Per chi non conoscesse Alfredo Bazoli allego di seguito un suo profilo.
CHI E’ ALFREDO BAZOLI ?
Sono nato a Brescia 43 anni fa, sono sposato e ho tre figli, faccio l'avvocato.
Sono membro attivo di organizzazioni e realtà no profit.
Il mio impegno politico è cominciato nel 1995 con il Movimento dei Giovani per l’Ulivo di Brescia.
Da allora mi sono sempre battuto, dapprima nei Democratici di Prodi, e poi nella Margherita, per la nascita del Partito Democratico, per il quale sono stato eletto all'assemblea nazionale costituente nel 2007.
Dal 2010 sono consigliere comunale a Brescia eletto nelle file del PD.
Alle primarie dello scorso novembre mi sono schierato con Matteo Renzi perché credo fondamentale in questo momento così difficile un profondo rinnovamento di uomini e di idee.
Dunque sono in pista. Corro per un posto da parlamentare.
Non so quante possibilità ci siano, ma certo quel piccolo varco consentito dalle primarie si è aperto, e io mi ci sono infilato.
I tempi sono ridotti, oggi è lunedì, sabato si vota, in mezzo c’è Natale.
Insomma, non è di certo possibile una effettiva campagna elettorale che consenta di farsi conoscere meglio.
Allora non posso che tentare di condensare in poche righe la motivazione che mi muove, la tensione etica e morale alla quale mi ispiro.
Parto da qualche considerazione preliminare.
Viviamo un momento di grave crisi economica, siamo dentro una recessione lunga e profonda di cui ancora non si intravede la fine, che sta facendo vacillare la solidità finanziaria del paese, sta erodendo le capacità di risparmio e di spesa delle famiglie, sta mettendo a dura prova l’intero sistema produttivo ed economico.
Ma l’Italia vive anche un momento di preoccupante ed evidente frattura tra opinione pubblica e mondo politico, di profonda crisi di fiducia nelle istituzioni, alimentate da segnali di decadimento dell’etica pubblica, da episodi diffusi, ripetuti e trasversali di svilimento della “forma più alta di carità”, per dirla con Paolo VI, in puro e volgare soddisfacimento di appetiti ed interessi personali.
In tutto ciò si avverte oggi un senso di smarrimento ed insieme, acuto e pressante, il bisogno di una innovazione, di un’evoluzione, di un cambiamento del quadro politico.
Le persone che oggi si dichiarano indisponibili a tornare alle urne, insieme a quelle che voterebbero qualunque proposta di rottura del sistema, anche di stampo populista, stanno diventando maggioranza nel paese.
Allora io credo che a una condizione di crisi economica, sociale e politica così profonda si debba rispondere in un solo modo, ovvero con il coraggio del cambiamento.
Occorre un autentico rinnovamento degli uomini, perché non è possibile voltare davvero pagina, proporre un salto di qualità al paese, fare uno scatto in avanti, se non si cambia anche la classe politica, se non si ha il coraggio di puntare su persone nuove.
E’ necessario un vero rinnovamento delle idee, perché le ricette tradizionali non bastano più, perché le gravi difficoltà che stiamo attraversando obbligano anche il centrosinistra a mettere in campo coraggio e fantasia, abbandonando immobilismi e conservatorismi.
E serve altresì un sincero rinnovamento dei comportamenti e dello stile, recuperando il rigore etico e civile, la sobrietà e la serietà che soli possono ridare dignità alla politica.
E’ in nome di queste convinzioni che alle primarie dello scorso novembre ho sostenuto Matteo Renzi, nella consapevolezza che lui, con la sua presenza un po’ ribelle e garibaldina, sarebbe stato il miglior alleato di tutti coloro che dentro e fuori il Partito Democratico cercano un rinnovamento vero.
Un desiderio che sapevo largo e trasversale, e non per caso oggi ho il sostegno di tanti amici che in quell’occasione hanno fatto scelte diverse, ma che condividono la profonda necessità di voltare pagina.
Ed è allora in nome di ciò che mi sono candidato, perché in fondo anche in queste primarie la scelta è tra aprire una strada nuova o proseguire su quella conosciuta.
Alfredo Bazoli
Sono nato a Brescia 43 anni fa, sono sposato e ho tre figli, faccio l'avvocato.
Sono membro attivo di organizzazioni e realtà no profit.
Il mio impegno politico è cominciato nel 1995 con il Movimento dei Giovani per l’Ulivo di Brescia.
Da allora mi sono sempre battuto, dapprima nei Democratici di Prodi, e poi nella Margherita, per la nascita del Partito Democratico, per il quale sono stato eletto all'assemblea nazionale costituente nel 2007.
Dal 2010 sono consigliere comunale a Brescia eletto nelle file del PD.
Alle primarie dello scorso novembre mi sono schierato con Matteo Renzi perché credo fondamentale in questo momento così difficile un profondo rinnovamento di uomini e di idee.
Dunque sono in pista. Corro per un posto da parlamentare.
Non so quante possibilità ci siano, ma certo quel piccolo varco consentito dalle primarie si è aperto, e io mi ci sono infilato.
I tempi sono ridotti, oggi è lunedì, sabato si vota, in mezzo c’è Natale.
Insomma, non è di certo possibile una effettiva campagna elettorale che consenta di farsi conoscere meglio.
Allora non posso che tentare di condensare in poche righe la motivazione che mi muove, la tensione etica e morale alla quale mi ispiro.
Parto da qualche considerazione preliminare.
Viviamo un momento di grave crisi economica, siamo dentro una recessione lunga e profonda di cui ancora non si intravede la fine, che sta facendo vacillare la solidità finanziaria del paese, sta erodendo le capacità di risparmio e di spesa delle famiglie, sta mettendo a dura prova l’intero sistema produttivo ed economico.
Ma l’Italia vive anche un momento di preoccupante ed evidente frattura tra opinione pubblica e mondo politico, di profonda crisi di fiducia nelle istituzioni, alimentate da segnali di decadimento dell’etica pubblica, da episodi diffusi, ripetuti e trasversali di svilimento della “forma più alta di carità”, per dirla con Paolo VI, in puro e volgare soddisfacimento di appetiti ed interessi personali.
In tutto ciò si avverte oggi un senso di smarrimento ed insieme, acuto e pressante, il bisogno di una innovazione, di un’evoluzione, di un cambiamento del quadro politico.
Le persone che oggi si dichiarano indisponibili a tornare alle urne, insieme a quelle che voterebbero qualunque proposta di rottura del sistema, anche di stampo populista, stanno diventando maggioranza nel paese.
Allora io credo che a una condizione di crisi economica, sociale e politica così profonda si debba rispondere in un solo modo, ovvero con il coraggio del cambiamento.
Occorre un autentico rinnovamento degli uomini, perché non è possibile voltare davvero pagina, proporre un salto di qualità al paese, fare uno scatto in avanti, se non si cambia anche la classe politica, se non si ha il coraggio di puntare su persone nuove.
E’ necessario un vero rinnovamento delle idee, perché le ricette tradizionali non bastano più, perché le gravi difficoltà che stiamo attraversando obbligano anche il centrosinistra a mettere in campo coraggio e fantasia, abbandonando immobilismi e conservatorismi.
E serve altresì un sincero rinnovamento dei comportamenti e dello stile, recuperando il rigore etico e civile, la sobrietà e la serietà che soli possono ridare dignità alla politica.
E’ in nome di queste convinzioni che alle primarie dello scorso novembre ho sostenuto Matteo Renzi, nella consapevolezza che lui, con la sua presenza un po’ ribelle e garibaldina, sarebbe stato il miglior alleato di tutti coloro che dentro e fuori il Partito Democratico cercano un rinnovamento vero.
Un desiderio che sapevo largo e trasversale, e non per caso oggi ho il sostegno di tanti amici che in quell’occasione hanno fatto scelte diverse, ma che condividono la profonda necessità di voltare pagina.
Ed è allora in nome di ciò che mi sono candidato, perché in fondo anche in queste primarie la scelta è tra aprire una strada nuova o proseguire su quella conosciuta.
Alfredo Bazoli
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