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Avvertenza: la storia di Giacobbe è fatta iniziare dal capitolo 25,19 del libro della Genesi, nel quale si narra anche la breve storia di Isacco, del quale nella Bibbia, si raccontano poche vicende. La storia di Giacobbe al contrario è una storia molto movimentata, intrigante e a mio giudizio, di grande interesse, è una storia di astuzie, di scaltrezze, di tradimenti e di inganni, di menzogne, di violenze e misfatti ma, anche, di speranze, di affetti e di sacrifici e di fede, è lo specchio di una umanità vissuta nei tempi passati ma che possiamo riconoscere ancora viva nei tempi nostri. Il testo ha subito certamente delle riscritture e delle interpolazioni tardive, ci sono infatti dei doppioni e dei versetti che non hanno riscontro in altre parti della Bibbia. Secondo alcuni studiosi, Cfr. Thomas Romer o Jean Luis Ska, le tradizioni di Giacobbe hanno origine nel Nord della Palestina, e sono testimoniate dai luoghi in cui si svolge la vicenda di Giacobbe; e sono anche considerate più antiche delle stesse tradizioni di Abramo, che invece avrebbero origine nel Sud della Palestina, vedi Ebron , il Negev ecc.
Traduzione dal T.M. di EgidioPapetti
CAP. 25
19 Questa è la storia della discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco. 20 Isacco aveva quarant’anni, quando prese per sé Rebecca, figlia di Betuel, l’arameo di Paddam Aram e sorella di Labano l’arameo. 21 Isacco pregò Yhwh a favore di sua moglie perché era sterile; Yhwh lo esaudì e Rebecca sua moglie concepì. 22 I due figli si combattevano nel suo ventre; disse: se è così perché accade a me? E andò a consultare Yhwh. 23 Le disse Yhwh: due nazioni nel tuo ventre, come due popoli, dalla tua fonte, si separeranno. Un popolo sarà più forte dell’altro, il piccolo asservirà il grande. 24 Si compirono i giorni suoi per il parto ed ecco dal suo ventre i gemelli. 25 Uscì il primo, rossiccio, tutto di lui era come un mantello di pelo rossiccio e fu chiamato Esaù. 26 Subito dopo uscì suo fratello, nella sua mano teneva il tallone di Esaù, fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant’anni quando essi nacquero. 27 I due ragazzi crebbero; Esaù era uomo che sapeva cacciare e uomo dei campi; Giacobbe era uomo tranquillo, abitò nelle tende. 28 Isacco amava Esaù per il cibo che gli procurava, Rebecca amava Giacobbe. 29 Giacobbe fece bollire un cibo, arrivò Esaù dalla campagna, era sfinito. 30 Disse Esaù a Giacobbe: lasciami, per favore, mangiare del rosso di questa “cosa” rossa, per questo fu chiamato Edom1. 31 Rispose Giacobbe: vendimi subito la tua primogenitura. 32 Rispose Esaù: ecco, io sto per morire, cos’è per me la primogenitura? 33 rispose Giacobbe: giurami subito, giurò a lui e vendette la sua primogenitura a Giacobbe. 34 Giacobbe diede a Esaù pane e un piatto di lenticchie, mangiò, bevve, si alzò, se ne andò; Esaù aveva disprezzato la primogenitura.
CAP. 26
1 Ci fu una carestia nel paese, dopo la prima carestia che ci fu ai tempi di Abramo, Isacco andò da Abimelek, re dei filistei a Gerar. 2 Gli apparve Yhwh e disse: non scendere in Egitto, dimora nella terra che io ti dirò. 3 Abita in questo paese, io sarò con te e ti benedirò, perché a te e alla tua discendenza darò tutte queste terre e confermerò il giuramento che ho giurato ad Abramo tuo padre. 4 Moltiplicherò la tua discendenza come le stelle del cielo, darò alla tua discendenza tutte queste terre; nella tua discendenza, tutti i popoli della terra saranno benedetti. 5 Perché Abramo ascoltò la mia voce, osservò i miei servizi, i miei comandamenti, le mie leggi e i miei insegnamenti. 6 Isacco abitò a Gerar. 7 Gli uomini del posto chiesero di sua moglie, egli rispose: è mia sorella2; ebbe paura di dire: è mia moglie; così gli uomini del posto non mi uccideranno, a causa di Rebecca, che è di bell’aspetto. 8 Quando i giorni per lui in quel luogo si erano allungati (era lì da tempo), accadde che Abimelek, re dei filistei, guardò dall’alto della finestra ed ecco, vide Isacco che “divertiva”3 Rebecca sua moglie. 9 Allora Abimelek, chiamò Isacco e disse: ecco, lei è tua moglie, perché mi hai detto è mia sorella? Gli rispose Isacco: per non morire a causa sua. 10 Disse Abimelek: questa cosa che tu ci hai fatto, per poco, qualcuno del popolo, poteva violentare tua moglie, e tu avresti recato su di noi una colpa. 11 Abimelek ordinò a tutto il popolo dicendo: chi tocca quest’uomo e sua moglie, sarà messo a morte. 12 Isacco seminò la terra e in quell’anno raccolse cento misure. Yhwh lo benedisse. 13 L’uomo crebbe, e andò sempre crescendo, finché crebbe molto. 14 Egli possedette greggi e bestiame, molti servi e i filistei erano gelosi di lui. 15 Tutti i pozzi che i servi di suo padre scavarono, nei giorni di Abramo suo padre, i filistei li chiusero e li riempirono di sabbia. 16 Abimelek disse a Isacco: vai via da noi perché tu sei molto più forte di noi. 17 Isacco partì da lì e si accampò sul torrente Gerar e lì abitò. 18 Isacco abitò e scavò i pozzi di acqua che furono scavati ai tempi di Abramo suo padre e che i filistei chiusero, dopo la morte di Abramo; e diede a essi i nomi come i nomi che aveva dato a essi suo padre. 19 I servi di Isacco scavarono nel torrente e trovarono un pozzo di acqua viva. 20 I pastori di Gerar litigarono con i pastori di Isacco: dicendo: l’acqua è per noi e diede il nome di “pozzo della violenza”4, perché erano stato violenti con lui. 21 Scavarono un altro pozzo, litigarono anche per questo e lo chiamò “rivalità”.5 22 Si spostarono da là e scavò un altro pozzo, per questo non litigarono, lo chiamò “Rehobot” (spazioso) e disse: perché adesso Yhwh ci farà diventare grandi (di territorio) e ci farà prosperare sulla terra. 23 Da lì si diresse a Ber-Sceba. 24 Yhwh gli apparve nella notte e gli disse: io sono l’Elohim di Abramo tuo padre, non temere, perché io sono con te; ti benedirò e farò crescere la tua discendenza, grazie ad Abramo mio servo. 25 Costruì là un altare e invocò il nome di Yhwh; piantò la sua tenda e i servi di Isacco scavarono un pozzo. 26 Abimelek venne da lui da Gerar, con Acuzat suo amico e Picol, capo del suo esercito. 27 Disse loro Isacco: perché siete venuti da me? Voi che mi odiate e mi avete allontanato da voi? 28 Risposero: abbiamo visto che certamente Yhwh è con te, diciamo: ci sia, di grazia, un giuramento, stipuliamo un patto con te. Stipuliamo con te un’alleanza tra noi e te. 29 Che non ci farai del male, come noi che non ti abbiamo colpito, quando ti abbiamo fatto, non male ma bene, e ti abbiamo lasciato andare in pace. Ora che Yhwh ti benedice. 30 Fece per loro un banchetto e mangiarono e bevettero. 31 Al mattino si alzarono presto, giurarono ciascuno al suo fratello e Isacco li lasciò andare; partirono da lui in pace. 32 Proprio in quel giorno arrivarono i servi di Isacco e gli raccontarono del pozzo che avevano scavato, dissero: abbiamo trovato l’acqua. 33 Chiamò il pozzo “sceba” (giuramento), per questo il nome della città è Ber-Sceba, fino a questo giorno. 34 Esaù a quarant’anni prese in moglie Giuditta, figlia di Berì l’hittita e Basmat figlia di Eilon l’hittita. 35 esse furono motivo di amarezza per Isacco e per Rebecca.
CAP. 27
1 Isacco invecchiò e la visione dei suoi occhi si era spenta. Egli chiamò suo figlio Esaù il più grande e gli disse: figlio mio, rispose: eccomi. 2 Ecco, vedi io sono vecchio, non conosco il giorno della mia morte. 3 Ora, alzati dunque, prendi il tuo arco, le tue armi, esci in campagna e caccia per me della selvaggina. 4 Fammi un piatto gustoso, come piace a me e portami da mangiare affinché io stesso ti possa benedire prima che io muoia. 5 Rebecca aveva udito le parole di Isacco a suo figlio Esaù. Partì Esaù per la campagna a cacciare selvaggina da portare a suo padre. 6 Rebecca parlò a Giacobbe suo figlio dicendo: ecco, ho ascoltato tuo padre che parlava a Esaù dicendo: 7 portami selvaggina e fammi un piatto gustoso, che mangerò e poi ti darò la benedizione davanti a Yhwh, prima di morire. 8 Ora, figlio mio ascolta la mia voce con la quale ti ordino; 9 Va per favore nel gregge e prendimi da là due agnelli di capra belli; io cucinerò dei piatti gustosi per tuo padre, come piacciono a lui, li porterai 10 da tuo padre, egli mangerà affinché dopo ti possa benedire prima della sua morte. 11 Disse Giacobbe a Rebecca sua madre ma, Esaù è uomo peloso, mentre io sono liscio. 12 Forse mio padre mi palperà e io sarò ai suoi occhi, considerato uno che lo prende in giro, egli mi darà una maledizione, non una benedizione. Gli rispose sua madre, sia per me la tua maledizione; no, figlio mio ascolta la mia voce. Va e prendimi i due capretti. 14 Andò, prese e tornò da sua madre. Sua madre fece dei piatti gustosi come piacevano a suo padre. 15 Rebecca prese gli abiti di Esaù suo figlio maggiore, i più belli che aveva nella sua casa, e li fece indossare a Giacobbe, suo figlio minore. 16 E con la pelle degli agnelli di capra coprì le sue mani e la parte liscia del suo collo. 17 Pose le pietanze gustose e il pane che aveva fatto, nelle mani di Giacobbe suo figlio. 18 Egli andò da suo padre e disse: padre mio, rispose: eccomi. Chi sei figlio mio? 19 Rispose Giacobbe a suo padre: io sono Esaù, il tuo primogenito; ho cucinato, come tu mi hai chiesto, alzati dunque, siediti e mangia la mia selvaggina affinché tu stesso mi benedica. 20 Disse Isacco a suo figlio: com’è che l’hai trovata così in fretta? Rispose: Yhwh tuo Elohim me la fece incontrare davanti a me. 21 Disse Isacco a Giacobbe: avvicinati che ti palperò figlio mio, se tu sei mio figlio Esaù o no. 22 Giacobbe si avvicinò a suo padre Isacco, lo palpò e disse: la voce è la voce di Giacobbe ma, le mani, le mani di Esaù. 23 E non lo riconobbe, perché le sue mani erano pelose come le mani di Esaù suo fratello, così lo benedisse. 24 Disse: tu sei mio figlio Esaù? Rispose: sono io. 25 Disse: portami da mangiare la selvaggina figlio mio, per questo io stesso ti benedirò; la avvicinò a lui che mangiò, portò a lui del vino e bevette. 26 Gli disse Isacco suo padre: avvicinati dunque e baciami figlio mio. 27 Si avvicinò e lo baciò; odorò l’odore dei suoi abiti e lo benedisse dicendo: sento l’odore di mio figlio come l’odore di un campo che Yhwh ha benedetto. 28 Elohim ti dia della rugiada del cielo e campi fertili della terra e molto grano e mosto. 29 Ti serviranno i popoli, si prostreranno a te le tribù, sarai forte con i tuoi fratelli; si prostreranno a te i figli di tua madre, maledetto chi ti maledirà, benedetto che ti benedice. 30 Quando Isacco ebbe finito di benedire Giacobbe, Giacobbe si allontanò dalla presenza di Isacco suo padre, ed ecco Esaù suo fratello, arrivò dalla campagna. 31 Anch’egli fece piatti gustosi e venne da suo padre dicendo a suo padre: si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo figlio, affinché tu stesso mi benedica. 32 Isacco suo padre gli disse: chi sei tu? Sono il tuo figlio primogenito Esaù. 33 Isacco fu preso da tremore, crebbe il suo spavento moltissimo e disse: chi è dunque colui che mi ha portato la selvaggina che io ho mangiato, prima che tu arrivassi? Io l’ho benedetto e benedetto resterà 34 Come sentì Esaù le parole di suo padre, emise un grido potente e di forte amarezza e disse a suo padre: benedici anche me, padre mio! 35 E’ venuto tuo fratello, con inganno ha preso la tua benedizione. 36 Forse per questo il suo nome è Giacobbe6, mi ha già ingannato una volta, prese la mia primogenitura e ora ecco, ha preso la mia benedizione. Disse: non hai forse in serbo per me una benedizione? 37 Rispose Isacco e disse a Esaù ecco, io ho posto lui signore sopra di te e ho dato a lui tutti i suoi fratelli come servi, l’ho provveduto di frumento e mosto, che cosa dunque potrei fare figlio mio ? 38 Disse Esaù a suo padre: tu hai una sola benedizione padre mio? Benedici anche me padre mio! Esaù alzò la sua voce e pianse. 39 Allora Isacco suo padre gli disse: ecco, la tua residenza sarà lontana dalla parte fertile della terra e dalla rugiada dall’alto del cielo. 40 Vivrai della tua spada e servirai tuo fratello ma, accadrà che ti ribellerai, che strapperai il giogo suo dal tuo collo. 41 Esaù trattò da nemico Giacobbe a causa della benedizione che suo padre gli diede. Disse Esaù in cuor suo, i giorni del lutto di mio padre si avvicinano, ucciderò Giacobbe mio fratello. 42 Furono riferite a Rebecca le parole di Esaù suo figlio maggiore; mandò a chiamare Giacobbe suo figlio minore e gli disse: ecco, Esaù tuo fratello si vendicherà di te uccidendoti. 43 Ora, figlio mio ascolta la mia voce, alzati, scappa, va da mio fratello Labano a Carran. 44 Abita con lui un po’ di giorni fino a quando sarà rientrata la collera di tuo fratello, 45 e torni a essere tuo fratello e dimentichi ciò che hai atto a lui. Io manderò a prenderti là. Perché dovrei essere privata di voi due in un giorno solo? 46 Disse Rebecca a Isacco: le figlie hittite davanti a me, mi provocano la fine della mia vita, se Giacobbe prende moglie fra le figlie hittite, come queste figlie del paese, perché dovrei vivere.
CAP. 28
1 Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede un ordine dicendo: tu non prenderai moglie fra le figlie di Canaan. 2 Alzati! Va a Padam Aram nella casa di Betuel, padre di tua madre e prendi per te una donna di là, fra le figlie di Làbano fratello di tua madre. 3 E El-Sadai ti benedica, ti renda fecondo, ti faccia diventare numeroso come un’assemblea di popoli. 4 Ti dia la benedizione di Abramo, a te e alla tua discendenza con te, per possedere la terra, tu straniero che Yhwh ha promesso ad Abramo. 5 Isacco lasciò andare Giacobbe che partì per Padam Aram da Làbano, figlio di Betuel l’arameo, fratello di Rebecca madre di Giacobbe e Esaù. 6 Esaù vide che Isacco, benedetto Giacobbe, lo mandò a Padam Aram per prendere da là una moglie e nel benedirlo gli ordinò dicendo: non prendere moglie tra le figlie di Canaan. 7 Giacobbe ascoltò suo padre e sua madre e partì per Padam Aram 8 Esaù comprese che le figlie di Canaan erano sgradite agli occhi di suo padre. 9 Esaù andò da Ismaele e prese in moglie Macalat, figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Mebaot, oltre le sue mogli. 10 Giacobbe uscì da Ber-Sceba e andò a Carran. 11 Capitò in un luogo e passo là la notte, perché il sole era tramontato. Prese dalle pietre del posto e le pose come suo guanciale e si coricò in quel posto. 12 Ed ecco, sognò una scala poggiata a terra e la cui cima toccava il cielo; ed ecco gli angeli di Elohim salivano e scendevano su di essa. 13 Ed ecco, Yhwh gli stava davanti e disse: io sono Yhwh, Elohim di Abramo, tuo padre e l’Elohim di Isacco, la terra dove tu sei coricato, la darò a te e alla tua discendenza. 14 La tua discendenza sarà come polvere della terra, si espanderà a occidente e a oriente e verso il deserto del Negev e saranno benedette in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. 15 Ecco io sono con te, ti proteggerò ovunque tu andrai, ti farò ritornare in questa terra, non ti abbandonerò finché non avrò fatto ciò che ti ho detto. 16 Giacobbe si svegliò dal suo sonno e disse: certamente c’è Yhwh in questo luogo e io non lo sapevo. 17 Ebbe paura e disse: che cosa terrificante questo luogo, non ce n’è uguale; se dunque è la casa di Elohim, questa è la porta del cielo. 18 Giacobbe al mattino si alzò presto, prese la pietra che aveva messo sotto la sua testa, con essa innalzò una stele e versò olio sulla sua sommità. 19 Chiamò quel posto Bet-El , però prima la città si chiamava Luz. 20 Giacobbe fece un voto dicendo: se Elohim sarà accanto a me e mi proteggerà in questo viaggio che io sto facendo, e mi darà pane da mangiare e abito per vestire, 21 e tornerò in pace alla casa di mio padre, Yhwh sarà il mio Elohim. 22 E questa pietra che ho innalzato a stele, sia la casa di Elohim e di tutto quello che tu mi darai, io preleverò a noi la decima.
CAP. 29
1 Giacobbe si alzò e a piedi andò nella terra dei figli dell’oriente. 2 Ed ecco vide un pozzo nel campo e là tre greggi di pecore che si riposavano. Perché al pozzo venivano ad abbeverarsi le greggi ma, una grossa pietra stava sulla bocca del pozzo. 3 Si riunivano là tutte le greggi, allora facevano rotolare la pietra da sopra il pozzo e facevano abbeverare le pecore, poi rimettevano la pietra sulla bocca del pozzo al suo posto. 4 Disse ad essi Giacobbe: fratelli miei di dove siete? Risposero noi siamo di Carran. 5 Disse a essi: forse conoscete Làbano figlio di Nahor? Risposero lo conosciamo. 6 Disse a essi: sta bene lui? Risposero sta bene. Ecco Rachele sua figlia che arriva con il gregge. 7 Disse: ecco è ancora giorno pieno, non è ancora il momento di radunare il gregge; abbeverate le greggi e andate a pascolare. 8 Risposero: noi non possiamo finché non si sono radunate tutte le greggi, poi rotoliamo la pietra dalla bocca del pozzo e abbeveriamo le pecore. 9 Stavano ancora parlando e arrivò Rachele con il gregge di suo padre, perché era una pastora. 10 Quando Giacobbe vide Rachele, figlia di Làbano fratello di sua madre e il gregge di Làbano fratello di sua madre, Giacobbe si avvicinò, rotolò la pietra da sopra la bocca del pozzo e abbeverò il gregge di Làbano fratello di sua madre. 11 Giacobbe diede un bacio a Rachele, alzò la sua voce e pianse. 12 Giacobbe rivelò a Rachele che lui era “fratello”7 del padre di lei, che era figlio di Rebecca; allora corse a riferirlo a suo padre. 13 Quando Làbano, udito che Giacobbe era figlio di sua sorella, fu molto contento di conoscerlo, lo abbracciò e lo baciò e lo portò nella sua casa. Egli raccontò a Làbano tutte le sue avventure. 14 Làbano gli disse: certo tu sei mie ossa e mia carne; egli abitò con lui un mese di giorni. 15 Disse Làbano a Giacobbe: forse che, essendo mio fratello, tu mi servirai gratis? Fammi sapere quale salario ti devo. 16 Làbano aveva due figlie, il nome della maggiore era Lea, il nome della minore era Rachele. 17 Gli occhi di Lea erano delicati, mentre Rachele era di bell’aspetto e affascinante da guardare. 18 Giacobbe amava Rachele e disse: ti servirò sette anni per Rachele tua figlia la minore. 19 Disse Làbano: è meglio che la dia a te, che darla a un altro uomo, resta con me. 20 Giacobbe lavorò per Rachele sette anni e furono, ai suoi occhi, come alcuni giorni, tanto era il suo amore per lei. 21 Disse Giacobbe a Làbano: dammi mia moglie perché i miei giorni sono compiuti e desidero unirmi a lei. 22 Làbano riunì tutti gli uomini del posto e fece un banchetto. 23 Quando fu sera, prese Lea sua figlia e la condusse da lui. Egli entrò in lei ( si unì a lei). 24 Làbano diede a lei Zilpa, sua schiava, a Lea sua figlia come sua schiava. 25 Al mattino, ecco: lei era Lea! Disse a Làbano: che cosa mi hai fatto, non è forse per Rachele che io ho lavorato per te? Perché mi hai ingannato? 26 Rispose Làbano: non avviene così da noi, di dare in moglie la piccola prima della primogenita. 27 Completa la settimana (luna di miele), poi ti sarà data anche quella, per il servizio che tu mi renderai per sette anni ancora. 28 Giacobbe fece così, completò la settimana, poi diede a lui Rachele sua figlia, a lui in moglie. 29 Làbano diede a Rachele sua figlia, Bila sua schiava; a lei come schiava. 30 Entrò anche in Rachele (si unì a Rachele); egli amò anche Rachele più di Lea e prestò servizio a Làbano per sette anni ancora. 31 Yhwh vide che Lea era trascurata, egli penetrò l’utero di lei, mentre Rachele era sterile. 32 Lea concepì, generò un figlio e lo chiamò Ruben e disse: poiché Yhwh ha visto la mia afflizione, così adesso il mio uomo mi amerà. 33 Concepì ancora e generò un figlio e disse che Yhwh aveva udito quanto io ero trascurata; egli mi diede anche questo e lo chiamò Simone. 34 Concepì ancora e generò un figlio e disse: ora è la volta che mio marito si accompagnerà a me, perché ho generato tre figli, perciò lo chiamò Levi. 35 Concepì ancora e generò un figlio e disse: stavolta loderò Yhwh, per questo lo chiamò Giuda e cessò dal generare.
CAP. 30
1 Rachele vedeva che non generava a Giacobbe; Rachele era gelosa di sua sorella e disse a Giacobbe: dammi dei figli se no io muoio! 2 Giacobbe sbuffò dal naso violentemente con Rachele e disse: sono forse io al posto di Elohim che ti ha impedito il frutto del ventre? 3 Rispose: ecco la mia serva Bila, va con lei e generi sulle mie ginocchia e anch’io porterò un figlio da lei. 4 Gli diede Bila la sua schiava in moglie; Giacobbe entrò in lei. 5 Concepì Bila e generò a Giacobbe un figlio. 6 Disse Rachele: Elohim mi ha giudicato e ha ascoltato anche la mia voce e mi ha dato un figlio, per questo chiamò il suo nome Dan. 7 Bila, schiava di Rachele, concepì ancora un secondo figlio a Giacobbe. 8 Disse Rachele: ho rivaleggiato con mia sorella la rivalità di Elohim e ho prevalso e chiamò il suo nome Neftali. 9 Lea vide che aveva cessato dal generare, prese Zilpa, la sua schiava, e la diede a Giacobbe come moglie. 10 Zilpa, schiava si Lea, generò a Giacobbe un figlio. 11 Disse Lea: che fortuna! E lo chiamò Gad. 12 Zilpa, schiava di Lea, generò un secondo figlio a Giacobbe. 13 Disse Lea: è per la mia felicità, poiché le figlie mi diranno felice, e chiamò il suo nome Aser. 14 Il giovane Ruben, nei giorni della mietitura, trovò nei campi delle mandragore8 e le portò a Lea sua madre; disse Rachele a Lea: per favore, dalle a me le mandragore di tuo figlio. 15 Rispose: è forse poco che tu abbia preso mio marito? Vuoi prendere anche le mandragore di mio figlio? Rispose Rachele: per questo giaccia pure con te questa notte, in cambio dammi le mandragore di tuo figlio. 16 Giacobbe arrivò dalla campagna alla sera e Lea uscì per incontralo e gli disse: vieni da me che sono io il tuo salario, ti ho comprato con le mandragore di mio figlio. E giacque con lei in quella notte. 17 Elohim ascoltò Lea, concepì e generò a Giacobbe il quinto figlio. 18 Disse Lea: Elohim mi ha dato il mio salario, perché ho dato la mia schiava a mio marito e chiamò il suo nome Issacar. 19 Lea concepì ancora e generò un sesto figlio a Giacobbe. 20 Disse Lea: Elohim mi donato un bel dono, questa volta mio marito mi onorerà, perché ho generato a lui sei figli e chiamò il suo nome Zabulon. 21 Dopo generò una figlia e chiamò il suo nome Dina. 22 Elohim si ricordò di Rachele e Elohim la ascoltò e aprì il suo utero ( la rese fertile). 23 Concepì e generò un figlio dicendo: Elohim mi ha tolto il mio disprezzo. 24 Chiamò il suo nome Giuseppe dicendo: mi aggiunga Yhwh un altro figlio. 25 Dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe disse a Làbano: lasciami andare, tornerò al mio paese, nella mia terra. 26 Dammi le mie donne e i miei figli, per i quali ho lavorato e partirò, giacché tu conosci i servizi che ti ho reso. 27 Gli rispose Làbano: se ho trovato grazia ai tuoi occhi, in tutto Yhwh mi ha benedetto per il tuo impegno; 28 Disse: fissa il tuo salario per me, io te lo darò. 29 Gli rispose: tu conosci quello che ho fatto per te e ciò che è diventata la tua ricchezza con me. 30 Perché il poco che era prima di me è aumentato molto, Yhwh ti ha benedetto, grazie ai miei passi; ora, quando lavorerò anch’io per la mia casa? 31 Chiese Làbano: che cosa ti devo dare? Rispose Giacobbe: non mi devi dare nulla; se tu farai per me queste cose: tornerò ancora e pascolerò il tuo gregge e lo custodirò. 32 Oggi passerò fra le tue pecore, separa tutti gli agnelli chiazzati e striati, tutti gli agnelli di pecora scuri e gli striati, e i chiazzati di capra, essi saranno il mio salario.9 33 Risponderà per me la mia onestà. In futuro, quando controllerai il mio salario in tua presenza, tutti quelli non macchiati e non striati fra le capre e non scure tra le pecore che saranno con me, essi sono rubati. 34 Disse Làbano: ecco vedremo se sarà come tu hai detto. 35 Làbano separò in quel giorno i montoni striati e rigati, tutte le capre chiazzate e striate, e fra le pecore tutte le scure poi tutto ciò che era suo lo consegnò in mano ai suoi figli. 36 E mise tre giorni di cammino tra lui e Giacobbe, mentre Giacobbe pascolava il gregge di Labano che era rimasto. 37 Giacobbe prese con sé un ramo verde di pioppo, di mandorlo e di platano, li scortecciò a strisce, mettendo a nudo il bianco dei rami. 38 Mise i rami che aveva scortecciato nelle vasche degli abbeveratoi dell’acqua, dove le greggi venivano a bere, di fronte al bestiame, quando venivano a bere, si accoppiavano. 39 Le greggi andavano in calore davanti ai rami e le greggi generavano pecore striate, chiazzate e rigate. 40 Giacobbe separò gli agnelli e voltò il muso del gregge verso lo striato e tutto il colorato del gregge di Làbano; si costituì delle greggi soltanto per sé e non li unì al gregge di Làbano. 41 Quando erano in calore le più robuste del gregge, Giacobbe metteva i rami davanti agli occhi del gregge negli abbeveratoi (per farle accoppiare) 42 Quando il gregge era indebolito, non li metteva, così i deboli erano di Làbano e i forti di Giacobbe. 43 L’uomo si arricchì moltissimo ed ebbe greggi numerosi, schiave e schiavi, cammelli e asini.
CAP. 31
1 Sentì le parole dei figli di Làbano che dicevano: Giacobbe prende tutto ciò che è di nostro padre e di quello che era di nostro padre ha fatto tutta questa ricchezza. 2 Giacobbe guardò il viso di Làbano ed ecco, non era con lui come prima (come ieri e l’altro ieri ). 3 Yhwh disse a Giacobbe: torna nella terra dei tuoi padri e della tua parentela, io sarò con te. 4 Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lea presso il suo gregge. 5 Disse loro: ho visto la faccia di vostro padre che non è più verso di me, come ieri e l’altro ieri. L’Elohim di mio padre è con me. 6 Voi sapete che ho servito vostro padre con tutta la mia forza. 7 E vostro padre si è burlato di me, ha cambiato il mio salario una decina di volte, Elohim non gli consentirà di farmi del male, egli è con me. 8 Se diceva: i chiazzati saranno il tuo salario, tutti i nati del gregge erano chiazzati. Se diceva: gli striati saranno il tuo salario, tutti i nati del gregge erano striati. 9 Elohim ha spogliato le ricchezze di vostro padre e le ha date a me. 10 Quando il gregge era in calore, io alzai i miei occhi ed ecco vidi in sogno gli arieti che montavano le pecore, erano striati, chiazzati, punteggiati. 11 Mi disse l’angelo di Elohim in sogno: Giacobbe! Risposi: eccomi. 12 Disse: alza i tuoi occhi e guarda, tutti gli arieti che montano le pecore sono striati, chiazzati, punteggiati perché ho visto tutto ciò che Làbano ti ha fatto. 13 Io sono l’ El di Bet-El, dove tu hai unto una stele, dove tu mi hai fatto un voto; ora, alzati, esci da questo paese e torna nella terra della tua parentela. 14 D’accordo Rachele e Lea gli dissero: c’è forse una parte ancora per noi? Siamo stufe della casa di nostro padre. 15 Non siamo già considerate straniere e stimate da lui come vendute? Mangiando egli anche il nostro denaro? 16 Poiché tutta la ricchezza che Elohim ha sottratto a nostro padre, quella è nostra e dei nostri figli, tu fai quello che Elohim ti ha detto. 17 Giacobbe si alzò e mise i suoi figli e le sue donne sui cammelli. 18 Condusse tutto il suo bestiame e tutti i beni che aveva acquistato col suo denaro, che aveva acquistato a Padam Aram, per tornare da Isacco suo padre, nella terra di Canaan. 19 Làbano era andato a tosare le sue pecore; Rachele rubò i terafim10 di suo padre. 20 Giacobbe (rubò il cuore di Làbano) l’arameo non gli fece capire che egli stava per fuggire. 21 Egli fuggi. Portò tutto quello che era suo. Passò il fiume e pose la sua faccia (si volse) verso il monte Gilad. 22 Il terzo giorno fu riferito a Làbano che Giacobbe era fuggito. 23 Egli prese con sé i suoi parenti e lo inseguì, un cammino di sette giorni, e lo raggiunse sul monte Gilad. 24 Elohim venne da Làbano l’arameo nel sogno della notte e gli disse: stai attento affinché le tue parole con Giacobbe da buone non diventino cattive. 25 Làbano raggiunse Giacobbe. Giacobbe piantò la sua tenda sul monte e Làbano piantò (la tenda) dei suoi parenti sul monte Gilad. 26 Disse Làbano a Giacobbe: che cosa mi hai fatto? Tu hai rubato il mio cuore e hai condotto via le mie figlie come prigioniere di guerra. 27 Perché (ti sei nascosto per fuggire?) sei fuggito di nascosto? E mi hai tenuto all’oscuro? Io ti avrei lasciato andare con gioia, con canti, tamburelli e cetre. 28 E non mi hai consentito nemmeno di baciare le mie figlie e i tuoi figli; hai agito da stolto nel tuo agire. 29 Ho nelle mie mani di poter fare a voi del male ma, l’Elohim di vostro padre , ieri sera mi ha parlato dicendo: guardati dal parlare con Giacobbe né bene e né male. 30 Ora, tu certamente desideri andare alla casa di tuo padre, poiché lo desideri ardentemente, ma, perché hai rubato i miei idoli? 31 Rispose Giacobbe dicendo a Làbano: perché ho avuto paura e ho pensato che mi avresti tolto le tua figlie. 32 Se troverai i tuoi idoli, chi li avrà, morirà. Di fronte ai nostri parenti, se riconosci qualcosa di tuo che è con me, prendilo è tuo; Giacobbe non sapeva che Rachele li aveva rubati. 33 Làbano entrò nella tenda di Giacobbe e nella tenda di Lea e nella tenda delle due schiave e non trovò niente. Uscì dalla tenda di Lea e entrò nella tenda di Rachele. 34 Rachele aveva preso i terafim e li aveva messi nel cuscino del cammello e si era seduta su di esso. Làbano cercò in tutta la tenda e non trovò niente. 35 Lei disse a suo padre: non ci sia ira negli occhi del mio signore, perché non posso alzarmi davanti a te, perché il corso delle donne è in me11 (le mestruazioni). Egli perquisì ma non trovò i terafim. 36 Giacobbe si adirò e litigò con Làbano. Giacobbe accusò e disse a Làbano: qual è il mio crimine? Qual è il mio peccato? Perché mi hai inseguito con tanto accanimento? 37 Poiché hai rovistato in tutte le mie cose, quello che hai trovato, fra tutte le mie cose, che è della tua casa, mettilo qui davanti ai fratelli miei e ai tuoi parenti, giudicheranno tra noi due. 38 Questo è il ventesimo anno che io sto con te e le tue pecore e le tue capre non hanno mai abortito; i montoni del tuo gregge non ho mai mangiato. 39 non ti ho mai portato una pecora sbranata, io stesso dalle mie mani ti compensavo del danno; pretendevi il conto di quelle rubate di giorno e di quelle rubate di notte. 40 Sono stato mangiato dal caldo di giorno e dal freddo di notte mentre il mio sonno fuggiva dai miei occhi. 41 Questo per me è il ventesimo anno con la tua casa. Ti ho servito quattordici anni per le tue due figlie e sei anni per le tue greggi e tu hai cambiato il mio salario, una decina di volte. 42 Se l’Elohim di mio padre, l’Elohim di Abramo, il terrore di Isacco, non fosse stato con me, tu ora mi lasceresti andar via senza niente ma, Elohim vide la mia povertà e il cavo della mia mano (vuoto) e ieri notte ha giudicato. 43 Làbano rispose a Giacobbe dicendo: le figlie, sono mie figlie, i figli, miei figli, le pecore, mie pecore e tutto ciò che tu vedi, quello è mio. E per le mie figlie che cosa posso fare oggi o per i loro figli che hanno generato? 44 Ora,12 vieni stipuliamo un patto io e te. 45 Giacobbe prese una pietra e innalzò una stele. 46 Disse Giacobbe ai suoi parenti, raccogliete pietre: presero le pietre e ne fecero un mucchio e mangiarono là sul quel mucchio. 47 Làbano lo chiamò Yegar Sahduta mentre Giacobbe lo chiamò Gal Ed. 48 Questo mucchio, disse Làbano è oggi testimone tra te e me e lo chiamò Gal Ed. 49 E anche Mizpah ( sentinella) di cui ha detto Yhwh, spierà tra te e me quando non ci vedremo l’uno dall’altro. 50 Se tu maltratterai le mie figlie, se tu prenderai altre donne oltre le mie figlie, non c’è nessuno con noi ma, Elohim vedrà e sarà testimone tra me e te. 51 Disse Làbano a Giacobbe: ecco, questo è il mucchio, ecco la stele che ho eretto tra me e te. 52 Questo mucchio è testimone e questa stele è testimone che io non passerò verso di te e questo mucchio e questa stele che tu non passerai verso di me per fare il male. 53 L’Elohim di Abramo, e l’Elohim di Nahor, gli Elohim dei loro padri, siano giudici tra noi. Giacobbe giurò per il Terrore di suo padre Isacco. 54 Giacobbe offrì un sacrificio sul monte e chiamò i suoi parenti a mangiare. Essi mangiarono pane e passarono la notte sulla montagna.
CAP. 32
1 Làbano si alzò presto al mattino, baciò i suoi figli, le sue figlie, li benedisse e partì. Làbano ritornò al suo paese.13 2 Giacobbe andò per la sua strada e gli angeli di Elohim s’imbatterono in lui. 3 Giacobbe quando li vide disse: questo è l’accampamento di Elohim e chiamò quel posto Macanaim. 4 Giacobbe mandò messaggeri davanti a sé verso Esaù suo fratello, verso la terra di Seir nella campagna di Edom. 5 Ordinò loro dicendo: così direte al mio signore Esaù: il tuo servo Giacobbe così ha detto: sono stato esule da Làbano e mi sono attardato fino ad ora. 6 Possiedo tori, asini, greggi, schiavi e schiave, e ho mandato a riferire al mio signore per trovare grazia ai suoi occhi: 7 I messaggeri tornarono da Giacobbe dicendo: siamo arrivati da tuo fratello Esaù, anch’egli ti sta venendo incontro14, ha con sé quattrocento uomini. 8 Giacobbe si spaventò molto e si sentì angosciato, poi divise la gente che era con lui, le greggi e il bestiame in due accampamenti. 9 Pensava, se Esaù arriverà al primo accampamento e sarà annientato, il restante accampamento sarà salvo. 10 Disse Giacobbe: Elohim di mio padre Abramo, Elohim di mio padre Isacco, Yhwh che mi dicesti: torna nella tua terra e alla tua parentela, che sarò buono con te. 11 Io non merito tutta la tua benevolenza e tutta la tua sicurezza che tu hai donato al tuo servo; con il mio bastone ho attraversato questo Giordano ed ora sono in due accampamenti. 12 Salvami, per favore, dalle mani di mio fratello Esaù, perché io ho paura di lui, che non venga e uccida me la madre e i figli. 13 Tu mi dicesti: certamente sarò buono con te e preserverò la tua discendenza come sabbia del mare che non potrà essere contata, tanto sarà numerosa. 14 Passò là quella notte; prese del suo, a caso, nelle sue mani , un dono per Esaù suo fratello. 15 Duecento capre e venti capri; duecento pecore e venti montoni. 16 Trenta cammelle nutrici (che allattavano) e i loro figli; quaranta mucche; dieci tori, venti asine, venti puledri. 17 Diede nelle mani dei suoi servi un branco, un branco per volta e disse ai suoi servi: passate davanti a me e lasciate dello spazio tra branco e branco. 18 Diede ordine al primo dicendo: quando Esaù mio fratello ti incontrerà, e ti chiederà dicendo: di chi sei e per dove vai? Di chi siano quelle bestie davanti a te? 19 Tu risponderai: del tuo servo Giacobbe, un dono che egli manda al mio signore Esaù, ecco, anche lui ci segue. 20 Diede ordine anche al secondo e anche al terzo e anche a tutti quelli che seguivano le greggi dicendo quale parola dovessero dire a Esaù, quando lo incontravano. 21 Direte anche: ecco, il tuo servo Giacobbe ci segue, perché pensava: placherò la sua faccia in presenza dei doni che ho mandato davanti a me, per questo io seguo, vedrò la sua faccia e forse egli solleverà la mia (mi guarderà benevolmente). 22 Il dono passò davanti a lui ed egli, quella notte, restò nell’accampamento. 23 In quella notte si alzò, prese le due sue mogli, le due schiave, gli undici suoi figli e passò il guado dello Jabok. 24 Li prese e attraversarono il torrente e fece attraversare tutto ciò che era suo. 25 Giacobbe restò solo e un uomo lottò con lui fino al levarsi dell’alba. 26 Vide che non poteva (vincere) contro di lui, lo colpì nel cavo della sua coscia, si bloccò il cavo del femore di Giacobbe, mentre lottava con lui.15 27 Disse: lasciami andare perché sorge l’aurora. 28 Disse a lui: qual è il tuo nome? Rispose: Giacobbe. 29 Disse ancora: non Giacobbe si chiamerà ancora il tuo nome ma, Israele perché hai combattuto con gli Elohim e con gli uomini e hai vinto. 30 Giacobbe domandò dicendo: dimmi di grazia il tuo nome. Rispose: perché chiedi il mio nome? E lo benedisse. 31 Giacobbe chiamò quel posto Penuel (faccia di Elohim), perché ho visto Elohim faccia a faccia e la mia vita è salva. 32 Il sole brillava quando superò Penuel ed egli zoppicava per il suo femore. 33 Per questo i figli d’Israele non mangiano il nervo sciatico che è nel cavo del femore, fino ad oggi. Perché Giacobbe fu colpito nel cavo del femore nel nervo sciatico.
CAP. 33
1 Giacobbe alzò i suoi occhi ed ecco, vide Esaù arrivare, aveva con sé quattrocento uomini. Divise i suoi figli tra Lea, Rachele e fra le due schiave. 2 Pose le schiave e i loro figli davanti, Lea e i suoi figli a seguire, Rachele e Giuseppe dietro. 3 Egli passò davanti a loro, si prostrò a terra sette volte finché si avvicinò a suo fratello. 4 Esaù16 corse incontro a lui, lo abbracciò, cadde sul suo collo, lo baciò e piansero. 5 Alzò i suoi occhi e vide le donne e i figli e disse: chi sono quelli per te? Rispose: i figli che Elohim ha donato al tuo servo. 6 Si avvicinarono le schiave con i loro figli e si prostrarono. 7 Si avvicinò anche Lea e i suoi figli e si prostrò. Poi si avvicinò Giuseppe e Rachele e si prostrò. 8 Disse: che significa per te tutto questo bestiame che ho incontrato? Rispose: per trovare grazia ai tuoi occhi, mio signore. 9 Disse Esaù: ne ho abbastanza per me fratello mio; sia per te ciò che è tuo. 10 Disse Giacobbe: no! Per favore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, prendi i miei doni; poiché, guardando il tuo viso, è come stare alla presenza di Elohim e (capirò) che tu mi avrai gradito. 11 Prendi per favore la mia benedizione, che ho portato per te, perché Elohim mi ha favorito in tutto. Insistette con lui che lo prese. 12 Disse: leviamo le tende e mettiamoci in cammino, io camminerò davanti a te. 13 Gli rispose: mio signore, sai che i figli sono delicati; le pecore e le mucche contano su di me, condurle troppo in fretta, in un solo giorno tutte le pecore potrebbero morire. 14 Passi per favore il mio signore davanti a me, tuo servo, io condurrò tranquillamente col passo del bestiame che ho davanti e col passo dei bambini, finché arriverò presso il mio signore a Seir. 15 Disse Esaù: lascia per favore che ti dia della gente che è con me! Rispose: ho già trovato grazia agli occhi del mio signore (non serve altro)1716 Esaù in quel giorno riprese il suo cammino verso Seir. 17 Giacobbe levò l’accampamento per Sucot, costruì per sé una casa e per il suo bestiame delle capanne, perciò chiamò quel posto Sucot. 18 Giacobbe arrivò sano e salvo nella città di Sichem nella terra di Canaan; quando lui arrivò da Paddam Aram, si accampò davanti alla città. 19 Prese un appezzamento di terreno, che si estendeva là vicino alla sua tenda, dalle mani dei figli di Camor, padre di Sichem, per cento pezzi d’argento. 20 Eresse là un altare e lo chiamò El, Elohim di Israele.
CAP. 34
1 Dina figlia di Lea che aveva generato a Giacobbe, uscì per vedere le figlie del paese. 2 La vide Sichem, figlio di Camor l’eveo, principe del paese, la prese, giacque con lei e la violentò. 3 S’innamorò, nel suo intimo, di Dina, figlia di Giacobbe; egli amò la ragazza e parlò al cuore della ragazza18 . 4 Parlò Sichem a Camor suo padre dicendo: prendi per me quella ragazza come moglie. 5 Giacobbe seppe che era stata violentata Dina sua figlia; i suoi figli erano col bestiame nei campi; Giacobbe tacque fino al loro ritorno. 6 Camor padre di Sichem andò da Giacobbe per parlare con lui. 7 I figli di Giacobbe tornarono dai campi; come lo seppero si afflissero, gli uomini si arrabbiarono molto con lui, perché aveva fatto oltraggio a Israele, giacendo con la figlia di Giacobbe. Così non si fa. 8 Camor parlò con loro dicendo: Sichem mio figlio si è innamorato, nel suo intimo, di vostra figlia, datela per favore a lui come sposa. 9 Imparentatevi con noi, le vostre figlie darete per noi, le nostre le prenderete per voi. 10 Abitate con noi, il paese è davanti a voi. Abitate, commerciate, acquistate in esso. 11 Disse Sichem al padre e ai fratelli di lei: se troverò grazia agli occhi vostri, quello che mi chiederete io lo farò. 12 Aumentate su di me il prezzo e il dono,19 io darò quanto mi chiederete ma, datemi la ragazza come moglie. 13 I figli di Giacobbe risposero a Sichem e a Camor suo padre con inganno, e dissero che Dina loro sorella, era stata oltraggiata. 14 Dissero ad essi che questa cosa non si poteva fare, cioè dare nostra sorella ad un uomo che non è circonciso, perché quella è una vergogna per noi. 15 Solo in un modo saremo d’accordo con voi, se voi farete circoncidere, come noi, tutti maschi. 16 Noi daremo a voi le nostre figlie e le vostre figlie prenderemo per noi e abiteremo con voi e saremo un popolo solo. 17 Ma, se non ci ascolterete, quanto a circoncidere, prenderemo nostra figlia e ce ne andremo. 18 Le parole parvero buone agli occhi di Camor e agli occhi di Sichem figlio di Camor. 19 Il giovane non esitò a fare la cosa, perché desiderava la figlia di Giacobbe ed egli era onorato più di tutti nella casa di suo padre. 20 Venne Camor e suo figlio Sichem alla porta della città e parlarono agli uomini della città dicendo: 21 Quegli uomini, essi sono in pace con noi, abiteranno nel paese e commerceranno in esso, ed ecco, il paese è vasto assai davanti a loro; noi prenderemo per noi le loro figlie e per i loro uomini noi daremo loro le nostre figlie. 22 Ma, questi uomini, per abitare con noi, convengono di diventare un solo popolo ma ci chiedono di circoncidere tutti i maschi, come loro sono circoncisi. 23 Il loro bestiame, i loro beni e tutti i loro animali, non diventeranno nostri anch’essi? Dunque conveniamo con loro ed essi abiteranno con noi. 24 Tutti quelli usciti dalla porta della loro città, ascoltarono Camor e Sichem suo figlio, si circoncisero tutti i maschi. 25 Al terzo giorno, quando erano sofferenti, i due figli di Giacobbe, Simone e Levi, fratelli di Dina, presero ciascuno la loro spada, vennero in città, tranquilla e sicura, e uccisero tutti i maschi. 26 Passarono a fil di spada Camor e suo figlio Sichem, presero Dina dalla casa di Sichem e uscirono. 27 I figli di Giacobbe si gettarono sui trafitti e saccheggiarono la città che aveva reso impura la loro sorella. 28 Presero le loro greggi, i loro buoi, i loro asini e ciò che era in città e ciò che era nei campi. 29 E tutte le loro ricchezze, tutti i loro bambini, presero le loro donne e saccheggiarono tutto ciò che era nelle case. 30 Disse Giacobbe a Simone e Levi: voi mi avete sacrificato rendendomi puzzolente agli abitanti del paese, ai Cananei e ai Perizziti ed io ho pochi uomini; essi si riuniranno contro di me, mi colpiranno e mi stermineranno io e la mia casa. 31 Risposero: forse che nostra sorella si tratta come una prostituta?
CAP. 35
1 Disse Elohim a Giacobbe: alzati, Sali a Bet-El, abita là, fai là un altare al dio (El) che ti è apparso quando fuggivi dalla presenza di Esaù. 2 Disse Giacobbe alla sua casa e a tutti quelli che erano con lui: togliete gli elohim stranieri che sono in mezzo a voi e purificatevi e cambiate i vostri abiti. 3 Alziamoci e andiamo a Bet- El; io farò là un altare al dio che mi rispose nel giorno della mia angoscia e fu con me nel cammino che io ho percorso. 4 Diedero a Giacobbe tutti gli idoli stranieri che erano nelle loro mani e gli orecchini che erano nelle loro orecchie; Giacobbe li nascose sotto il grande albero presso Sichem. 5 Levarono l’accampamento. Si diffuse un terrore di Elohim sugli abitanti dei dintorni e non inseguirono i figli di Giacobbe. 6 Giacobbe arrivò a Luz che era nella terra di Canaan, cioè Bet-El, egli e tutto il popolo che era con lui. 7 Elevò là un altare e chiamò il posto El di Bet-El perché là Elohim gli apparve e lo benedisse quando fuggiva da suo fratello. 8 Debora, nutrice di Rebecca, morì e fu sepolta sotto Bet-El sotto il grande albero e chiamò il suo nome: albero del pianto. 9 Elohim apparve ancora a Giacobbe, dal suo arrivo da Padam Aram e lo benedisse. 10 Elohim disse a lui: il tuo nome non sarà più Giacobbe e chiamò il suo Israele. 11 Gli disse Elohim: io sono El- Saddai (l’onnipotente), sii fecondo e numeroso; una nazione, un’assemblea di popoli sarà da te e molti re usciranno dai tuoi fianchi. 12 E la terra che ho dato ad Abramo e a Isacco la darò a te; alla tua discendenza dopo di te darò la terra. 13 Elohim si mise in cammino elevando se stesso dal luogo dove aveva parlato con lui. 14 Giacobbe collocò una stele nel posto dove gli aveva parlato, una stele di pietra; versò su di essa una libagione, versò su di essa dell’olio. 15 Giacobbe chiamò il nome di quel posto, là dove Elohim gli aveva parlato, Bet-El. 16 S’incamminarono da Bet-El, c’era ancora un tratto di terra per arrivare a Efrata, Rachele partorì e il suo parto era difficile. 17 Avvenne che nel suo difficile parto, la levatrice le disse: non temere anche questo è un figlio per te. 18 Avvenne che, mentre le mancava il respiro perché stava morendo, chiamò il nome del figlio: “figlio della tristezza” ma, suo padre lo chiamò Beniamino.20 19 Rachele morì e fu sepolta sulla strada per Efrata, cioè Betlemme. 20 Giacobbe collocò una stele sulla sua tomba; quella stele sulla tomba di Rachele c’è ancora oggi. 21 Israele s’incamminò e piantò la sua tenda oltre la torre di Keder. 22 Avvenne che, mentre Israele si trovava in quella terra, Ruben andò a giacere con Billa, concubina di suo padre e Israele lo seppe. I figli di Giacobbe furono dodici. 23 I figli di Lea: il primogenito di Giacobbe, Ruben, Simone, Levi, Giuda, Issacar e Zabulon.21 24 I figli di Rachele, Giuseppe e Beniamino. 25 I figli di Billa, schiava di Rachele, Dan e Neftali. 26 I figli di Zilpa, schiava di Lea, Gad e Aser. Questi i figli di Giacobbe che furono generati a lui a Padam Aram.22 27 Giacobbe arrivò da Isacco suo padre, a Kiriat- Arbà cioè Ebron, là dove Abramo e Isacco furono stranieri. 28 I giorni di Isacco furono centottanta anni. 28 Isacco spirò e morì e fu riunito al suo popolo, vecchio e sazio di giorni e i suoi figli Esaù e Giacobbe lo seppellirono.
FINE
l'argomento è stato trattato dal Prof. Giancarlo Toloni dell'Università Cattolica di Brescia nell'anno accademico 2013-2014
1 La parola ebraica indica il coloro rosso.
2 Anche Isacco mente a proposito della moglie; meglio essere prudenti!
3 Evidentemente si stavano abbracciando o accarezzando.
4 Il verbo in ebraico è un hapax legomenon, cioè usato solo qui e non si conosce bene il significato.
5 Il verbo in ebraico significa appunto disputare qualcosa con qualcuno.
6 Il nome Giacobbe è spiegato col significato di “soppiantatore” avendo soppiantato Esaù per ben due volte.
7 Il termine fratello qui sta a indicare la parentela.
8 Le mandragore erano ritenute una pianta erotica e generativa, per via delle radici che sembrano un bambino neonato
9 Giacobbe propone di dividere il gregge in modo che le pecore bianche e le capre nere fossero di Làbano mentre le pecore nere o striate di nero e le capre striate di bianco, cioè capi piuttosto rari, fossero di Giacobbe.
10 Sono degli idoli piccoli e domestici, per Làbano molto importanti.
11 Nel periodo delle mestruazioni le donne erano considerate impure e non dovevano essere avvicinate per non diventare impuri.
12 Secondo Emanuele Testa, tutta questa pericope, dal 44 alla fine avrebbe come soggetto soltanto Làbano; I versetti che hanno per soggetto Giacobbe, sono dei doppioni, inclusi in un secondo tempo.
13 Questa idilliaca partenza, contrasta non poco con le sfuriate del capitolo 31, forse al redattore biblico è sembrata poco appropriata la conclusione del capitolo precedente.
14 Il verbo incontrare fa parte del linguaggio militare, quindi venire incontro con 400 uomini, non è proprio di buon auspicio per Giacobbe.
15 I versetti 25-30 sono molto ambigui perché non si capisce quale sia il soggetto dei vari verbi, alcuni anche sottintesi.
16 In questo capitolo la figura di Esaù è tratteggiata come un generoso personaggio, affettuoso e disponibile col fratello.
17 Giacobbe, scaltro come sempre, ancora non si fida di suo fratello Esaù.
18 Parlare al cuore: cercò di consolarla e rassicurarla.
19 Sichem vorrebbe comporre l’affronto senza discutere sulla dote da versare per comprate Dina.
20 Il nome significa “figlio della destra”, cioè fortunato.
21 Nella Bibbia, dei figli di Giacobbe si racconta solo dei primi quattro di Lea e dei due di Rachele.
22 Della figlia Dina , figlia di Lea, cfr. il capitolo 34, qui non viene considerata.
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