Le Storie della Bibbia

LE STORIE DELLA BIBBIA

lunedì 3 dicembre 2012

Bersani ha vinto

Pierluigi Bersani ha vinto il ballottaggio: dopo il primo turno aveva detto più o meno così: "Se perdo, avendo 10 punti di vantaggio,  sarei un pirla!" Infatti non lo è e ha vinto. Direi che al netto dei voti dei simpatizzanti di Vendola il distacco sia rimasto di dieci punti. D'Alema commentando il risultato, durante la trasmissione di Mentana,  ha voluto far mostra della sua cattiveria contro Renzi, dicendo che avrebbe perso perché era il candidato dei media contro "il nostro popolo". Ma quale  sarebbe il nostro popolo? Quello guidato da  D'Alema che non ha mai vinto un'elezione democratica? Se il PD facesse l'errore di non tener conto del quaranta per cento degli elettori di Renzi, nonostante lo stato confusionale della destra berlusconiana, rischierebbe di non vincere neanche questa volta.
Comunque sia, sono contento del risultato di Matteo Renzi e convinto che l'esultanza con la quale il vecchio gruppo dirigente del PD ha accolto il risultato del ballottaggio sia molto pericolosa, per loro stessi e per la auspicata vittoria del PD alle prossime elezioni. Queste primarie infatti sono state molto eloquenti soprattutto sotto il profilo politico. E' del tutto evidente che il gruppo dirigente che uscirà dal prossimo congresso del partito e la compagine del futuro governo Bersani,  non potrà che avere il segno di un profondo rinnovamento, sia nelle idee della politica di sinistra che nelle persone che dovranno interpretarle. Non c'è dubbio infatti che per conquistare il consenso della maggioranza del popolo italiano il futuro PD non potrà fare a meno delle intuizioni di Matteo Renzi e soprattutto non potrà esimersi da quel ricambio anche generazionale che è invocato dall'inevitabile declino della stessa nomenclatura oggi ancora in sella. Matteo Renzi ha dimostrato che ci sono molti modi per essere sinistra in Italia, che nessuno ha il monopolio della sinistra,  che la sinistra democratica deve avere la vocazione e la responsabilità di forza di governo. Egli ha convinto molti giovani e meno giovani che per cambiare le cose in questo nostro Paese corporativo e conservatore bisogna avere il coraggio di combattere il privilegio dovunque si annidi, perché neanche i privilegi sono monopolio solo della destra. Il coraggio di essere anche temerari. Come si diceva una volta, il tempo è galantuomo e gli darà ragione. Bersani quindi farà bene a ricordarsi delle promesse fatte in queste primarie: niente demagogia e populismi, rigore nei conti pubblici e rinnovamento. Non sarà una rottamazione come voleva Renzi ma, certamente, un radicale cambiamento. Vedremo se saprà sconfiggere le resistenze degli inossidabili attuali dirigenti, veterani di tante stagioni politiche, non tutte meritevoli di essere ricordate.
Auguri dunque a Bersani. Matteo Renzi gli ha offerto il destro e l'opportunità di diventare un vero leader del PD, speriamo lo sappia essere.
Certo  che ora l'entusiasmo che Renzi  ha suscitato, le molte persone che si sono mobilitate per lui non vanno disperse, anzi devono essere organizzate in vista dei futuri traguardi del PD. Incominciando per esempio a chiedere le primarie per la scelta dei candidati alle prossime elezioni nazionali nel caso, ormai più che probabile, che si voti col vecchio porcellum. 
Evviva  la lotta politica.