Alla domanda: La manovra finanziaria del governo ci farà uscire dalla crisi? Il professore risponde: " No. La manovra, ma anche le proposte dell'opposizione, tendono a minimizzare l'onere per elettori e interessi della rispettiva parte politica." Secondo il professore non basta puntare al pareggio di bilancio per 2013, occorre invece puntare a ridurre nel tempo lo stock del debito e per questo obiettivo fa le seguenti proposte:
"1) Evitare tutti gli interventi di natura temporale, come la tassa di solidarietà o le patrimoniali una tantum; 2) rallentare la crescita della spesa previdenziale, principale voce di costo; 3) eliminare la boscaglia di enti inutili e relativi costi ; 4) eliminare, fra le centinaia di detrazioni, deduzioni,facilitazioni, contributi, sussidi, incentivi concessi a imprese e individui, quelli che sono solo canali per foraggiare interessi particolari; 5) privatizzare e vendere beni e aziende pubbliche per abbattere lo stock del debito; 6) tassare i consumi invece dei redditi personali e di impresa per non deprimere la crescita, penalizzando chi lavora e produce; 7) tassare stabilmente tutti gli immobili ( a valori di mercato) per fornire le risorse agli enti locali, abolendo le addizionali sui redditi.
Di tutto questo non c'è traccia nella manovra. Che non è risolutiva. E quindi non sarà l'ultima."
Mi pare che ci siano sacrifici per tutti; fra gli enti inutili penso che si debbano annoverare anche le Provincie; La sola cosa che manca, ma il professore l'ha detta all'inizio, è una classe dirigente politica che abbia coscienza della grave situazione in cui siamo finiti e quindi capacità e coraggio di chiedere agli italiani i giusti sacrifici per ricominciare.
Tuttavia anche solo prendere atto di cosa sarebbe necessario fare e smetterla di prenderci in giro a vicenda, dal governo all'opposizione alle parti sociali ecc, sarebbe già iniziare ad allontanarci dal baratro.
Utile per tutti leggere l'intero servizio. Ma i nostri dirigenti politici sono informati della gravità dei problemi? Io ho qualche dubbio, anzi, per molti di loro sono certo della loro grassa ignoranza.
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