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lunedì 19 dicembre 2011
Gli stranieri e i nativi
Nei giorni scorsi il cardinale Ravasi commentando i fatti delittuosi di Firenze e di Torino, ovviamente per condannarli, ricordava l'antica legislazione dell'Israele biblico in favore dello straniero e citava i passi contenuti nei libri dell'Esodo e del Levitico, sicuramente appropriati anche per l'Italia di oggi dove lo straniero è molto spesso maltrattato, emarginato, insultato non accolto fino a sfociare in atti delittuosi come quelli ricordati. Ricordava anche di aver ascoltata una radio locale mentre era in vacanza sul lago di Como, non faceva il nome ma era chiaro che si trattava di radio padania, la radio dei leghisti dove gli ascoltatori esprimevano le loro opinioni sugli stranieri verso i quali il meglio che si poteva ascoltare erano insulti. Ebbene per farla breve, nella provincia di Brescia, dove ci sono molti sindaci e amministratori leghisti, l'atteggiamento nei confronti degli stranieri non è propriamente quello dell'antico Israele o quello del vangelo di Matteo. Anzi alcuni di loro hanno avuto l'onore delle cronache nazionali proprio per la protervia dei loro comportamenti. Eppure la voce dei parroci non si è levata molto in alto per far sentire l'insegnamento della Sacre Scritture, forse la lettura dell'antico testamento gli è un poco ostica, eppure il loro Vescovo ha sempre usato parole chiare e alte, evidentemente sono anche un po' sordi e un po' distratti. Va da sé che io sono a favore dello "ius soli" vale a dire che chi nasce in Italia è di diritto cittadino italiano indipendentemente dalla nazionalità dei suoi genitori.
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