In questi giorni, monopolizzati dalla manovra finanziaria del governo, il dibattito politico si arricchisce dell'argomento referendario proposto per abolire la Legge Calderoli (il porcellum) sopratutto in opposizione alla prudenza di Bersani che ritiene preferibile la via parlamentare per una nuova legge elettorale. I favorevoli al referendum adducono come motivo principale a favore del referendum che si tornerebbe, se la legge Calderoli venisse abrogata, alla Legge Mattarella (il mattarellum) con la quale si elesse la camera dei deputati nella XII, XIII e XIV legislatura vinte rispettivamente da Berlusconi, Prodi e ancora Berlusconi. E che consentirebbe di ridare il voto agli elettori nella scelta dei deputati. Occorre tuttavia chiarire che la legge Mattarella prevede che 1/4 dei deputati sia eletto col sistema proporzionale su liste bloccate senza preferenza e su questa quota il cittadino elettore ha solo da scegliere la lista che più gli piace. Sulla restante quota maggioritaria vale la pena ricordare che in tutte e tre le elezioni si presentarono due coalizioni di partiti una di centro destra e l'altra di centro sinistra, sicché alla fine l'elettore nel suo collegio non scelse il candidato ma la coalizione.
Questo solo per ricordare a quelli del PD che sono entusiasti del mattarellum che questo sistema è sicuramente meglio del porcellum, soprattutto perché non prevede il premio di maggioranza vero scandalo dell'attuale legge, ma che tuttavia presenta anch'esso alcune problematiche non di poco conto. Infatti sarebbe interessante sapere se poi si partecipa ad una coalizione di partiti e quale, o se si vuole che il Pd corra da solo come fece la Lega nel 1996. Perché nel caso di una coalizione, la scelta del candidato nei singoli collegi, ritorna nuovamente in capo alle segreterie nazionali.
Credo che la prudenza di Bersani di tenersi disponibile per una soluzione parlamentare sia da condividere.
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