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lunedì 23 maggio 2011
Il cardinale Bagnasco ha detto la sua, io la mia
Oggi le agenzie di stampa e le televisioni danno ampio risalto ai giudizi, molto severi, espressi dal cardinale Bagnasco circa la politica italiana. Uno dei passaggi del suo discorso è il seguente: "È il dramma del vaniloquio, dentro, come siamo, alla spirale dell'invettiva che non prevede assunzioni di responsabilità. La gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più." Ora chi dovrebbe assumersi la responsabilità di tale degrado della politica? Il cardinale non lo dice. Dice invece che c'è un' Italia sana in entrambi li schieramenti e su quella confida per il futuro. Mi permetto di dissentire dal cardinale e di esprimere il mio diverso parere. La responsabilità del degrado della politica italiana e della crisi in cui versa il nostro Paese è di chi ha il governo dell'Italia sia a livello nazionale che in molte regioni italiane specie quelle del nord. Non è corretto fare di tutta l'erba un fascio. La spirale dell'invettiva senza assunzione di responsabilità è una costante del capo del governo, dei suoi ministri leghisti e dei suoi giornali e delle sue televisioni. Questo va detto con chiarezza. Quanto sta accadendo a Milano in questi giorni, contro il candidato Pisapia, è la evidente esplicazione della politica dell'invettiva, dell'insulto, della malafede e della menzogna. E in questa deriva si sono messi d'impegno anche i molti ciellini milanesi che, evidentemente, non ascoltano né il cardinale Bagnasco né tanto meno il cardinale di Milano, apostrofato dai leghisti col titolo di Imam. Se c'è una parte sana nello schieramento di centro destra, è adesso il momento di farsi sentire. Non sono milanese, mi auguro per Milano e per l'Italia che l'avvocato Pisapia diventi il nuovo sindaco di Milano. Così io intendo la prolusione del cardinale Bagnasco e spero che i cattolici milanesi la leggano nello stesso modo.
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