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lunedì 2 aprile 2012
Commento telegrafico di Pietro Ichino
Venerdì l’Eurogruppo ha compiuto un passo decisivo per la costituzione
del Meccanismo Europeo per la Stabilità (Mes), che impegna tutti i
Governi a intervenire in aiuto di quello tra essi che si trovi in
difficoltà per il rifinanziamento del proprio debito. La Germania
verserà più di un quarto del fabbisogno. Nel novembre scorso, quando
Mario Monti si recò da Angela Merkel proprio per avviare questo
discorso, la Cancelliera gli disse in sostanza: “Gli italiani
possono sognarsi che il contribuente tedesco sia disposto a garantire
per il loro debito pubblico, finché continuano a ingrossarlo pagando le
persone in età di lavoro perché stiano a casa”. Si riferiva ai
nostri pensionati di anzianità con età media di 58 anni e al nostro
mezzo milione di lavoratori in Cassa integrazione a fondo perduto. Se
dopo meno di cinque mesi le resistenze della Germania sono state
superate e il Mes è sulla rampa di lancio, lo si deve in larga parte
alle scelte – dure e difficili – compiute dal Governo Monti; anche a
quelle in tema di pensioni e di mercato del lavoro.
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