d’Egitto. 20 Le vacche brutte e magre mangiarono le prime sette vacche, quelle in carne. 21 Entrarono nel loro ventre, ma non ci si accorgeva che erano entrate nel loro ventre, perché il loro aspetto era brutto come prima e io terminai. 22 Ecco, io vidi nel mio sogno sette spighe che crescevano su un solo stelo piene e belle. 23 Ed ecco, sette spighe sottili, arse dal vento di levante, germogliavano dietro ad esse. 24 Le sette spighe sottili divorarono le sette spighe belle. Ho parlato con gli indovini ma, non mi hanno spiegato niente. 25 Giuseppe disse al faraone: il sogno del faraone è uno solo; Elohim ha fatto sapere al faraone quel che succederà. 26 Le sette vacche belle sono sette anni e sette spighe belle sono sette anni, quello è un sogno. 27 Sette vacche magre e brutte sono sette anni che seguiranno e sette spighe sottili, arse dal vento d’oriente, saranno sette anni di carestia. 28 Ho detto al faraone quello che Elohim ha mostrato al faraone e che farà. 29 Ecco, ci saranno sette anni di grande abbondanza in tutto il paese d’Egitto. 30 Conclusi questi, seguiranno sette anni di carestia e sarà scordata tutta l’abbondanza del paese d’Egitto e la carestia distruggerà il paese. 31 E non si conoscerà più l’abbondanza a causa della carestia, quella che seguirà, perché sarà molto pesante. 32 Circa il sogno fatto sognare al faraone una seconda volta, è perché la cosa è decisa da Elohim ed Elohim si affretta a eseguirla. 33 Adesso, veda il faraone di trovare un uomo intelligente e saggio e lo ponga a capo del paese d’Egitto. 34 Il faraone istituirà e arruolerà ispettori sul territorio e preleverà un quinto della terra d’Egitto nei sette anni dell’abbondanza. 35 Saranno immagazzinati tutti i raccolti dei sette anni buoni, quelli che arriveranno e ammasseranno il grano per ordine del faraone, raccolto nelle città e lo conserveranno. 36 Il cibo sarà in deposito nel paese per i sette anni di carestia che ci saranno nella terra d’Egitto e non sarà distrutto il paese dalla carestia. 37 Piacque la cosa agli occhi del faraone e a tutti i suoi ministri. 38 Disse il faraone ai suoi ministri: si potrà trovare un uomo come costui, nel quale ci sia lo spirito di Elohim? 39 disse il faraone a Giuseppe: dopo che Elohim ti ha fatto conoscere tutte queste cose, credo che non ci sia nessuno, intelligente e saggio come te. 40 Tu sarai il capo della mia casa e sulla tua parola, il mio popolo bacierà (sarà contento). Solo per il trono io sarò più grande di te. 41 Disse il faraone a Giuseppe: guarda, io ti ho messo capo di tutta la terra d’Egitto. 42 Il faraone tolse il suo anello dalla sua mano e lo mise sulla mano di Giuseppe; lo vestì con abiti di lino e gli pose una collana d’oro al collo. 43 Lo fece salire sul suo secondo carro e davanti a lui gridavano: Abrech (forse visir) e lo fece capo su tutta la terra d’Egitto. 44 Disse il faraone a Giuseppe: io sono il faraone ma, senza il tuo assenso, nessun uomo può alzare la mano o il piede in tutto il paese d’Egitto. 45 Il faraone chiamò il nome di Giuseppe Zafnat- Pacneach e gli diede in moglie Asenat, figlia di Poti-Ferat, sacerdote di On. Giuseppe visitò il paese d’Egitto. 46 Giuseppe aveva trent’anni quando s’impegnò presso il faraone, re d’Egitto; uscì Giuseppe dalla presenza del faraone e attraversò tutto il paese d’Egitto. 47 La terra, nei sette anni di abbondanza, produsse in grande quantità. 48 Egli immagazzinò tutti i viveri dei sette anni che ci furono in terra d’Egitto e pose il cibo nelle città; dette il cibo delle campagne d’intorno alla città che stava nel mezzo. 49 Giuseppe accumulò grano come sabbia del mare, in grande quantità, tanto che si astenne dal contarlo, perché era impossibile contare. Prima dell’arrivo della carestia a Giuseppe nacquero due figli, che gli generò Asenat, figlia di Poti-Ferat, sacerdote di On. 51 Giuseppe chiamò il nome del primo figlio Manasse, perché Elohim mi ha fatto dimenticare tutta la mia pena e tutta la casa di mio padre. 52 Il nome del secondo chiamò Efraim, perché Elohim mi ha reso fecondo nella terra del mio sconforto. 53 Terminarono i sette anni di abbondanza che ci furono in terra d’Egitto. 54 E cominciarono ad arrivare i sette anni di carestia, come aveva detto Giuseppe. E la carestia fu su tutta la terra, ma, in tutto il paese d’Egitto c’era pane. 55 Soffriva la fame tutto il paese d’Egitto e il popolo gridò al faraone per il pane. Disse il faraone a tutto l’Egitto: andate da Giuseppe che vi dirà come fare. 56 La carestia imperversava su tutta la faccia della terra. Giuseppe aprì i depositi e ciò che c’era in essi e vendette grano all’Egitto. La carestia era forte anche nel paese d’Egitto. 57 E tutta la terra veniva in Egitto a comprare grano perché la carestia era forte su tutta la terra.

CAP. 42

1 Giacobbe aveva saputo che c’era grano in Egitto. Disse Giacobbe ai suoi figli: perché vi guardate in faccia? 2 Ecco, disse: ho saputo che c’è grano in Egitto, scendete laggiù e comprate da là per noi, così vivremo e non moriremo. 3 Scesero i dieci fratelli di Giuseppe per comprare grano dall’Egitto. 4 Ma, Beniamino, fratello di Giuseppe, non lo mandò con i suoi fratelli perché, disse: non gli succeda una sventura. 5 Arrivarono i figli d’Israele in mezzo agli altri arrivati, perché c’era carestia nella terra di Canaan. 6 Giuseppe, era lui che aveva potere su quel paese; era lui che vendeva a tutto il popolo del paese; arrivarono i fratelli di Giuseppe e si prostrarono a lui con la faccia a terra. 7 Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma, non si fece riconoscere da loro e parlò loro con durezza e chiese loro da dove venivano; risposero: dalla terra di Canaan per comprare cibo. 8 Giuseppe riconobbe i suoi fratelli, ma essi non lo riconobbero. 9 Giuseppe si ricordò i sogni che aveva sognato su di essi e disse loro: voi siete delle spie! Siete venuti per vedere i luoghi sguarniti del paese. 10 Gli risposero: no mio signore, i tuoi servi sono venuti per comprare cibo. 11 Noi tutti siamo figli di un solo uomo, siamo onesti noi, i tuoi servi non sono delle spie. 12 Rispose loro: no! Siete venuti per scoprire i punti sguarniti del paese. 13 Dissero: noi siamo fratelli, dodici servi tuoi, figli di un solo uomo nella terra di Canaan, ecco, il più piccolo oggi è con nostro padre, e uno non è con noi. 14 Giuseppe rispose: è quello che vi ho detto, siete spie! 15 Per questo sarete messi alla prova; per la vita del faraone, se non verrà qui vostro fratello più piccolo, non uscirete da questo luogo. 16 Mandate uno di voi a prendere vostro fratello e voi resterete prigionieri. Le vostre parole saranno messe alla prova, se la verità è con voi. Altrimenti, per la vita del faraone, voi siete spie. 17 E li rinchiuse in carcere tre giorni. 18 Al terzo giorno Giuseppe disse loro: fate così e sarete vivi, io temo Elohim. 19 Se siete corretti, uno di voi resterà nella casa del vostro carcere, mentre voi andate e portate il grano per la fame delle vostre case. 20 Conducetemi vostro fratello minore e le vostre parole saranno credute e non morirete e così fecero. 21 E lamentandosi dicevano uno all’altro fratello, noi siamo colpevoli verso nostro fratello, del quale abbiamo visto l’angoscia della sua anima, mentre lui chiedeva grazia a noi e non lo ascoltammo; per questo è arrivata a noi quest’angoscia. 22 Ruben disse loro: non ho forse parlato a voi dicendo, non peccate contro il ragazzo? Ma, voi non ascoltaste ed ecco, anche il suo sangue ci viene richiesto.12 23 Ed essi non sapevano che Giuseppe ascoltava perché l’interprete era tra loro. 24 Egli si allontanò da loro e pianse; tornò con loro e parlò con loro e prese fra di essi Simeone e lo incatenò davanti ai loro occhi. 25 Giuseppe ordinò che riempissero i loro sacchi di grano e di restituire il loro argento, a ciascuno nel suo sacco e di dare ad essi provviste per il viaggio; Si fece per loro così. 26 Sollevarono il loro grano sui loro asini e partirono. 27 Uno di loro, aprì il suo sacco per prendere del foraggio per il suo asino - durante la sosta notturna – e vide il suo argento, ecco era nella bocca dentro il suo sacco. 28 Disse ai suoi fratelli: il mio denaro è tornato, eccolo è lì sotto il mio sacco. Il loro cuore sobbalzò e spaventati ognuno, diceva al fratello suo: cos’è questo che Elohim ha fatto a noi? 29 Arrivarono da Giacobbe loro padre nella terra di Canaan e raccontarono a lui tutto ciò che avevano incontrato dicendo: 30 Quell’uomo, signore del paese, ci ha detto cose dure e ci ha preso per spie del paese. 31 Gli dicemmo: noi siamo giusti e non siamo spie. 32 Noi siamo dodici fratelli figli dello stesso padre, uno non è fra noi e il più piccolo, oggi, è con nostro padre nella terra di Canaan. 33 Disse a noi l’uomo signore di quella terra, da questo saprò che siete sinceri: lasciate con me un vostro fratello. Prendete e andate con il necessario per le vostre case. 34 Portatemi vostro fratello più piccolo, così saprò che non siete delle spie, che siete sinceri; io darò vostro fratello e pane e potrete percorrere il paese. 35 Accadde che essi nello svuotare i loro sacchi, ecco, ciascuno s’imbatté nel suo denaro nel suo sacco; videro racchiusi i loro denari, essi e il loro padre si spaventarono. 36 Disse loro Giacobbe, loro padre: mi avete privato di tutto! Giuseppe non è più con noi; Simeone non è con noi, e volete prendermi anche Beniamino? Tutto sarà su di me. 37 Ruben parlò a suo padre dicendo: ucciderai i miei due figli se non lo riporterò a te; dallo nelle mie mani e io lo farò tornare da te. 38 Rispose: non scenderà mio figlio con voi, perché suo fratello è morto ed è rimasto solo. Durante il viaggio, che voi farete, potrebbe succedergli una disgrazia, e fareste scendere la mia canizie nello Sceol con dolore.

CAP. 43

1 La carestia pesava sul paese. 2 Accadde che, quando finirono di mangiare il grano che avevano portato dall’Egitto, il loro padre disse loro: tornate, comprate per noi un po’ di cibo. 3 Gli rispose Giuda dicendo: portate la prova delle prove, ha detto quell’uomo; non vedrete la mia faccia senza vostro fratello con voi. 4 Se sei disposto a mandare nostro fratello con noi, noi scenderemo e compreremo per te cibo. 5 se non sei disposto a mandare, non scenderemo, perché quell’uomo ci ha detto: non vedrete la mia faccia senza vostro fratello con voi. 6 Rispose Israele: perché mi avete fatto del male, raccontando a quell’uomo che avevate ancora un fratello? 7 Risposero: quell’uomo ci chiese con insistenza della nostra parentela dicendo: vostro padre è ancora vivo? Avete un fratello? Noi raccontammo a lui circa queste domande. Certamente non potevamo sapere che avrebbe detto: fate scendere vostro fratello. 8 Disse Giuda a Israele, suo padre: lascia venire il ragazzo con me, ci alzeremo, partiremo e vivremo e non moriremo anche noi, anche tu, anche i nostri bambini. 9 Io lo garantirò, dalle mie mani lo richiederai; se non lo farò tornare a te, se non lo metterò davanti a te, sarò colpevole per te tutta la vita. 10 Perché se non ci fossimo attardati, ora saremmo di ritorno una seconda volta. 11 Disse loro Israele loro padre: se è proprio così, fate questo; mettete dei prodotti del paese nei vostro bagagli e portateli in dono all’uomo; un po’ di resina, un po’ di miele, laudano, pistacchi e mandorle. 12 Portate nelle vostre mani il doppio dell’argento e l’argento che avete trovato nella bocca dei vostri sacchi; portatelo con voi, forse è stato un errore. 13 Prendete vostro fratello, alzatevi e tornate da quell’uomo. 14 E El- Sadai vi conceda misericordia presso quell’uomo e vi restituisca i vostri fratelli, l’altro e Beniamino; ed io come ho perduto, i figli ho perduto. 15 Gli uomini presero quei doni, presero il doppio del denaro nelle loro mani e Beniamino. Si alzarono e scesero in Egitto e si trovarono davanti a Giuseppe. 16 Giuseppe vide con loro Beniamino e disse a colui che presiedeva sulla sua casa (il maggiordomo): conduci gli uomini a casa e macella il necessario perché gli uomini mangeranno con me a mezzogiorno. 17 L’uomo fece come Giuseppe aveva ordinato; l’uomo condusse gli uomini nella casa di Giuseppe. 18 Gli uomini si spaventarono perché stavano andando nella casa di Giuseppe e dissero: a causa del denaro rimesso nei nostri sacchi la volta scorsa, ci conducono per saltarci addosso, piombarci addosso e prendere noi schiavi e i nostri asini. 19 Allora si avvicinarono al maggiordomo di Giuseppe e gli parlarono sulla porta di casa. 20 Dissero: mio signore, noi siamo scesi già un’altra volta a comprare cibo. 21 Quando arrivammo alla stazione di sosta e fu aperto il nostro sacco, ecco, il denaro di ciascuno era nella bocca del proprio sacco; il nostro denaro, nella giusta misura. Noi lo abbiamo riportato con le nostre mani. 22 E altro denaro abbiamo portato con noi, per comprare cibo. Non sappiamo chi (ha messo) il nostro denaro nei nostri sacchi. 23 Rispose: pace a voi. Non temete, il vostro Elohim e l’Elohim dei vostri padri vi ha dato un tesoro nei vostri sacchi. Il vostro argento è arrivato a me, nel mentre, usciva verso di loro Simeone. 24 L’uomo fece entrare gli uomini nella casa di Giuseppe, diede loro acqua perché si lavassero i piedi e diede foraggio per i loro asini. 25 Prepararono il dono fino all’arrivo di Giuseppe a mezzogiorno, poiché avevano udito che avrebbero mangiato lì. 26 Giuseppe arrivò nella casa e gli portarono il dono portato con le loro mani nella casa e si prostrarono a lui a terra. 27 Egli domandò loro come stavano e disse: sta bene il vostro vecchio padre del quale mi avete parlato? Vive ancora? 28 Risposero: sta bene, il tuo servo nostro padre vive ancora, si inginocchiarono e si prostrarono. 29 Alzò i suoi occhi e vide Beniamino, suo fratello, figlio di sua madre e disse: questi è vostro fratello più piccolo di cui mi avete parlato? Elohim ti sia benevolo, figlio mio. 30 Giuseppe si affrettò perché si era commosso di pietà verso suo fratello, cercò di piangere, entrò nella camera e là pianse. 31 Si lavò la faccia, uscì, si fece forza e disse: preparate il pranzo. 32 Prepararono per lui solo; per essi soli; per gli egiziani che mangiavano con lui, da soli; perché non possono mangiare con gli ebrei, sarebbe come un abominio per l’Egitto. 33 Si misero davanti a lui, il primogenito, secondo il suo diritto, il minore secondo la sua età e si stupivano gli uomini guardando ciascuno, verso l’altro. 34 Recò loro porzioni destinate a lui, moltiplicò la porzione di Beniamino, cinque volte le porzioni di tutti gli altri e stettero seduti con lui e con lui si ubriacarono.

CAP. 44

1 Diede ordine al maggiordomo dicendo: riempi di cibo i sacchi degli uomini, per quanto si possano riempire, alza e metti il denaro di ciascuno nella bocca del suo sacco. 2 E la coppa, la mia coppa d’argento, tu la metterai nella bocca del sacco del più piccolo, con l’argento del suo grano. Egli fece quanto Giuseppe aveva ordinato. 3 Allo spuntar del giorno, gli uomini furono lasciati partire, loro e i loro asini. 4 Essi lasciarono la città. Non si erano allontanati che Giuseppe disse al maggiordomo: alzati, insegui quegli uomini, raggiungili e chiedi loro perché hanno restituito male in cambio del bene. 5 Non è forse questa la coppa nella quale beve il mio signore e con essa egli pratica la divinazione? Egli ha indovinato il male che voi avete compiuto. 6 Li raggiunse e disse loro quelle parole. 7 Gli risposero: perché il mio signore ha pronunciato queste parole? Lungi dai tuoi servi di commettere questa cosa. 8 Ecco, l’argento che abbiamo trovato nella bocca dei nostri sacchi, lo abbiamo riportato a te dalla terra di Canaan; come avremmo rubato argento e oro dalla casa del tuo signore? 9 Colui, dei tuoi servi, che sarà trovato con esso, morirà e anche noi saremo schiavi del tuo signore. 10 Disse: allora, così come avete detto, quello che si troverà con esso sarà mio schiavo e voi sarete innocenti. 11 Allora si affrettarono e scaricarono ognuno il proprio sacco a terra e aprirono ciascuno il proprio bagaglio. 12 Egli controllò il bagaglio del più grande e finì col più piccolo, e trovò la coppa nel sacco di Beniamino. 13 Si strapparono i vestiti, caricarono ognuno il proprio asino e tornarono in città. 14 Giuda arrivò, con i suoi fratelli, nella casa di Giuseppe. Egli era ancora là e si gettarono faccia a terra. 15 Disse loro Giuseppe: perché avete fatto questa scorrettezza? Non sapevate che un uomo come me è un indovino che indovinera? 16 Rispose Giuda: che cosa diremo al mio signore? Che cosa possiamo dire? E come possiamo giustificarci? L’Elohim ha scoperto il delitto dei tuoi servi, eccoci, schiavi del mio signore anche noi e anche colui del quale si trovò la coppa della tua casa. 17 Rispose: lungi da me di fare questa cosa, l’uomo che è stato trovato in possesso della coppa della mia casa, egli sarà mio schiavo e voi andate in pace da vostro padre. 18 Giuda si avvicinò a lui dicendo: mio signore, permetti che il tuo servo dica una parola agli orecchi del mio signore e non soffi violentemente il tuo naso? 13 19 Il mio signore interrogò i tuoi servi dicendo: avete un padre o un fratello? 20 Noi rispondemmo al mio signore: abbiamo un padre vecchio; in vecchiaia generò il piccolo, suo fratello (essendo morto) egli restò il solo di sua madre e suo padre lo ama. 21 E tu dicesti ai tuoi servi: conducetelo da me affinché io possa mettere i miei occhi su di lui. 22 Noi rispondemmo al mio signore: il ragazzo non può abbandonare suo padre, se lo abbandonasse, suo padre morirebbe. 23 Allora tu dicesti ai tuoi servi: se non scenderà vostro fratello più piccolo con voi, non sarete ammessi a vedere la mia faccia. 24 Accadde che tornammo dal tuo servo mio padre e gli raccontammo le parole del mio signore. 25 Disse nostro padre: tornate a comprare per noi un po’ di cibo. 26 Dicemmo: non possiamo tornare; se c’è nostro fratello più piccolo con noi, noi andremo, perché non possiamo vedere la faccia di quell’uomo, se nostro fratello minore non è con noi. 27 Disse il tuo servo mio padre a noi: voi sapete che due figli mi generò mia moglie. 28 Uno partì da me e dissi: di certo è stato sbranato, non l’ho più visto fino ad ora. 29 Ora porterete anche questo lontano da me; se gli capitasse una disgrazia, voi farete scendere la mia vecchiaia con dolore nello Sceol. 30 Adesso come arriverò presso il tuo servo mio padre e il ragazzo non è con noi, la sua vita è legata alla vita di lui. 31 Quando lui vedrà che non c’è il ragazzo morirà e i tuoi servi avranno fatto scendere la vecchiaia del tuo servo, nostro padre, con tormento, nello Sceol. 32 Poiché il tuo servo ha garantito il ragazzo nella lontananza da mio padre, io sarò colpevole verso mio padre per sempre. 33 Ora, per favore trattieni il tuo servo, al posto del ragazzo, schiavo del mio signore e il ragazzo si metta in cammino con i suoi fratelli. 34 Come potrei tornare da mio padre e il ragazzo non essere con me? Che io non veda il male che colpirà mio padre!

CAP. 45

1 Giuseppe non poté contenersi a causa di tutti gli astanti davanti a lui e gridò: fate allontanare tutti gli uomini! Nessuno restò con lui quando Giuseppe si fece riconoscere ai suoi fratelli. 2 Proruppe la sua voce in pianto, lo udirono gli egiziani e lo seppe la casa del faraone. 3 Disse Giuseppe ai suoi fratelli: io sono Giuseppe, vive ancora mio padre? Ma, i suoi fratelli, non poterono rispondergli perché davanti a lui si spaventarono. 4 Disse Giuseppe ai suoi fratelli: avvicinatevi – di grazia – a me; si avvicinarono e disse: io sono Giuseppe vostro fratello che voi avete venduto all’Egitto.14 5 Ora non affliggetevi e non piangano i vostri occhi, perché mi avete venduto qui; perché Elohim mi ha mandato, prima di voi, per la vostra salvezza. 6 Con questo sono due anni che la carestia è nel paese e ancora per cinque anni, nei quali non ci sarà, né aratura né mietitura. 7 Elohim ha mandato me davanti a voi per consentire a voi di restare nel paese e sopravvivere voi e molti superstiti . 8 Ora non voi avete mandato me qui, giacché Elohim mi ha imposto come padre del faraone e sono signore di tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d’Egitto. 9 Presto andate da mio padre e gli direte, così ha detto tuo figlio Giuseppe: Elohim mi ha posto signore di tutto l’Egitto, vieni da me non restare lì. 10 Abiterai nella terra di Gosen e vivrai vicino a me, tu i tuoi figli, i figli dei tuoi figli, il tuo gregge, il tuo toro e tutto ciò che è tuo. 11 Così ti alimenterò, perché ci sono ancora cinque anni di carestia, affinché tu non impoverisca, la tua casa e tutto ciò che è tuo. 12 Ecco, i vostri occhi e gli occhi di mio fratello Beniamino vedono che è la mia bocca che parla. 13 Racconterete a mio padre tutto il mio onore in Egitto e tutto ciò che avete visto e in fretta farete scendere mio padre qui. 14 Cadde sul collo di Beniamino e pianse e Beniamino pianse sul collo di lui. 15 Baciò tutti i suoi fratelli e pianse con essi, dopo di che i suoi fratelli parlarono con lui. 16 La voce fu udita nella casa del faraone dicendo: sono arrivati i fratelli di Giuseppe, ed era cosa buona agli occhi del faraone e agli occhi dei suoi servi. Disse il faraone a Giuseppe, dì ai tuoi fratelli che facciano così: caricate i vostri asini e partite e andate verso la terra di Canaan. 18 Prendete vostro padre e le vostre famiglie e venite da me, io darò a voi buona terra d’Egitto e mangerete il meglio della terra. 19 Tu, sei comandato di fare questo: prendete dalla terra d’Egitto carri per i vostri figli e le vostre mogli, portate vostro padre e venite. 20 Il vostro occhio non cerchi rifugio alle vostre cose, perché il meglio di tutto nella terra d’Egitto, è per voi. 21 Così fecero i figli d’Israele. Giuseppe diede loro i carri secondo l’ordine del faraone e diede loro provviste per il viaggio. A tutti loro diede a ciascuno un cambio d’abito e a Beniamino diede trecento denari e cinque cambi d’abito. 23 A suo padre mandò così dieci asini che portavano il meglio d’Egitto e dieci asine che portavano grano e cibo e nutrimento per suo padre durante il viaggio. 24 Lasciò andare i suoi fratelli che partirono e disse loro: non abbiate paura durante il viaggio. 25 Salirono dall’Egitto e arrivarono nella terra di Canaan da Giacobbe loro padre. 26 Gli raccontarono dicendo: Giuseppe vive ancora e come egli fosse governatore di tutto il paese d’Egitto; restò scettico il suo cuore, perché non aveva fiducia in loro. 27 Gli raccontarono tutte le cose che Giuseppe aveva detto a loro; vide i carri che Giuseppe aveva mandato per trasportarlo e lo spirito di Giacobbe, loro padre, riprese vita. 28 Disse Israele, basta, mio figlio Giuseppe vive ancora! Voglio vederlo prima di morire!

CAP. 46

1 Israele si mise in cammino, con tutti i suoi beni e arrivò in Ber- Sceba, dove fece dei sacrifici all’Elohim di suo padre Isacco. 2 Disse Elohim a Israel nelle visioni della notte, disse: Giacobbe, Giacobbe. Rispose: eccomi. 3 Disse: io sono Elohim , l’Elohim di tuo padre, non temere di scendere in Egitto perché là io ti renderò una grande nazione. 4 Io scenderò con te in Egitto, io camminerò con te e ti farò anche tornare. Giuseppe metterà la sua mano sui tuoi occhi. 5 Giacobbe si alzò da Ber- Sceba e i figli di Israele posero Giacobbe, loro padre, i figli e le loro mogli sui carri che il faraone aveva mandato per trasportarlo. 6 Presero i loro averi, i loro beni che avevano posseduto nella terra di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e tutta la sua discendenza. 7 I suoi figli, i figli dei suoi figli, le sue figlie e le figlie delle sue figlie e tutta la sua discendenza portò con sé in Egitto.15 8 Questi i nomi dei figli di Israele che vennero in Egitto: Giacobbe e i suoi figli; il primogenito di Giacobbe, Ruben. 9 I figli di Ruben: Henoch, Pallu,Hezron, Carmi; 10 i figli di Simeone: Iemuel, Iamin, Ohad, Iachin, Zohar, Saul figlio della cananea; 11 i figli di Levi: Ghersho, Qehat, Merari; 12 i figli di Giuda: Er Onan,Shela, Perez, Zerach( ma Er e Onan erano morti nella terra di Canaan); poi c’erano i figli di Perez: Hezron e Hamuel; 13 i figli di Issacar: Tola, Puua, Iob, Shimron; 14 I figli di Zebulon: Sered, Elon, Iahel. 15 Questi, invece, sono i figli che Lea generò a Giacobbe in Padam Aram, oltre a Dina, sua figlia: in tutto tra figli e figlie, si trattava di trentatré persone; 16 i figli di Gad: Zifion, Hagghi, Shuni, Ezbon, Eri, Arodi, Areli. 17 I figli di Asher: Imna, Ishua, Ishui, Bria e la loro sorella Serah; i figli di Beria: Hever, Malchiel. 18 Questi sono i figli di Zilpa, che Labano aveva dato a Lea sua figlia; essa li generò a Giacobbe: tredici persone. 19 I figli di Rachele, moglie di Giacobbe, furono Giuseppe e Beniamino. 20 In terra d’Egitto a Giuseppe Nacquero Manasse ed Efraim, che gli partorì Asenet figlia di Putifarre, sacerdote di On. 21 I figli di Beniamino furono Bela, Becher e Ashbel; Ghera, Naaman, Ahi, Rosh, Muppim, Huppim, Arech <furono figli di Bela> 22 Questi furono i figli che Rachele generò a Giacobbe: in tutto quattordici persone. 23 I figli di Dan: Hushim. 24 I figli di Neftali: Ihazel, Guni, Iezer, Shillem. 25 Questi sono i figli di Bila, che Labano diede a Rachele sua figlia e che essa partorì a Giacobbe. In tutto sette persone. 26 Tutta le persone venute con Giacobbe in Egitto, uscite dai suoi lombi, senza contare le mogli dei figli di Giacobbe, in tutto sessantasei. 27 I figli di Giuseppe che gli nacquero in Egitto, due. Tutte le persone della casa gi Giacobbe, venute in Egitto, settanta. 28 Egli mandò Giuda avanti a sé da Giuseppe per vedere prima di lui, Gosen. E giunsero nella terra di Gosen. 29 Giuseppe attaccò il suo carro e vi salì per incontrare Israele suo padre a Gosen. Lo vide e cadde sul suo collo e pianse a lungo sul suo collo. 30 Disse Israele a Giuseppe: adesso io posso morire, dopo che ho visto la tua faccia, perché sei ancora vivo. 31 Rispose Giuseppe ai suoi fratelli e alla famiglia di suo padre: andrò a riferire al faraone dicendo, i miei fratelli e la famiglia di mio padre sono venuti da me dalla terra di Canaan. 32 Gli uomini sono pastori di greggi, erano uomini di campagna. Le greggi, gli armenti e tutti i loro beni li hanno portati. 33 Avverrà che il faraone vi chiamerà e dirà: che mestiere fate voi? 34 Voi rispondete: i tuoi servi sono uomini di campagna, dalla fanciullezza fino ad oggi, noi e anche i nostri padri, per questo vorremmo risiedere nella terra di Gosen, perché in Egitto è abominio ogni pastore.

CAP. 47

1 Giuseppe andò e raccontò al faraone e disse: mio padre, i miei fratelli, i loro greggi, i loro armenti e tutti i loro beni sono venuti dalla terra di Canaan ed essi sono nella terra di Gosen. 2 Quindi prese cinque uomini tra i suoi fratelli e li portò alla presenza del faraone. 3 Disse il faraone ai suoi fratelli: qual è il vostro mestiere? Essi risposero al faraone: i tuoi servi sono pastori di greggi, noi e anche i nostri padri. 4 Dissero al faraone: siamo venuti nel paese come stranieri perché non c’è pascolo per le greggi dei tuoi servi, perché è pesante la carestia nella terra di Canaan. E ora i tuoi servi vorrebbero, per favore, abitare nella terra di Gosen. 5 Il faraone parlò a Giuseppe dicendo: tuo padre e i tuoi fratelli sono venuti da te. 6 La terra d’Egitto è a tua disposizione. Falli abitare nel meglio del paese; tuo padre e i tuoi fratelli risiedano nella terra di Gosen; se sai che c’è fra loro uomini validi, li porrai come sorveglianti del mio bestiame. 7 Giuseppe condusse Giacobbe, suo padre, e lo presentò al faraone. E Giacobbe benedisse il faraone. 8 Disse il faraone a Giacobbe: quanti anni hai? 9 Rispose Giacobbe al faraone: i miei giorni da straniero sono stati centotrenta anni; pochi e tristi furono i giorni degli anni della mia vita e non hanno raggiunto gli anni di vita dei miei padri, negli anni del loro pellegrinare. 10 Giacobbe benedisse il faraone e uscì dalla presenza del faraone. 11 Giuseppe fece abitare suo padre e i suoi fratelli e dette loro una proprietà nel paese d’Egitto; nel meglio del paese, nella terra di Ramsete, come aveva ordinato il faraone. 12 Giuseppe provvide pane a suo padre, ai suoi fratelli e a tutta la casa di suo padre in ragione di figli. 13 Ma, non c’era pane su tutta la terra, perché la carestia era molto pesante; languiva la terra d’Egitto di fronte alla carestia, e così la terra di Canaan. 14 Giuseppe aveva raccolto tutto l’argento che si poteva trovare nel paese d’Egitto e nella terra di Canaan, per il grano che essi compravano. Giuseppe portò l’argento nella casa del faraone.15 Esaurito l’argento del paese d’Egitto e della terra di Canaan, tutti gli egiziani vennero da Giuseppe dicendo: dacci del pane, perché dobbiamo morire davanti a te per il denaro finito?16 Rispose Giuseppe: consegnate il vostro bestiame e io vi darò (pane) in cambio del vostro bestiame, se è finito il denaro. 17 Consegnarono il loro bestiame a Giuseppe. E Giuseppe dette loro il pane in cambio di cavalli, pecore, buoi e asini. 18 Passato quell’anno, vennero da lui per il secondo anno e gli dissero: è risaputo dal mio signore che, se il denaro è finito e il possesso del bestiame è del mio signore, non ci resta per il mio signore che il nostro cadavere e la nostra terra. 19 Perché dobbiamo morire, davanti ai tuoi occhi, noi e la nostra terra? Compra noi e la nostra terra in cambio del pane; e saremo noi e la nostra terra, schiavi del faraone. Dacci le sementi e vivremo e non moriremo e la terra non sarà desolata. 20 Giuseppe acquistò tutta la terra d’Egitto per il faraone, perché gli egiziani vendettero ognuno il proprio campo, giacché si aggravò per loro la carestia e il paese fu del faraone. 21 Il popolo invece, lo trasferì nelle città, da un capo all’altro del territorio d’Egitto. 22 Non comprò soltanto la terra dei sacerdoti, per una norma dello stesso faraone. Essi mangiavano la porzione che il faraone assegnava loro. Perciò non vendettero la loro terra. 23 Giuseppe disse al popolo: ecco, oggi ho comprato voi e la vostra terra per il faraone; ecco per voi la semente, seminerete la terra. 24 Durante i raccolti, voi darete un quinto al faraone e quattro mani sarà per voi; per la semina del campo, per il vostro nutrimento e per quello della vostra casa e il cibo dei vostri figli. 25 Ci hai fatto vivere, vorremmo trovare grazia ai tuoi occhi, signore mio, e saremo servi del faraone. 26 Questa norma, Giuseppe la applicò fino ai nostri giorni sui terreni egiziani: un quinto al faraone. Solo la terra dei sacerdoti, soltanto la loro, non diventò proprietà del faraone. 27 Si stabilì Israele nel paese d’Egitto, nella terra di Gosen; ebbero proprietà in essa, furono fecondi e crebbero molto. 28 Giacobbe fu nel paese d’Egitto, diciassette anni e i giorni della sua vita furono centoquarantasette. 29 Per Israele si avvicinarono i giorni per morire; chiamò suo figlio Giuseppe e gli disse: se ho trovato grazia ai tuoi occhi, metti per favore la tua mano sotto la mia coscia16 e usa con me benevolenza e bontà, per favore, non mi seppellire in Egitto. 30 Mi addormenterò con i miei padri, mi porterai via dall’Egitto e mi seppellirai nel loro sepolcro. Rispose: farò come hai detto. 31 Disse: giuramelo! Glielo giurò e Israele si prostrò sul capezzale del letto.

CAP. 48

1 Dopo questi avvenimenti fu riferito a Giuseppe: ecco, tuo padre è ammalato; egli prese i suoi due figli con sé, Manasse ed Efraim. 2 Fu riferito a Giacobbe: ecco, tuo figlio Giuseppe è venuto da te. Israele si sforzò e sedette sul letto. 3 Disse Giacobbe a Giuseppe: El-Saday mi apparve a Luz, nella terra di Canaan e mi benedisse. 4 E mi disse: ecco, io ti rendo fecondo e ti farò diventare numeroso e ti darò un insieme di popoli e darò questa terra alla tua discendenza dopo di te, in proprietà per sempre. 5 Adesso, i tuoi due figli, che ti sono stati generati nel paese d’Egitto, prima del mio arrivo da te in Egitto, essi sono miei;17 Efraim e Manasse, come Ruben e Simeone, saranno miei. 6 La tua discendenza che tu genererai dopo di loro, saranno per te, con il nome dei loro fratelli, saranno chiamati nella loro eredità. 7 A me, nel mio viaggio da Padam, mi morì Rachele, nel paese di Canaan, sulla strada, quando mancava ancora un tratto per arrivare a Efrata e io l’ho sepolta là sulla via per Efrata, cioè Betlemme. 8 Israele vide i figli di Giuseppe e disse: chi sono questi? 9 Rispose Giuseppe: loro sono i figli che Elohim mi ha dato qui; disse: portali per favore da me che li benedirò. 10 Gli occhi di Israele erano pesanti per la vecchiaia e non poteva vedere; 11 Disse Israele a Giuseppe: non credevo di vedere la tua faccia ed ecco, Elohim mi fa vedere anche la tua discendenza. 12 Giuseppe li tolse dalle sue ginocchia e si prostrò faccia a terra. 13 Giuseppe li prese entrambi, Efraim nella sua destra, alla sinistra di Israele e li avvicinò a lui. 14 Israele allungò la sua destra e la pose sul capo di Efraim, egli era il minore e la sua sinistra sul capo di Manasse; incrociò le sue mani, poiché Manasse era il primogenito. 15 E benedisse Giuseppe dicendo: l’Elohim davanti al quale camminarono i miei padri, Abramo e Isacco, l’Elohim che è stato il mio pastore, dall’inizio fino a questo giorno, 16 l’angelo che mi ha riscattato da ogni male, benedica questi giovani; sia proclamato in essi il mio nome e il nome dei miei padri, Abramo e Isacco e si moltiplichino numerosi all’interno del paese. 17 Giuseppe vide che suo padre aveva messo la sua mano destra sul capo di Efraim, dispiacque ai suoi occhi; prese la mano di suo padre per correggerla. 18 Disse Giuseppe a suo padre: non è così padre mio, questi è il primogenito, posa la mano sul suo capo. 19 Suo padre rifiutò e disse: so figlio mio, so, anch’egli sarà un popolo e anch’egli diventerà grande ma, suo fratello più piccolo, crescerà più di lui e la sua discendenza sarà una moltitudine di nazioni. 20 E in quel giorno li benedisse dicendo, per te Israele18 potrà benedire dicendo: Elohim ti ponga come Efraim e come Manasse e metta Efraim prima di Manasse. 21 Disse Israele a Giuseppe: ecco, io sto per morire, ma Elohim sarà con voi e vi condurrà nella terra dei vostri padri. 22 Io ti do una spalla19 in più rispetto ai tuoi fratelli, una spalla strappata agli amorrei con la spada e con l’arco.

CAP. 49

Avvertenza: Questo capitolo è definito da E.Testa (cfr: Genesi pag. 420) “Poema Tribale” ed è considerato molto antico, anche se il Redattore l’ha voluto armonizzare col contesto storico del suo tempo: post- esilio." Come ogni poema tribale, anche questo vuol celebrare o condannare le varie tribù, per bocca del patriarca ancestrale, il quale, con detti e proverbi, con epigrammi e profezie ex eventu, con giochi di parole e con simboli, caratterizza e crea la storia delle medesime”. Il TM presenta qua e là qualche corruzione del testo, alcune parole incomprensibili, forse manomissioni del redattore, sicché le traduzioni di questo poema sono le più varie, a cominciare dalla versione dei LXX, di alcune si farà menzione.

1 Giacobbe chiamò i suoi figli e disse: radunatevi e io vi racconterò ciò che vi accadrà nei giorni futuri. 2 Si riunirono e ascoltarono i figli di Giacobbe e ascoltarono Israele loro padre.

3 Ruben, tu sei il primogenito, mia forza e inizio della mia virilità. Esuberante di dignità, esuberante di forza. 4 Avventuriero come l’acqua, non avanzerai,20 poiché sei salito sul letto di tuo padre; allora hai profanato il mio giaciglio;21 Egli era salito.

5 Simeone e Levi sono fratelli, strumenti di violenza i loro coltelli. 6 Nel loro disegno, l’animo mio non entrerà! Alla loro associazione, la mia gloria non partecipa, perché nella loro collera uccidono un uomo; per un loro capriccio massacrano un bue. 7 Maledetta la loro collera, perché violenta e la loro ribellione, perché crudele. Li disperderò in Giacobbe, li frantumerò in Israele.

8 Tu Giuda, ti loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla cervice dei tuoi nemici. Si prostreranno a te i figli di tuo padre. 9 Giovane leone è Giuda, dalla caccia, figlio mio, tu ritorni; come un leone si acquatta, si sdraia come una leonessa, chi lo farà alzare? 10 Non sarà tolto lo scettro da Giuda, né il bastone di comando tra i suoi piedi; fin quando sarà portato a lui il tributo22 (Siloh) e i popoli obbedienza. 11 Il suo asinello lega alla vigna e il figlio della sua asina, all’uva rossa; lava nel vino il suo vestito e nel sangue delle uve il suo mantello. 12 Torbidi gli occhi per il vino, bianchi i denti per il latte.

13 23 Zabulon dimora sulla spiaggia dei mari; egli sarà spiaggia alle navi e il suo confine sarà verso Sidone.

14 Issacar è un asino robusto, si sdraia tra le bisacce. 15 Ha visto che il riposo è cosa buona e che il paese è piacevole; ha piegato la sua schiena per trasportare e sarà schiavo ai lavori forzati.

16 Dan, giudica il suo popolo come una delle tribù d’Israele. 17 Dan, sarà un serpente sulla strada; una vipera cornuta sopra il sentiero, che morde i garretti del cavallo e fa cadere all’indietro il suo conducente. 18 Io spero, o Yhwh, di essere soccorso da te.

19 Gad, una banda lo assalirà, ma anch’egli assalirà il loro calcagno.

20 Da Aser, il suo pane grasso; egli darà cibi da re.

21 Neftali, una cerva slanciata, che dona parole d’inganno.

22 Figlio di giovenca, Giuseppe, figlio di una giovenca presso la fonte, tra i pascoli cammina presso il muro24. 23 Lo hanno provocato e fatto cadere, lo osteggiarono i signori delle frecce. 24 Rimase con saldezza il suo arco, furono purificate (rinforzate) le sue braccia e le sue mani; dalle mani del toro di Giacobbe, dal nome del pastore, pietra d’Israele. 25 Dal dio (El) di tuo padre, egli ti aiuti e Saday (l’onnipotente), egli ti benedica; benedizione del cielo di sopra, benedizioni dell’oceano che si raccoglie di sotto, benedizioni di Sadaym e di Racham.25 26 Le benedizioni di tuo padre sono vigorose, più delle montagne, più del desiderio di colline eterne, siano sul capo di Giuseppe e sulla testa del “nazir”26 dei suoi fratelli.

27 Beniamino, lupo predatore, al mattino mangia la preda, alla sera divide le spoglie.

28 Tutte queste sono le dodici tribù d’Israele e questo è ciò che disse di essi il loro padre e li benedisse; ciascuno li benedisse con la propria benedizione. 29 Dette loro un ordine e disse: io sarò riunito al mio popolo, (antenati) seppellitemi presso i miei padri, presso la caverna che è nel campo di Efron l’hittita. 30 Nella grotta che è nel campo di Macpela, di fronte a Mamre, nella terra di Canaan, dove Abramo comperò, con il campo, da Efron l’hittita, una proprietà per un sepolcro. 31 Là, hanno sepolto Abramo e Sara sua moglie; là hanno sepolto Isacco e Rebecca sua moglie e là ho sepolto Lea. 32 La proprietà del campo e della caverna che è in esso, venne a me dai figli di Het. (hittiti). 33 Giacobbe terminò di dare ordini ai suoi figli, riunì i suoi piedi sul letto e spirò; e fu riunito al suo popolo.

CAP. 50

1 Giuseppe cadde sulla faccia di suo padre, pianse su di lui e lo baciò. 2 Giuseppe diede ordine ai suoi servi e ai medici di imbalsamare suo padre; i medici imbalsamarono Israele. 3 Impiegarono per lui quaranta giorni, perché così ne occorrono, di giorni, per essere imbalsamati; lo piansero gli egiziani, settanta giorni. 4 Passarono i giorni del suo funerale e Giuseppe parlò alla casa del faraone dicendo: se ho trovato grazia ai vostri occhi, parlate per favore alle orecchie del faraone dicendo: 5 Mio padre mi fece giurare nel dire: ecco io sto per morire! Nel mio sepolcro, che ho tagliato per me nella terra di Canaan, là tu mi seppellirai; ora, io vorrei per favore, “salire”27e vorrei seppellire mio padre e tornare. 6 Rispose il faraone: Sali e seppellisci tuo padre, come ti fece giurare. 7 Giuseppe salì a seppellire suo padre e salirono con lui tutti i servi del faraone, gli anziani della sua casa e tutti gli anziani del paese d’Egitto. 8 E tutta la casa di suo padre; solo i loro bambini, le loro greggi, le loro mandrie, lasciarono nella terra di Gosen. 9 Salirono con lui anche carri e cavalieri. E fu una carovana molto numerosa. 10 Giunsero fino all’aia di Atad, che è oltre il Giordano, e là celebrarono un funerale, un grande funerale, molto importante; egli fece per suo padre un lutto di sette giorni. 11 Gli abitanti del paese, i cananei, videro il funerale nel cortile di Atad e dissero: un lutto importante questo per l’Egitto, perciò si chiamò il suo nome: Abel-Misraim (Lutto d’Egitto) luogo che è oltre il Giordano. 12 I suoi figli fecero per lui (Giacobbe) così come aveva loro ordinato. 13 I suoi figli lo portarono nella terra di Canaan e lo seppellirono nella caverna nel campo di Macpela che Abramo aveva comperato come possesso per un sepolcro, da Efron l’hittita, di fronte a Mamre. 14 Giuseppe tornò in Egitto, lui e i suoi fratelli e tutti quelli saliti con lui a seppellire suo padre, dopo che avevano seppellito suo padre. 15 I fratelli di Giuseppe, quando il loro padre era morto, ebbero timore e pensarono di lui: serberà per noi rancore Giuseppe? Si ribellerà contro di noi e ci restituirà tutto il male (fatto) a lui? 16 Allora, mandarono da Giuseppe per dirgli: tuo padre, prima della sua morte, ordinò dicendo: 17 Così parlerete a Giuseppe, suvvia! Solleva per favore la colpa dei tuoi fratelli e il loro peccato; poiché ti hanno trattato male, ora, solleva per favore dalla colpa i servi dell’Elohim di tuo padre; pianse Giuseppe a queste parole. 18 Andarono anche i suoi fratelli e caddero davanti a lui e dissero: eccoci! Apparteniamo a te come schiavi. 19 Disse loro Giuseppe: non temete! Io sono forse al posto di Elohim? 20 Voi ritenete di aver fatto del male contro di me? Elohim l’ha stimato un bene, al fine di fare che oggi accada questo: far vivere un popolo numeroso. 21 Ora, non temete. Io provvederò per voi e per i vostri bambini, li consolò e parlò al loro cuore. 22 Giuseppe abitò in Egitto, lui e la casa di suo padre; visse, Giuseppe, centodieci anni. 23 Giuseppe vide dei figli di Efraim, i terzi 28, anche i figli di Machir, figlio di Manasse, furono partoriti sulle ginocchia di Giuseppe.24 Disse Giuseppe ai suoi figli, io sto per morire e Elohim certamente si occuperà di voi e vi farà salire da questa terra, verso il paese che giurò (di dare) ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe. 25 Giuseppe fece giurare i figli d’Israele dicendo: certamente Elohim si occuperà di voi, e farete salire da qui le mie ossa. 26 Giuseppe morì a centodieci anni e lo posero nell’arca29 in Egitto.

FINE

L'argomento è stato trattato dal prof.Giancarlo Toloni nell' Anno accademico 2012-2013


1 Le maldicenze su di essi.

2 Questa tunica, secondo 2 Sam. 13, 18, era un abito indossato dalle principesse.

3 I sogni di questa pericope sono interpretati come dissidi tra la tribù di Giuseppe e le tribù dei suoi fratelli.

4 In questo frangente il fratello più buono è Ruben.

5 Dal versetto 28 si deve dedurre che a vendere Giuseppe non furono i fratelli ma, i mercanti madianiti , che lo vendettero agli Ismaeliti.

6 Madullam è una località.

7 Sua è il nome dell’uomo.

8 Prendere una donna e entrare in essa è il modo essenziale per descrivere un matrimonio

9 Timna è una località.

10 Il faraone deciderà del suo destino.

11 I versetti dove si fa riferimento a Elohim sono ritenuti, da alcuni esegeti, delle glosse tardive di qualche scriba.

12 Forse allude alla vendetta di sangue.

13 “soffiare con violenza il naso” indica un’arrabbiatura.

14 Nei versetti seguenti c’è l’interpretazione teologica: Elohim l’ha mandato in Egitto per far sopravvivere il suo popolo Israele.

15 I versetti che seguono, fino al versetto 25 compreso, sono copiati dalla versione di Alessandro Catastini.

16 Il gesto di far toccare i genitali, è il modo per rendere inviolabile il giuramento. Anche Abramo fece giurare così il suo servo Eliezer, incaricato di cercare una moglie non cananea per Isacco.

17 E’ una sorta di adozione.

18 Qui Israele indica non il nome di Giacobbe ma il regno che avrà origine da Efraim.

19 In questo versetto si ricorda una conquista armata di Sichem (spalla, dorso) data in eredità a Giuseppe.

20 Non godrà i privilegi della primogenitura.

21 Aveva abusato della concubina di Giacobbe, Gen. 35,22. Ruben non sarà più menzionato nei libri storici, eccetto che nel cantico di Deborah.

22 Questo difficile versetto è stato tradotto e interpretato in modi molto diversi: ebrei e cristiani lo riferiscono alla venuta del messia.

23 Per Zabulon, Issacar e Neftali, si fa riferimento alla loro posizione geografica.

24 Si potrebbe tradurre anche così: “sotto lo sguardo delle figlie, egli avanza lungo il muro” .CEI 2008 traduce così: “ presso una fonte i cui rami si stendono sul muro”. A. Catastini , ricostruisce il testo ebraico e traduce così: “contro l’iniquità, le giovinette hanno a che fare con un toro”. F.Nardoni 1960 traduce così: “vicino a una fonte i cui tralci si distendono lungo il muro”. I LXX e Girolamo, hanno versioni proprie, non traducono il Testo Masoretico .

25 I due nomi in Ugarit sono sinonimi di Anat e Aserat, le nutrici degli dei. Cfr. E.Testa.

26 Il termine Nazir indica una speciale consacrazione alla divinità. La tribù di Giuseppe, in questa storia, è rivestita di carismi ,forse per il fatto che, nei suoi confini c’erano i principali santuari delle antiche tribù: Bet-el, Siloh e Sichem.

27 Nel percorso dall’Egitto verso la terra di Canaan o verso Gerusalemme, l’ebraico usa sempre il verbo “Salire”, mentre per il percorso inverso, usa sempre il verbo “Discendere”

28 La terza generazione.

29 Sarcofago.