Massimo D'Alema ancora oggi ha avuto parole pesanti contro il minaccioso Renzi, che secondo lui si scaglia con feroci minacce contro quelli che voteranno NO. In verità secondo me a D'Alema interessa certamente sconfiggere Renzi - e per questo usa tutte le armi dialettiche di cui dispone - e sono cospicue ma, soprattutto, la sua presenza così puntuale nel dibattito politico del PD e nella campagna elettorale del No ha un obiettivo preciso: coagulare attorno a sé, come unico vero leader la minoranza PD, i fuoriusciti del PD, quelli a sinistra del Pd, quest'area, non saprei quanto consistente, nella quale nessuno è un leader vero, per formare una federazione di sinistra-sinistra, minoritaria nel paese e votata all'opposizione per scelta. Io credo che sia questo il suo obiettivo. Infatti oggi la minoranza PD che lunedì in direzione era parsa sul punto di andarsene è rientrata nei ranghi spergiurando che loro dal Pd non se ne andranno mai. Ormai però si sono infilati in un vicolo cieco perché qualunque sia il risultato del referendum per loro non c'è scampo, la resa dei conti è vicina. . Se vince il No finiranno inevitabilmente nelle braccia di D'Alema; Se vince il SI Renzi li manderà tutti a casa. Così tutti quelli che oggi si sentono dei capi dovranno piegare il capo e recitare il mea culpa per la loro insipienza.
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mercoledì 12 ottobre 2016
Cosa dicono i sondaggi
Oggi la rete pubblica alcuni sondaggi circa il risultato del referendum del quattro dicembre: sono tutti favorevoli al NO anche se gli incerti sono ancora molti.
Ammettiamo che vinca il No, in questo caso cosa succede? Matteo Renzi sale al Quirinale e rassegna nelle mani presidente le dimissioni del suo governo, la cosa mi sembra ovvia e credo che sarà così.
Ammettiamo che vinca il No, in questo caso cosa succede? Matteo Renzi sale al Quirinale e rassegna nelle mani presidente le dimissioni del suo governo, la cosa mi sembra ovvia e credo che sarà così.
Cosa farà a questo punto il presidente Mattarella? E cosa diranno tutti i soloni costituzionali che hanno difeso la intangibilità della nostra costituzione?
Vediamo cosa dice la Costituzione. L'articolo 94 che tratta del governo dice testualmente: " ... ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale." Poi dice ancora: "Il voto contrario di una o d'entrambe le camere su una proposta del governo non importa obbligo di dimissioni del governo". Ancora: " la mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera...".
Niente viene detto nella Costituzione nel caso di un referendum confermativo di una riforma costituzionale approvata da entrambe le camere, fortemente voluta dal Governo e bocciata dall'elettorato. L'articolo 138 al riguardo dice soltanto che se il risultato del referendum boccia la legge costituzionale, la legge non viene promulgata. E tutto dovrebbe finire lì.
A rigore quindi il governo Renzi seppur sconfitto al referendum potrebbe non dimettersi senza violare nessun articolo della Costituzione. Ma i sostenitori del No con D'alema in testa le pretenderanno e accuseranno Renzi, se non le desse, almeno di " colpo di stato". E Renzi salirà le scale del quirinale con le dimissioni in tasca.
Cosa farà il presidente Mattarella. Costituzione alla mano ha due soluzioni. La prima la più corretta è quella di rimandare Renzi alle Camere e chiedere al Parlamento di sfiduciarlo secondo l'art. 94 della Costituzione. Sfiduciato che fosse, il presidente avrebbe mano libera per incaricare un altro PD di formare un governo dandogli sostanzialmente il tempo necessario per una nuova legge elettorale. Renzi, se sfiduciato dalle camere non potrebbe, da segretario , rifiutarsi a questa ipotesi. La seconda soluzione, molto pericolosa, è quella di accogliere le dimissioni del Governo Renzi e incaricare qualcun altro del Pd o qualche personalità estranea al Parlamento di formare un nuovo governo. Questa soluzione sanzionerebbe una incomprensibile rottura tra Quirinale e Renzi e provocherà sicuramente la spaccatura nel PD e con essa l'impossibilità di formare qualsiasi maggioranza, essendo il PD l'unico partito attorno al quale può costituirsi una decente maggioranza. Si andrebbe così diritti filati alle elezioni con un paese brutalmente diviso. Speriamo che Mattarella sia saggio.
lunedì 10 ottobre 2016
Perché votare SI al referendum del 4 dicembre
I riformisti pentiti
Domani
mattina vado all'ufficio elettorale del comune per farmi dare un
nuovo certificato elettorale, quello che avevo è esaurito. Perché
io voglio partecipare al referendum del 4 dicembre e voglio tracciare
la mia croce sul SI approvando la riforma costituzionale. In verità
io voto SI essenzialmente per due motivi. Il primo: perché sono
favorevole a Renzi e al suo governo e desidero che continui a
governare l'Italia.
Il
secondo: perché l'eterogeneo fronte del NO, al contrario, il governo Renzi
lo vuol far cadere, lo dicono in tutte le salse. A questo fronte si
sono accodati anche Bersani e Speranza e i loro seguaci parlamentari
bresciani, i quali dopo aver votato la riforma in Parlamento per ben
tre volte, ora si sono pentiti e hanno cambiato parere. E' ben vero
che come recita un vecchio detto latino “sapientis est mutare
consilium” io però non credo molto alla loro saggezza, credo
invece che tutta la manfrina della minoranza PD per volere un accordo
sulla legge elettorale prima del 4 dicembre abbia uno scopo solo.
Trattare con Renzi i loro posti di parlamentari prima del referendum,
perché se Renzi vince, li manda tutti a casa. Trattandosi della loro
carriera si possono anche capire ma, dal punto di vista di politico,
fanno mostra di essere poca cosa.
mercoledì 31 agosto 2016
Massimo D'Alema a testa bassa contro Renzi
Massimo
d'Alema a Catania durante un dibattito con il ministro Gentiloni, ha
attaccato Renzi come usa fare ormai da parecchio tempo. Oltre che
attribuirgli tutte le nefandezze proprie dei peggiori politici,
l'accusa più forte è che Renzi con il referendum sulla riforma
costituzionale spaccherebbe il Paese. Ora il Massimo essendo un
politico d'antico pelo, sa benissimo che è l'istituto stesso del
referendum che spacca l'elettorato, dovendo scegliere tra si o no e
non essendoci altre vie, l'elettorato è costretto a dividersi; e
contribuiscono alla sua spaccatura sia i promotori del si che i
promotori del no. Il Massimo compreso e lui lo sa benissimo. Il punto
è un altro. Alcuni dei suoi detrattori meno severi, oltre alle sue
indubbie capacità dialettiche e alla sua preparazione anche di
carattere internazionale, che gli riconoscono, lo accusano di
pochezza politica, nel senso che la sua intelligenza non è mai
stata messa al servizio di una qualche causa importante mettendosi
direttamente in gioco ma, e questa sarebbe la sua cifra politica,
adoperandosi soprattutto, dentro e fuori il partito, per impedire che
altri avessero successo e potessero conseguire lusinghieri risultati
per sé, per la sinistra e per il paese. Renzi è solo l'ultimo di un
elenco piuttosto lungo.
Da
par mio aggiungerei un'altra considerazione; dopo la fine della prima
repubblica, il gruppo dirigente del PCI ha avuto l'opportunità di
dimostrare al Paese quanto fosse capace di raddrizzare le sorti
d'Italia. Non sono mai riusciti a convincere gli italiani del valore
delle loro idee. La sinistra non è mai stata un partito di governo.
Resta
quindi da considerare se il comportamento di D'Alema al netto del
rancore e del desiderio di vendetta contro Renzi, non sia dettato
proprio dalla realistica consapevolezza che in Italia la sinistra non
vincerà mai e quindi per restare protagonista in quel campo non gli
resta che combattere con ogni mezzo tutti coloro che hanno tentato o
tentano ancora oggi di cambiare le cose. Certo è che questo non è
altro che cinismo politico allo stato puro.
giovedì 25 agosto 2016
UN SINDACO FIFONE
Nel centro di accoglienza di Via Bocchi a detta del sindaco Del Bono "nessuno ha creato problemi". "Non ci sono stati comportamenti irrispettosi da parte degli ospiti". Allora perché mandarli via?
Perché il Centro dice Del Bono: " viola le norme urbanistiche"
Si rende condo il nostro sindaco delle condizioni in cui vivevano questi profughi prima di approdare sulle coste italiane e prima di trovar casa presso il Centro di Via Bocchi? Evidentemente non si rende conto; la sua sensibilità politica su questo argomento è piuttosto labile. L'accoglienza dei profughi con diritto d'asilo certamente procura qualche mal di pancia ai sindaci ma, proprio da come affrontano questo problema, si capisce se sono coraggiosi o pusillanimi. E' tutta qui la questione, non sono le norme urbanistiche. Certo gli ospiti di Via Bocchi staranno un po' alle strette, comunque sia, sempre meglio qui che vivere in un paese in guerra e sotto le bombe. Se loro dunque si adattano a vivere in quei cinque appartamenti e non recano disturbo a nessuno perché volerli mandare via?
Per il timore di dover affrontare le critiche di qualche cittadino che vive in prossimità del Centro, il sindaco Del Bono si nasconde dietro la " violazione delle norme urbanistiche".Un atteggiamento che non gli fa certamente onore e non fa onore alla nostra città e a tutte le iniziative di accoglienza che i bresciani mettono in campo per i profughi e i migranti.
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