Oggi sono iniziate le consultazioni del Presidente Napolitano in vista della formazione di un governo. Domani ci sarà l'incontro con Bersani, il quale si augura di ricevere l'incarico di formare il governo. In verità Bersani sta portando il PD in un vicolo cieco perché non riuscirà a trovare una maggioranza al Senato e forse non riuscirà nemmeno a ricevere l'incarico da Napolitano. La cosa più sensata che avrebbe dovuto fare dopo aver conosciuto il risultato delle elezioni era di dimettersi da segretario del PD, perché Bersani le elezioni le ha perse e chi perde si fa da parte.
Purtroppo la smania di successo che coglie anche le persone in apparenza miti e ragionevoli, fa perdere il ben dell' intelletto.
L'argomento che usa Bersani per pretendere l'incarico è quello che la sua coalizione ha la maggioranza della Camera e la maggioranza relativa del Senato. In verità è l'assurda legge elettorale del Porcellum che ha prodotto questo risultato, palesemente lontano dall'effettivo orientamento dei cittadini che sono andati al voto. Gli elettori hanno distribuito i loro consensi a tre coalizioni quasi equivalenti più una quarta che, seppur più piccola, è riuscita comunque a impedire il successo al centro destra di PDL-Lega. Non è possibile governare un Paese nelle condizioni drammatiche in cui siamo, con trequarti dei cittadini all'opposizione. Questo Bersani lo dovrebbe capire. Al punto in cui siamo quindi cosa farà il presidente Napolitano?
Io penso che difficilmente darà a Bersani un incarico formale, tutt'al più gli darà un incarico esplorativo. Constatato il fallimento potrà tentare un incarico per un governo d'emergenza istituzionale. Se fallisse anche questo non gli resterà che aspettare la nomina del suo successore che scioglierà le Camere.
Questo è un evento che io tenderei a escludere non per ragioni politiche o ideologiche o istituzionali, ma per una semplice ragione di convenienza dei membri del nuovo Parlamento. Bisogna ricordarsi che tutti questi nuovi parlamentari sono diventati tali con molta facilità, senza grandi sforzi né finanziari né senza svolgere nessuna faticosa campagna elettorale, e anche senza merito, stante il fatto che molti di loro non hanno mai fatto nemmeno un poco di esperienza amministrativa nei loro comuni. Ed ora si trovano a dover gestire le sorti del loro Paese. E' verosimile che si lascino mandare a casa senza neanche provare per qualche mese il " brivido" dell'essere onorevoli? Io credo di no. A dispetto delle poche prese di posizione di radicale inconciliabilità degli uni con gli altri fatte in questi giorni e dei lunghi silenzi, soprattutto dei nuovi parlamentari, alla fine troveranno il modo di restare seduti - almeno per un po' di tempo - su quel posto, tanto ambito e da loro così facilmente conquistato; penso anche che dovranno riuscire a convincere noi elettori di avere meritato di essere stati eletti, dimostrando nei loro comportamenti di essere migliori della generazione che li ha preceduti sugli scranni del Parlamento ma, per poterlo fare, non vorranno essere mandati a casa subito!