Massimo
d'Alema a Catania durante un dibattito con il ministro Gentiloni, ha
attaccato Renzi come usa fare ormai da parecchio tempo. Oltre che
attribuirgli tutte le nefandezze proprie dei peggiori politici,
l'accusa più forte è che Renzi con il referendum sulla riforma
costituzionale spaccherebbe il Paese. Ora il Massimo essendo un
politico d'antico pelo, sa benissimo che è l'istituto stesso del
referendum che spacca l'elettorato, dovendo scegliere tra si o no e
non essendoci altre vie, l'elettorato è costretto a dividersi; e
contribuiscono alla sua spaccatura sia i promotori del si che i
promotori del no. Il Massimo compreso e lui lo sa benissimo. Il punto
è un altro. Alcuni dei suoi detrattori meno severi, oltre alle sue
indubbie capacità dialettiche e alla sua preparazione anche di
carattere internazionale, che gli riconoscono, lo accusano di
pochezza politica, nel senso che la sua intelligenza non è mai
stata messa al servizio di una qualche causa importante mettendosi
direttamente in gioco ma, e questa sarebbe la sua cifra politica,
adoperandosi soprattutto, dentro e fuori il partito, per impedire che
altri avessero successo e potessero conseguire lusinghieri risultati
per sé, per la sinistra e per il paese. Renzi è solo l'ultimo di un
elenco piuttosto lungo.
Da
par mio aggiungerei un'altra considerazione; dopo la fine della prima
repubblica, il gruppo dirigente del PCI ha avuto l'opportunità di
dimostrare al Paese quanto fosse capace di raddrizzare le sorti
d'Italia. Non sono mai riusciti a convincere gli italiani del valore
delle loro idee. La sinistra non è mai stata un partito di governo.
Resta
quindi da considerare se il comportamento di D'Alema al netto del
rancore e del desiderio di vendetta contro Renzi, non sia dettato
proprio dalla realistica consapevolezza che in Italia la sinistra non
vincerà mai e quindi per restare protagonista in quel campo non gli
resta che combattere con ogni mezzo tutti coloro che hanno tentato o
tentano ancora oggi di cambiare le cose. Certo è che questo non è
altro che cinismo politico allo stato puro.
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