Domenica scorsa Eugenio Scalfari sul giornale "la Repubblica", ricordando gli ultimi interventi di Berlusconi dopo la bocciatuta della legge Alfano, scriveva:
"L'attacco contro la Corte, contro la magistratura, contro il Csm, contro il Presidente della Repubblica, è proseguito a mente fredda. Non è più ira, è strategia pensata e messa in atto, la spallata finale che dovrà portare l'Italia istituzionale e costituzionale a cambiare volto radicalmente: da repubblica parlamentare a repubblica autoritaria dove tutti gli organi di garanzia siano cancellati o ridotti ad esanimi fantasmi e dove conti soltanto ll plebiscito popolare incitato dagli appelli continui alle pulsioni populiste che covano nella pancia di molti."
Credo che la denuncia del pericolo che sta correndo la democrazia italiana è assai fondata e quindi vera, come vero che la stampa, anche quando non è decisamente al soldo del padrone, per timore, per pressioni, per viltà o per convenienza, non ha il necessario coraggio per avvertire i lettori della "deriva in avanzato corso verso un regime autoritario, nella direzione voluta dal capo del governo".
Penso che, stando così le cose, per un cittadino democratico, leggere ogni giorno "la Repubblica" sia semplicemente un dovere.
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