Almeno una cosa è assolutamente chiara: la caduta del governo Monti è opera di Berlusconi e della sua banda di servi.
Anche un'altra cosa a me risulta chiara. Diversamente da come la vede Bersani, che dice a Monti di restarsene fuori dalla competizione elettorale, credo che la crisi provocata da Berlusconi abbia sospinto Mario Monti decisamente nell'area politica di centro-sinistra. Egli ora non può più essere considerato super partes, perché l'attacco a Monti è avvenuto su tutto il fronte della politica governativa, peraltro sempre condivisa dal PD di Bersani. Mario Monti è ora - secondo un linguaggio da tifosi - uno dei nostri, vale a dire uno di centro-sinistra. E non è questo ciò che Bersani chiedeva a Monti durante le primarie? Non chiedeva di imprimere all'azione di governo più incisività per la crescita? Ebbene le dure critiche di Berlusconi al governo Monti, questo hanno decretato: il governo Monti era di sinistra! Sembra un paradosso ma è così!
E per le prossime elezioni, Bersani non ha forse chiesto agli elettori del PD di poter guidare una coalizione di governo che includa anche i moderati antiberlusconiani per una politica riformatrice nel solco tracciato dal governo Monti? Se è così e a me pare che non possa essere che così, se si vuole vincere le elezioni e salvare l'Italia, il premier Monti non può essere messo in naftalina. Con buona pace dei fassiniani neokeneysiani del PD che sognano non solo di fare a meno di Monti, ma, pure di cacciare la Merkel e tutti gli attuali governi conservatori d'Europa.
Vorrei ricordare a costoro quanti siano in Italia coloro che già ora e - a maggior ragione durante la campagna elettorale - chiederanno consensi e predicheranno politiche antieuropee: il PDL, la Lega, il M5S, l'IDV e tutti gli spezzoni della sinistra e della destra estreme.
Cominciamo con lo sconfiggere questi, che già non sarà facile.
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